WitchandAngel : settembre 2015

Capitolo 1: L'apparenza inganna

Un diavolo di avvocato

1     L’apparenza inganna

Il giudice entrò in aula. La corte era già presente, l’avvocato dell’accusa, un signore dai capelli marroni e occhi celesti, sui quarant’anni, un completo bianco e uno sguardo fiero e sicuro negli occhi. Il giudice, un signore anziano, pelato, sui sessanta, con una barba bianca molto ben tenuta, occhi verdi e uno sguardo perplesso guardava il banco della difesa, dei due avvocati era arrivato solamente uno, un uomo alto, muscoloso, con capelli neri, occhiali da sole e un completo blu scuro. Accanto al primo avvocato c’era una ragazza con i capelli rossi e occhi verdi, indossava anche lei un abito elegante e sembrava nervosa.
-Signorina Rebecca
-S-si signor giudice?
-Dov’è il suo avvocato? –chiese con la voce rauca il giudice
-S-sta arrivando signore...-rispose la ragazza tremante
-Signor giudice è evidente che la difesa vuole rinunciare al caso quindi…-iniziò l’avvocato vestito di bianco
Le porte dell’aula si aprirono, il silenzio calò sull’aula del tribunale.
-Non sia così precipitoso avvocato…sono solo in leggero ritardo…ho dovuto prendere alcune cose in ufficio per questo caso tutto qui- una ragazza, bionda, con un bel fisico e con dei vispi occhi celesti, con un tajer nero e attillato, i lunghi capelli raccolti in una coda, la ventiquattrore nera in mano, le scarpe nere con il tacco…una bella ragazza…ma non era quello ad aver lasciato a bocca aperta l’accusa ma l’età della ragazza, infatti l’avvocatessa aveva solo diciannove anni.
-Ah signorina Night vedo che sarà lei ad occuparsi della signorina Rebecca, l’accusa avrà molto da fare- commentò il giudice- si sieda
-Perdoni il mio ritardo- la ragazza si sedette al suo posto. Rebecca le sorrise speranzosa e lei ricambio stringendole la mano- andrà bene vedrai…
-Giudice è una mocciosa!!!! –protestò l’accusa
-La “Mocciosa” signor Pants ha diciannove anni, tre laure e cinque dottorati- affermò il giudice- non la sottovaluti…ah beata gioventù
-Ma…ma…
-Signor avvocato se ha contro una ragazzina non è un vantaggio per lei? –chiese la ragazza- non credo che dovrebbe preoccuparsi
-Questa sarà una vittoria facile- commentò l’avvocato vestito di bianco
-Bene…l’accusa è pronta per cominciare? –chiese il giudice
-L’accusa è pronta vostro onore
-La difesa è pronta?
-La difesa è pronta signor giudice- rispose alzandosi la ragazza
-Bene…che l’accusa faccia la dichiarazione d’apertura
-L’accusata, Rebecca Miles, è stata vista da un testimone uscire dall’appartamento della vittima, il suo ragazzo, Mirko Niton, il testimone ha anche trovato il corpo della vittima, morto per trauma cranico, l’arma del delitto è questo…questo…-guardò la strana statua- ehm…questa specie di statua…- la statua era un caos di pezzi deformi, ma stranamente tutto quel caos rendeva la statua abbastanza carina- la vittima è morta immediatamente a causa del colpo ricevuto
-Bene…l’accusa chiami il suo primo testimone
Sul banco dei testimoni si mise un uomo dai capelli neri e occhi neri- sono Mike Giti
-Può iniziare la sua testimonianza.
L’uomo tossì- bene signore. Sono un venditore porta a porta. Stavo passando per il piano in cui abitava la vittima quando ho visto la signorina correre via dall’appartamento, la porta era aperta, sono entrato, erano circa le 13. Ho visto il cadavere, non ho messo piede nell’appartamento, ho usato il telefono dell’appartamento, ma non funzionava, ho usato il cellulare e ho chiamato la polizia. Questo è tutto.
-Bene…mi sembra tutto chiaro…la difesa può contro-interrogare il testimone.
La ragazza prese in mano i fogli del caso, si alzò in piedi e si diresse verso il banco dei testimoni- allora…-sospirò rigirandosi i fogli tra le mani
-Non sa che pesci pigliare? –chiese l’accusa ghignando
Lei lo ignorò- bene…signor Giti…lei è un pessimo bugiardo
-Come si permette?!
Lei sorrise- prima incongruenza…secondo l’autopsia della vittima la morte è stata stabilità tra le 16 e le 17, lei ha affermato che la vittima era MORTA alle 13, una cosa impossibile. Secondo, ha affermato di non essere entrato nell’appartamento, eppure dice che quando ha provato ad usare il telefono dell’appartamento quest’ultimo non funzionava e per questo lei ha usato il suo cellulare. Secondo un rapporto ottenuto dal proprietario degli appartamenti c’è stato un blackout…questo spiegherebbe la mancanza della linea telefonica, MA questo blackout è avvenuto dalle 13 alle 13:30, questo mostra il fatto che, benché il testimone sostenga il contrario, il telefono funzionava eccome…per accertarmene ho chiesto alla compagnia telefonica di controllare i suoi dati. I loro dati dimostrano che il telefono ha ripreso il contatto alle 14 e che ha continuato a funzionare ininterrottamente fino a poche ore fa. Inoltre…
-FATELA TACERE!!!!!!! –urlò il testimone
Tutta la sala lo guardò ammutolita.
-CONFESSO! Ho ucciso io il tipo! Dirò tutto ma tenetemela lontana!
La ragazza guardò il giudice- non è colpa sua signorina se incute timore a ogni testimone
-Posso continuare signor giudice?
-Certo…anche se lui vuole confessare
Lei si schiarì la voce- lei è un così detto “Topo d’appartamento”
-Topo d’appartamento? –chiese il giudice
-SI sono un ladro! Ero lì per rubare ok?! –urlò il tipo
-Si calmi ho la faccio arrestare per oltraggio alla corte! –lo minacciò il giudice battendo il martello per far tacere l’aula- anche se, continuando così…
-Vedendo uscire la mia cliente dall’appartamento, ha pensato che esso fosse vuoto, è entrato e ha cominciato a rubare gli oggetti di valore…la vittima è rientrata proprio in quel momento. Preso dal panico il signor “Topo d’appartamento” ha preso il vaso…si è un vaso l’arma del delitto…e la usato per colpire la vittima in testa. Ricordatosi di aver visto la mia cliente uscire da lì ha ben pensato di incolparla. Lo scambio dell’ora è facile da chiarire, la mia cliente e la vittima erano appena tornati da una lunga crociera, nell’ultima tappa la mia cliente ha regalato un orologio alla vittima, un pendolo da muro, la differenza è dovuta a questo.
-E come mai? –chiese il giudice
-Il luogo dove hanno preso e regolato l’orologio si trova in un fuso orario diverso, l’orario è di tre ore indietro rispetto al nostro. La vittima tornata a casa non ha avuto il tempo di aggiustare l’orario. Comunque affermare che la mia cliente era fidanzata con quello è errato, la mia cliente e la vittima non avevano QUEL tipo di relazione.
-E così signor Topo di…ehm signor Giti? –chiese il giudice
L’uomo annuì- quando ho visto l’uomo entrare ho perso la ragione e ho l’ho colpito…l’avvocato ha ragione signor giudice
Due agenti portarono Giti via. L’accusa fissava a bocca aperta la ragazzina.
-Bene…dichiaro l’imputato NON COLPEVOLE. Potete andare. Sa signorina Night, adoro avere lei nei miei casi.
-Signor giudice! –urlò l’accusa- ma…cosa…non capisco come cavolo ha fatto questa ragazzina a…
-Avvocato…lasciate che vi presenti la signorina Angel Night, l’avvocato della difesa con un record di 190 casi vittoriosi, con il vero colpevole arrestato, sui 190 casi che ha seguito, è chiamata “Dea della vittoria”, “Avvocatessa del diavolo” e “L’imbattibile Night”.
-Questa ragazzina…
-Signor giudice la saluto, spero di rivederla presto, magari non nell’aula di questo tribunale.
Rebecca le saltò addosso- l’hai fatto! Mi hai scagionata! È con una tempistica assurda! Non so come ringraziarti!
-Ho solo fatto il mio dovere. Ora scusami torno in ufficio, ho altri casi da seguire. Andiamo Black.
L’altro avvocato annuì e seguì la collega.
***Appena usciti dal tribunale***
-Ed anche questa causa è vinta
-Dì la verità vuoi stabilire un nuovo record? –chiese la voce profonda di Black
-Voglio solo svolgere il mio lavoro…se sono brava non è colpa mia- rispose lei sorridendo
-Modestia a parte eh?
-Ovvio
Un avvocato dal completo nero si avvicinò- Ciao Angel Night
La ragazza lo fissò- chi sei?
-SONO LUCIUS DAY! IL MIGLIOR AVVOCATO DELL’ACCUSA ESISTENTE!
-Lo so, volevo solo darti ai nervi Lucy- replicò lei al ventisettenne- che vuoi Lucy?
-Non chiamarmi Lucy! –rispose l’avvocato passandosi una mano tra i capelli neri tirati all’insù e spostando gli occhi rossastri dalla ragazza che lo guardava divertita- volevo chiederti se puoi aiutarmi in un caso
-Un caso? Ma sono della difesa
-LO SO! Ma credo che ti interesserebbe mettere dentro il sospettato
-Che caso sarebbe? –chiese lei incuriosita
-Gli omicidi di Michel Guilty- disse lui- ti interessa vero?
-C…ci penserò…quando sarebbe il caso?
-Domani
-DOMANI?! E TU MI AVVERTI SOLO ORA?!
-Calma! Ho provato a contattarti prima ma mister cane da guardia- guardò malissimo Black, i due si odiavano a morte perché ambedue erano interessati alla ragazza che, ovviamente, lo sapeva ma fingeva di esserne all’oscuro, il perché…non lo sapeva lei figuratevi se lo so io! –ha accuratamente evitato che ci riuscissi
-Dice il vero Black? –chiese lei
-Si- rispose tranquillo Black
-Bravo Black- disse lei tranquilla- per quanto riguarda il caso…se parteciperò mi vedrai in tribunale…intanto mandami le prove, l’autopsia e il resto, potrei darci un’occhiata dopo…ciao…ho altri venti casi sulla scrivania
-Tieni- Lucius le diede una cartella- tutto qui dentro
-Previdente eh? –commentò lei- vedremo se ti darò una mano
Lei prese la cartella e salì in auto.

