WitchandAngel : giugno 2020

Capitolo 50: You got everything and nothing

Capitolo 50: You got everything and nothing

C’era una cosa che Eve non sopportava, queste erano le persone che adoravano abusare del loro potere.
Dopotutto non era divertente per lei abusare il potere che si aveva sui più deboli.
Per questo…
-Sua maestà! È una tragedia!
-Che succede?
-Le…le…
-Cosa?! –chiese il re
Il suo regno era il più forte.
Era il più grosso.
Era il più potente.
Aveva controllo sulla chiesa locale.
Aveva indetto centinaia di inquisizioni a danni di “streghe”.
Era noto per essere uno spaventoso tiranno.
L’unico fallimento? Una certa marcia contro un villaggio che non era villaggio.
Ma il pubblico non sapeva.
Se non sapeva non venivano criticati.
Se non sapeva non era successo.
-I regni vicini…i regni vicini…
-Cosa!?
-Sono stati invasi!
-Cosa? Chi?! –chiese lui
-La…la sovrana di Phoenix Bow…
-Cosa?! Il regno di streghe?! –chiese lui impallidendo
-Le…le vedette dicono che sarà qui in un mese e…
-Orribili notizie sua maestà! –disse entrando di corsa un soldato
-Cosa ora!?
-Un esercito è stato avvistato al confine del regno!
-Cosa?!
Il re guardò pallido la sala- che…che significa?
-L’esercito di Phoenix Bow è alle porte!
-Preparate i soldati! –urlò subito il re
Mentre il caos stava andando ovunque nel regno, una frase apparve nel cielo che tutti videro.
“Non conosci mai qualcuno finché non lo senti supplicare pietà…”
Quelle parole prive di significato apparente avrebbero presto dato al popolo senso.
Presto le loro vite sarebbero cambiate.
Presto la verità sarebbe uscita allo scoperto.
Presto…un altro sovrano sarebbe rimasto senza testa.

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Capitolo 23: Humanity is none of my business

Capitolo 23: Humanity is none of my business

Qualche secondo dopo Damon si riprese. Sul suo status una nuova notifica era apparsa.
“Hero’s Master”
La spada dell’eroe non l’avrebbe più ferito.
Renée si rialzò piano mentre le due spade cominciarono a emettere due bagliori distinti.
La spada del re dei Demoni era ora circondata da un bagliore oscuro, la spada dell’eroe da uno bianco.
Le due energie avvolsero Renée che sorrise prima di sparire nella luce.
-Prenderò in prestito la tua spada Damon…
Un’armatura nera che sembrava fatta da scaglie di drago aveva completamente ricoperto Renée. L’elmo che indossava aveva l’unico punto di colore dell’intero set, la fessura degli occhi era illuminata da una fiamma rossa che impediva di distinguere se lei fosse un maschio o una donna. Dall’elmo una lunga coda nera decorava l’armatura con due nastri neri che si muovevano con la coda, alla base dei nastri vi erano due gemme nere a rombo. Le mani guantate nere tenevano in mano le due spade che avevano tracce di rosso sangue in entrambe e sembravano essersi fuse in alcune parti.
Ruotò la spada e guardò i sette che erano diventati il suo party- non dovreste rialzarvi?
La voce era incredibilmente creepy…
Zack non esitò a stringere la presa sull’arma e si forzò in piedi. L’arma sorrise illuminandosi e curando il proprio master. Sword of Glory si sbarazzò dell’armatura di Zack e la sostituì con una nera con tracce di viola e gemme. Era simile al modello precedente ma era più potente inoltre…chi diavolo si credeva quel pezzo di ferro per cercare di difendere il suo master?!
Little Thief seguì l’esempio del suo compagno e così fecero gli altri.
Isaac si ritrovò un’armatura nera e verde abbinata allo scettro, Rachel una nera e arancio abbinata allo scudo e lancia, Lobelia una sexy nera e fucsia, abbinata alla frusta, Alaric una nera e rossa, abbinata all’ascia che era adesso Born for War, Bell una nera e oro, come il suo arco, e infine Malachia una nera e blu, come il suo libro.
Non solo le nuove armature erano più forti e adatte allo scontro.
“Finalmente!” urlò Born for War nelle orecchie di Alaric che guardò l’arma
-Parli? –chiese all’ascia
“Certo che parlo demone! Preparati! Ho una sete di sangue da anni…”
Lazy Healer sbadigliò “Piacere~ cerchiamo di non fare troppo lavoro…”
Malachia annuì.
Lobelia sorrise- oh ci divertiremo
“Finalmente qualcuno che sa usarmi…vediamo di farli urlare ok?” le disse Pain of Love
Gli occhi dei sette scintillarono mentre guardavano gli umani.
Destiny indietreggiò- io…perché?! Sono un membro della squadra e…
-Perché ho deciso così –disse Renée- come eroe, la scelta spetta solo e soltanto a me su chi uccidere e chi servire…
-Ma…
-Come umana dovresti servire l’umanità! –disse il padre di lei
-Umanità… -Renée scoppiò a ridere- l’umanità non mi interessa…anzi…mi fa solo aumentare la sete di sangue…
-Sorellina –iniziò Bentley prendendo una spada- non forzarmi a farti male…
-La tua skill ti porta a livello per battere chi si è innamorato di me- disse lei attaccando e tranciandogli il braccio di netto
Bentley guardò il braccio volare in aria- io…
-Ma io ho la probabilità di vincere contro il Demon King pari al 700% -sorrise Renée




