WitchandAngel : ottobre 2015

Il dottor Lucius e l'infermiera Night

Speciale Halloween
Il dottor Lucius e l’infermiera Night
Era una notte tempestosa quando la nave giunse sull’isola, una strana isola non segnata sulle mappe che l'equipaggio disponeva, che dire era pur sempre vero che Cristoforo Colombo aveva trovato una nuova terra due anni prima, ma durante il suo percorso quest’isola non c'era. Scesero con le spade in mano e i fucili in spalla, l'isola non presentava segni di vita, nella fitta vegetazione non si muoveva una foglia, nemmeno il vento rompeva quell’irreale immobilità. Si addentrarono nella vegetazione, speravano di trovare qualcuno a cui chiedere riparo e comunque dormire sulla spiaggia era un'idea tutt’altro che invitante. All'improvviso videro delle torce, incredibilmente accese nonostante la forte tempesta, e un sentiero in pietra chiaramente fatto dall’uomo. Seguendo le torce giunsero di fronte a un'enorme villa degna di un re o un conte, ma per quanto grande e imponente era comunque molto inquietante e surreale in quel posto, cosa ci faceva una villa in mezzo al nulla più totale? Ma a loro serviva un riparo per la notte e, pregando che i proprietari fossero di buon cuore, bussarono alla porta. Dopo pochissimi attimi un rumore di tacchi arrivò dall'interno e poi la porta si aprì e ai dieci uomini apparve ciò che credettero un angelo, una bellissima ragazza dai corti capelli biondi, la pelle era di un pallore cadaverico, ma era risaputo che le donne nobili erano molto pallide, gli occhi erano uno celeste e uno verde, indossava un vestito da gran signora, uno di quelli riccamente ricamati, il suo era nero e i ricami erano rossi come sangue, era un vestito con che lasciava scoperte le spalle ma aveva le maniche lunghe e strette, intorno al collo portava una strana collana nera, quasi un fiocco, che copriva tutto il collo. Li guardò per un attimo spaesata, poi si spostò e fece loro cenno di entrare. Appena i dieci grondanti d'acqua entrarono lei si affrettò a portargli degli asciugamani.
-È raro avere visitatori per noi- affermò la ragazza dopo poco- io sono Angelica Night, l'assistente del dottor e proprietario della villa, Lucius Demon- disse con un lieve accento francese- come siete arrivati qui?
-La tempesta ci ha costretti a una sosta, se lei e il signor Demon ci permetteste di restare il tempo che la furia del cielo svanisca, ve ne saremmo infinitamente grati- disse il capitano della nave, un uomo dai capelli biondi, di origine inglese, con occhi marroni e il cuore pieno di sogni
-Per me, signore, potreste rimanere, ma, come vi ho già detto, la casa è del dottor Demon, è lui che può ospitarvi-rispose lei sorridendo al giovane, era la classica donna che qualunque uomo avrebbe voluto e aveva già in mano il cuore del giovane e sognatore capitano che, si sapeva, aveva sempre sognato una storia d'amore come quelle di cui si leggevano nei libri.
-Angel- una voce rimbombò nella sala è un uomo elegante, con uno strano monocolo d'oro sull’occhio, degli occhiali in stile aviatore in testa, dei guanti da inventore , capelli neri come la notte e occhi celesti, scese le scale, ovviamente per loro tutti questi oggetti erano sconosciuti ma per quello strano inventore non lo era- non sapevo avessi invitato ospiti, i signori sono?
-Mercanti Dottor Demon- replicò la ragazza affrettandosi a raggiungere l'uomo, lui le dava del tu, lei usava il voi, era stranamente inquietante quell'uomo, questo pensò il capitano.
-Mercanti? E cosa fanno qui? –chiese l'uomo
-Ecco- iniziò il capitano ma il dottore si avvicinò a una finestra e disse, come se non l'avesse sentito e visto- Oh piove, Angel cara non è bellissima la pioggia?
-Si Dottor Demon- rispose la ragazza- i nostri ospiti vorrebbero trascorrere qui la notte
-E sia- disse lui- sarà interessantemente interessante. Falli accomodare nelle camere per gli ospiti, fa portar loro da mangiare e poi raggiungimi nelle mie stanze.
-Si Dottor Demon- rispose la ragazza abbassando il capo, il dottore sparì su per le scale e lei sorrise ai dieci uomini di mare- seguitemi, vi porterò nelle vostre stanze.
La casa era un gigantesco labirinto, se non ci foste stata lei a guidarli si sarebbero di sicuro persi.
-Signora, come fa a orientarsi in questa casa? –chiese il capitano rompendo il silenzioso rumore di passi
-Ho una buona memoria capitano e vivo qui da molto- rispose lei- le vostre stanze signori
Si era fermata davanti a un buio corridoio, c'erano una ventina di porte chiuse e un’irreale silenzio
-Quali sono signorina?
-Ne avete una l'uno, aprite quella che vi piace di più, tra poco qualcuno vi porterà la cena- rispose lei cominciando ad allontanarsi con il candelabro
-Qualcuno? Ci sono altri ospiti qui? –chiese il capitano aprendo una porta
-No, solo io, il dottor Demon e alcuni animali, nessun altro- rispose lei andandosene- buona notte signori, e attenti a non uscire di notte.
Erano circa le undici di sera quando si servirono dei passi per il corridoio, poi una porta aperta e un secco trascinare di un qualcosa di pesante. Il capitano della nave non aveva chiuso occhio ne toccato cibo, era sveglio e quei rumori erano inquietanti. Dopo ben 9 porte aperte e il rumore secco del trascinare qualcuno aprì la sua porta.
-Chi è? –chiese lui mettendo subito mano alla spada
-Io, Angel- rispose l'ombra della ragazza- ho sentito delle urla e sono venuta a vedere se era tutto a posto, lei sta bene?
-Si- rispose lui calmandosi
-Non ha mangiato nulla vedo- disse lei osservando il vassoio ancora pieno
-Non avevo fame- disse lui, non si fidava di quel tipo, il dottore, e il suo istinto gli aveva consigliato di non mangiare nulla.
-Oh capisco, se non le dispiace mi seguirebbe? Credo che ci sia un intruso in giro per casa
-Certo- rispose lui alzandosi e seguendola per i corridoi, lasciando il fucile e la spada vicino al comodo letto.
-Sa ho sentito un rumore di trascinamento- disse lui dopo un po'
-Forse uno dei serpenti del dottore è scappato-rispose lei tranquilla
-Dove stiamo andando?- chiese lui cominciando a sentire un rumore secco di colpi
-Dove si trovano gli altri signor capitano- rispose lei fermandosi di fronte a una porta in ferro e aprendola- prego entri
Lui entrò e lei si chiuse la porta dietro. Il dottore era in piedi, con gli occhiali calati e le mani impegnate a trafficare con ingranaggi meccanici- oh lui è ancora sveglio?
-Si dottore- rispose la ragazza- che faccio?
-Portalo dagli altri di la, si divertiranno.
Lei annuì e lo spinse attraverso una porta e facendolo cadere.
-Che cosa volete farci?!- urlò lui
-Quello che facciamo da secoli, sperimentare la durata umana, non è vero cara Angel? Perché non ti togli quella collana e quel inutile vestito? –disse il dottore
Lei ubbidì rivelando sul corpo enormi cicatrici.
-Ti piace? L’ho costruita io stesso utilizzando parti di tanti corpi di giovani donne e, ovviamente, quello di mia moglie, Angel Night, che morì a causa dei pirati. Da allora ho creato tanti...come potrei chiamarli? Ah si...Morti Viventi! Sono fedeli a me, colui che li ha creati. Presto tu e il tuo equipaggio li incontrerete.
-Lei è matto!
Lucius Demon rise- matto? No mio caro capitano, io sono un dio che ha scoperto come ritornare in vita dalla morte! Sono morto anch'io, eppure sono stato capace di tornare in vita e far tornare in vita chi volevo io! Si diverta signore, è pronta la cena.
Chiuse la porta ridendo. Il capitano guardò la grotta in cui era, i corpi dei suoi compagni, quelli che l'avevano seguito nell’esplorare l'isola e quelli che erano rimasti nella nave, stesi a terra immobili, rigidi e congelati. Erano morti, probabilmente il cibo era avvelenato. Non ebbe nemmeno il tempo di pensare che un'enorme zampa si mosse, poi si aprirono tre paia di occhi rossi e infine, sotto la luce della luna, un gigantesco cane a tre teste di mostrò all'uomo, e non era solo.
Nel laboratorio si sentì le urla dell'uomo e il rumore qualcosa che mangiava.
-Non è meraviglioso Angel?
-Si dottor Demon
-Che ne dici se creassimo un nuovo temporale per avere nuovi corpi?
-Sarebbe geniale signor Demon- rispose lei sorridendo
-Sai come vorrei chiamare questa zona di mare? Triangolo delle Bermuda, un luogo dove ogni mia creatura può vivere in pace.
-Lei è un genio dottor Demon
-Vieni mia cara, ho bisogno di te per un nuovo gioco
-Qualsiasi cosa lei voglia dottore- rispose lei avvicinandosi all'uomo