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Capitolo 1: Una partita a Minecraft iniziata male

The minecraft player

Capitolo 1:

Una partita a Minecraft iniziata male

Accendo la webcam- Ok pronti?
Attivo le voci e inizio a registrare.
-Hey Gente, benvenuti in questo nuovo video. Io sono Mistery Girl e oggi qui con me ci sono: Moonlight…
-Hey Hey gente. Io sono Light e bentornati sul mio canale- la voce allegra del mio amico mette sempre tutti di buon umore
-Dragon
-Giorno- la sua voce è mezza addormentata come al solito, ma infondo il mio amico non è normale
-E ultimo, ma non meno importante, TigerFire
-Ciao- lui parla poco, ma è simpatico.
-Mamma l’allegria ragazzi- commento io- allora siamo in un nuovo mondo di Minecraft, l’ultima versione appena uscita, e siamo in modalità…
-Hardcore! –urlano loro
-I miei timpani- mi tolgo le cuffie per poi rimetterle- non urlate così che io divento sorda…comunque cominciamo a fare le prime cose
-Mi occupo degli strumenti- la skin di Light è un ragazzo dai capelli bianchi e gli occhi rossi, una felpa nera e dei pantaloni bianchi.
-Cerco animali- la skin di Dragon è un ragazzo dai capelli rossi, gli occhi celesti, una maglia con un creeper verde sulla schiena e dei pantaloni neri
-Io e Misty andiamo ad esplorare allora- la skin di Tiger è un ragazzo dai capelli arancioni, gli occhi verdi, una maglia bianca e dei pantaloni blu.
-Bene- mi metto in F5 e guardo la mia skin, una ragazza dai lunghi capelli biondi con le punte rosee, occhi viola chiaro, una canottiera bianca, una gonna nera e degli stivali alti neri con i lacci bianchi. Ci ho messo ore a farla così. Torno in prima persona e seguo Tiger.
Siamo spawnati in una giungla, muoversi qui è un inferno e visto che sta ancora caricando tutto io laggo tantissimo- dannato lag
-Strano laggo io di più di solito eppure non ho lag oggi- commenta Light
-Ha smesso- replico io- si vede che la tua voce l’ha spaventato
Sento le risate degli altri.
-Comunque…ho trovato del ferro- ci informa Dragon
-Ma non eri a caccia di animali? –gli chiede Tiger
-E si vede che pensa che il ferro sia un animale! –scherzò Light
La mia attenzione viene attratta da un movimento sulla montagna. Sposto il mio personaggio e inizio a saltare da un blocco all’altro.
-Ohi Misty dove vai?
Eppure ero sicura che ci fosse qualcosa qui…una torcia? Si c’è una torcia qua in cima- avete per caso messo una torcia di redstone su una montagna?
-Misty siamo appena entrati…cazzo c’è davvero! – il personaggio di Tiger la prende- è stata cambiata di nome
-Fa vedere
Me la passa. “Fiamma d’amore” - ok…torniamo dagli altri…
-Io credo che sia meglio andare verso nord- Tiger fa saltare il personaggio verso la direzione
-C’è una prateria la giusto? –aumento lo zoom e vedo che dopo la pianura c’è un bioma innevato- che mondo strano…pianura e neve vicini
-A ovest c’è il bioma del deserto…a Est c’è il mare…a Nord il bioma innevato…a Sud il bioma della foresta…abbiamo una bella x con tutti i biomi –esclama contento Light- potremmo fare tante belle costruzioni
-In verità i biomi sono di più…comunque ti potrai divertire a farmi la casa Light- lo ripicco io
-Anche a me grazie- gli dicono Dragon e Tiger
-Farò un immenso castello con tante torri, un fossato e…
Non lo ascolto più. Prendo dalla chest i pezzi di armatura e gli attrezzi. Con il piccone spacco la fornace- su spostiamoci
*********Inizio dei lavori per costruire il castello********
-Come va in caverna voi due? – mi rivolgo a Tiger e Dragon, visto che non volevano aiutarci li abbiamo mandati a minare
-Scheletro!
-Zombino!
-Direi che va benissimo- ridacchia Light posizionando un altro pezzo di cobblestone
-Vado a fare legna? –è lui il capo quando si deve costruire
-Prendine almeno 128 pezzi
-Mi riempio l’inventario ho capito
Prendo tre asce in ferro e vado nella foresta e inizio a rompere i cubetti di legno.
-Allora signor capo cantiere, cosa ha in mente?
-Allora...per prima cosa una bella base di…100x100
-Cavolo Light che cavolo vuoi farne di una base così?! –chiede Dragon
-Lo so che è piccola, ma dammi tempo! Sarà solo l’ingresso! –dice lui
-Se quello è l’ingresso non vedremo la casa da un lato all’altro! Tipo un bioma intero a stanza! commenta Tiger
-Cioè dalla cucina al soggiorno quanta distanza ci sarà uno o sei biomi?! Light stai esagerando! –dice Dragon- diglielo anche tu Misty!
-Su ragazzi lasciatelo fantasticare- dico io smettendo di prendere legna e rompendo anche l’ultima ascia, non durano mai molto quando Light ti manda a legna- ma Light NON fare una casa gigantesca…perché non fai una bella e grande città o un villaggio o quel che ti pare
-Villaggio in stile medievale! –esclama lui- ma certo! Geniale! 
-Misty…-mi rimproverano gli altri due
-Su lasciatelo giocare in pace
-SI MAMMA- replicano i due
-NON CHIAMATEMI- mi blocco- oh cazzo…
-Misty?
-Salve…lei è? –skin classica da Steve con gli occhi bianchi
-Misty? Che succede?
-Sembra che siamo in Cinque sul server
-Cinque? –chiede Tiger- chi cazzo è il quinto?
-Fate il teletrasporto ORA- indietreggio
Gli altri arrivano, vedono Herobrine giusto un secondo prima che quello se ne va.
-L’avete visto? –chiedo io
Un sì generale mi fa capire che non sono pazza
-Per…per oggi direi che è abbastanza…ci…ci rivediamo a un prossimo video…Arrivederci dalla vostra…Misty



Capitolo 2 da difesa ad accusa

2  Da Difesa ad Accusa

Lucius era seduto al banco dell’accusa. Tra il pubblico c’era Black, cosa che faceva sperare al giovane Lucius che Angel avesse deciso di aiutarlo.
-Signor Lucius- richiamò il giudice- ci può dire chi è la misteriosa aiutante di cui parlava?