Capitolo 15: Oh big boy, you are getting killed




Capitolo 15: Oh big boy, you are getting killed

-Si ne sono al corrente- dice Viktor
-Qual è la condizione esatta? –chiedo io a mio fratello
-Non ne siamo sicuri, non gli si alza nemmeno durante il sonno o simili, anche afrodisiaco non funziona…
Perché diavolo sai ciò e perché avete provato?
Sai cosa non voglio saperlo.
-Quindi Colvert sarà il tuo partner? –chiede Viktor- mi spiace, ti stiamo forzando in una posizione orribile Harriet
-Non importa- sorrido io. Di certo non mi dispiace quella spada dentro…
-E Colvert…mi assicurerò di pagarti di più per ciò- dice Viktor
-Oh lord Viktor, non vi è assolutamente bisogno, è un mio dovere- dice Colvert tranquillo
Ignoriamo che l’intera servitù stia ridendo…
-In ogni caso verrai ricompensato –decide mio fratello
Sono io che gestisco le finanze…
-Va bene no Harriet? –chiede lui
Io sorrido- non vedo problema…
Colvert smettila di ridere…lo so che stai ridendo mentalmente…
-Oggi esco- dico io
-Dove vai? –chiede mio fratello
-Ho dei famigliari da gestire, ricordi?
-Oh…
Questo ragazzo da solo non vivrebbe un giorno…
-Che farai?
-Ciò che va fatto –dico io alzandomi- pensa a gestire Artù e crearti un alibi con lui, io penserò al resto
-Non serve un alibi anche a te? –chiede lui
Io sorrido- fidati…potrei commettere un massacro e ne uscirei vittima…
Non ho avuto un singolo “Ballo studentesco” dopotutto…
Uccidere è una droga, una volta provata è difficile non avere in mente la sensazione che si prova nel viverla. Sono diventata facilmente eccitabile dopo aver commesso quel massacro. I ragazzi che ho avuto erano sempre facili da manipolare o all’oscuro di tutto. Era divertente uccidere…
È divertente uccidere.
****
Harriet si sedette sul divano della villa a guardare i suoi demoni privati divertirsi nel torturare la prima famiglia di parenti che avrebbe fatto una brutta fine.
Colvert le servì un bicchiere di un liquido rosso.
-Sei un amore- disse Harriet bevendo tranquilla
-Posso ricevere una ricompensa per ciò?
-Vuoi un aumento? –chiese divertita Harriet
-Del tempo tra le lenzuola? Volentieri –disse lui
Lei sorrise leccandosi le labbra e posando il bicchiere- davanti a me Colvert
Lui alzò un sopracciglio ma eseguì- cosa vuole che…
Lei sorrise giocando con la cintura di lui- ho un altro tipo di sete ora…
***
Artù sospirò guardando Viktor- mi dispiace davvero…
-Non è colpa tua se non funziona –gli disse Viktor
-Avere un demone potrebbe aiutarmi ma…dubito –disse Artù sospirando
I maggiordomi dei due si guardarono e non commentarono la cosa. Chi glielo diceva che entrambi avevano un maggiordomo e che entrambi potevano aiutarlo?
-Forse potresti chiedere a Colvert? –disse Viktor
I due maggiordomi si guardarono. Certo…di sicuro l’avrebbe aiutato guarda…
-Dubito sia abbastanza forte- ammise Artù
I due maggiordomi scossero piano la testa.
Beh…nessuno gli andava a dire chi era realmente il maggiordomo…o che loro due erano sotto ordine di Colvert…