-Presto, molto presto, il mondo scoprirà il mio genio e pregherà che io non glielo scateni contro.

I'm

I’m...
La vita è solo una lunga serie di casualità, di scelte e di errori riparabili. Una routine infinita di abitudini e azioni che si ripetono a non finire. L'ho capito questo. L'ho capito ma forse l'ho capito troppo tardi, la mia storia era ormai finita quando l'ho capita davvero. Ma lasciate che ve la racconto dall'inizio. La prima cosa che ricordo è che la mia automobile ha avuto un incidente, mi sono ritrovata stesa a terra nel deserto, non sapendo praticamente niente di me, di chi ero e di cosa ci facessi li. L'auto su qui viaggiavo si era rotta a causa di un meteorite e io ero incredibilmente intera. Mi sono alzata e guardata intorno. Ero vicino a una stazione di servizio con un grande razzo e un’astronauta come insegna, accanto al bar e alla benzina c'era un garage. Ho guardato cosa avevo in auto, niente documenti, niente oggetti personali, niente di niente, nemmeno il mio nome. Era proprio un bell’inizio. Mi sono guardata i vestiti, una minigonna di jeans, scarpe con il tacco nere, un top attillato fucsia e un berretto verde in stile francese sui miei cappelli, che ho scoperto essere corti e biondi, ho anche gli occhi verdi e la pelle chiara, sinceramente non avevo idea di come ero fatta e per me era tutto nuovo. Sono entrata nel bar.
-Benvenuta – mi disse la voce annoiata dell’adolescente che stava alla cassa prima di rivolgermi un grosso e speranzoso sorriso- oh salve, posso esserle utile?
Il negozio era vuoto, tra i banconi con le solite cose delle stazioni di servizio, bibite, patatine, snack vari, sigarette, assorbenti, qualche cibo surgelato...le solite cose. Stranamente avevo una buona conoscenza generale ma non ricordando niente di me non sapevo quanto questo potesse essermi utile o meno.
-Salve- risposi io, scoprendo che la mia voce era dolce e armonica alla quale il sorriso del ragazzo dai capelli bruni e gli occhi verdi si allargò- la mia auto ha avuto un incidente...pensavo che...
Già a che pensavo? Non riuscivo a riordinare la mia mente, era uno schermo nero.
-Le serve un meccanico! È fortunata io lo sono! Mi chiamo Giovanni Meccanismo, ma mi può chiamare Rotella, lei è?
Nel dire questo si era avvicinato. Già chi ero? Non era facile per me ricordare...dissi il primo nome che mi venne in mente
-Penny Sim, puoi darmi del tu- sentii un suono, come se qualcuno approvasse la scelta ma non ci feci caso 
-Hai un bellissimo nome- disse lui sorridendo- aspetta qui, io dò un'occhiata all'auto
Mi sentivo fuori posto, mi muovevo come sotto forza di inerzia, ero stanca e non sapevo bene che fare. Era come se la mia mente fosse sotto controllo e io vedessi solo ciò che stava accadendo. Guardai un po' gli scaffali ma dopo un paio di minuti qualcosa mi spinse a uscire a controllare l'auto. Garage e meccanico erano spariti e la mia auto con loro...un bell’inizio vero? Una donna dai capelli neri, carnagione scura e occhi neri, con vestito elegante rosso guardava il cielo e guardo mi vide si avvicinò.
-Vuoi la mia villa?
-Ehm...come scusa?- fu tutto quello che risposi
-Oh scusa che maleducata! Io sono Daniela Alberghini.
-Penny Sim- avevo deciso che quello sarebbe stato il mio nome finché non avessi ricordato il mio vero nome. Appena sentii il nome Daniela Alberghini mi venne in mente una serie di fatti. Era sposata con un certo Maurizio Alberghini, aveva due figli una ragazza, Martina, e un bambino, Alessandro, era del Cancro e risultava tra la lista degli scomparsi e poi rinvenuti. Fantastico sapevo chi era lei ma non chi ero io!
-La faccio breve, io sono stata rapita dagli alieni, mio figlio, Alessandro, e mia figlia, Martina, mi hanno liberata. Sono diventato uno scienziato e una detective e mi hanno salvata. Ora sono di nuovo con loro ma vogliamo andarcene da qui, Stranizia, per una zona più tranquilla.
-Alieni...- la seguivo a fatica ma avevo capito quasi tutto parlava a raffica, dopo pochi secondi mi aveva confessato di tutto. Aveva sposato suo marito per soldi, aveva avuto un amante umano, un certo Don Lotario, e un alieno. Che era rimasta in cinta a sedici anni, aveva sposato così suo marito, che sua figlia non era davvero figlia sua, del marito intendo, ma di un terzo uomo, suo fratello da ciò che ho capito ma spero vivamente di aver capito male, che aveva provato ad uccidere il marito ma non ci era riuscita, aveva avuto una ragazza, aveva incoraggiato i suoi figli a stare insieme anche contro la loro volontà....non riuscivo a capire come, un estranea, mi parlasse così facilmente della sua vita! Io stavo zitta e ascoltavo, che altro fare? Dopo poco mi disse
-Sei davvero un'ottima amica, sai che faccio? La casa te la regalo! Tanto i soldi non mi mancano, in cambio però voglio che mi chiami ogni tanto ok? È già arredata e ha anche una cameriera! Ti divertirai moltissimo li, allora ecco le chiavi, ciao tesoro. Ci vediamo in futuro.
Mi mollò le chiavi e si allontanò sculettando fino a sparire nel nulla. Il mio primo pensiero fu “cosa cavolo è appena successo?!” Mi guardai intorno, ero nel deserto, non sapevo chi ero, cosa avrei fatto e dove diavolo era finita la mia auto. Sentii un cellulare squillare. Era lì a terra vicino a dove prima c'era la mia auto. Lo presi titubante e risposi
-Pronto?
-Ciao Penny
-Chi sei?
-Sono il Dottor Lucius Demon, mia cara. Vorrei ospitarti da me, vista la situazione in cui ti trovi e offrirti un lavoro così che tu possa avere un po' di soldi con te
-Grazie...sarebbe fantastico ma...perché io?
-Perché ho un PARTICOLARE interesse per te cara. Ora sali sull'auto che è dietro di te e vieni a conoscermi cara. A dopo.
-Aspetti!
Aveva già chiuso. Mi girai e dietro di me c'era l'auto che l'uomo mi aveva promesso. Salii su e in pochi secondi fui in una cittadina, era surreale. L'auto mi lasciò difronte a una villa e io, con un passo incerto, entrai nel cancello. In giro non c'era nessuno, e una statua di un meteorite e una donna che era seduta sopra a esso ornava la piazza. Appena aprii la porta qualcosa mi catturo e bloccò al muro. Ero un ragazzo con intensi occhi rossi e capelli neri.
-Sei venuta- riconobbi la voce come quella del ragazzo del telefono
-Sei tu Lucius? –Chiesi io stupidamente provocando il sorriso malizioso di lui
-Si, il primo lavoro che ti affido è questo...
Il primo lavoro che mi diede fu lavorare a casa di una vedova nera, una donna che si era risposata cinque volte, i suoi mariti erano morti in circostanze alquanto losche. Lucius voleva che io scoprissi che cosa era successo, io stranamente mi impegnai per accontentarlo, come se quello fosse il mio unico obbiettivo. Effettivamente era lei uccideva i mariti, il primo era morto di fame, il secondo bruciato, il terzo annegato, il quarto tritato, il quinto folgorato...lei affermava che qualcuno la controllasse e che non sapeva come quei ragazzi si fossero ritrovati stecchiti da un giorno all'altro...molto credibile vero? Sinceramente non le ho creduto ma quelli non erano affari miei. Tornai da Lucius che mi bloccò di nuovo all'entrata.
-Sei stata veloce
Gli raccontai tutto nei minimi dettagli e lui sorrise soddisfatto
-Ora sai che voglio che tu faccia? Devi...
Mi spedì dalla famiglia Niuton, per farla breve il marito aveva costruito sua moglie, lei aveva problemi esistenziali e a me è toccato aggiustarle i circuiti, ricevendo anche un bel po' di soldi da parte dell'uomo per l'aiuto. Lucius mi fece fare altre strane mansioni del genere, piano piano scoprivo sempre più segreti delle persone e proprio quei segreti era ciò che Lucius bramava di più. Dopo poco persi la voglia di sapere chi ero, Lucius era così strano ma aveva qualcosa che mi attirava. Mi diede tanti compiti, entrai in una base militare, incontrai gli alieni, dovetti sistemare molti problemi, era assolutamente assurdo il fatto che loro non riuscivano a fare anche azioni semplici. Poi tutto divenne assurdo... Lucius mi portò nel deserto e mi mostrò una gigantesca macchina.
-Sai in questo mondo le persone sono controllate, da me...
-Cosa...
-Non trovi strano che nessuno sappia fare nulla e che solo tu riesci a toglierli dai guai e risolvere i loro problemi?
-In effetti...
Mi prese per la vita e mi avvicino al suo petto- io voglio dominare, controllare! Mi aiuterai?
-Vuoi controllare? Cosa? Chi?
-Il mondo! La gente! Voglio incutere terrore essere...essere il cattivo della storia il vincente! Quello che conquista tutto- disse con voce sicura poi abbassò lo sguardo su di me e come se fosse imbarazzato mi disse- e che si...ecco magari...prende anche la ragazza
-La ragazza...-Stupidamente lo chiesi- io?
-Tu
-Mi stai chiedendo di aiutati a controllare il mondo? Di stare con te e fare la cattiva?
-So che può essere strano ma...
-Si...voglio aiutarti
-Allora è il momento che ti ricordi chi sei, tu sei Angel Night, mia moglie, un incidente ti ha cancellato i ricordi, ora vieni ti mostrerò cosa ho in mente
-Si
-Voglio conquistare il mondo ma non solo di questo secolo, cominceremo dal passato e continueremo per secoli...formeremo un'isola tropicale e creerò le invenzioni e i mostri più geniali dell'universo e li scatenerò contro il mondo.
Lo guardavo, imbarazzata dalla vicinanza e dalle nuove informazioni, mi strinse più vicina. Passammo un tempo info in a studiare, ci alzavamo, lui si chiudeva in laboratorio, io mi occupavo della casa, lui mi prendeva in braccio e si occupava di me, cene romantiche, passeggiate...era un sogno che si ripeteva all'infinito. La mia vita era perfetta ma finì presto per poi ricominciare. Qualcosa accadde, non so cosa, non lo ricordo, so che sono morta e poi rinata. Lucius era un genio, mi riportò in vita con un nuovo corpo, un pochino più sexy se vogliamo, uno dei miei occhi era diventato celeste, aveva utilizzato solo le mie parti originali e tutta la sua conoscenza. Ero ricoperta da cicatrici ma lui mi voleva lo stesso. Anzi sembrava che il fatto che mi avesse quasi perso lo avesse solo avvicinato a me. Anche lui ora è eterno...non so bene come o quando sia successo ma non mi importa, posso stargli vicina e questo ciò che voglio...
“Aiuto mi sta controllando”
...cosa ho detto? Che schiocca che sono...devo essere stanca comunque...
“Io lo amo anche se mi controlla da secoli come una marionetta...”
Infondo io...