-Signor giudice ecco…
-Scusi il ritardo signor giudice- la voce di Angel Night mise tutti a tacere- ho avuto alcuni casi da sbrigare
-Ah signorina Night non sapevo fosse uno degli avvocati del signor Guilty
Angel, nel suo tajer rosso fuoco, sorrise raggiungendo Lucius- per una volta, signor giudice, starò con l’accusa
-Con l’ACCUSA?!- esclamò il giudice
-Si, mi è stato chiesto aiuto da un vecchio collega e non potevo di certo rifiutare un lavoro così interessante, non crede?
-Sarà di sicuro interessante vederla lavorare con l’accusa, ma siete sicuro signor Day? Angel Night non ha esperienza come avvocato dell’accusa- commentò il giudice
-Non potrei chiedere aiuto a nessuno oltre a lei e mi creda, Angel Night, sia come difensore sia come accusatrice è il miglior avvocato donna che ci sia, io stesso l’ho potuto confutare- affermò Lucius- lei ha talento nel vincere
-Bene possiamo cominciare, l'accusa può fare la sua arringa di apertura, ehm...buona fortuna signorina Night- disse il giudice
-Grazie signor giudice- rispose la ragazza sorridendo
Lucius si schiarì la voce- Bene...l'accusato è stato trovato sulla scena del crimine, in mano aveva l'arma del delitto e lui stesso ha confessato i suoi crimini...
Angel non ascoltava Lucius, o la difesa, si concentrò solamente sul l'accusato e sui testimoni che chiamavano entrambi, per un'ora delle due stette in silenzio.
-Tutto ok? –chiese Lucius ad un certo punto
-Puoi chiamare il signor Guilty a testimoniare? –chiese lei
-Va bene, hai un piano?
-Ho osservato, ho ascoltato e pianificato, cosa che tu non fai mai, chiamalo e finiamo questa storia- disse lei sbrigativa
-L'accusa può chiamare il suo prossimo testimone- disse il giudice
Lucius si alzò- chiamò a deporre, Michel Guilty
Un mormorio si diffuse nell'aula mentre il noto affarista salì sul banco degli imputati. Angel si alzò e con passo tranquillo raggiunse il centro dell’aula.
-Ah? Mandate la ragazzina a interrogarmi? Molto coraggioso signor Day- rise Guilty con la sua voce roca rimbombò nell'aula
-Se fossi in lei Mr. Guilty starei attento a sottovalutarmi- disse lei con calma
-Mi stupisca signorina- lo sguardo che le rivolse fece accapponare la pelle a tutti, Angel se ne stava calma, come se non la turbasse quell'uomo ed era questo che fece rimanere di stucco l'uomo. Lo sguardo di quella ragazza- la smetta...
-Di far cosa? –chiese Angel innocentemente
-LA SMETTA! Non mi guardi con quell’aria di superiorità! Lei non sa niente di me! Niente!
-So che lei ha...- prima che Angel potesse finire qualcosa l'uomo iniziò ad urlare
-SI HO UCCISO QUEL BASTARDO DEL MIO SOCIO! HO UCCISO LA MIA SEGRETARIA E CHIUNQUE MI INTRALCIASSE LA STRADA! ERANO DEGLI IMPICCI!
-Si spieghi...
-Ho ucciso delle ragazzine come te, sai? Erano così pure- disse lui come se si fosse scordato che era in un'aula di tribunale- mi divertivo a giocarci e poi le toglievo di mezzo quando mi stancavano, il mio socio mi scoprì, diceva che ero un essere immondo, voleva denunciarmi così me ne sono sbarazzato, la segretaria mi ha beccato mentre mi liberavo del corpo e mi sono liberato anche di lei.
Angel era immobile, così come l'intero tribunale, fece un respiro profondo, forse per calmarsi- ha sentito signor giudice?
-La corte ha ascoltato abbastanza, dichiaro l'imputato colpevole, la condanna verrà stabilita in base hai...
Angel non lo ascoltava più, si sedette accanto a Lucius che la guardava stupito.
-Fermi! Non mi potete arrestare! Non mi potete arrestare!- Guilty prese la pistola della guardia che lo stava portando via e la puntò contro Angel- vieni qui!
Lei calma raggiunse il tipo che la prese e le puntò la pistola alla tempia- ora voi cambiate il verdetto e io non le sparo
Angel era calmissima e con la stessa calma colpì e disarmò il tipo, gli prese la pistola e la disarmò con una mossa. Lui cercò di colpirla, senza molto successo, lei gli bloccò il colpo e gli rigirò il braccio facendolo urlare dal dolore e inginocchiare a terra.
-Te l'ho detto, non sottovalutarmi- disse lei lasciandolo andare- prendetelo
Gli agenti lo tirarono su, Angel ricaricò la pistola e la diede all'agente- stia più attento
-Tu piccolo demone! Sei un demone! Com'è che nessuno lo capisce?! È il diavolo in persona!
-Si si, certo certo- disse un agente trascinandolo via
-Si può sapere come hai fatto a...-chiese Lucius
-Ero in un'accademia militare da piccola, mia madre è antropologa forense nel FBI, mi hanno istruito alcuni suoi colleghi della CIA però- spiegò lei
-CIA...FBI...-disse Lucius- tu sei proprio strana sai?
-Abbiamo vinto no? Dovresti ringraziarmi- affermò lei
-Signorina Night- il giudice la chiamò- lei dovrebbe pensare di passare all'accusa, non ho mai visto una confessione meglio estorta
-Grazie signor Giudice, ma per ora preferisco restare dove sono.
Angel e Black uscirono con calma.
-Ottimo lavoro- disse con voce roca Black, da dietro gli occhiali la guardava
-Nulla di straordinario, mi sono vestita in rosso apposta, pare che lui non sopporto quel colore
-Hai fatto come se fosse un toro?
-Toro? No, quelli odiano il movimento non il colore, ma potremmo dire così
Angel salì sulla decappottabile nera, Black si mise al volante. Mentre lui guidava lei consultava sul cellulare i file del prossimo caso che avrebbe seguito.
-Chi è il...
Il cellulare squillò- pronto?
-Angel? Sono Mamma, volevo chiederti un grosso favore
-Dimmi
-Potresti rappresentare Jack Marron nel prossimo processo?
-Il tuo collega dell’FBI?
-Si
-Arrivo- chiuse la chiamata- Black abbiamo un agente nei guai
Black fece una curva e accelerò verso la direzione opposta.




