WitchandAngel : The Christmas Murder House
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Capitolo 1: A Killer

 The Christmas Murder House

Capitolo 1: A Killer

Non vi era ancora nessuna notizia sul famoso killer Santa.

All’incirca dieci anni prima un uomo vestito da Santa Claus iniziò una lunga serie di rapimenti e omicidi a sangue freddo.

Le sue vittime non avevano nulla in comune se non che erano andate a vedere un Santa Claus al centro commerciale per fare una foto, come millioni di altre persone ogni anno dopotutto.

Adulti

Bambini

Anziani

Ogni persona vivente era una sua possibile vittima

Non importava quanti anni avevi

Quanto ricco eri

Eri sua vittima.

Portava le sue vittime a una particolare abitazione nel mezzo del nulla

Una villa a 3 piani con un sotterraneo con più trappole mortali di una casa infestata da ratti

Quando la polizia scoprì il suo nascondiglio non sapevano cosa fosse peggiore…

La casa piena di cadaveri?

La zona intorno piena di cadaveri?

Il sangue?

Le vittime smembrate?

I cadaveri?

Il numero di ossa che non combaciava con il numero di vittime sparite?

Il fatto che vi erano segni di possibili “superstiti” spostati?

Che mancassero ancora più di 90 vittime sparite attribuite a lui?

Che non si riconoscevano oltre 200 vittime trovate?

Che non si sapeva che fine avesse fatto il killer?

Già…il serial killer non era stato preso

Non era stato ucciso, catturato o identificato

Nessuno sapeva chi era

Nessuno sapeva perché era apparso o sparito

Dieci anni di vittime e omicidi per poi sparire nel nulla

Senza lasciar traccia…

E forse sarebbe stato molto meglio se fosse rimasto così

Ma quella sua casa conteneva ancora ricordi per il serial killer

Quindi perché non tornarci quando le acque si erano calmate?

Dopotutto erano due anni che non uccideva nessuno…

 

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Capitolo 2: The TV crew

Capitolo 2: The TV crew

-Sappiamo che riusciremo facilmente a fare uno scoop qui, quindi vedete di non fare cazzate ok? –disse Greg, dai capelli grigi e occhi castani, continuando a fumare il suo sigaro

Il furgone grigiastro era riconoscibile come pochi nelle strade deserte, l’enorme logo della compagnia televisiva era ancora più notabile ora che non vi erano altre auto…non che di solito fossero anonimi con quanto caos facevano.

Erano una tv crew che veniva da Chanel 13.

-Quindi che devo fare? –chiese la bionda Diana non osando spostare i suoi occhi verdi dallo specchietto che aveva in mano continuando a passarsi il ventesimo strato di rossetto sulle labbra rosse

-Leggi il gobbo come solito, sai leggere no? –chiese lui

Lei ruotò gli occhi evitando di rispondergli

In auto vi erano anche Jeff, che ora guidava, un biondo dagli occhi verdi addetto alle luci; Thomas, dai capelli neri e occhi verdi, addetto al microfono e all’audio; Karl, un moro dagli occhi neri, addetto alle riprese; e Amelie, una castana dagli occhi noce, che stava facendo l’apprendistato presso Chanel 13.

Greg era il capo, Diana era la reporter.

Vi erano almeno cinque anni di collaborazione tra la crew, Amelie era quella nuova.

La zona in cui stavano andando era desolata nel mezzo di boschi.

Amelie non poteva vedere un’auto da almeno un’ora buona. Però lì vicino c’era una stazione di servizio secondo la mappa…

A circa un’ora di corsa…

Per qualche motivo Amelie si sfiorò la caviglia ancora fasciata, il medico le aveva detto no sforzi ma…doveva fare il dannato stage o non si sarebbe laureata.

Le mancavano solo qualcosa come una decina di ore e con oggi avrebbe concluso.

Poteva finalmente chiudere fuori dalla sua vita quel dannato gruppo.

Non aveva molto contro la crew…era più un semplice “non siamo compatibili” oltre al fatto che vi erano troppi occhi su di lei per colpa di quel dannato pervertito del capo…

Le mancava così poco per finire…

Per fortuna non doveva firmare Greg lo stage ma la sede dove Chanel 13 si trovava

Altrimenti…probabilmente le avrebbe allungato le mani addosso

Non era una brava persona nei suoi occhi ma non era nemmeno pessima…

Almeno c’era di peggio…mettiamola così.

-Amelie –chiamò Greg

-Si?

-Appena arriviamo scarica le cose capito?