“Sono solo una bambola”

Il diario

Il diario
Eravamo seduti al tavolo della sala da pranzo, la luce era saltata proprio sul più bello, durante uno dei nostri film horror. Ho acceso una candela e ci siamo seduti attorno a quella fiacca luce. Poi a uno di noi è venuta l'idea di andare in cantina a controllare il contatore, mi pare fosse stato Mark ha proporre l'idea. Quando è risalito ha detto che la luce era apposto e che aveva trovato un diario, sembrava macabro così ha proposto di leggerlo. In casa eravamo in sei, me compresa, Mark, John, James, Jean, Julie e ovviamente io. Ci siamo seduti e abbiamo tirato a sorteggio, io non volevo leggerlo ma la sorte ha designato me come lettrice. Mi sono schiarita la gola è ho cominciato. Era il diario di una certa Virginia, vissuta nel medioevo, era al servizio di una contessa, che per la prima parte del diario chiama “La splendida Contessa”. Vi riassumo la storia, anche perché è  noiosa. Praticamente la Contessa era arrivata al palazzo quel giorno, quando il diario è iniziato, il Conte, proprietario del castello, era morto dopo averla sposata la prima notte di nozze, Virginia affermava che era stata una vera e propria sventura per la donna. Dopo le prime settimane arrivano i corteggiatori e sembra che a la Contessa facesse piacere tutte quelle attenzioni, Virginia confessa poi che la Contessa aveva diversi amanti. Il diario parte a metà aprile ma diventa strano alla fine di aprile. Virginia scrive che la Contessa la sveglia di notte e che, mezza nuda, l’accompagna nella sua stanza dove trovano un uomo morto pugnalato, senza chiedere niente Virginia porta l'uomo nei sotterranei. Il giorno dopo la Contessa dice che l'uomo era sparito la mattina presto e nessuno chiede nulla. La storia comincia a ripetersi più volte e Virginia diventa complice della Contessa. Prepara un sonnifero apposito per l'amante e un coltello, la Contessa si diverte con loro e poi li ammazza quando si addormentano per il sonnifero. Virginia poi impazzisce, dichiara di amare la contessa e che la vuole ma la donna la rifiuta perché le serve, così Virginia la uccide nello stesso modo in cui la Contessa ha ucciso prima. Virginia poi si toglie la vita per amore.
Ma il diario continua, forse con qualcun'altra che lo scrive ma sembra proprio la stessa Virginia a farlo. Le pagine diventano sempre meno. Virginia dichiara la sua innocenza e che non era giusto il fatto che fosse intrappolata in quella casa, poi il diario finisce con una frase “Ti amo tanto Contessa”, qualcuno lo sussurra e poi la luce si accende. Una ragazza ridacchia e ci sorride.
-Oh avete trovato il mio diario eh?
Si sono messi tutti ad urlare tranne me. Io ho sorriso alla ragazza
-Virginia cara- ho detto, tutti si sono voltati e mi hanno chiamata con uno strano nome.
La mia cara serva ha sorriso e si è avvicinata a me- come sta Contessa?

Poi mi ha sollevata in aria e mi ha portato via. Ho visto i ragazzi prendere il diario e leggere una nota alla fine “Chiunque leggerà la Contessa e Virginia diverrà”. Poi ho sentito solo delle urla e delle pugnalate, il giorno dopo i ragazzi erano spariti e io ero tornata viva. Virginia sorride sempre e mi porta sempre qualcuno con cui giocare, sono fortunata ad essere con lei, no? L’ex proprietaria del corpo ha pianto per un po' la mancanza degli amici poi si è arresa a me. Siamo in due a tenerla legata e prigioniera nel mio nuovo corpo, io e Virginia di certo non lasceremo mai che se ne vada, ci si diverte davvero tanto in tre...