Capitolo 3: Agente nei guai? Ci pensa lei!

3     Agente nei guai? Ci pensa lei!

Angel scese alla sede delle FBI dove l'aspettava la madre, una donna dai capelli biondi tagliati a cassetto, occhi verdi e un sorriso severo.
-Eccoti
-Dove si trova il cliente?
-Seguimi
Il loro era un rapporto apparentemente freddo, ma era il loro modo di comunicare, si volevano bene, lo sapevano e questo a loro basta. Scesero le scale e si ritrovarono nella sala riunioni. C'erano degli agenti con lo sguardo preoccupato puntato su un ragazzo dai capelli marroni e occhi dello stesso colore.
-Jack Marron? –chiese Angel con tono professionale, lui si alzò subito- Angel Night, il suo avvocato della difesa
-Mi ricordo di te, da piccola ti addestravi con noi- disse un agente sorridendo- eri così piccina
Black digrignò i denti, gli agenti lo guardarono, non sembrava umano quello.
-Non badate a lui per piacere, è il mio collega, la mia guardia del corpo e in passato era un mercenario.
-Una bella compagnia- commentò un agente guardandolo poco convinto il tipo
-Lasciatemi sola con il mio cliente
-Buona fortuna- dissero i ragazzi uscendo.
La madre di Angel esitava- Sta tranquilla, non ho mai sbagliato un colpo- la rassicurò Angel, mentre la donna usciva.
-Allora- Angel si sedette- cominciamo Black
L'uomo coprì la telecamera- siamo soli
-Bene- disse Angel sedendosi sul tavolo e accavallando le gambe, non era preoccupata per nulla sul caso- Signor Marron lasci a me il suo caso, lei non si deve preoccupare di nulla- gli prese il mento e lo guardò negli occhi- non si deve preoccupare di nulla, ci penserò io, penserò io a tutto
L'agente annuì come in trans. Angel lasciò la presa e fece cenno a Black di agire. Il ragazzo si tolse gli occhiali, rivelando occhi di serpente rossi come il sangue. Guardò il ragazzo negli occhi
-Ci vorrà poco
***In aula***
-Sicuro di non ricordare cosa hai detto al tuo avvocato- chiese ancora un agente
-No...ricordo solo che mi sono sentito sollevato appena mi ha parlato, ha detto che mi avrebbe portato alla libertà...
-Bene...Signorina Night! Ancora una volta siete l'avvocato in un mio caso? –chiese il giudice ridendo
-Si vede che dovrete sopportarmi signor Giudice
-Bene...iniziamo- disse il Giudice
****dopo il processo****
-Un'altra vittoria- disse la madre di Angel abbracciandola- grazie per l'aiuto
-Ho da fare con altri casi- disse lei spostandosi- cercate di non finire nei guai. Andiamo Black
-Grazie ancora- disse Jack, ma appena guardò Black in faccia, un brivido lo colse e lo costrinse a distogliere lo sguardo- Angel
-Si?
-Quell'uomo- indico Black che era troppo lontano per sentirlo- è un demonio vero?
Angel sogghignò- beh...di certo non è pericoloso come me- si girò e salutò con un gesto- ci rivedremo presto, mio caro Jack
Angel salì in auto- dicono che sei un demonio

Black partì- beh io sono solo un famiglio...il demone...o diavolo..- guardò Angel- sei tu