-Si…

Il medico le aveva detto di non fare sforzi…

Un giorno poteva faticare…un giorno

Se ci pensava, quella sera avrebbe finito

-Amelie ti stai abituando bene –disse Greg- domani andremo in una nuova zona, vedi di essere puntuale

-Si…

Il giorno dopo sarebbe stata a casa a riposare, altro che lavorare per quello schiavista…

Poco sapeva quanto sarebbe cambiata la sua vita…

 

 

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Capitolo 3: Chanel 13

Capitolo 3: Chanel 13

-Siamo arrivati

La casa che tutti conoscevano di vista ormai.

-Karl! Prendi la telecamera su, cominciamo con le riprese base, tra cui il nostro arrivo. Jeff pronto con le luci? Thomas il microfono! Amelie, inizia a scaricare le cose appena finiamo con l’arrivo

-Si…

La ripresa iniziale che fecero fu semplice, il furgone di Chanel 13 che arrivava di fronte alla casa.

Alcune riprese generiche della casa.

E di Diana che scendeva dal furgone con uno sguardo di sfida.

-Cut! Perfetto, bene Amelie, scarica tutto nella casa…

-Le chiavi? –chiese lei guardando la porta

-L’agente immobiliare dovrebbe averci preceduto, vallo a chiamare

-Si…

Mistero era come il loro capo si fosse messo in contatto con qualcuno che aveva accesso a una scena del crimine ancora irrisolta. Dopotutto…quella era la casa dove il killer Santa agiva…

Provò ad aprire la porta di ingresso senza successo e provò a chiamare

Nessuno presente…

Un brutto presentimento si fece presente…

Solo 10 ore Amelie, solo dieci ore…si disse per calmarsi

-Boss, è chiuso e non risponde

-Cosa? Ah quel fottuto bastardo mi ha imbrogliato…bene! Facciamo effrazione allora!

-Non credo sia una buona…

-Sono io il capo e io dico cosa è e non è una buona idea! Amelie, trova il modo di entrare

-Ma…

-Ah già ecco prendi questa- disse dandole un rotolo di carta- è la mappa della villa, vedi di trovare un secondo ingresso o simili –disse lui disinteressato mentre cercava un numero sul telefono- ridammi la mappa quando hai finito

-Si…

-Ah! Ohi, il tuo dannato contatto ci ha bidonato! –urlò al telefono Greg allontanandosi

Amelie sospirò srotolando la mappa

Bene…questa abitazione aveva quattro piani totali e sembrava un inferno da girare…

Chissà perché non era stupita…

L’ingresso era quello in basso quindi…doveva girare e entrare da dietro?

Massimo avrebbe rotto la finestra o simili…tanto avrebbe dato colpa al capo a prescindere

Quella mappa…

Amelie guardò dov’era Greg e la piegò mettendosela in tasca.

Gliela avrebbe ridata dopo…forse

Dopotutto l’avrebbe spedita in giro al solito quindi …

Quando arrivò alla porta sul retro la trovò aperta…

Si decisamente qualcosa non andava…

-Boss. Ho trovato aperto sul retro…-disse incerta

-Sul retro? Bene, entra e apri il davanti! Non possiamo fare una ripresa decente altrimenti!

-…si…

 

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Capitolo 4: Get me a Glass of water

Capitolo 4: Get me a Glass of water

La casa era estremamente oscura e fredda.

Si strinse nella sua giacca di pelle e si mosse in fretta per la casa per aprire la porta davanti

Scoprì molto velocemente quanto casinara era la mappa della casa

Senza una mappa si sarebbe persa…

Per fortuna la porta di ingresso non diede dei problemi e si aprì facilmente

Almeno quello era un buon inizio no?

Amelie si sentiva particolarmente osservata mentre portava dentro le varie cose per filmare dentro l’abitazione e le montava con l’aiuto di Jeff e Karl

-Bene pronti a filmare? Diana mettiti davanti al camino! Voglio una ripresa della zona –disse Greg

-Si

-Tra tre, due, uno…

-Benvenuti a Chanel 13, oggi ci troviamo nella dimora del famoso Santa Killer al…

Amelie si guardò intorno infreddolita mentre Diana ripeteva per la sessantesima volta in quella giornata quel dialogo privo di personalità che tutti sapevano

Vi era un killer

Il killer era cattivo

Il cattivo killer era pazzo

Il pazzo aveva rapito persone

Le persone erano state torturate a morte

Il killer ha tante vittime

Il numero è tuttora ignoto

Il killer è ancora libero

C’era bisogno di continuare a ridire la stessa cosa ancora e ancora?