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Capitolo 14: Some family matters that I need to deal with




Capitolo 14: Some family matters that I need to deal with

-Grazie per essere venuta Harriet –disse Artù guardandola ancora con forti sensi di colpa
Harriet indossava un lungo vestito che le dava l’aspetto di un angelo puro come pochi. Il corpetto era bianco e privo di maniche, decorato da pizzo e piccole gemme, da poco sopra l’ombelico partiva la gonna a più veli e a campana di un viola pastello. Sembrava la purezza e l’innocenza fatta persona.
-Non è un problema sua altezza- sorrise lei innocente
-Voglio…parlarti in privato…-disse lui guardando Colvert
-Finga io non esista- disse il maggiordomo
-Ma…
-Non posso lasciare solo un uomo con una donna…- disse Colvert
Harriet evitò di far caso alla cosa.
Dopotutto Colvert era diventato particolarmente attento al mondo.
Doveva controllare la sua Harriet…
-OK…è di fiducia?
Colvert lo guardò male.
Artù si mise a giocare con la tazzina- io…ho un problema…
-Un problema?
-Io…non sono in grado di…insomma…
Harriet alzò un sopracciglio, che era successo ora?
Colvert alzò un sopracciglio
-Io…sarò incapace di darti un figlio Harriet…
La ragazza per poco non perse la presa sulla tazzina- …se posso…che intende?
Lui si schiarò la voce- ecco…
-Sua altezza non vorrà dire…che ha problemi con la propria arma…? –chiese Colvert
Harriet guardò il proprio maggiordomo e poi il principe.
-Oh…
Artù annuì.
-Da quando sono piccolo…non si alza… -disse Artù in completo imbarazzo
-Oh…- disse Harriet
Come doveva prenderla?
-Per questo…dovremmo trovare un partner per il ruolo di tuo amante…
-Oh…
-So che chiedo molto e mi dispiace…dovremo anche trovare qualcuno che possa…-iniziò Artù
-Con permesso sua altezza- disse Colvert
Artù lo guardò
-Perché non lascia questo ruolo a me eventualmente? –chiese Colvert
Harriet lo guardò
-La mia esistenza è dedicata a Lady Harriet, non avrò problemi a mantenere ciò segreto e aiutarla in questa storia- disse lui
Artù gli sorrise- se non è un problema…
-Si fidi, non lo è –disse Colvert
Harriet tornò a bere il suo thè. Forse era il caso che iniziasse a far fare a tutti un test di intelligenza…

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Capitolo 13: Don’t celebrate so fast