Capitolo 4: Notte insonne

4     Notte insonne

Angel si stiracchiò chiudendo il pc, si alzò dalla scrivania, indossava solo una canottiera e delle mutandine nere, era notte tarda e doveva andare a dormire. Era completamente buio, si spostò con calma fino al frigo, lo aprì e prese un bicchiere d'acqua, si girò, per un attimo sentì che qualcuno era dietro di lei. Richiuse il frigo e si guardò intorno, chi c'era? Sentì una mano prenderla e tenerla ferma. Non vedeva nessuno, che diavolo era? Prese di istinto con la mano libera il coltello da cucina e colpì di striscio qualcuno.
-Non voglio fare male a nessuno-parlava con il buio- ti prego lasciami in pace
Sentiva che si era allontanato, posò il coltello nel cassetto e si diresse verso la camera da letto, sapeva che c'era qualcosa che non andava, era pronta a morire da tempo. Si sedette sul letto, si infilò sotto le coperte e chiuse gli occhi, addormentandosi subito.
Passò la notte in preda agli incubi, ricordi frammentati di una vita infelice, faceva fatica a riordinarli, vedeva solo frammenti e li collegava appena, vedeva frammenti ricordi e parte di incubi. Si alzò di colpo, aveva sentito qualcosa toccarla. Non era più nella sua stanza, no era in una camera totalmente nera.
-Oh sveglia? Vieni il tuo ultimo caso ti attende
-Cosa? Dove sono?
-All’inferno cara- un uomo dai tratti demoniaci la aiutò ad alzarsi, Angel si accorse che indossava il suo completo migliore nero.
-Come sono finita qui?
-Ti ci abbiamo portata noi, avvocato- disse il demone sorridendo- ora conoscerai il tuo cliente- la spinse in una stanza tvuota, se non per un tavolo e due sedie. Sulla sedia difronte a lei c'era seduto un ragazzo dai capelli rossi e occhi di fuoco, indossa un completo nero.
-Sei il mio cliente? –chiede lei timorosa
-Sono il braccio destro del demonio Cara, ma per questa prova, sarò il tuo cliente e il tuo biglietto per la libertà.
-Cosa dovrei fare?
-Difendere me, salvarti l'anima e la vita a te.
-Cosa?
-Se perdi la causa, perdi l'anima e la vita cara
Angel si gelò- perché?! Io non...
-Sei stata scelta, vinci e ti verrà dato un potere ben superiore a quanto tu potrai mai credere, perdi e verrai punita. No hai scelta
Angel guardò il suo cliente, in che guaio era finita?

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Capitolo finale: L'avvocato del diavolo

5   L'avvocato del diavolo

Angel sospirò sedendosi accanto al suo imputato, che doveva fare? Non sapeva che fare con lui. Il caso si stava svolgendo in fretta, le pause finivano prima ancora di iniziare. La testa le scoppiava, non riusciva proprio a seguire la velocità con cui salivano e scendevano i testimoni.
-Presto la tua anima sarà nostra mia cara Angel- sogghignò il demone suo cliente.
-Chiedo quarantacinque minuti di pausa- disse Angel alzandosi di colpo
-Concessi- disse il demone sogghignando- anzi vi dò ben due ore signorina
-Mi bastano 45 minuti umani né più né meno- disse Angel allontanandosi in fretta.
No non andava per nulla bene, stava perdendo il controllo. Si sedette nella sala d’aspetto e si mise le mani nei capelli, avrebbe perso l'anima...stava per piangere. Guardò l'anello che aveva, glielo aveva regalato suo padre, era l’anello da avvocato, c'era una A di oro su sfondo nero, la A aveva un paio di ali, il padre diceva che erano le ali della libertà e la A era quella di Avvocato, anche se lui scherzando diceva che era la A di Angel, avevano un bellissimo rapporto, era più unito con lui che con la sua madre. Le vennero in mente le sue parole, le ultime parole dette da lui dopo che morì per colpa di un criminale...
“Angel, gli avvocati della difesa devono avere in mente solo una cosa durante tutti i processi, la cosa più importante è salvare il nostro cliente, anche se fosse l'ultima cosa che facciamo, se diverrai mai un avvocato di difesa, giurami che non ti arrenderai mai, mai e poi mai, capito?”
Sorrise, aveva giurato no? Che importava se avesse perso, doveva vincere per il suo cliente, l'aveva promesso e lei manteneva le promesse. Guardò i fogli del caso, era meno complicato di quanto si aspettava, anzi era semplice, era dannatamente semplice, che diavolo le era preso prima? Era stata così stupida...
-Pronta per riprendere? –disse l’avvocato dall’accusa
-Pronta- disse lei sicura- vorrei iniziare io se possibile
-Perché no- disse il giudice
-Chiamo a testimoniare, l'avvocato dell'accusa- disse lei.
L'avvocato si sedette con calma. Era un demone, che problema poteva avere con una ragazzina.
Angel strinse la mano al petto, prego mentalmente il padre di guidarla. Rese il suo sguardo crudele, duro, severo e allo stesso tempo sicuro, altezzoso e certo di sapere tutto, il demone si irrigidì.
-È davvero un caso interessante non trova anche lei?
-Molto, un crimine così...
-Effimero- disse Angel
-Come prego?
-Non ho detto nulla- disse Angel innocentemente- avvocato da due soldi
-La smetta!
-Di fare cosa? –disse Angel- perdente
-Finiscila!
Angel non stava parlando, era nella sua testa, lo stava spingendo alla pazzia, a confessare.
-LO AMMETTO! NON È STATO IL TUO CLIENTE, ERA UN GIOCO, VOLEVAMO IMBROGLIARTI E PRENDERTI L’ANIMA! –si mise le mani tra i capelli- ti prego ti prego smettila, smettila- aveva cominciato a piangere
-Signor Giudice- disse Angel
-Innocente- disse lui a mezza voce
Angel mise una mano sul fianco e un ghigno le spuntò sul viso- con il dovuto rispetto, non tentate di ingannare un diavolo di avvocato
-Bene- un demone dai capelli neri le si avvicinò- io sono Black e da oggi sono il tuo assistente.
Angel si svegliò e guardò Black seduto sul letto, aveva l'età di Lucius, ma dimostrava più anni.
-Che ci fai qui Black?
-Abbiamo un caso Angel
Si vestì in fretta e lo seguì in auto
-Sai ho sognato il processo agli inferi
-Sei stata grandiosa li
Angel arrossì- vinceremo anche stavolta
-Ovvio.
Angel sospirò, l'anima non l'aveva persa, ma aveva comunque ottenuto il posto come avvocato del diavolo.