Tutti sapevano quindi…

-Sei sempre così pigra nel dirlo

-Sto leggendo ciò che c’è scritto nel gobbo!

-Leggilo con pathos! Emozione! Sai parlare? Parla donna!

-Sto leggendo ciò che HAI SCRITTO TU!

-Leggilo per bene! Non sei pagata per…

Ed eccoli che ricominciavano a urlare…

-Amelie, mettiti questo telo e corri dietro Diana, voglio fare news –disse Greg

-Si…

E come sempre finiva con cazzate del genere…

-Avete sentito? Ho percepito una presenza estranea dietro di me! Karl l’hai ripreso? Rimanete con noi mentre esploriamo la casa per scoprire di più su questo fantasma- disse Diana con una recitazione che un bambino di due anni poteva battere…

-Va bene! Dieci minuti di pausa- disse Greg

-Amelie! –urlò Diana

-Si?

-Portami un bicchiere di acqua veloce, ho sete tesorino

-Si…

Amelie sospirò andando verso la cucina sperando di non perdersi.

Era così strano, la casa era abbandonata ma…sembrava troppo pulita per esserlo…

 

 

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Capitolo 5: The Real Estate Agent

Capitolo 5: The Real Estate Agent

La cucina era una bellissima stanza…un tempo

L’odore di chiuso era molto presente così come la sensazione di freddo che permaneva nell’abitazione

-Che odoraccio…- mormorò cercando un bicchiere da un mobile e lavandolo sotto l’acqua del rubinetto, l’acqua scura non era propriamente invitante quindi fece attenzione a non sporcarsene le mani. Pensò a versare qualcosa dal frigo ma come si avvicinò vide, o meglio sentì, un pungente odore di marciume che la fece optare per mettere acqua dal rubinetto e andarsene in quella che era una semi fuga

-Oh sei veloce- disse Diana contenta- hai lavato la tazza?

-Si –disse Amelie guardando la stanza in cui si trovavano- gli altri?

-Chi sa, Greg sarà a fumare da qualche parte, Jeff, Thomas e Karl credo si sono andati a inculare a vicenda o simili, non mi interessa onestamente- disse lei diretta

Amelie…non rispose alla situazione, era…abituata ormai al carattere di Diana.

La donna rimase in silenzio persa nei suoi pensieri e Amelie fece lo stesso guardando la stanza

Come tante altre cose nella casa, vi era poco da vedere.

Nella stanza che forse era un soggiorno vi era un tavolo semi coperto da un telo e qualche altro mobile di poco valore.

La casa era vuota e deserta, i vetri oscurati e i teli erano ovunque, peggiorando solamente la sensazione di vuoto che si provava…

-Amelie, tesorino, cosa ne pensi di Greg?

La domanda di Diana la riportò con l’attenzione sulla donna- …non voglio lavorarci più per lui

-Vero? È un coglione e merita il peggio –concordò la donna per poi sorridere- senti ho un’idea

-Idea?

-Si, qui ci deve essere uno scoop vero, se trovi qualcosa dimmelo e insieme lavoreremo per prendere un lavoro migliore, così possiamo sbarazzarci di Greg una volta per tutte

-Uno scoop tipo?

-Non lo so…che il killer vive ancora nella casa? Sarebbe Meraviglioso se fosse così, sai quanti soldi faremo? Ovviamente devi tenere tutto segreto a Greg o ti puoi scordare che lo potremo mollare

-…ok…vedrò se trovo qualcosa

-Fantastico! A dopo allora, su muoviti, intanto mi rifaccio il trucco –disse lei allegra uscendo dalla stanza

-Il killer ancora qui… -mormorò Amelie rabbrividendo

Se il killer era lì loro erano MORTI ecco cosa sarebbe successo.

Specie visto che il dannatissimo Greg non aveva detto nulla a nessuno su dov’erano…

Riprese la mappa guardando dove si trovava.

In quel momento era nella stanza centrale. Se ripercorreva dall’ingresso a dentro forse…poteva trovare qualcosa…

Più per zittire Diana che altro…

Ci pensò un secondo e tornò sul retro guardando fuori un secondo e non notando nulla di strano…eccetto una nota attaccata al muro vicino alla porta.

-L’agente immobiliare? –chiese leggendola velocemente.

