WitchandAngel : Forse aveva ancora una possibilità

Forse aveva ancora una possibilità

FanFic: Pucca
Attenzione, i personaggi di Pucca non sono di mia proprietà la storia è solo ispirata a loro.
"Forse aveva ancora una possibilità"
***
Pucca aprì gli occhi, ancora, ancora un'altra notte insonne, ancora un altro sogno incomprensibile, ancora un altro incubo, si avvolse nelle coperte, era primavera ma aveva freddo, molto freddo. Si strinse le ginocchia al petto e lasciò le lacrime scendere in un pianto silenzioso, era stanca di tutto quello, stanca di venir rifiutata, stanca di inseguire, di combattere, di mangiare, di dormire...era stanca di vivere, eppure era là, nolente o volente, a vivere quello che per lei era un'inferno perché, sebbene indossasse la maschera da allegra ragazzina, nessuno sapeva che scheletri aveva nell'armadio, che ombre le tormentassero il cuore, che dolore provava a vedere tutti così felici. La sognava quasi ogni notte, una donna dal volto celato nell'ombra che cadeva a terra, lei era piccola a quel tempo ma sapeva chi era, era una donna legata a lei da vincoli di sangue, non sapeva dire chi fosse, sapeva solo che la stava lasciando andare, non sapeva se era un'invenzione della sua mente o se fosse una scena vista in passato o forse qualcosa che sarebbe accaduto in futuro, ma sapeva che era legato a lei e alla sua vita. Spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, non aveva tanta voglia di alzarsi, né di vedere qualcuno. Guardò la sua stanza, aveva ridotto l'ossessione per Garu, ora la maggior parte dei poster e delle foto erano spariti, conservava solo quelle di gruppo e poche singole, era maturata e tutti quei Garu, da quando gli incubi erano iniziati, le davano molta inquietudine, specie al buio. Aveva oramai diciassette anni e presto avrebbe fatto il suo diciottesimo compleanno, si lasciò ricadere sul letto e spense la sveglia, le finestre erano sigillate e la porta chiusa a chiave, si sentiva più sicura così. Lasciò che il tepore delle coperte la riscaldasse e la conducesse lentamente tra le braccia di Morfeo,  in quel momento avrebbe voluto rimanere in quel dolce stato di incoscienza e di dormiveglia, in quel stato che precedeva il sonno profondo e veniva dopo il dormi veglia. I suoi capelli neri, lunghi fino a metà schiena, erano sparsi sul morbido cuscino, in quel periodo si erano scuriti, la sua pelle era molto pallida, le sue labbra più rosse e i suoi movimenti più veloci, era come se fosse in qualche modo migliorata e peggiorata allo stesso tempo. Si poggiò una mano sul cuore accertandosi che, nonostante fosse attutito dalla camicia da notte nera, fosse ancora lì a battere. Si concentrò su quel rumore regolare, la tranquillizzava molto. Si accoccolò lasciando che la stanchezza avesse la meglio. Chiuse gli occhi e lasciò che ogni suono svanisse, solo il battito rimaneva perenne e questo faceva sì che lei si addormentasse con calma e serenità. Silenzio, questo le serviva, ma questo non era mai possibile in quella casa. Sentì bussare alla porta
-Pucca sono zio Raviolo, sei sveglia?
Si mise il cuscino sulle orecchie, se stava immobile e in silenzio loro se ne andavano. Dopo poco infatti lo zio scese le scale e la lasciò in pace. Sospirò sentiva che era ora di uscire anche perché sapeva che presto sarebbero tornate le voci.
-Dormi ancora Pucca?
Si alzò di scatto e perlustrò la stanza con lo sguardo.
-Ancora mi cerchi? -rise quella voce così oscura, minacciosa e maschile
-Farai ciò che dico vero?
Lei scosse la testa, qualcosa le strinse la gola e la alzò dal letto.
-Non hai capito con chi hai a che fare?
Urlò. Sentì qualcuno correre per le scale intanto che la presa aumentava.