Fine.,che

Capitolo 1: colpo di fulmine

La figlia del capo

Capitolo 1: colpo di fulmine

Entrò nell’ufficio del capo della polizia.
-Ah buongiorno Signor Black, prego si sieda- disse allegro il capo, un uomo dai capelli neri, baffi ben curati e occhi marroni. Era un uomo gentile, dedito al lavoro e ben voluto da tutti. Aveva perso la moglie dieci anni prima, era stata coinvolta in un incidente, la sua unica famiglia era la figlia adottiva, una ragazzina silenziosa e abbastanza strana, usciva poco e in centrale l’unica cosa che diceva chi l’aveva vista era un “Beh…non è come la descrive il capo”. La cosa incuriosiva Jonathan Black, era da due anni in centrale eppure non l’aveva mai vista, era uno dei migliori, e più giovani, agenti della centrale. Aveva solo ventidue anni eppure era di enorme bravura, talento e fama. Aveva spesso rifiutato un posto come capo in altre città, con paghe ben più alte, ma non era il denaro o la gloria ciò che lui cercava, gli piaceva lavorare lì, i colleghi e il capo erano la sua famiglia ora e di certo non avrebbe abbandonato quella famiglia volentieri. Jonathan era un ragazzo di bell’aspetto, con occhi celesti e capelli neri, sembrava un diciannovenne, a volte la gente lo scambiava per un ragazzino, ma, aspetto a parte, i suoi modi erano da adulto, la voce era da adulto, era adulto anche nello sguardo, cosa che piaceva alle ragazze, anche se lui non era fidanzato, troppi impicci diceva.
-Signore- salutò lui
-Ottimo lavoro come al solito. Un arresto spettacolare- si complimentò il capo
-Sono felice di aver messo in prigione un altro criminale
-Pensavo di affidarti un nuovo caso…-cominciò il capo ma un gran fracasso proveniente dagli uffici lo fermò
Il capo descriveva la figlia come una “Bambina” dolce, silenziosa e allegra. Non era esattamente una descrizione precisa.
-Cos’è questo fracasso?! –chiese alzandosi e aprendo la porta seguito da Jonathan- insomma cosa diavolo sta succedendo qui?! Tornate a lavoro!
I poliziotti si spostarono permettendo ai due di vedere cosa, o meglio chi, aveva creato quel trambusto. Una donna di spalle, con lunghi capelli biondi, si girò. Per Jonathan la scena andò al rallentatore, vide prima le scarpe blu notte, poi il tajer dello stesso colore, poi le mani delicate, il fisico perfetto, il viso delicato e gli occhi, occhi di un verde smeraldo così bello che non aveva mai nemmeno pensato di poter vedere. Era la donna più bella che avesse mai visto. Lei sorrise.
-Oh Lucy! Cara che ci fai qui? –chiese il capo abbracciando la ragazza
-Papà, vorrei dire che è una visita solo per vederti, ma stamattina il postino, o qualcun altro, ha recapitato questo a casa nostra- tirò fuori dalla borsa una busta gialla
Il capo la prese- “Presto prenderò ciò che ti è più caro, ovvero Lucy, firmato K”. Mike fallo analizzare. Accidenti
-Ho pensato che potesse esserti utile, per le impronte o non so
-Stai bene? Ti ha seguita qualcuno?
Lei sorrise- papà non sono una bambina! So badare a me stessa
Al “Non sono una bambina” mezz’ufficio avrebbe urlato per darle ragione, di certo le curve non le mancavano.
-Si ma questo è un boss mafioso! Devo metterti sotto custodia
-Cosa?! No! –protestò lei
-Nel mio ufficio signorina ora…e anche tu- disse rivolto a Jonathan
-Papà non dovresti mettermi sotto controllo! –disse lei senza accennare a voler eseguire l’ordine
-Io sono tuo padre e se…-iniziò il capo
-Se mi metti sotto stretta sorveglianza K non si esporrà- lo bloccò lei- se vuoi prendere K devi lasciarmi senza pattuglia o controllo, come se non ti importasse
-Così in effetti potrebbe uscire…-concordò lui- ma è pericoloso per te
-Allora mettimi sotto il controllo di un agente che passi inosservato- disse lei
-Qualcuno che possa passare per un tuo coetaneo- ragionò lui e si girò verso Jonathan- signor Black quanti anni hai?
-Ventidue- disse lui cercando di capire perché il capo lo fissasse così
-Che dite potrebbe passare per un suo coetaneo? Un diciannovenne?
-Se togli la divisa da agente e lo sguardo da ti ucciderò nel sonno credo di sì- commentò qualcuno
I due ragazzi si guardarono. Lei dimostrava vent’anni, lui diciannove…della serie non giudicare un libro dalla copertina.
-Perfetto! Black sei la nuova guardia del corpo di mia figlia! Congratulazioni! –disse il capo battendogli una mano sulla spalla
Lui guardò la ragazza che alzò le spalle come a dirgli “Quando decide non cambia idea”
-Conti su di me capo- disse lui nel suo solito tono
-Perfetto! Malcom e Carlo- due uomini sui trent’anni si alzarono. Il primo aveva capelli biondi e occhi neri, il secondo capelli marroni e occhi neri- andate con Black e mia figlia al centro commerciale, vestite questo ventiduenne da diciannovenne
-Si!
I due presero sotto braccio Jonathan e lo trascinarono fuori. Lucy diede un bacio al padre- ti lascio lavorare. Buona fortuna con i vostri criminali
-Grazie! –risposero tutti in coro. Lei seguì i tre uomini.
-Certo che ha una bellissima figlia capo- commentò qualcuno
Il capo incrociò le braccia. Aveva un fisico muscoloso, che attirava facilmente l’attenzione femminile, purtroppo per le signore a lui interessava solo la figlia, dopo la moglie non si voleva risposare- ovviamente. Ma se qualcuno di voi prova a toccare la mia bambina…-guardò i colleghi, chiunque avrebbe sposato Lucy se la sarebbe vista con un ex-marine, militare o qualunque cosa era prima di andare in congedo ed entrare in polizia.
Tutti tornarono a lavorare. Ma qualcuno commentò- io guarderei Jonathan, si era imbambolato prima
-Beh se Jonathan diventasse il mio genero ne sarei lieto, ha un gran talento nel combattere il crimine- commentò tra se il capo tornando in ufficio.
****Centro commerciale****
-Niente completi! –dissero i due agenti per poi sparire tra gli scaffali
-Che problema hanno i completi o la divisa? –chiese Jonathan
-Non chiederlo a me, sinceramente preferisco quelli a questo genere di magliette volgari- commentò la ragazza guardando una maglietta con scritto sopra “Sciupa femmine” - e poi gli uomini in divisa fanno colpo
-Ma non posso mettermi semplicemente una maglia e dei jeans? –chiese lui avvicinandosi e poggiandosi alla parete accanto alla ragazza incrociando le muscolose braccia al petto.
Lei alzò le spalle- non decido io…comunque non ci siamo ancora presentati. Lucy White.
-Jonathan Black- le strinse la mano lui- piacere di lavorare con te
-Mi spiace, dovrai fare la tata per un po’. Non deve essere il massimo per il miglior agente della centrale
-E tu che ne sai che sono il migliore? –chiese lui alzando un sopracciglio divertito
-Papà parla spesso del lavoro a casa, mi ha parlato molto di te. Va molto fiero del suo agente- rispose lei sorridendo- ero davvero curiosa di vederlo questo “Signor Black”, non sei come mi aspettavo
-Delusa? –chiese lui
-Al contrario- rispose lei
-Se voi due avete finito di fare i piccioncini- dissero i due agenti- Jonathan si dovrebbe cambiare
Lucy si sedette difronte al camerino. Carlo e Malcom, dopo aver dato a Jonathan i vestiti, si erano messi ai lati.
-Look numero 1
Jonathan uscì vestito da dark- non ci giro così
-Bocciato- disse Lucy, infondo doveva passare per amico suo quindi a lei spettava la decisione finale
I due spinsero dentro Jonathan.
-Numero 2
Jonathan uscì con una tuta con il cappuccio
-Sembra uno spacciatore…bocciato
****Molti bocciato dopo****
-Ultimo Look
Jonathan uscì con dei jeans scuri, delle scarpe da tennis bianche, una maglia in stile militare e una felpa col cappuccio grigia
-Togliete la felpa
Lui se la tolse, la maglia era a maniche corte, lasciava intravedere un tatuaggio sul braccio destro- allora?
-Approvato- disse lei, fissando i muscoli del ragazzo- forse non sono solo gli uomini in divisa a piacere- aggiunse a bassa voce
-Bene…e ora? –chiese Jonathan crollando sulla sedia del bar, aveva abbastanza vestiti da essersi rifatto il guardaroba
-Ora io torno a casa a cambiarmi- disse lei- e tu a posare le buste