“Hey Greg, ti aspetto in casa al piano di sopra, la porta sul retro è aperta ma per qualche motivo la luce non funziona, vedo se riesco a rimetterla in funzione. A tra poco”

-La luce non funziona…ma…- Amelie guardò la lampada sul soffitto chiaramente accesa e funzionate- la luce…funziona…l’ha riparata lui o…

Si calmò velocemente dandosi dell’idiota, era ovviamente paranoia causata da Diana che non sapeva star zitta e avrebbero visto l’auto del tipo se c’era no? Però…guardando fuori c’era una vecchia auto mezza rotta ma sembrava più una carcassa abbandonata che un’auto funzionante…

-Calma, sei paranoica…

Ritornò a guardare la nota e poi la mappa. Forse era il caso di controllare la casa per calmarsi…si era decisamente il caso.

Era all’ingresso sul retro e aveva solo una porta che portava a una sala più grande che poteva prendere. Da quella stanza aveva due opzioni solamente, un vicolo cieco a Sinistra che aveva solo una porta di ingresso e niente vie di fuga oltre quella visto che le finestre erano sbarrate e oscurate come in tutta la casa, e l’altra che portava a una sala più grossa con due porte in totale oltre quella da cui proveniva. A destra vi era un altro vicolo cieco che forse era un vecchio studio o simili, a sinistra portava a una stanza con un arco che portava a un’altra sezione della casa e una scala che scendeva.

Tentennò e decise di scendere nel sotterraneo.

Secondo la mappa vi erano quattro stanze principali, tutte collegate tra loro e una quinta che era un vicolo cieco.

Se però la bloccavano in una stanza e chiudevano le porte…

-Ah Amelie sei scesa per rilassarti anche tu? –chiese Jeff tranquillo

-Si

-Greg è fuori che fuma credo, Thomas è da qualche parte al secondo piano mentre Karl sta provando a far funzionare una fotocamera che ha trovato in casa su ordine di Greg. Per quanto riguarda Diana…beh segui l’odore di puttana e la trovi penso –rise Jeff

Amelie annuì ignorandolo e cercò per le stanze trovando una chiave di piccole dimensioni in un angolo della stanza centrale, sembrava “dimenticata” da tutti…

-Tutto ok? –chiamò Jeff

-Si –disse nascondendola in fretta- torno su se ti servo

-Ok –disse lui tornando a giocare con qualcosa che aveva recuperato da un angolo della casa

Tornata al punto dov’era superò l’arcata e si ritrovò in             un’altra zona della casa. Attraverso la porta inferiore arrivava a un’altra stanza con un arco e superata quella a aveva quattro opzioni: le scale per salire, una porta che portava al centro della casa e da cui poteva tornare alla stanza con l’arco, una porta che portava in cucina a destra, una porta che portava all’ingresso in basso e delle scale per il piano superiore.

Dopo un veloce sguardo per la zona salì le scale per il secondo piano.

La mappa era alquanto ovvia nel dire quanto fottuta fosse se finiva bloccata in una delle stanze con una sola entrata o uscita onestamente. Per esempio al secondo piano poteva prendere la porta di fronte alle scale, andare nella stanza accanto a quella porta e poi in quella dopo e non poteva più uscire senza tornare indietro. Oppure poteva scendere il corridoio e prendere la prima porta alla sua destra, trovando una camera da letto con bagno privato, la seconda porta che portava a una camera vuota, la terza che portava alle scale del piano superiore o l’unica a sinistra per un’altra stanza.

Salendo le scale aveva solo una porta come opzione che portava poi a un’altra stanza.

Era abbastanza basilare orientarsi per certi versi ma era un caos sperare di uscirne vivi se inseguiti da qualcuno che sapeva la posizione delle stanze.

Riscese al primo piano e qualcosa le stonò mentalmente. Perché aveva una chiave per una porta se tutte le porte erano ancora munite di chiave ed erano tutte aperte?

Si guardò intorno trovando esattamente…nulla per rispondere alla sua domanda…

Almeno non finché inciampando per le scale del primo piano non notò una parte mancante che mostrava che ci fosse qualcosa sotto le scale.

Sorpresa delle sorprese, al primo piano vi era lo stanzino di Harry Potter come stanza segreta…il che le faceva venire in mente che la mappa della polizia non segnalava la cosa…qualcuno pareva averci passato tanto tempo senza uscire lì dentro…

 

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Capitolo 6: The Van is gone

Capitolo 6: The Van is gone

Richiuse la porta leggermente tremante.

Avrebbe chiamato la polizia e fatto denuncia della cosa appena tornati alla base.