Capitolo 13: Don’t celebrate so fast

-Il fidanzamento con sua altezza –dice uno dei pinguini mal usciti presenti nelle nostre sale- questa opportunità…
Nel mio lungo vestito rosso sangue stasera sembro particolarmente…buona…
Il vestito è un semplice vestito a sirena senza maniche di nessun tipo rosso sangue e molto aderente, stretto in vita da una cinta di pelle nera con delle corde a decorarlo che pendono con parti di oro, il corpetto è stretto da un supporto di oro che decora il tessuto e alza le mie gemelle. Indosso delle maniche che arrivano all’ascella che sono separate dal vestito e decorate di oro. Ai piedi indosso scarpe alte con tacco di oro e vari gioielli vari sul corpo.
Sembro molto seducente e con cattive intenzioni, se posso dirmelo da sola…
Perché sono vestita così? Visto che non sono più vergine non vedo perché fingermi santa
Colvert non ama questo modo di vestire ma adora vestirmici…
Parlando di ciò, lui ha preso gusto nel farmi…
Non ho mai negato che mi piacesse fare la troia.
E ora che sono la fiancé del primo principe, i miei adorati parenti rompono i coglioni…
Per farla breve vogliono approfittarsi di noi.
Sono abbastanza chiara su come gestirmi il problema…
-Se ne vada- dice per l’ennesima volta oggi Viktor facendoli portare fuori
-Dovrebbero essere finiti –dice poi sedendosi al mio fianco
-Illuso –dice Colvert
Da quando mi ha iniziato a fottere ha preso più libertà nel modo in cui parla con gli altri.
Viktor ha preso la cosa come un “mi dà la colpa per non aver impedito che Harriet perdesse la verginità in quel modo”
In realtà è più…
Oh beh chi sono io per correggere mio fratello…
-Che intendi?
-Non c’è fine all’avarizia umana- dice Colvert
Io annuisco mentre lui mi versa un bicchiere di liquido rosso…
-Harriet che stai bevendo? –chiede Viktor
-Sangue di vergine- replico io
Lui per poco si strozza- se non vuoi dirlo non dirlo, non farmi venire colpi!
Guardo Colvert che sorride.
Oh beh, se non vuol credere non creda…
-Che pensi dovremmo fare? –chiede lui guardandomi
-Farli fuori –dico io diretta
-Harriet…
-Finché in vita sono una rottura di scatole e basta, perché rischiare?
-Ma adesso che è morta la regina… -inizia lui
-Sarà una serie di sfortunati incidenti –dico io finendo il mio drink e leccandomi le labbra macchiate di rosso- lascia a me questi dettagli, occupati di supportare Artù
-Ma…
-Andrà bene- dico posando il bicchiere e alzandogli il mento- la tua sorellina penserà a tutto…occupati di tenere d’occhio il principe…io farò il resto
Lui annuisce- mi spiace, ti sto facendo fare tutto il lavoro…
-Non preoccuparti…per me è un piacere- sorrido io
Non hai idea di quanto lo sia…


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Capitolo 12: She lost it to me so she should be my fiancé




