Un
diavolo di avvocato
1 L’apparenza
inganna
Il giudice entrò in aula. La corte era già presente,
l’avvocato dell’accusa, un signore dai capelli marroni e occhi celesti, sui
quarant’anni, un completo bianco e uno sguardo fiero e sicuro negli occhi. Il
giudice, un signore anziano, pelato, sui sessanta, con una barba bianca molto
ben tenuta, occhi verdi e uno sguardo perplesso guardava il banco della difesa,
dei due avvocati era arrivato solamente uno, un uomo alto, muscoloso, con
capelli neri, occhiali da sole e un completo blu scuro. Accanto al primo
avvocato c’era una ragazza con i capelli rossi e occhi verdi, indossava anche
lei un abito elegante e sembrava nervosa.
-Signorina Rebecca
-S-si signor giudice?
-Dov’è il suo avvocato? –chiese con la voce rauca il giudice
-S-sta arrivando signore...-rispose la ragazza tremante
-Signor giudice è evidente che la difesa vuole rinunciare al
caso quindi…-iniziò l’avvocato vestito di bianco
Le porte dell’aula si aprirono, il silenzio calò sull’aula
del tribunale.
-Non sia così precipitoso avvocato…sono solo in leggero
ritardo…ho dovuto prendere alcune cose in ufficio per questo caso tutto qui-
una ragazza, bionda, con un bel fisico e con dei vispi occhi celesti, con un
tajer nero e attillato, i lunghi capelli raccolti in una coda, la
ventiquattrore nera in mano, le scarpe nere con il tacco…una bella ragazza…ma
non era quello ad aver lasciato a bocca aperta l’accusa ma l’età della ragazza,
infatti l’avvocatessa aveva solo diciannove anni.
-Ah signorina Night vedo che sarà lei ad occuparsi della
signorina Rebecca, l’accusa avrà molto da fare- commentò il giudice- si sieda
-Perdoni il mio ritardo- la ragazza si sedette al suo posto.
Rebecca le sorrise speranzosa e lei ricambio stringendole la mano- andrà bene
vedrai…
-Giudice è una mocciosa!!!! –protestò l’accusa
-La “Mocciosa” signor Pants ha diciannove anni, tre laure e
cinque dottorati- affermò il giudice- non la sottovaluti…ah beata gioventù
-Ma…ma…
-Signor avvocato se ha contro una ragazzina non è un
vantaggio per lei? –chiese la ragazza- non credo che dovrebbe preoccuparsi
-Questa sarà una vittoria facile- commentò l’avvocato vestito
di bianco
-Bene…l’accusa è pronta per cominciare? –chiese il giudice
-L’accusa è pronta vostro onore
-La difesa è pronta?
-La difesa è pronta signor giudice- rispose alzandosi la
ragazza
-Bene…che l’accusa faccia la dichiarazione d’apertura
-L’accusata, Rebecca Miles, è stata vista da un testimone
uscire dall’appartamento della vittima, il suo ragazzo, Mirko Niton, il
testimone ha anche trovato il corpo della vittima, morto per trauma cranico,
l’arma del delitto è questo…questo…-guardò la strana statua- ehm…questa specie
di statua…- la statua era un caos di pezzi deformi, ma stranamente tutto quel
caos rendeva la statua abbastanza carina- la vittima è morta immediatamente a
causa del colpo ricevuto
-Bene…l’accusa chiami il suo primo testimone
Sul banco dei testimoni si mise un uomo dai capelli neri e
occhi neri- sono Mike Giti
-Può iniziare la sua testimonianza.
L’uomo tossì- bene signore. Sono un venditore porta a porta.
Stavo passando per il piano in cui abitava la vittima quando ho visto la
signorina correre via dall’appartamento, la porta era aperta, sono entrato,
erano circa le 13. Ho visto il cadavere, non ho messo piede nell’appartamento,
ho usato il telefono dell’appartamento, ma non funzionava, ho usato il
cellulare e ho chiamato la polizia. Questo è tutto.
-Bene…mi sembra tutto chiaro…la difesa può contro-interrogare
il testimone.
La ragazza prese in mano i fogli del caso, si alzò in piedi e
si diresse verso il banco dei testimoni- allora…-sospirò rigirandosi i fogli
tra le mani
-Non sa che pesci pigliare? –chiese l’accusa ghignando
Lei lo ignorò- bene…signor Giti…lei è un pessimo bugiardo
-Come si permette?!
Lei sorrise- prima incongruenza…secondo l’autopsia della
vittima la morte è stata stabilità tra le 16 e le 17, lei ha affermato che la
vittima era MORTA alle 13, una cosa impossibile. Secondo, ha affermato di non essere
entrato nell’appartamento, eppure dice che quando ha provato ad usare il
telefono dell’appartamento quest’ultimo non funzionava e per questo lei ha
usato il suo cellulare. Secondo un rapporto ottenuto dal proprietario degli
appartamenti c’è stato un blackout…questo spiegherebbe la mancanza della linea
telefonica, MA questo blackout è avvenuto dalle 13 alle 13:30, questo mostra il
fatto che, benché il testimone sostenga il contrario, il telefono funzionava
eccome…per accertarmene ho chiesto alla compagnia telefonica di controllare i
suoi dati. I loro dati dimostrano che il telefono ha ripreso il contatto alle
14 e che ha continuato a funzionare ininterrottamente fino a poche ore fa.