Forse era il caso di dirlo a qualcuno e…

-Ah Amelie eccoti- disse Greg fumando piano- sei con noi da un po’ vero

Lei annuì

-Sai, una donna in questo campo non può sempre contare sul talento o la fortuna Amelie

-…

-Quindi se vuoi aver soldi e successo dovresti poggiarti a un uomo più forte di te –sorrise lui- capisci cosa intendo vero?

Nope. Il suo cervello si rifiutava di ascoltare quel pervertito.

Il giorno dopo avrebbe chiuso con loro.

Doveva solo star buona oggi.

-Ah, è quasi ora di pranzo e come sempre sei in carica di ciò

-Si

Le lanciò le chiavi dell’auto- vacci a prendere una pizza ok?

-Si…-sospirò lei uscendo dal salone

Forse doveva dire a Diana che aveva trovato quello stanzino?

Dopotutto lavorare con Greg era un inferno per lei

Diana ci andava anche a letto delle volte…

Forse era il caso di darle una ma…

-?!

Il van di Chanel 13 era riconoscibile a un miglio di distanza per Amelie oramai…

Ma persino lei faticava a riconoscerlo.

I vetri erano rotti

Gli sportelli rimossi

Le ruote bucate o tagliate

Lo sterzo era stato tolto

Qualcuno si era divertito a fare lunghi tagli lungo le parti in metallo

Era…inusabile.

Si girò di scatto correndo dentro casa.

Quello non era opera di un animale

E se era un membro della crew era esagerata come situazione

Quindi poteva solo…

-Già tornata? –chiese Greg- le pizze?

-Il van è stato distrutto- disse Amelie diretta

-Cosa? –chiese lui infuriato uscendo fuori seguito dagli altri- il van! Dannatissimi mocciosi!

-Mocciosi? Siamo nel mezzo del nulla

-Però è un buono scoop –disse subito Thomas

-Vero se riprendiamo da ora- disse Karl

Greg sorrise- Karl la telecamera, Diana pronta?

-Si –disse lei sospirando- voglio la mia pizza…

Amelie avrebbe rinunciato volentieri alla pizza in cambio di tornare a casa viva onestamente…ora era seriamente spaventata dalla situazione.

 

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Capitolo 7: He doesn’t pay me enough

Capitolo 7: He doesn’t pay me enough

-Purtroppo siamo ora bloccati nella casa senza via di fuga. Abbiamo ragione di credere che il killer sia ancora nella casa. Proveremo a stanarlo e consegnarlo alle autorità. Rimane con noi per ulteriori informazioni –disse Diana

-Cut, ottimo –disse Greg- peccato che non siamo in diretta o sarebbe stato ideale per le visualizzazioni e gli ascolti…

-Basta che lo pubblichiamo in fretta- disse Diana diretta

Diana era alquanto contenta tutto sommato.

Se facevano scoop poteva avere un aumento o simili

Magari passare a Chanel 12 o forse a Chanel 7?

Era molto contenta comunque della situazione

Greg era contento della situazione

Jeff era contento della situazione

Thomas era contento della situazione

Karl era contento della situazione

L’unica scontenta era Amelie perché era l’unica che pensava che ci fosse un estraneo che aveva fatto quel problema.

-Facciamo una pausa di qualche minuto, intanto trovate qualcosa di interessante per le riprese, muoversi su –disse Greg buttando a terra la ventesima sigaretta del giorno.

Era ben oltre l’ora di pranzo e visto che era inverno presto sarebbe diventato buio

Amelie sperava di essere già a casa…le dieci ore erano di sicuro superate ora.

-Diana

-Si? –disse lei contenta

-Ho trovato una porta segreta sotto la scala- disse Amelie

-Oh ottimo, però dubito ci serva ora, dopotutto abbiamo già lo scoop della vita con questa storia del van e simili, non preoccuparti e pensa a rilassarti ok? Cerca qualcosa di più spaventoso per le riprese.

-Ma…

-Ora via, devo rifarmi il trucco –disse lei tranquilla

-Si…

Qualcosa di più spaventoso? Una dannata stanza non segnata sulla mappa era spaventosa per lei!

Sospirò tornando al secondo piano

Quella brutta sensazione non cessava di…

-AHHHHH

Un urlo la fece bloccare e si girò verso l’origine di esso, la porta alla fine del corridoio accanto alle scale per il terzo piano. Se qualcuno era nella stanza e stava per morire…

-AIUTATEMI!