0.3: una ragazza, uno specchio e una strana sensazione

0.3: Una ragazza, uno specchio e una strana sensazione.


“Caramel”
Mi guardo intorno, sono sola...chi mi chiama? Lo specchio sembra illuminato di luce propria
“Caramel”
Mi alzo e mi avvicino con cautela, il mio orsetto è ancora sul dondolo. Mi metto difronte allo specchio, il mio riflesso è normale, ho i capelli sull'occhio verde, li sposto. Mi metto una mano davanti alla bocca per non urlare. Quella nello specchio non sono io! Un mostro con la testa al contrario, capelli neri, pelle bluastra, tipica dei cadaveri, gli occhi non li ha, un vestito sgualcito, graffi e lesioni su tutto il corpo...no no non di nuovo...vi prego...no...non riesco a muovermi...vi prego...no...salvatemi...
Light, Zero e la zia entrano, mi vedono paralizzata. La zia urla
-Chioccola! Togliti di lì!
“Non posso...sono immobilizzata! Guarda i miei piedi!”
So cosa c'è due mani, le mani di quella ragazza mi tengono ferma, mi vuole trascinare nello specchio....no non voglio.
Light e Zero provano a liberarmi, la ragazza sorride in modo inquietante...no così prenderà anche loro! Devo fare qualcosa...devo fare qualcosa
Il tempo si ferma, o forse sono io che ragiono e assimilo la situazione più in fretta, devo liberarmi di Light e Zero, spingendoli di lato saranno al sicuro. Mando un piccolo campo di energia e li spingo di lato. Ora devo liberarmi...ho solo un modo per farlo...
-Chioccola!
La zia urla, la ragazza sta uscendo dallo specchio
Chiudo gli occhi, Zero, Light e la zia sono bloccati dalla mia barriera lontano da me. Tolgo le mani dalla bocca. La ragazza e a meno di tre metri da me. Apro gli occhi, ora sono entrambi viola.
-Teddy
Il mio orsetto mi vola incontro, apro la cerniera dietro di lui. Infilo la mano nel orsetto. Non riesco a leggere i pensieri di Light, Zero e la zia, sono concentrata. Tiro fuori una spada
-Come osi passare il varco?
Una energia si sprigiona da me, le mani che mi tenevano le caviglie sono sparite, i miei capelli aleggiano nell'aria, come se un vento invisibile li sollevasse di poco, anche la mia gonna fa lo stesso movimento. Muovo la spada, una spada d'argento, con simboli in un'altra lingua d'oro, l'elsa è decorata con pietre di vari colori. Avanzo di un passo, non farti toccare, colpisci e torna alla posizione iniziala. La ragazza sembra meno sicura. Ora. Mi muovo e la trafiggo, per poi ritornare alla posizione iniziale.
-Voi non potete entrare nel nostro mondo...questa è la punizione di chi osa varcare il confine
La creatura si dissolve, l'immagine dello specchio torna a riflettere la mia immagine. Rimetto la spada nell'orsetto, i miei occhi tornano come prima. Light e Zero mi prendono, sono svenuta. Perché proprio io dovevo avere questi poteri? Ricordo fin troppo bene la prima volta che tutto questo era successo...era poco prima della scomparsa dello zio, stavo giocando vicino a questo dannato specchio e senza che me ne accorgessi qualcosa stava cercando di portare dentro. Fu allora che vidi Teddy, era uscito dallo specchio e aveva spinto lontano quell'essere, non ricordo bene cosa successe ma so che ho sentito Teddy parlarmi, mi ha raccontato chi ero e cosa avrei fatto da quel momento in poi. Io non sapevo bene che fare ma accettai, ero piccola e mi sembrava un bel gioco. Fu allora che Teddy mi diede la Blackmirror, la mia spada in argento, mi insegnò come uccidere i trasgressori e come entrare nel mondo degli specchi senza che nessuno lo sapesse, l'avevo anche fatto un paio di volte ma dopo la scomparsa dello zio la zia aveva nascosto lo specchio quindi...quando riaprii gli occhi ero ancora tra le braccia dei due.
-Caramel!
-Sto bene tranquilli- mi rialzo, Teddy è ancora sospeso in aria, lo prendo in braccio- pronto come sempre, bravo Teddy
-Caramel...- la zia si avvicina- come hai fatto a diventare una custode?
-Prima della scomparsa dello zio uno dei trasgressori ha cercato di prendermi e allora Teddy mi ha insegnato a combattere, a attraversare gli specchi...
-No no è troppo pericoloso! –la zia mi strappa Teddy di mano- non perderò di nuovo qualcuno che amo!
-Ridammelo!
-No! Tu non sarai più in pericolo, mi sbarazzerò di questo e di quello- dice indicando lo specchio
La mia unica possibilità di trovare lo zio...no non glielo permetterò.
-Ridammelo...- la mia voce ora ha il tono dell'ordine- ora
-N...no- la zia trema
-Olemmadir- quando mi arrabbio comincio a parlare la lingua degli specchi, è come la nostra solo al contrario- es non ol iaf, òras attertsoc...
Faccio prima a tradurre “se non lo fai, sarò costretta a prendermelo con la forza”
-Sei stata nello specchio...
-Teddy...-chiamo e l’orsetto si libera e mi vola tra le braccia- te lo dirò solo una volta Ambra, prova a rifarlo e non risponderò delle mie azioni...lo specchio non si muoverà di qui, ho altri piani per lui
-Si...-dice lei- va bene...
C'è una regola nella mia famiglia, chi riesce a dominare gli specchi ha il comando, la zia non ha più quel potere da quando ha smesso di lottare, ora sono io che comando...anche se non era esattamente questo il mio desiderio...

Capitolo 1: Riunione

7 demoni e un’umana
Introduzione
Dopo anni che non si vedevano un gruppo di amici decide di fare una riunione per sapere come va la loro vita. I sette ragazzi, che condividono il destino di essere dei demoni, decidono di invitare anche una ragazza che andava con loro a scuola, ma la ragazza non era esattamente una loro amica ma più una vittima dei loro scherzi e delle loro prese in giro. La ragazza accetta ma, con grande sorpresa dei ragazzi, nel tempo in cui non si erano visti è cambiata tantissimo, non solo nell’aspetto ma anche nel carattere. La ragazza ha un segreto, che non tarderanno a scoprire, e che cambierà irreversibilmente la sorte di tutti. Una storia ricca di colpi di scena, suspense, intrighi e molto altro. Spero di avervi incuriosito abbastanza, detto questo vi auguro una buona lettura. Un’ultima cosa, tenetela bene a mente, nulla è come appare. Buon divertimento.
Angel Night

