La corsa della vita
1 Il
ritorno di 66
Amelia ha sempre amato guardare le gare di corsa. Suo padre
era il migliore, ma poi si ritirò perché non ci vedeva più bene, lei e suo
fratello erano uniti, lui aveva diciannove anni quando i loro genitori
sparirono, lei ne aveva solo dieci. Cody lasciò il college e si mise a correre
con la sua automobile, aveva ereditato il talento del padre e in breve divenne
il migliore. Era pericoloso, molte volte aveva rischiato grosso ma doveva
continuare per permettere ad Amelia una vita normale. Amelia si diplomò velocemente,
a diciassette anni era già in procinto di laurearsi, voleva trovare in fretta
un lavoro così che il fratello potesse lasciare perdere le corse, era vero, il
denaro che vinceva era molto e aiutava, ma il rischio era troppo.
Amelia, ormai diciottenne, raggiunse di corsa il box del
fratello. Lei era bianca come il latte, aveva gli occhi di un blu così profondo
che ti ci perdevi dentro e dei meravigliosi capelli neri lunghi e morbidi che
le davano un aspetto sovrannaturale, indossava una gonna nera, delle calze alte
bianche, la maglietta bianca con il numero del fratello, il 19, scritto in
nero, e degli stivaletti neri.
-Cody! –Amelia abbracciò il ragazzo ormai ventinovenne, lui
aveva i capelli biondi, gli occhi verdi e la pelle abbronzata.
-Ed ecco il mio portafortuna...farai il tifo per me?
-Ovviamente!
-Anche se non vincerò sono sicuro che tu mi farai tornare
vivo da te
Lei lo strinse- torna vivo chiaro? Oppure ti uccido
-Se sono già morto non è un contro senso?
-Va e torna!
Cody salì sull’auto e raggiunse lo start. All’inizio tutto
andava bene ma poi un altro corridore lo fece sbandare e l’auto esplose. Cody,
forse per puro caso, era riuscito a sopravvivere ma aveva preso una forte botta
in testa. Non avrebbe più, o almeno per un bel po’, potuto correre.
Amelia un giorno lo trovò a piangere davanti alla prima foto
della sua prima corsa, aveva vent’anni e accanto a lui che reggeva la coppa
c’era lei che lo guardava orgogliosa, allora non sapeva quanto fosse pericoloso
correre.
-Cody…
-Mi spiace…senza la corsa…io sono inutile…
Amelia lo abbracciò- non è vero…
-Si invece…so solo come gareggiare…se non potrò farlo saremo
nei guai Amelia…
Lei gli sorrise- troverò io una soluzione, ora torna a letto,
devi riprenderti in fretta.
-Dove vai?
-A comprare gli antidolorifici che ti servono, non
preoccuparti tornerò presto
-Amy
Lei si girò- si?
-Sei davvero il mio portafortuna senza di te probabilmente
sarei morto
Lei gli sorrise- va a letto su, io tornerò il prima possibile
Uscì. Erano passati tre giorni dall’incidente, tra due giorni
sarebbe cominciata la gara di selezione per le gare della stagione. Cody non
avrebbe potuto partecipare neanche volendo e anche se avesse potuto serviva
un’auto da corsa nuova, la vecchia 19 era ormai inadatta alle corse.
-I problemi sono troppi…presto i soldi finiranno e le cose
peggioreranno…- sospirò Amelia
Avrebbe fatto di tutto pur di vedere di nuovo il fratello
sorridere. Senza accorgersene era finita nei quartieri malfamati della zona,
era una ragazza che se si perdeva nei suoi pensieri camminava a caso e
rischiava di finire chissà dove. Quando si accorse di essere finita in un
vicolo ceco fece per tornarsene indietro, maledicendosi per la stupidità che
aveva a girare per quella zona di notte, ma tre tizzi incappucciati le
sbarrarono la strada.
-Hey bellezza, vuoi giocare un po’ con noi?
Lei indietreggiò prontamente finendo con le spalle al muro in
mattoni
“Quando dicevo che le cose sarebbero peggiorate non intendevo
questo! Qualcuno mi aiuti!”
Mentre i tre si avvicinavano un rumore di pneumatici di auto
rimbombò nella notte. La ragazza si schiacciò contro il muro, un’auto da corsa
saltò letteralmente il muretto e si parcheggiò, con un’assurda precisione, tra
Amelia e i tre, che prontamente se la diedero a gambe. Amelia fissò l’auto. Era
una bellissima auto da corsa nera come la notte, con le ruote bianche, i
finestrini oscurati, i fari rossi e la scritta, con lettere fiammeggianti, sui
fianchi 666. Lo sportello del guidatore si aprì. Amelia si aspettava di vedere
scendere qualcuno, ma visto che i minuti passavano e nessuno usciva si
avvicinò, con passo incerto, verso il veicolo. Appena raggiunse l’auto vide che
nessuno la guidava.
-Allora sali sì o no?
Amelia guardò l’auto incerta, aveva appena parlato o era
impazzita? Con un po’ di incertezza si infilò nell’auto che, appena lei fu
dentro, si chiuse e riprese a correre.
-Chi sei?
-Io sono la 666, un’auto definita demoniaca poiché indistruttibile
e parlante, ma il mio vero nome è Fulmine
-Mi chiamo Amelia…
-Tagliamo corto, tu hai bisogno di un’auto per correre e io
di qualcuno che mi guidi e mi faccia partecipare alla corsa che si terrà a
breve. Vuoi aiutarmi?
-Se lo faccio, tu mi aiuterai a vincere?
L’interno dell’auto era una meraviglia della tecnologia e a
ogni parola che pronunciava la radio mostrava le onde sonore in una linea che
sembrava quasi il battito di un cuore.
-Voglio vincere per battere un’altra auto come me…ci guadagno
più io che tu fidati
-Allora ci sto…torniamo a casa mia, lì c’è l’officina della
mia famiglia. Puoi riposarti lì, farò l’iscrizione domani mattina
-Officina?
-La mia famiglia corre da generazioni e generazioni, l’officina
è dove teniamo, ripariamo e curiamo le nostro auto da corsa
-Ho trovato una buona autista allora
-Come hai fatto a trovarmi?
-Ho sentito il tuo desiderio di correre…ho seguito quello…
L’auto parcheggiò difronte alla villa di Amelia. Cody,
allarmato dal rumore, si precipitò alla porta. Amelia scese dall’auto.
-Allora?
-Un’auto…ma dove…
-Sono piena di sorprese…che dici, posso gareggiare con lui?
-LUI? Credo di sì…ma le auto non erano tutte donne? –chiese lui
girando intorno a Fulmine
-La mia auto è un lui, si chiama Fulmine e gareggia con il
numero 66- il terzo sei Fulmine lo aveva fatto sparire, “evitiamo problemi con
la stampa” aveva detto.
-Beh…abbiamo una nuova corsa da affrontare…vado a fare l’iscrizione-
disse Cody- anche se l’idea che tu corra non mi aggrada…-commentò sparendo in
casa
-Allora?
-Allora Fulmine abbiamo una corsa da vincere
Nessun commento:
Posta un commento