Si guardò intorno e si andò a infilare nella stanza davanti alle scale e nascondersi sotto uno dei letti impolverati trattenendo il fiato. Era in panico ok? Non voleva rischiare di…

Un rumore pesante di passi si diresse verso il primo piano e solo dopo che lo sentì scendere osò uscire per cercare la stanza da cui era venuto il suono. Ciò che trovò? Il cadavere squartato di Jeff con dentro una scatolina regalo…

A quanto pare Diana aveva ragione.

Il killer era nella casa.

 

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Capitolo 8: Locked Inside

Capitolo 8: Locked Inside

Non sapeva nemmeno lei perché aveva preso il pacchetto ed era corsa al piano di sotto per provare a scappare dall’ingresso.

Sta di fatto che aveva scoperto che l’ingresso principale era ora chiuso a chiave e che parecchie delle chiavi che erano nelle serrature erano ora sparite, con l’unica eccezione nella chiave che Amelie aveva del sottoscala segreto.

Sentendo di nuovo passi si infilò in fretta nel sottoscala e chiuse la porta a chiave pregando che il killer non avesse le chiavi della stanza o una chiave di riserva o la forza per buttare giù la porta

-Tsk…proprio quella chiave dovevo perdere…- disse una voce bassa e monotono che le congelò le ossa per la vicinanza. Era dietro la porta. Il killer era…

-Ci penserò dopo –borbottò salendo le scale lentamente

Amelie trattenne il fiato guardando piano dello stucco cadere dal vecchio soffitto mano a mano che lui saliva canticchiando una vecchia canzone di natale. Deglutì tremante uscendo dalla stanza, non poteva rischiare di essere beccata lì.

C’era una sola scala per salire, quindi se il killer era sopra non era sotto…bastava nascondersi sotto ora vero?

-Amelie! –quasi urlò terrorizzata Diana vicino le scale del sotterraneo

-Shh! –disse lei in panico- che è successo io…

-C’è un killer! –disse lei isterica- e ho visto…

-AHHH! –urlò la voce di Thomas correndo verso di loro solo per essere decapitato vicino a loro.

Amelie fu veloce nel reagire e prima che il Santa la potesse vedere prese Diana per il polso e la tirò giù nel sotterraneo.

Sapeva la mappa, doveva solo nascondersi e…

L’urlo di Diana di prima però aveva attirato il Santa e le due erano state localizzate.

-Non voglio morire! –urlò Diana spingendo Amelie di lato, facendola cadere vicino a delle vecchie scatole e correndo nella stanza successiva, quella con l’unica entrata per la stanza di mezzo.

Santa era quasi arrivato e lei era in un angolo, l’avrebbe vista…quindi si accucciò il più possibile sul pavimento, pregando che la poca luce la tenesse oscurata e si tirò più nascosta sotto un mobile lì vicino. Quando notò la presenza di un oggetto insanguinato da chissà quanto dimenticato lì, fece fatica a non scoppiare a piangere.

Per sua fortuna Santa era di fretta, aveva visto Diana correre nella stanza quindi l’aveva inseguita. Amelie poteva alzarsi ma se l’avesse fatto l’avrebbe sentita quindi stette immobile per ciò che le sembrò un’eternità.

Sentì un urlo mentre qualcuno buttava giù la porta con l’ascia che aveva usato prima per decapitare Thomas.

Non poteva respirare, non poteva muoversi, non poteva esistere in quel momento. Se la beccava…se la trovava…

-NOOO!

L’urlo di Diana venne seguito dal rumore di qualcosa che veniva tagliato o schiacciato. Era…sul punto di vomitare.

-Giovani di oggi…nemmeno mi danno il tempo di posare il mio regalo per loro…- brontolò il killer continuando a camminare per le stanza- ero sicuro fossero due…

Poteva vedere il killer fermo a meno di due metri da lei, il costume di babbo natale di uno centro commerciale qualsiasi, qualcosa che costava al massimo 10 dollari per quanto brutto era, era ricoperto di sangue e così l’ascia che portava in giro. Stessa cosa il sacco rosso che aveva in spalla con altri 3 regali.

Il killer si sistemò i pantaloni e canticchiando tornò di sopra. Ma Amelie non era stupida, aveva sentito il rumore di passi salire ma non uscire dalla vicinanza della scala.

Era ancora in zona.

A sorpresa, Amelie scoprì che non erano le sole ad essere scese.

-Cazzo…

Karl era appena andato vicino alle scale per salire al piano di sopra- il coglione non mi ha visto bene

Amelie si coprì gli occhi perché come pensava

-Sicuro di ciò?

Il killer era rimasto ad aspettare che qualcuno uscisse- Santa sapeva che un bambino cattivo era rimasto al piano di sotto

Il rumore di corsa e le urla in lontananza le diedero la certezza che Karl fosse riuscito a scappare al piano di sopra portandosi il killer dietro.