Come da ordine, finché la minaccia per Lucy c’era, Jonathan sarebbe rimasto nella villa dei White.


Capitolo 1: Una ragazza particolare

A strage love

Una ragazza particolare

Camminava per strada dopo il coprifuoco, era illegale e rischiava grosso, ma non era esattamente una tipa che amava seguire le regole.
-Signorina ha un pass?
Lei si girò, un’altra sentinella, l’avrebbero picchiata o peggio…
-Lasciatela stare
Scese e uccise la sentinella, senza pensarci troppo. Si rese conto di essersi appena scoperto e fece per andarsene
-Aspetta! -lei si avvicinò- grazie per avermi salvata
-N-non ho fatto nulla
-Il tuo nome?
-M-mi…mi chiamano Vampiro- rispose lui, era la prima volta che parlava con un’umana
Fu così che conobbe l’amore, così da un incontro casuale. Ma fu così che scoprì che ogni vita finiva, per questo decise di trasformare il suo più grande amore, la ragazza di quell’incontro casuale, la sua donna, in un vampiro, da lei ebbe figli, poi nipoti e generazione dopo generazione, vampiri su vampiri, la sua famiglia crebbe e invase il mondo. Con la loro venuta vennero anche i Cacciatori, umani in grado di uccidere i vampiri, di riconoscerli, di cacciarli, di farli sparire e di sparire a loro volta. Un cacciatore e un vampiro non potranno mai stare dalla stessa parte, sono troppo diversi e finirebbero per uccidersi a vicenda. O almeno questo è ciò che le due parti sapevano, i cacciatori li volevano morti quindi era auto difesa, questa era la scusa dei vertici vampireschi, i vampiri sono una minaccia e uccidono gli umani vanno sterminati, questa era la scusa dei capi dei cacciatori. Eppure, una piccola luce nacque, una cacciatrice particolare e un vampiro anomalo, due anime che forse avrebbero potuto cambiare la storia. Il vampiro era un vampiro bianco, uno dei pochi che si nutrivano del sangue dei donatori e quindi non uccidevano nessun umano, la sua famiglia era bianca e lui era un vampiro anche troppo gentile, non avrebbe ferito un umano nemmeno se questo lo avesse minacciato, purtroppo erano pochi quelli bianchi. La cacciatrice era anomala in tutto, i suoi genitori erano particolari, uno dei due era umano, l’altro non lo era, mettendola alla luce i due avevano fatto un sacrilegio e per questo furono costretti a sparire, lasciandola indietro, sperando che lei salvasse quel mondo e rimpiangendo di non poterla crescere. Ma non era per la famiglia che lei era particolare, vedeva le anime, sia umane che non, vedeva i morti, vedeva cose invisibili ad ambedue le parti, poteva giudicare le loro anime e decidere se fare qualcosa oppure no. Era la miglior cacciatrice di tutti i tempi. Non si faceva problemi ad uccidere, ma uccideva solamente i vampiri neri, quelli che lei definiva neri, li conosceva, erano coloro che volevano uccidere, che provavano gusto nella sofferenza altrui, quelli uccideva lei, solamente quelli. Era sempre in missione solitaria o con qualcuno di rango più basso di lei. Era furba, dava l’ordine di controllare la zona al suo sottoposto e lei controllava l’anima del vampiro, se era nero, lo uccideva senza troppe domande, se era bianco…beh era tutta un’altra storia. Anche quel giorno era in missione, solitaria, aveva avuto l’avviso di un avvistamento di due vampiri. Li riconobbe subito, non erano amici, erano due vampiri diversi, uno bianco e uno nero, nemici. Entrò senza problemi e guardò i due vampiri. Il nero, era un uomo che di umano aveva solo l’aspetto, il bianco era una donna, terrorizzata, dai capelli corvini e dagli occhi celesti. Con il suo pugnale non esitò a uccidere il vampiro nero. Poi guardò la donna, rimise il pugnale al suo posto e le sorrise.
-Non ho intensione di ucciderti
-Dovrei fidarmi di una cacciatrice? Voi uccidete senza distinzione
-Non io- scosse la testa e i suoi capelli biondi sfuggirono alla presa della sua spilla d’argento, la raccolse da terra- io non sono come gli altri cacciatori. È vero io uccido, uccido i vampiri neri, o almeno quelli che io chiamo così, coloro che uccidono solo per il piacere di farlo, tu non sei una di loro. Vero?
-Sono una vampira bianca…ma come…
-Non sono cose che si possono spiegare con facilità, ma il mio unico scopo è di uccidere chi merita, chi uccide, e proteggere chi è innocente, quelli come te.
-La mia famiglia…siamo tutti bianchi
-Lo so, ti credo. Hai un figlio della mia età, calmo e tranquillo, una figlia molto piccola, sognatrice e gentile, e un figlio un po’ ribelle di vent’anni, ma non è cattivo, e solo in un fase ribelle. Non ti preoccupare per lui, appena tornerai a casa sarà il primo ad abbracciarti, sarà il primo a consolarti e a dirti che andrà tutto bene.
-Come lo sai?
-Sono una ragazza del tutto anomala.
-Tornerò a casa…mi lascerai andare?
Le mise la spilla tra i capelli- dona molto più a te che a me
La donna toccò la spilla- perché…
-Così non ti scorderai di me, un giorno ci rivedremo forse. Abbi fede, finché quella spilla sarà nelle tue mani, la tua famiglia non verrà vista dai cacciatori, sarete umani, te lo prometto.
-Aspetta…il tuo nome?
-Seraphine, Rubin Seraphine
-Rubin…era il cognome di una mia amica…-commentò la donna
-Azalea Rubin…era mia madre- la bionda si alzò e si diresse verso la porta- torna dalla tua famiglia. Ci rivedremo…puoi dire di avere incontrato una cacciatrice che ti ha risparmiato, ma ti prego non dire il mio nome