-Pucca! Se vuoi sopravvivere devi ubbidirmi!- continuò la voce alzandola ancora di qualche metro
Garu sfondò la porta insieme a Tobe, ormai i due erano diventati amici, anche Ring ring le era diventata solo nemica, dopo aver mandato Garu a quel paese poiché era "un bambino che non avrebbe mai fatto l'uomo" secondo lei, la trovava solo antipatica non più una rivale, la cosa era reciproca comunque. La videro sospesa a mezz'aria la voce la lasciò cadere sul materasso, lei si mise a tossire. L'ombra che la teneva per il collo ritornò nell'oscurità della stanza, nel suo nascondiglio preferito, l'ombra di Pucca.
-Stai bene? -chiese Tobe preoccupato
-Uscite! -urlò lei di istinto, senza accorgersi di aver parlato, qualcosa scaraventò i due fuori dalla porta e chiuse la porta dietro di loro.
-Vedi Pucca? -lei aveva le mani sulla bocca- posso regalarti ciò che tu vuoi, tutto ciò che tu desideri...e voglio solo una cosa in cambio...la tua mano sinistra...allora, accetti?
-La...mia mano? -chiese Pucca guardandosela, avere tutto quello che voleva in cambio di una mano? Che cosa poteva significare infondo? -perché la sinistra?
-Per varie ragioni...non è la mano che voglio...ma ciò che rappresenta
La sinistra era quella che si usava chiedere per sposarsi, intendeva quello? Non era possibile.
-Ciò che rappresenta? Non capisco...ma...-l'aveva tormentata fin dalla culla, anche se ora aveva aumentato la dose di attacchi, era stanca ma non ancora battuta- per ora...rimane un no
Si alzò dal letto e si preparò alla svelta, una doccia veloce nel suo bagno privato e poi si era vestita. Il suo stile era cambiato dall'oggi al domani, dai vestitini Rossi e i capelli legati era passata a gonne nere con catene, oppure jeans in pelle attillati con una cintura a forma di teschio, magliette scollate e attillate, la sua preferita era una che aveva le maniche in stile strega era bianca con dei draghi disegnato sopra neri e aveva le maniche nere, le faceva risaltare la terza che aveva. I capelli erano lunghi e ora si divertiva a lasciarli liberi oppure a fare qualche piccola treccia tra un paio di ciocche. Era raro che in quel periodo uscisse ed era la primissima volta che si vestiva così di giorno, la sera nessuno ci prestava attenzione ma di mattina?
-Pucca! -intanto i ragazzi bussavano per sapere se stava bene.
Uscì dalla porta della camera, ci aveva messo si e no cinque minuti a sistemarsi per la giornata, era sempre stata super rapida. Il locale era ancora chiuso, avrebbero aperto a momenti, infondo era ancora buio fuori. Ormai usciva solo dall'alba al tramonto, si trovava meglio al buio che alla luce. Scese le scale e ignorò totalmente i ragazzi. Arrivò alla porta ma una stella ninja si conficcò a qualche centimetro da lei.
-Pucca? -chiese Tobe guardandola tra il preoccupato e il confuso, anche lui era cresciuto, ora era davvero un bel ragazzo...uomo visto che aveva due anni più di lei.
-In persona- rispose lei, i suoi occhi a mandorla si fissarono in quelli scuri del Ninja
-Dove vai a quest'ora e conciata così per di più- chiese il Ninja, anche se non l'avrebbe mai ammesso Pucca gli piaceva e la cosa, benché l'avesse capito solo da due anni, era reciproca anche per la ragazza, anche se Garu era ancora ai primi posti.
Lei sorrise e aprì la porta- chissà
Uscì con calma e si ritrovò subito davanti Ring Ring che rise- oh Pucca che stile penoso
La voce della ragazza aveva attirato l'attenzione di tutti che ora le guardavano
-Dici? -disse Pucca guardandola con aria di sfida- almeno io cambio il mio stile, tu indossi ancora lo stesso vestito che indossavi a 15 anni, cresci un po'
Non sapeva bene cosa le fosse preso e perché stesse rispondendo ma non le importava granché.
-Come osi?! Mocciosa! -urlò quella entrando nel suo stato di combattimento e colpendola con i capelli e facendola finire contro un albero, facendole anche abbastanza male per dirla tutta- tu non sei nessuno! Tu sei solo una mocciosa che i tre cuochi hanno adottato! Non ti volevano i tuoi figurati se ti vorrà mai qualche ragazzo!