Si tirò piano in piedi e controllò la già ferita caviglia. Faceva male ma era ancora in grado di muoversi. Non ci pensò due volte però e si mosse veloce dove Diana si era nascosta. Qualcosa le diceva che quei pacchetti che Santa mollava nei cadaveri erano più importanti di ciò che credeva.

Ne aveva due…loro erano in totale sei e Santa ne aveva ancora tre…forse erano 6…se erano sei…era una coincidenza o li aveva osservati?

Non ci pensò due volte e salì in fretta al piano di sopra…non prima però di notare l’oggetto con cui prima il suo collega stava giocando, un vecchio coltellaccio militare che per qualche motivo era ancora nella casa.

Un coltello vecchio e arrugginito era meglio di niente…

 

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Capitolo 9: Knife in hand

Capitolo 9: Knife in hand

Trovare il cadavere di Thomas fu facile. Anche lui aveva un pacchetto, cosa che confermava l’idea di Amelie che vi erano pacchetti a ogni cadavere. Per sua fortuna aveva recuperato la borsa di Diana, adesso poteva portarli in giro con più facilità, non che i pacchetti della misura di un cofanetto per un anello fossero chissà quale peso eh.

Se Karl aveva anche un pacchetto

Così anche Greg e lei

I pacchetti erano sei giusto?

Senza pensarci troppo si mosse piano per la casa per trovare quello che sperava fosse un Karl vivo ma sapeva sarebbe stato un cadavere.

Le sue aspettative vennero confermate nella cucina della casa dove trovò il cadavere di Karl e un pacchetto vicino a esso.

Disgustoso ma poteva sopportare.

Il fatto che stava sviluppando tolleranza…

Non si fece pensieri e si mosse per la casa con il coltello in mano.

Non che avesse possibilità in uno scontro corpo a corpo con quel gigante ma poteva almeno provarci no?

Salì al secondo piano molto ma molto silenziosamente e proseguì al terzo in fretta quando sentì movimento verso le scale

Non era certa di dove fosse il killer prima ma probabilmente vi erano passaggi segreti nei muri della casa

Forse per questo il cadavere apparso al terzo piano dal nulla era ora lì mentre quando aveva gironzolato in giro prima non vi era traccia di esso.

Il cadavere era irriconoscibile per Amelie, il pacchetto però era facilmente trovabile

Era certa che non fosse il cadavere di Greg dai vestiti almeno

Il che non era sicura fosse utile a qualcosa oltre che mostrare che vi erano altre vittime

Era forse il famoso agente immobiliare questo?

Sentendo dei rumori da sotto di sé, Amelie si sbrigò a scendere le scale. La posizione della camera in cui era sul terzo piano corrispondeva all’incirca alla stanza vicina alle scale quindi si mosse in fretta a entrare nella camera di fronte alle scale per il primo piano e mettersi volutamente nel vicolo cieco che era la stanza con una sola porta.

Era la più distante e difficile da utilizzare per scappare quindi avrebbe funzionato no?

-Amelie! –urlò Greg correndo per le scale

La ragazza si infilò immediatamente sotto il letto della camera e trattenne il fiato, notando solo allora un disegno sul pavimento.

Un cesto con dei regali, una freccia e una porta.

Un meccanismo?

Vi era un cesto nella stanza accanto all’ingresso, quella vicina alle scale con la porta difettosa che lasciava spazio tra il muro e la porta abbastanza per nascondersi…

Che fosse un meccanismo a magneti o simili?

Non aveva il tempo di pensarci perché il cadavere di Greg venne scalciato nella stanza. Con il regalo che rotolò sotto il letto.

Con quello era a sei.

Non ci pensò un secondo e lo infilò nella borsa e prese il coltello.

-Dove diamine è il regalo… -mormorò Santa entrando e controllando la camera avvicinandosi poi al letto e piegandosi- oh, guarda che cosa ha trovato il…

Il coltello di Amelie fu più veloce delle mani di Santa e lo pugnalò nella spalla destra, afferrò il settimo regalo dal sacco e uscì di corsa dalla stanza, cadendo giù per le scale.

-FIGLIA DI PUTTANA!

Era abbastanza sicura che era ora sulla lista dei cattivi di Santa.