Capitolo 12: She lost it to me so she should be my fiancé

Colvert non era mai stato un tipo calmo.
Dopo aver dato l’alibi e il calcio di inizio alla caduta di Chad, Harriet aveva chiesto di ritornare a casa. Purtroppo per lei Chad aveva deciso di giocare con il cervello per una volta.
-Chi dice che l’abbia davvero presa la sua verginità!?
Colvert era infastidito perché sapeva a cosa ciò avrebbe portato.
Avevano due vie di uscita. Fingere di non averla ANCORA presa, rovinando l’alibi, o dire di averla presa e venir trovati come falsi quando un controllo sarebbe stato fatto.
Harriet era ancora vergine e il regno lo sapeva, dopotutto il re aveva fatto fare un controllo dopo che il secondo figlio aveva messo incinta la sua amante.
Quindi un controllo ora era sicuramente riprova di qualcosa…
Non poteva però perderla da sola…
Artù era in panico e anche Viktor.
-Vuoi che controllino? –chiese Harriet- cos’è? Ancora infastidito che mi sia negata dal anche solo tenerti la mano e invece abbia concesso me stessa a un altro?
Harriet era calma. Bastava un oggetto di pochi cm per rompere la parete. Non doveva che avere un secondo per poterlo fare e ripulire tutto con i poteri dopo.
Era solo una seccatura farlo.
-Non mi lasciavi baciarti e ora…- disse Chad ad alta voce infuriato.
La sua fiancé era meno casta di ciò che pensava, magari avrebbe potuto…
-Bene…chiamate il medico allora- disse il re
-Harriet- disse Artù mentre aspettavano
-Basta un oggetto di pochi cm…- rispose lei pianissimo
Lui strinse i pugni e annuì. Ovvio…- mi spiace…
Perdere la verginità così non era il massimo…
Harriet venne accompagnata in una camera e lasciata sola lì ad aspettare quando Colvert entrò con la magia.
-Colvert? –chiese lei confusa e senza darle spiegazioni lui la tirò in un bacio e spinse sul letto
-Posso bloccare il tempo fino a tre ore…farò sì che lei si goda la prima volta my Lady –disse lui baciandole il collo
Lei fece per rispondere ma venne di nuovo zittita da un bacio.
-Credo la mia spada sia più che adeguata a compiacerla rispetto a una spazzola o un pettine no?
Lei annuì guardandolo rimuoverle il corpetto- grazie
Lui sorrise- my lady, sta davvero ringraziando un uomo che sta prendendo vantaggio dalla situazione per assaggiarla?
Lei sorrise- vero…ma non mi dispiace in questo caso…
-My lady…
-Si? –chiese lei
-Dopo…mi assicurerò di ricompensarla- disse lui senza darle il tempo di ribattere
***
-Quindi?
-Lady Harriet ha perso la verginità dall’ultimo controllo- disse il medico
Viktor strinse la presa del suo pugno. Per Artù aveva dovuto…non era per nulla felice della cosa.
Colvert era al fianco di Harriet sorreggendola, era molto felice dentro di sé ma rimase impassibile come solito ad occhio esterno.
Artù era…molto ma molto bloccato nel suo senso di colpa. La verginità doveva venir persa per amore non per…
-L’ha…persa con me! –disse Chad
-Impossibile- disse subito il medico- i dati dicono che è stata persa nelle ultime 24 ore
-Oltre al fatto che hai detto che non ti ho mai nemmeno baciato –disse Harriet- eri impegnato a trovare magicamente la regina morta per mano del primo principe…ricordi?
Se volevano giocare contro di lei, dovevano sapere che era disposta a tutto pur di vendicarsi.
Colvert strinse la presa su di lei e un sorriso crudele nacque nel suo sguardo. Decisamente…aveva selezionato decisamente bene…
-Visto che l’ha persa con me- disse subito Artù- padre, chiedo che noi possiamo organizzare il fidanzamento ufficiale…
Dopotutto era il minimo ripagarla con la posizione di regina ora che l’aveva forzata a tali misure…
Viktor annuì ma era davvero poco contento della cosa, sua sorella era decisamente stata quella a perdere di più da questa situazione…





Capitolo 49: I like being alone

Capitolo 49: I like being alone

-Quindi…
-Mi piace stare sola –disse Eve
Damon annuì, sapeva già cosa la figlia pensava delle relazioni.
Ad essere onesti, era una persona adatta al titolo di leader e a quello di strega solitaria.
Era eccelsa nei gruppi.
Amava aiutare il prossimo.
Amava aiutare in generale.
Amava insegnare.
Amava studiare.
Amava essere di aiuto.
Ma allo stesso tempo amava stare da sola.
Odiava essere con troppe persone intorno.
Odiava essere disturbata.
Era una contradizione perenne ad essere onesti.
Per questo Damon non era stupito che avesse quel tipo di reazione con l’amore.
Non era contraria.
Credeva esistesse.
Solamente…non era per lei.
Non era in grado di legarsi per amore con nessuno purtroppo.
Ma sapeva che se si fosse messa con qualcuno…beh…
-Quindi?
-Diamond e Wolfe sono ottimi padri –disse Eve
Era sicuramente per i propri figli che sarebbe stata moglie di qualcuno
I due leader erano diventati una squadra.
Era anche ovvio che avessero deciso di diventare entrambi partner di Eve.
-Sicura?
-Alla fine…non cambia molto no? –disse Eve
-Anche vero
Damon conosceva la figlia dopotutto.
Sapeva che aveva preso un vizio da lui.
Purtroppo, non erano tipi ad innamorarsi i due…
-Sesso è sesso dopotutto, no? –chiese Eve
-Non dovresti parlarne con tuo padre –disse Damon strofinandosi la base del naso
-Certo papà…
-Sul serio…non voglio altri motivi per voler tutti morti tesoro
Lei rise- certo papà