Inoltre…
-FATELA TACERE!!!!!!! –urlò il testimone
Tutta la sala lo guardò ammutolita.
-CONFESSO! Ho ucciso io il tipo! Dirò tutto ma tenetemela
lontana!
La ragazza guardò il giudice- non è colpa sua signorina se
incute timore a ogni testimone
-Posso continuare signor giudice?
-Certo…anche se lui vuole confessare
Lei si schiarì la voce- lei è un così detto “Topo
d’appartamento”
-Topo d’appartamento? –chiese il giudice
-SI sono un ladro! Ero lì per rubare ok?! –urlò il tipo
-Si calmi ho la faccio arrestare per oltraggio alla corte!
–lo minacciò il giudice battendo il martello per far tacere l’aula- anche se,
continuando così…
-Vedendo uscire la mia cliente dall’appartamento, ha pensato
che esso fosse vuoto, è entrato e ha cominciato a rubare gli oggetti di
valore…la vittima è rientrata proprio in quel momento. Preso dal panico il
signor “Topo d’appartamento” ha preso il vaso…si è un vaso l’arma del delitto…e
la usato per colpire la vittima in testa. Ricordatosi di aver visto la mia
cliente uscire da lì ha ben pensato di incolparla. Lo scambio dell’ora è facile
da chiarire, la mia cliente e la vittima erano appena tornati da una lunga
crociera, nell’ultima tappa la mia cliente ha regalato un orologio alla
vittima, un pendolo da muro, la differenza è dovuta a questo.
-E come mai? –chiese il giudice
-Il luogo dove hanno preso e regolato l’orologio si trova in
un fuso orario diverso, l’orario è di tre ore indietro rispetto al nostro. La
vittima tornata a casa non ha avuto il tempo di aggiustare l’orario. Comunque
affermare che la mia cliente era fidanzata con quello è errato, la mia cliente
e la vittima non avevano QUEL tipo di relazione.
-E così signor Topo di…ehm signor Giti? –chiese il giudice
L’uomo annuì- quando ho visto l’uomo entrare ho perso la
ragione e ho l’ho colpito…l’avvocato ha ragione signor giudice
Due agenti portarono Giti via. L’accusa fissava a bocca
aperta la ragazzina.
-Bene…dichiaro l’imputato NON COLPEVOLE. Potete andare. Sa
signorina Night, adoro avere lei nei miei casi.
-Signor giudice! –urlò l’accusa- ma…cosa…non capisco come
cavolo ha fatto questa ragazzina a…
-Avvocato…lasciate che vi presenti la signorina Angel Night,
l’avvocato della difesa con un record di 190 casi vittoriosi, con il vero
colpevole arrestato, sui 190 casi che ha seguito, è chiamata “Dea della
vittoria”, “Avvocatessa del diavolo” e “L’imbattibile Night”.
-Questa ragazzina…
-Signor giudice la saluto, spero di rivederla presto, magari
non nell’aula di questo tribunale.
Rebecca le saltò addosso- l’hai fatto! Mi hai scagionata! È
con una tempistica assurda! Non so come ringraziarti!
-Ho solo fatto il mio dovere. Ora scusami torno in ufficio,
ho altri casi da seguire. Andiamo Black.
L’altro avvocato annuì e seguì la collega.
***Appena usciti dal tribunale***
-Ed anche questa causa è vinta
-Dì la verità vuoi stabilire un nuovo record? –chiese la voce
profonda di Black
-Voglio solo svolgere il mio lavoro…se sono brava non è colpa
mia- rispose lei sorridendo
-Modestia a parte eh?
-Ovvio
Un avvocato dal completo nero si avvicinò- Ciao Angel Night
La ragazza lo fissò- chi sei?
-SONO LUCIUS DAY! IL MIGLIOR AVVOCATO DELL’ACCUSA ESISTENTE!
-Lo so, volevo solo darti ai nervi Lucy- replicò lei al
ventisettenne- che vuoi Lucy?
-Non chiamarmi Lucy! –rispose l’avvocato passandosi una mano
tra i capelli neri tirati all’insù e spostando gli occhi rossastri dalla
ragazza che lo guardava divertita- volevo chiederti se puoi aiutarmi in un caso
-Un caso? Ma sono della difesa
-LO SO! Ma credo che ti interesserebbe mettere dentro il
sospettato
-Che caso sarebbe? –chiese lei incuriosita
-Gli omicidi di Michel Guilty- disse lui- ti interessa vero?
-C…ci penserò…quando sarebbe il caso?
-Domani
-DOMANI?! E TU MI AVVERTI SOLO ORA?!
-Calma! Ho provato a contattarti prima ma mister cane da
guardia- guardò malissimo Black, i due si odiavano a morte perché ambedue erano
interessati alla ragazza che, ovviamente, lo sapeva ma fingeva di esserne
all’oscuro, il perché…non lo sapeva lei figuratevi se lo so io! –ha
accuratamente evitato che ci riuscissi
-Dice il vero Black? –chiese lei
-Si- rispose tranquillo Black
-Bravo Black- disse lei tranquilla- per quanto riguarda il
caso…se parteciperò mi vedrai in tribunale…intanto mandami le prove, l’autopsia
e il resto, potrei darci un’occhiata dopo…ciao…ho altri venti casi sulla
scrivania
-Tieni- Lucius le diede una cartella- tutto qui dentro
-Previdente eh? –commentò lei- vedremo se ti darò una mano
Lei prese la cartella e salì in auto.
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