Capitolo 1
Riunione
Era una mattina serena, il sole brillava nel cielo limpido, non c'era una nuvola per chilometri. Davanti al maestoso albergo “DxD”, un edificio gigantesco noto a tutti per la sua alta qualità di servizio, elegante e raffinato sia fuori nel giardino rigoglioso e profumato sia dentro nelle lussuose stanze e nelle varie zone relax di cui l’hotel era ricco, c'erano molti ospiti tra cui un ragazzo con capelli rossi, occhi cremisi e delle cuffie giganti nere, era vestito con jeans blu è una maglietta rossa e nera con un teschio sopra. Aveva con se una valigia anch'essa rossa. Sembrava cercare qualcuno quindi entrò e si diresse nella reception.
-Salve
La receptionist quasi svenne quando lo vide, una donna con dei capelli marroni e dei occhiali che coprivano gli occhi. Con voce un po' tremante rispose
-Mi-mi dica cosa posso fare per lei?
Il ragazzo con i capelli rossi pensò “Un’altra idiota”
-Vorrei le chiavi della mia stanza, sono Marco Fire
La receptionist cominciò a cercare nel database dell’hotel
-Marco Fire?
Marco si girò e vide un ragazzo con gli occhi neri e i capelli neri, vestito con dei jeans neri, una maglia nera con la scritta “Rock” in bianco e un giubbotto di pelle.
-John Dark? Sei davvero tu?
- Ma che bello rivederti
I due si strinsero la mano
-Gli altri?
John indicò la saletta accanto- mancavi solo tu e...Lei
Marco sorrise- ci divertiremo, proprio come una volta
-Fai portare in camera i tuoi bagagli e vieni di là.
La receptionist, che stava praticamente morendo con quei due davanti, diede la chiave a Marco e corse via.
Marco girò gli occhi al cielo prese la chiave e disse al facchino di portare tutta la sua roba in camera. Raggiunse gli altri nel salotto dell’hotel. Oltre a John c'erano un ragazzo con i capelli sul blu, occhi celesti e occhiali, era vestito anche lui con dei jeans neri e una camicia bianca.
-Sempre elegante? Non sei cambiato Nick Water
-Te lo già detto Io mi chiamo Nicolas!
-Calmi voi due! Siamo appena arrivati e già litigate?
Un ragazzo con capelli verdi, occhi smeraldo, jeans blu e una maglia verde con scritto “Pace”, si era messo in mezzo.
-Ha ragione Dan Forest – disse un ragazzo con i capelli rosa, occhi sul rosa, una maglietta bianca e jeans e un cappello nero.
-Jim Air non sei cambiato neanche tu- rispose un ragazzo biondo, con occhi gialli, una camicia gialla e dei jeans neri.
-Sempre in giallo, ma non ti stanchi mai Andrea Light?
-Anche tu sei sempre in rosso Marco- rispose un ragazzo con capelli castani, occhi castani, maglietta marrone e jeans neri.
-Bene, ora che anche James Earth ha parlato, vediamo se ci siamo tutti- Dan tirò fuori un quaderno con dei nomi
-Perché hai quel quaderno? E perché vi siete chiamati per nome e cognome? – chiese John
Gli altri alzarono le spalle. John sospirò.
Dan iniziò a leggere- allora Marco, John, Nicolas, io, Jim, Andrea, James...manca solo lei giusto?
-Lei ha un nome ed è presente- una voce soave di una ragazza che veniva da dietro di loro aveva risposto alla domanda. Nessuno si girò per un po', poi Dan disse, voltandosi lentamente
-Bene e con Dia...wow
Tutti si girarono e videro come la ragazza era cambiata. Aveva dei lunghi capelli color oro, occhi di un celeste profondo, un fisico da modella, una mini gonna nera di jeans, una maglietta attillata bianca, dei tacchi neri e un giubbotto nero, li guardava con un sorrisetto di chi sa cosa stai pensando.
-Diamante Magic, che c'è Dan? Il gatto ti ha mangiato la lingua?
Tutti continuavano a fissarla impietriti e lei non smetteva di sorridere, era divertente vedere i suoi amici in quello stato.
-Che c'è? Vi siete addormentati?
-Ecco...puoi darci un secondo?
I ragazzi si allontanarono abbastanza da Diamante e bisbigliarono qualcosa, senza perderla di vista un secondo.
-Da quando lei è così...avete capito!
-E io che ne so Marco?! Mi chiamo Nicolas non veggente!
-Ascoltate, noi tutti siamo demoni ma nessuno di noi la sentita arrivare giusto? –Dan sperava che qualcuno dicesse il contrario ma tutti annuirono- lei è una normale umana che non sa chi siamo noi, quindi come ha fatto a.... Aspettate ma che succede
Diamante era stata presa di mira da qualche ragazzo che continuava a chiederle il numero. Lei però li snobbava tutti. Poi guardò i ragazzi e con lo sguardo sembrava dire “Mi fate un favore e li togliete di mezzo?”
I ragazzi si diressero verso Diamante
-Scusate ma lei e con noi.
Tutti se la filarono. Diamante sposto una ciocca dal viso e sorride ai sette
-Grazi ragazzi
Il cellulare di Diamante squillò e lei uscì a rispondere
-Pronto?
I sette si misero in ascolto e con il loro udito sentirono la conversazione.
-Di? Sono Lucius
-Oh ciao, ti serviva qualcosa?
-Ti stanno ascoltando?
-Già, come se non li avessi notati
I sette se la filarono dentro la sala, quindi non poterono sentire il resto della telefonata.
-Parla ora non ci sentono
-Dicono che loro sette sono dei demoni...probabilmente il viaggio è una scusa per cercare una padrona, hai visto segni su di loro?
-No...nessuno era marchiato
-Beh approfittane signorina custode
-Sei sempre il solito.
Diamante chiuse la chiamata. L'idea di passare una settimana con quei sette non la esaltava ma era stata praticamente obbligata dalla sua famiglia quindi non aveva molta scelta. Sospirò e rientrò nella sala, immersa nei suoi pensieri.
Dan prese un respiro profondo e disse
-Bene ora che ci siamo tutti...cosa facciamo?
Marco si alzò e uscì, uscirono anche gli altri andando ognuno in giro per conto suo. Rimasero solo Diamante e Dan.
-Sono molto felici di stare in compagnia vedo
-Dan, ti andrebbe di fare una passeggiata nella foresta qua vicino? Ho sentito dire che ci sono moltissime specie di animali e piante.
-Si, mi piacerebbe molto.
Diamante si alzò
-Bene andiamo
Dan e Diamante uscirono dalla stanza e si infilarono nel bosco. L'aria era fresca, profumata e piacevole. Il paesaggio era ricco di alberi e piante, un vero spettacolo. Dan adorava, fin da piccolo, passeggiare nella natura e questo Diamante lo sapeva bene.
-Dan, che pianta è quella?
-Un non ti scordar di me
-Conosci tutti i nomi delle piante e dei fiori?
-Si, la natura è sempre stata il mio elemento.
-Capisco.
Camminavano da un po' quando una specie di coda viola spuntò da un cespuglio.
-Dan....cos'è quello? Non mi sembra di un animale
Dan osservò la coda.
-Non può essere...
Un essere gigantesco, grande quando due uomini, uscì da dietro i cespugli. Aveva quattro braccia, tre occhi e delle corna affilate.
-Diamante corri!
Il mostro fissò prima Dan e poi Diamante
-Un’umana, avevo giusto un po' di fame.
Si leccò le fauci e cominciò ad avanzare verso i due. Dan prese la mano di Diamante e la tirò via, corsero fino a un gigantesco prato circondato dal bosco. Il mostro li aveva raggiunti e Diamante sembrava terrorizzata.
-Demone fatti da parte e lascia che io divori l’umana
Dan strinse i pugni, se solo avesse avuto un custode avrebbe potuto combattere invece...
-Dan
Dan guardò Diamante, era seria e tranquilla.
-Dan, fai il patto con me
Dan era stupito
-Cosa dici?
-Dan so che sei un demone e io sono una custode, puoi fare il patto con me Dan
“Lei è una custode?! Da quando?! Custodi si nasce quindi...questo significa che è sempre stata a conoscenza del nostro segreto”
Dan era stupito e non sapeva che fare, se rifiutava il mostro sarebbe stato ancora in giro e avrebbe ferito le persone, se accettava sarebbe stato legato a Diamante con un vincolo che solo lei avrebbe potuto infrangere....
Il mostro sradicò un pino e lo lanciò contro i due, Diamante riuscì a spingere Dan in tempo e entrambi erano a terra.
-Diamante sei ferita?
-No, ma se non accetti quella cosa sradicherà l’intera foresta, non possiamo permetterglielo Dan.
Il mostro si stava avvicinando. Dan sapeva che Diamante aveva ragione e che dopo aver stretto il patto lui avrebbe potuto usare i poteri ma...aveva paura di accettare.
-Dan...tu sei un demone della foresta, se accetterai potrai guarire gli alberi che quella cosa ha distrutto e io non dirò a nessuno che abbiamo fatto il patto, se è questo che ti spaventa.
-Diamante...-Dan la guardò negli occhi, aveva deciso- stringiamo il patto.
Diamante si avvicinò a Dan
-Io Diamante Magic, figlia di Caterina Vangartier, stringo con il demone della foresta, Dan Forest, il patto di ubbidienza.
Diamante diede un bacio sulla fronte a Dan. Una luce verde si sprigionò dai due, al polso destro di lei apparve un bracciale stretto in modo che non si potesse togliere, erano due fili uniti a formale una X con dei ciondoli di vari verdi lungo i fili. Sulla mano di Dan apparve il simbolo di appartenenza, uno strano disegno con delle scritte in una lingua antica.
Il mostro lancio un albero, ma Dan lo fermò a mezz'aria.
-Ma cosa...
Dan rimise l’albero a posto e sorrise.
-Grazie a Diamante ora posso utilizzare i miei poteri, per te è la fine.
Ci fu un bagliore verde che costrinse Diamante a chiudere gli occhi, quando li riaprì al posto del mostro c’era un lilla viola. Dan sorrideva allegro
-C’è l'hai fatta, ottimo lavoro...ma vorrei che tu non dicessi a nessuno che io sono la tua custode, sono sicura che gli altri non capirebbero.
-Aspetterò che tutti ne abbiano uno per dirlo tranquilla. Ora torniamo indietro?
Diamante gli sorrise e lo segui fino all’hotel. Diamante poi andò in camera sua, lui invece andò nella saletta dove si erano riuniti gli altri.
-Dov’eri?
-Nella foresta Marco. Guardate qui
Fece fiorire il vaso che era vicino a loro
-Hai stretto il patto?! Con chi? –John era stupito, come tutti del resto ma anche un po' geloso.
-Ve lo dirò solo quando tutti avrete un custode.
-Tanto non ci vorrà molto per me per trovarne una, insomma mi chiamo Marco non Nicolas
-Piango per la povera anima che stringerà il patto con te.
-Ripetilo se ne hai il coraggio Nicolas!
Mentre i due litigavano, Dan si guardava la mano con il simbolo del patto. Era felice di poter usare i poteri e che la sua custode lo conoscesse da tempo ma...ma come l'avrebbero presa gli altri quando l’avrebbero scoperto?