Aveva due opzioni, chiudersi nella camera sotto le scale o rischiare e mettere i regali nel cesto…

Non aveva tempo per decidere ecco la verità…

 

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Capitolo 10: The Christmas Murder House

Capitolo 10: The Christmas Murder House

Senza pensarci troppo, Amelie corse nella stanza con il cesto e buttò i regali dentro sentendosi una cretina.

A sua sorpresa una musica natalizia partì e il rumore di porte che si sbloccarono divenne evidente.

Funzionava?!

Sentendo un urlo di frustrazione si nascose dietro la porta della stanza tenendo il fiato

-Dannata!

Santa guardò nella stanza ma si mise subito a correre fuori dalla porta di fronte alla casa armato di ascia.

Amelie non esitò ad uscire, chiudere la porta a chiave e correre verso il retro della casa, richiudere la porta da fuori e correre.

Correre verso quella stazione che aveva intravisto venendo qui.

Correre verso qualcosa che fosse sicuro e che avrebbe potuto usare per chiamare la polizia.

Correre verso qualcosa che la tenesse viva.

La sua caviglia faceva male.

Faceva così male che si sentiva svenire ma correva lo stesso

Quando arrivò alla stazione vi era solo un teenager di diciotto anni circa e un vecchietto che stava facendo benzina.

Come l’uomo la vide urlò al ragazzo e il vecchietto con bastone la tirò velocemente nel negozio.

-Cos’è successo?! –chiese lui vedendola e impallidendo

-Santa…Killer… -disse lei tremante- la casa…è nella casa!

Solo quando si sedette e la polizia venne chiamata si iniziò a calmare, ma si calmò del tutto quando la polizia arrivò armata.

Mentre si calmava poté vedersi riflessa in uno degli specchi del negozio.

Capelli scompigliati, sangue che le usciva da un lato della tempia, vari taglietti lungo il corpo, sangue che usciva dal fianco e caviglia gonfia e violacea…

Quando si era fatta male…?

Quando Diana l’aveva colpita? Quando era caduta dalle scale?

Finché non vide quanto era malandata non si era nemmeno sentita ferita, a parte la caviglia che faceva male non aveva nemmeno notato gli altri tagli o ferite…

-Miss come si chiama? –chiese una poliziotta

-Amelie…sono un’apprendista per Chanel 13, ero con la crew alla casa per delle riprese- disse lei subito

-Riprese? Chi l’ha autorizzato?! –chiese furioso il collega della donna

La donna gli lanciò un’occhiataccia- sai come hanno…

-Il mio boss, Greg, ha scelto di corrompere un agente immobiliare e ha pagato per entrare, non so gli altri ma io non ne sapevo nulla finché non ci ha portato alla casa… -disse lei

-Il dottore è qui –disse un agente da fuori

-Sei stata molto coraggiosa Amelie, sta tranquilla, andrà tutto bene ora e…

-Capo! –urlò un agente- la squadra alla casa ha iniziato uno scontro a fuoco!

-Mandate rinforzi…Amelie vieni con noi e un’ambulanza all’ospedale. Possiamo chiamare i tuoi genitori? –chiese lei calma

Lei annuì cedendo alla pressione e scoppiando a piangere. Tutto per un fottuto Stage…un apprendistato del diavolo che nessuno avrebbe contato…se non le calcolavano il fottuto stage dopo tutto questo…

****

-Grazie per l’invito a cena ma sul serio non dovevi- disse il ragazzo in imbarazzo

-Voi due mi avete aiutato tantissimo e visto che tu, a differenza del vecchietto, non hai accettato precedenti tentativi di gratitudine accetta la cena ora- sorrise Amelie molto più tranquilla rispetto a prima

Lui sorrise- va bene…sei ancora preoccupata?

-Ieri l’hanno condannato a morte…e ho un buon sistema di sicurezza quindi sto meglio –disse lei tranquilla

Lui le sorrise- beh hai anche iniziato a lavorare da poco no?

Lei sorrise- essere una vittima di ingiustizie da parte di Chanel 13 a quanto pare aiuta a prendere lavoro facilmente a un’altra compagnia televisiva

-Beh non è male, sei nel canale più visitato della tua stazione televisiva quindi non è male no? –provò lui

-Si, non posso lamentarmi, anche se odio l’idea di provare di nuovo a essere una reporter da campo…

-Capibile direi –concordo lui alzando il bicchiere- a un nuovo futuro?

-Ad avercelo un futuro –sorrise lei facendolo scoppiare a ridere.

~The End~

Merry Christmas ♥

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I hate it here

I hate it here Trama: Quando l’angelo posto a controllare chi entra nel paradiso ha una personale vendetta contro il paradiso, non potevi as...