Tutti guardarono Ring ring, stava dicendo cose davvero perfide, era vero che Pucca era stata adottata, ma non c'era bisogno di ricordarglielo
"Pucca...perché continuare a soffrire? Vuoi fargliela pagare vero?" -la voce aveva ricominciato a parlarle e a incitarla ad accettare il patto.
-Allora stai zitta eh? Non importa a nessuno perché non parli! Non importa a nessuno perché esisti e non importa soprattutto al tuo amato Garu figurati a Tobe!
Pucca si alzò dalle macerie, aveva lasciato che la "bella" la prendesse con quei suoi capelli e ora la ragazza la teneva a mezz'aria con quella sua chioma celeste
"Allora?"
-Accetto- disse lei a voce bassissima
-Cosa? -chiese Ring ring- ora parli anche da sola?!
Pucca le afferrò i capelli, mentre i suoi si stavano alzando.
-Ora hai davvero rotto- disse con voce incavolata Pucca mentre la voce rideva.
"Finalmente!"
La sua mano sinistra venne coperta da uno strano simbolo e lei riuscì a spezzare i capelli d'acciaio di Ring Ring. Si allontanò ma rimase comunque sospesa a mezz'aria e evocò due spade, voleva la guerra? Bene l'avrebbe avuta!
-Pucca? -chiese qualcuno
Il cielo si era oscurato e intorno a lei c'era un'aura demoniaca
-Preparati a morire...
***
Si alzò di scatto e guardò la stanza di ospedale, ma che cavolo si era sognato?! Guardò la sveglia, le cinque del mattino. Aveva avuto la febbre forse...guardò accanto a sé Pucca, si era addormentata sulla poltrona, aveva badato a lui tutta la notte. Sorrise, quella ragazzina lo tormentava anche nei sogni. Si rigirò nel letto, aveva ancora diciotto anni e lei solo sedici, in più lei sembrava innamorata persa di quel ninja di nome Garu, eppure era lì con lui, non con Garu. La guardò e si mise una mano sull'occhio bendato, aveva sfidato Garu, era stato quasi ammazzato da una frana e curato dalla ragazza che amava ma che non poteva avere...una bella giornata insomma. Guardò ancora la ragazza, lunghi capelli neri e lisci come seta, labbra rosse, occhi dolci, pelle perfetta e un fisico aggraziato, delicato ma incredibilmente forte. Sapeva che era stata lei a tirarlo fuori da quella frana e che l'aveva curato lei, nonostante tutto quello che le aveva fatto passare...era una ragazza dal cuore d'oro. Provò a mettersi a sedere, facendosi male alla spalla ancora dolorante. Lei si era svegliata subito, anche se il ninja non aveva fatto alcun suono. Gli mise una mano sul petto e con delicatezza lo rifece coricare. Gli cambiò le bende senza dire nulla e gli porse una medicina.
-G...grazie- disse lui all'improvviso facendola voltare a guardarlo, era raro che lui le parlasse- io...beh io volevo ringraziarti...per...per tutto
Lei sorrise gentile e tornò a sistemare le medicine. Quel sorriso gli aveva fatto aumentare il battito, guardò Garu entrare e lei salutarlo, da quel che sapeva loro stavano insieme...la cosa lo infastidiva. Garu dopo aver lasciato dei fiori per Tobe uscì lasciandoli soli.
-Pucca...posso farti una domanda?
La ragazza si sedette accanto a lui e annuì tranquilla, sembrava non importarle il fatto che lei fosse sola con lui.
-Stai con Garu?
Lei ridacchiò e scosse la testa
-Allora...ti piace? -chiese lui pronto a una risposta positiva
Lei alzò le spalle.
-Lo ami? -chiese ancora Tobe
Lei scosse la testa, cosa che stupì molto e rassicurò il ninja
-Allora, lo amavi?
Lei annuì, nessuno sembrava aver capito che il suo amore per Garu era sempre stato platonico, non lo amava ma le piaceva e per molto nemmeno lei l'aveva capito.
-Quindi ora non lo ami più?- chiese con fin troppo entusiasmo il ninja.
Lei ridacchiò e lo guardò come a chiedergli perché quelle domande, ma nonostante tutto annuì. Il ninja sorrise, Pucca uscì un secondo per parlare con il medico e Tobe esultò mentalmente, forse aveva ancora una possibilità.

Fine.

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