Capitolo 2: Notte inquieta

Capitolo 2
Notte inquieta

Dopo la rivelazione di Dan, John non riusciva a chiudere occhio e così decise di uscire a fare due passi. L’oscurità delle strade non lo preoccupava, lui era il demone del buio, quindi era a suo agio a girare di notte. Era un bellissimo spettacolo. Le luci della luna e delle stelle si vedevano benissimo, anche perché l’hotel non aveva lampioni al di fuori cosa che, strano ma vero, era molto apprezzata dagli ospiti. John camminava da alcuni minuti quando vide in lontananza una figura femminile, la riconobbe subito.
-Anche tu sveglia Diamante?
Diamante gli sorrise
-La notte è stupenda non trovi?
John le si mise accanto
-Già. Come mai sveglia?
-Ho visto qualcosa davanti alla mia finestra e ho pensato fosse meglio non rimanere lì dentro
John si incuriosì
-Cosa hai visto?
Diamante scosse la testa
-Nulla di importante. Facciamo due passi?
-Perché no, ma non hai paura qui fuori di notte?
Lei rise
-Il buio è mio amico. Non ho paura.
Si mise a camminare e John la segui.
Arrivarono fino a una collina e Diamante decise di sedersi a guardare le stelle. John la osservava da un po', era molto cambiata da quando era piccola. Non solo era cresciuta ma sembrava una nuova persona.
-Sei cambiata
-Tutti cambiano anche tu, una volta non uscivi mai quando era giorno, avevi paura della luce ma...alla fine ti abbiamo convinto
-Già ma avevo i miei buoni motivi.
-Tutti ne hanno
La osservò, attentamente, i capelli biondi risplendevano nella notte, era stupenda la poca luce che c'era la faceva sembrare una stella. Come ogni creatura del buio, lui desiderava la luce e in quel istante Diamante era la luce.
Si sentì un fruscio
-Cos’è stato?
John si mise in allarme, aveva visto un fumo nero alquanto sospetto, e aveva un brutto presentimento.
-Stai dietro di me
-Che succede?
-Ho una bruttissima sensazione.
Diamante si mise dietro di John e rimase in ascolto, se avesse voluto avrebbe chiamato Dan ma aveva altro in mente. Tutti sanno che un custode può avere un solo demone ma lei non era normale.
-Esci fuori mostro!
Un fumo nero prese fattezze umane e si mise davanti ai due.
-Un demone del buio e una prelibata umana. Non potrebbe andarmi meglio di così
-Diamante sta indietro.
Diamante gli prese la mano destra. John la guardò negli occhi.
-So cosa sei John...sigilla il patto con me
John strabuzzò gli occhi.
-Sei una custode?
-Diventa il mio demone John
John, a differenza di Dan, aveva sempre voluto una custode che lo conoscesse e non aspettò un secondo ad accettare. Diamante fece lo stesso procedimento che aveva fatto con Dan e stavolta una luce nera li avvolse. Lo stesso simbolo che aveva Dan apparve sul petto di John e una collana a forma di cuore con una pietra nera apparve al collo di Diamante. Il mostro venne sconfitto nel buio più totale e Diamante non riuscì, neanche stavolta, a seguire la battaglia. John le si avvicinò.
-Hai sempre saputo che ero un demone del buio?
-Si
-Se sei riuscita a stipulare un patto con me sei una custode del buio vero?
-Lo sono
-Perché non me lo hai mai detto?
Diamante fece una piccola piroetta
-Perché volevo fossi tu a dirmelo per primo. Se tu mi avessi detto chi eri io ti avrei rivelato chi ero.
-Vero. Torniamo indietro.
-Vorrei che tu evitassi di dirlo agli altri per ora.
-Lo dirò solo quando tutti avranno una custode
Diamante sorrise e tornarono entrambi in albergo. Quando fu da sola in camera sua guardò i due legami che aveva.
-Foresta e buio. Devo trovare ancora fuoco, acqua, aria, terra e luce per essere completa.
Il cellulare vibrò e Diamante accese lo schermo del suo computer
-Cosa c'è Lucius?
-Vedo che hai due simboli
Diamante sorrise
-Come stanno i tuoi genitori?
-Sono fieri di averti adottato. E io che tu sia la mia sorellastra. Sei una custode fantastica, chi avrebbe mai pensato che tu sei in grado di custodire un demone per ogni tipo
-Non è stata una mia scelta lo sai, ci sono nata con questo dono.
-Per questo vogliono che tu scelga i demoni rimanenti e torni a casa da noi per stringere un patto con un demone di tipo Vuoto. Quindi torna presto sorellina...mi manchi tanto
Diamante chiuse la conversazione
-Io non volevo questo potere...ma lo sfrutterò a fin di bene questo è poco ma sicuro.