-Si…
-Ci rivedremo…a presto- se ne andò
-Seraphine…- la donna mise una mano sulla spilla e sorrise- è uguale a te Azalea…
Tornò a casa. Aprì la porta.
-Mamma! –un vampiro di vent’anni la strinse a se, aveva gli stessi capelli corvini e gli occhi verdi- pensavamo di non rivederti più!
-Tesoro- il marito, un uomo dai capelli rossi e gli occhi verdi le sorrise- stai bene
-Mammina! –una bambina dai capelli rossi e gli occhi celesti l’abbracciò
-Non hai incontrato cacciatori? –chiese un ragazzo dai capelli marroni e dagli occhi verde smeraldo
-Si
Gli altri vampiri la guardarono preoccupati
-Era una ragazza della tua età tesoro- disse lei accarezzando la guancia del bruno
-Ti ha ferita?
-No, ha ucciso il vampiro nero, mi ha regalato questa spilla e mi ha detto che non mi avrebbe fatto male, sapeva che ero bianca tesoro!
L’uomo guardò dalla finestra- forse ti ha seguita
-Fidati di lei!
-Perché dovrei?! È una cacciatrice per l’amor di…
-Ragazzi andate di sopra- disse la donna. I tre se ne andarono senza dire nulla
-Allora? –chiese l’uomo.
La donna cambiando tono e iniziando ad urlare disse -IL COGNOME RUBIN! È UNA RUBIN! È LA FIGLIA DI AZALEA!
L’uomo si fermò- ma Azalea non aveva…
-Lo so…- disse la donna sorridendo- dovevi vederla! Era identica ad Azalea! Ed era determinata come Onice! Era entrambi allo stesso tempo! Una mezza-vampira!
****due anni dopo****
-Mamma sicura di volermi mandare a questa accademia per vampiri e cacciatori? Non è proprio una buona idea- disse il ragazzo bruno, ora aveva diciannove anni.
-Sono sicura che la mia salvatrice andrà in quella scuola, voglio che tu la trovi e diventi suo amico- disse la madre decisa
-Papà…-provò lui
-No, sono d’accordo con tua madre- disse il padre
-Si ma perché iscrivete anche me?! –chiese il rosso mettendosi accanto al fratello
-Perché si. Su andate o farete tardi- replicarono i due
Loro uscirono sbuffando.
-Demon- chiamò il bruno
-Che c’è Lucius? –chiese il rosso
-Guarda il lato positivo, potrai rompermi le scatole anche quest’anno- gli rispose il bruno
-Oh ci puoi giurare fratellino- disse il rosso scompigliandogli i capelli e accendendo l’auto. Aveva ancora vent’anni, aveva fermato il suo avanzamento a quei vent’anni, non avrebbe avuto un giorno di più o di meno per i prossimi secoli.
******
-Certo che questa scuola sembra una reggia- commentò il rosso scendendo dall’auto e varcando i cancelli con il fratello. La scuola, una gigantesca villa, con prati ben tenuti, tante strutture affine, i dormitori per gli alunni…beh…uno spettacolo indefinibile, era meravigliosa. Entrarono nei giardini. Ai polsi avevano i bracciali d’argento che placavano la sete di sangue, avrebbero evitato il tentativo di uccidere qualche cacciatore, anche se le liti c’erano.
-Guarda altri due sporchi vampiri- disse un biondo con il distintivo di cacciatore
-Che schifo- commentò l’altro biondo- siamo proprio caduti in basso per far entrare questi mostri in questa accademia
-Ok ora li ammazzo- disse il rosso pronto già a saltargli addosso, trattenuto con la forza dal fratello
-Non metterti nei guai i primi tre secondi che sei qui dentro Demon! –cercò di calmarlo Lucius
-Bravi vampiretti, andate a piangere dalla mamma- dissero gli altri due in coro
-Ora ti…
-Che sta succedendo qui? –chiese una voce femminile
-S-Seraphine! Questi due volevano picchiarci! –disse uno dei due
-Già volevano morderci come hanno fatto con tanti altri! –aggiunse l’altro
-Cosa?! Ma non è vero! –dissero i due fratelli
-Silenzio- disse la voce- voi due in punizione
-Visto vampiri finite nei guai e…
-Non i vampiri, ma voi due cacciatori, filate dalla preside, verrete sospesi a tempo indeterminato per discriminazione, razzismo e molestia
-MA…
-FILATE ORA! –li bloccò la voce e i due se la diedero a gambe
-Che accoglienza- commentò il rosso
La ragazza sospirò, i due si girarono, era una ragazza molto carina, di diciannove anni, con lunghi capelli biondi e occhi rossi- mi spiace per loro, non siamo tutti così qui. Avete solo beccato i due più scemi. Siete nuovi vero?
I due annuirono a bocca aperta, aveva una spilla di cacciatrice in oro, argento e cremisi, uno dei livelli più alti.
-Scusate per la brusca accoglienza. Io sono Seraphine Rubin, ma potete chiamarmi Sera, siete i fratelli Black vero? Lucius e Demon giusto?
-Si
-Benvenuti all’accademia, se volete vi faccio vedere la scuola- si offrì lei
-Sarebbe fantastico- dissero in coro
-Bene seguitemi- disse lei sorridendo
-Posso chiederti una cosa? –si avvicinò Demon
-Certamente
-Come mai una cacciatrice del tuo livello è gentile con noi, vampiri brutti e cattivi?
-Primo, non siete né brutti né cattivi, secondo siete vampiri bianchi, non farei male a nessun vampiro che non abbia ucciso qualcuno per il puro piacere di farlo.
-Come lo sai? –chiese Lucius
Lei si fermò e si girò- me lo ha detto vostra madre la sera in cui le ho regalato la spilla, a proposito come sta?
I due si scambiarono uno sguardo- sei tu quella che l’ha risparmiata?
-Si- i due sorrisero- qualcosa non va?
I due scossero la testa- nulla…allora dicevi?




I am the father apparently

I am the father apparently Trama: Ritornata indietro nel tempo a quando era ancora una bambina, Lia non vuole soffrire alle mani dell’abusiv...