Capitolo 3: Attenzione Valanga

Capitolo 3
Attenzione valanga
John, il giorno dopo, mostrò con fierezza il suo simbolo. James era un po' geloso, anche lui voleva avere un custode, ma non era semplice trovarne uno, infondo i custodi erano pochi e molti impazzivano per il troppo potere, infondo un custode ha il potere del demone dentro di se, e se non è bravo rischia di diventare matto. James non voleva far ammattire qualcuno, quindi un po' triste uscì dalla saletta senza prestare ascolto alle chiacchiere degli amici. Davanti all’hotel trovò Diamante con uno zaino sulle spalle e uno in mano. Aveva degli scarponi da montagna.
-Ehi, ti va di fare una scampagnata in montagna?
-Come facevi a sapere che avrei voluto fare una...
-Perché ti conosco James, e pensavo che potevamo approfittare della montagna qua vicino per fare una bella scampagnata.
James sorrise, una scampagnata era proprio quello che gli serviva. Erano partiti da poco, l'aria di montagna era fresca e pulita. Il paesaggio era molto bello, si vedeva il bosco, l’hotel, la collina, poi c'era un po' di nebbia, ma era normale in quel periodo. La salita era facile, il sentiero era perfetto e rendeva la salita piacevole. James era un po' in imbarazzo, era raro che passasse del tempo con delle donne, specie se così carine.
-James, sei diventato molto muscoloso in questi anni.
Era vero, James si era allenato moltissimo e i risultati erano visibili anche da lontano.
-Si, mi sono allenato molto nello scalare, pugilato, box, arti marziali...
-Non ti sei riposato un minuto conoscendoti
-È probabile
Diamante rise
-Non sei cambiato affatto, anche da piccolo ti allenavi come un matto. Ricordo che ci trascinavi a fare delle lunghe scampagnate in montagna ogni volta che potevi.
James sorrise imbarazzato, non sapeva cosa dire.
-James, pensi che qui sia pericolo?
-Perché lo chiedi?
-Lì c'è un cartello con scritto pericolo valanghe.
-Tranquilla, è molto raro che succeda, l’hanno messo solo per segnalare alle persone di fare attenzioni...qualcosa non va?
Diamante aveva un’espressione triste sul volto
-Ecco io...non so come dirlo ho un brutto presentimento tutto qui
-Un brutto presentimento? Ma cosa...
James avvertì la presenza di un mostro in cima. Fece appena in tempo a girarsi per vedere una frana cadere su di loro.
-Attenta!
Saltò a dosso a Diamante e la frana li ricoprì. Erano grossi massi pesanti. Dentro era tutto buio. Il cuore di Diamante batteva velocissimo, James lo notò.
-Stai bene?
-Non ne sono sicura...nello zaino c'è una torcia, la puoi prendere?
James la tirò fuori e l’accese. Diamante era sotto di lui sembrava stare bene, James era intatto.
-Sembri star bene...
-Ho solo un po' di paura...James potresti spostarti?
-Si scusa
Lo spazio era abbastanza grande per stare tutti e due seduti. Diamante era davvero carina, aveva avuto paura di farle del male, aveva paura perché non era in grado di controllare la propria forza.
-Se solo potessi usare i miei poteri...
-James...tu sei un demone di terra, vero?
-Si...ma non ho una custode quindi non posso utilizzare i miei poteri...
-Io sono una custode, stringiamo il patto e potrai usarli
-Sicura? Sai potresti perdere il controllo...
-Tranquillo, vedrai che andrà tutto bene. Mi fido di te.
-Allora va bene.
Eseguì lo stesso procedimento. Una luce marrone si sprigionò e apparve il simbolo sul bicipite destro. All'orecchio destro di Diamante apparve un orecchino con un pendente a forma di rombo, un diamante simbolo della terra. James usò i suoi poteri per rimuovere i massi.
-Bene, possiamo andare
Diamante provò ad alzarsi ma cadde a terra.
-Oh no, i poteri sono troppi...scusa è colpa mia se solo...
-No tu non centri. Mi devo essere slogata la caviglia. Sarà un problema per me tornare all’hotel.
-Oh questo si rimedia facilmente.
James la prese in braccio in stile sposa.
-James! Peserò moltissimo
-Tu? Ma se sei leggera come una piuma.
-Grazie James
Era vero, Diamante era leggerissima. Per James era strano avere in braccio una creatura così leggera e fragile, ma che riusciva a contenere tutti i suoi poteri. Era incredibile.
-James...potremmo evitare di dire che sono la tua custode?
-Te lo stavo per chiedere io. Tranquilla lo dirò a tempo debito a tutti.
-Grazie James, sei il mio eroe.
Li diede un bacio sulla guancia e James divenne rosso. Arrivati all’hotel i ragazzi videro James arrivare con Diamante in braccio
-Che cos’è successo? –chiese Dan
-Diamante stai bene? –chiese John
-Mi sono slogata la caviglia. James mi ha salvata da una frana, ma sto bene. Mi devo solo riposare un po'.
James l’aiutò ad andare in camera sua e tornò dai suoi amici.
-James sei stato eroico oggi-Dan era davvero riconoscente a James per averla salvata.
-Non ho fatto nulla di che...
Intanto Diamante si era curata la caviglia usando i poteri che aveva acquisito inseguito ai patti stretti.
-Questi attacchi non erano nei piani...sta succedendo qualcosa di strano...ma è meglio che non ci pensi...per ora voglio solo godermi la vacanza

Capitolo 2: E ma che cacchio?!

Capitolo 2: E ma che cacchio?!

Misty non è rientrata su Minecraft per un bel po’, intanto gli altri hanno continuato a giocare sul server e del nostro…ospite? Non si è trovata traccia.
-Ok…eccoci di nuovo su questo server. La mia assenza è dovuta, come saprete, al fatto che il mio computer era a riparare…nel frattempo vedo che gli altri sono andati avanti nel costruire farm e il resto…
-Ehilà Misty! –mi salutano gli altri
-Vediamo un po’…ehi Light quando dicevi che volevi fare una reggia non scherzavi, avete disboscato mezzo mondo o avete barato?
-Barato- replicano i tre
-Bravi…-commentò io- vediamo avete fatto delle pixel-art di noi quattro, tutte le farm possibili, una casa/villa gigante…cosa si fa ora?
-Allora, nei commenti sui nostri video- dice Tiger raggiungendomi- abbiamo ricevuto varie idee: fare un tempio greco, una mega rotaia, fare le otto meraviglie del mondo, creare una costruzione che vada dal punto più alto a quello più basso possibile, bucare il soffitto dell’Inferno…
-Ho capito abbiamo il mondo da fare- replico io- da che si comincia?
Dragon mi lancia dei diamanti- si fa una città sospesa nell’aria con l’oro, il ferro, il quarzo, lo smeraldo, il diamante e altri bei blocchi rari…
-Faccia strada capo- dico io seguendolo.
Light sta contando i blocchi di terra- la facciamo in acqua?
-Così se cadi, come tuo solito, non crepi? – chiede ironico Tiger
-Si- commenta lui
-Bene…io faccio il pilastro di terra, tu metti le scale- dico io a Dragon
-Si signora- replica lui
Comincio a fare il pilastro- Capo edile dica lei quando fermarsi
-Si, pensavo di fare la piattaforma sotto in terra, creare una specie di isola, poi fare sopra un tempio- dice lui- ah puoi fermarti
Mi fermo e faccio una piccola piattaforma di otto blocchi- bene ma io l’isola non la faccio, aiuto a fare il tempio o quel che vi pare ma io l’isola non la faccio
-Bene, allora mentre io e Dragon facciamo il sotto voi fate il sopra- decide Tiger finendo di allargare la piattaforma di una ventina di blocchi per lato.
-Bene, io vado a prendere gli altri blocchi tu inizia a…
-No, io prendo i blocchi e tu cominci a costruire- dico io saltando in acqua
-Sono nel magazzino- mi informa lui
-Mi muovo- salgo le scale che portano fino alla base, il magazzino l'hanno costruito nel fianco di una montagna innevata e il viale fino al magazzino è tracciato da delle torce con delle fiamme sopra, sembra quasi un percorso di quelli di qualche tribù primitiva ma devo dire che è molto scenico, cosa che probabilmente era nei piani di Tiger. Il magazzino non è altro che una gigantesca stanza scavata nella roccia con le pareti, il pavimento e il soffitto di pietra cotta, è diviso per aree ogni area contiene tantissime casse con i materiali.
-Qui mi ci perdo! - commento io- è un labirinto!
-L'uscita è indicata dai cartelli- mi dice Tiger
-Come se fosse quello il problema- commento io
Mi muovo tra gli intricati e complicati corridoi e finalmente trovo la zona con i blocchi che mi servono, mi riempio l'inventario e esco. Correndo arrivo da Light e gli mollo i blocchi per poi aiutarlo a fare questo tempio tra le nuvole, a cosa ci serva resta un mistero.
-Si sta facendo notte- dice Dragon
-Andiamo a dormire? - chiedo a loro
-Si, la tua camera è nell'ala destra- mi informa Light
-Bene, andiamo- dico io
L'ho detto che la casa che hanno costruito è un labirinto? No perché lo è. Ci ho messo più di due minuti a trovare la stanza, stanza davvero carina devo dire, per quanto si possa costruire cose carine in Minecraft. Ci corichiamo a letto, Tiger scrive in chat buona notte e dopo poco torna giorno.
-È passata una notte lampo- commenta Dragon- non ho nemmeno chiuso gli occhi ed ecco che c'è già il sole
-Voglio il letto- piagnucola Tiger
-Tra venti minuti sarà di nuovo notte- gli ricordo io- il giorno dura 20 minuti la notte 10, anche se sembra il contrario
-Su andiamo a costruire- dice Light
Io, nel frattempo, li ho raggiunti. Tornati su al tempio, che ormai è quasi finito, trovo un bel cartello- ah ah molto divertente ragazzi
-Cosa?
-Chi ha messo questo cartello qui? E questo libro rinominato “Al mio amore eterno”?
-Che?!
Loro tre mi raggiungono, su un blocco di quarzo è stata messa una cassa con dentro un libro e accanto alla cassa un cartello con scritto “Per la meravigliosa Misty”
-Avanti chi è stato?
-Io no- dicono in coro
Light saltella- non siamo stati noi, abbiamo costruito tutti insieme e a letto siamo andati in contemporanea, la casa è distante quindi noi non centriamo
-Vorreste dire che è venuto un hacker o Herobrine a mettere sta cose?!- chiedo io incavolata
-Misty leggi il libro- mi dice Tiger lanciandomelo
- “Le rose sono rosse, le viole sono blu, io sono colui che ti ama di più” che fantasia...- quante volte l'ho già sentita?
-Non la cavolo di poesia, ma chi l'ha fatta! – mi dice Dragon
-By Herobrine...-leggo io- non si può nemmeno modificare...
-Aspetta vorreste dire che Herobrine è nel nostro server, probabilmente con tutti i suoi poteri ed è in...
-Non dirlo Light! - lo blocco io- è inquietante
-Ah Misty ha fatto colpo sul signore oscuro! –ride Tiger
-Spero che ti cada un’incudine in testa Tiger- dico io
Un’incudine gli casca in testa.
-Ma che cazzo! –lui si sposta- mi ha tolto mezza vita!
-Io scherzavo! - mi giustifico io- e non mi sono mossa!
-Mi sa che il nostro Herobrine non ha apprezzato il commento o semplicemente gli stai sulle palle- commenta Light
-Ok ehm...scusa Misty- dice Tiger lanciandomi una rosa
-Scuse accettate- replico io- grazie per il fiore.
-Bene...abbiamo Herobrine nel nostro server...Che cacchio si fa? E se volesse fare del male a Misty? - chiede Dragon
-Facciamo finta di nulla finché non fa qualcosa di strano, fino ad allora uno di noi starà sempre con Misty chiaro? –decide Light

-Va bene...- dico io- ma perché tutte a me capitano?!

Capitolo 4: L'acqua e un bacio rubato

Capitolo 4
L’acqua e un bacio rubato
Era davvero strano come tutti all'improvviso stessero trovando un custode ma, per Nicolas, avere un custode non era di fondamentale importanza. La conoscenza, per lui, era importante, fin da piccolo aveva sempre studiato e si era impegnato per diventare il migliore in tutto. Eccelleva in ogni materia, negli sport era meno bravo, tranne nel nuoto in cui era un vero maestro. Stava facendo ciò che gli piaceva di più, leggere in piscina, era sdraiato sotto un’ombrellone all'ombra e leggeva tranquillo uno dei suoi “mattoni”, come li chiamava Marco, adorava leggere vicino all’acqua, fare una pausa tuffandosi nell’acqua, elemento così adorato per lui, per poi continuare a leggere. Era lì che leggeva tranquillo, Marco e gli altri erano fuori da qualche altra parte e Diamante non la vedeva da quella mattina. Sentì un certo trambusto e decise di alzare gli occhi dal libro, c'erano solo lui, il bagnino, e tre ragazzi palestrati, non che lui non fosse muscoloso, ma quei tipi avevano qualcosa di strano. Guardò la direzione del loro sguardo e vide che qualcuno stava nuotando nell’acqua cristallina della gigantesca piscina. Chi poteva essere? Chiunque fosse nuotava davvero bene, sembrava una creatura marina. Nicolas non poté distogliere lo sguardo, era curioso di conoscere l’identità della persona che nuotava. Vide che era una donna. Poi la vide uscire, sembrava una dea. Il costume a due pezzi bianco le stava alla perfezione, i lunghi capelli biondi erano bagnati e le davano l'aspetto di una delle più belle creature del mondo. Nicolas notò il bracciale, la collana e l’orecchino. Ce li aveva sempre avuti? Non se lo ricordava, era molto probabile che non l'avesse notato infondo non prestava attenzione alle persone normali. Diamante era davvero bellissima, lo guardò con i suoi occhi di un celeste così intenso da ricordagli il mare. Perché non l'aveva mai notata?
-Nicolas, anche tu qui?
-Si stavo leggendo
Si sedette sulla sdraio accanto a Nicolas. Nicolas, anche se non lo dava a vedere, ne era lieto.
-Che leggi di bello?
-One day to kill my family
-Un giorno per uccidere la mia famiglia? Sembra interessante
-Lo è, ti consiglio di leggerlo
-Lo farò
Nicolas vide di sfuggita quei tre energumeni avvicinarsi, il bagnino era uscito dalla zona piscina.
Quello che sembrava in assoluto il più geniale dei tre, che per Nicolas erano degli imbecilli palestrati, si mise a sorridere a Diamante.
-Ho visto che sei una bella sventola, ti va di uscire con me e i miei co?
“Ma come cavolo parla?”
-Mi dispiace, ma ho di meglio da fare
-Tipo stare con sto nerdaccio qua?
-Si, almeno lui un cervello funzionante c'è l'ha
Nicolas sorrise
-Che hai da ridere quattrocchi?
-Sto solo notando che la specie degli uomini di Neandertal non si è ancora estinta
Diamante rise.
-Brutto demone acquatico...ora ti divoreremo
I tre cominciarono a mutare per poi diventare un serpente marino a tre teste. Nicolas strinse i denti e diede una occhiata di sfuggita a Diamante che sembrava impassibile, forse era spaventata?
-Vieni qui demone, ti divoreremo in fretta e passeremo alla ragazza poi...
Diamante mise una mano sulla spalla di Nicolas, il contatto gli diede un leggero brivido, il mostro era nella piscina davanti a loro, ma Diamante guardava Nicolas negli occhi, era calma, tranquilla e serena.
-Nicolas, fai il patto con me...demone dell’acqua
Non se lo fece ripetere due volte, il suo sguardo era come le profondità marine, la sua voce era serena come il suono del mare, e i suoi capelli erano mossi come le onde. Fecero il patto. A Nicolas apparve il simbolo sul braccio destro, a Diamante comparve un braccialetto al polso sinistro, un braccialetto celeste, con delle gemme bianche e blu scuro che ricordavano il movimento delle onde. Diamante chiuse gli occhi, sentì un grido e poi quando li riaprì vide solo Nicolas. Lui le si avvicinò. Diamante era bellissima in quel momento e non resistette alla tentazione, le rubò un bacio. Lei non si oppose ne si lamentò.
-Eviterò di dire agli altri che sei la mia custode, non è un problema vero?
-No tranquillo. Ma...
-Ma?
 Diamante lo spinse in acqua e si tuffò anche lei
-Vediamo se il demone d’acqua batte la sua custode in una gara di vasche
-Sfida accettata



I am the father apparently

I am the father apparently Trama: Ritornata indietro nel tempo a quando era ancora una bambina, Lia non vuole soffrire alle mani dell’abusiv...