Capitolo 22: I'm the hero

Capitolo 22: I’m the hero

Quando Renée era piccola aveva subito abusi su abusi.
Abbastanza da far credere ai suoi di averla completamente rotta mentalmente.
Dopotutto una mocciosa come lei avrebbe di sicuro ceduto al potere paterno…
-Renée –disse l’uomo- la mia bambina…sei davvero tu?
Sebastian faticò a non sgozzarlo.
Come osava ora a venire lì a dar fastidio a sua figlia?
Come osava dichiararsi suo padre?!
Dopo che aveva ferito sua figlia…
Dopo che l’aveva abbandonata al suo destino…
Dopo che l’avevano provata a far fuori…
Renée non era un giocattolo.
Non era qualcosa che potevano buttare via perché non gli piaceva più…
Era un essere vivente.
Aveva sentimenti.
Aveva emozioni.
Aveva diritto ad essere trattata con il rispetto e affetto di ogni altro essere vivente.
Era chiaro che quel Bentley non aveva sofferto un secondo della sua esistenza.
Renée però non era così buona come tutti pensarono
-Oh guarda…il figlio di puttana che mi ha dato alla luce e cercato di uccidere, quale orrore sapere che sei vivo…
-Sono tuo padre, dovresti…
-Mostrar rispetto? Non credo- disse lei
-Ingrata…
Lei non diede nemmeno una parola a ciò, mosse la mano e nel cielo una proiezione dei propri ricordi venne mostrata.
Ogni botta.
Ogni lite.
Ogni insulto.
Ogni sera senza cena.
Ogni abuso.
Ogni cosa fatta.
Specialmente il giorno in cui venne abbandonata nel villaggio coperta da quel liquido.
Ogni singolo gesto era ora di fronte al mondo intero a vederlo.
Chi non sapeva ora sapeva.
Chi sapeva ora era pallido.
-Un eroe così abusato…mi chiedo perché dovrebbe servire gli umani –disse lei ruotando la spada e girandosi verso Damon.
Quando la spada venne alzata gli umani erano pronti per vedere la fine del re dei demoni ma…
La spada venne conficcata nel terreno e Renée era ora in ginocchio di fronte al re dei demoni con il capo chinato.
-Eroe Renée Silvestri giura fedeltà al re dei Demoni Damon Wolfe Aaron Shin Dragon Blackgunn, la mia spada proteggerà e ferirà su ordine del sovrano, la mia vita sarà in mano alla decisione del sovrano e la mia esistenza sarà solamente al fine di portare i comandi del mio sovrano. L’eroe giura fedeltà al re dei demoni- disse Renée chiara e limpida come mai lo era stata.
Era l’ora di giocare…


Capitolo 48: Bloody Hands

Capitolo 48: Bloody hands

Una cosa che impari in questa vita è che non hai il diritto di crederti innocente o di fingerti tale.
Non era innocente né si era mai finta tale.
Le sue mani erano state coperte di sangue più volte di ciò che avrebbe voluto e potuto ammettere purtroppo…
E non sempre era per motivi veramente validi…
Molto spesso purtroppo aveva solamente perso la calma.
Molte altre era pura sete di sangue.
Altre erano incidenti.
Altre erano premeditate.
Non era un tipo calmo a prescindere e aveva perso più volte il controllo in caso qualcuno la infastidisse.
I suoi bambini sapevano la cosa.
Damon sapeva la cosa.
Tutti quelli che la conoscevano sapevano la cosa.
Era impossibile per lei considerarsi buona o dolce in nessuna maniera.
Non era nemmeno totalmente colpa sua ad essere onesti.
Dopotutto non tutti avevano controllo sulle proprie situazioni…
-Sta tranquilla…
Damon le era stato vicino la prima volta che aveva ucciso.
Era un animale ed erano a caccia.
-Diverrà più facile…
-Non voglio diventi più facile…
-Lo so ma serve- disse Damon
-Perché?
Lui le sorrise- perché se io muoio in futuro…
-Damon…
-Fammi finire…- disse lui
La bambina di dieci anni annuì
-Se io muoio tu devi saperti difendere tesoro- disse Damon
Lei annuì- lo so…
-I cacciatori non saranno mai nostri alleati in questo luogo…quindi devi essere pronta a tingerti le mani del loro sangue…
Lei annuì
-Mi spiace tesoro…farò il possibile per evitartelo –disse Damon- ma nel peggiore dei casi…
-Per me è meglio che sia preparata a farlo…- disse lei capendo
****
-Sei migliorata- sorrise Damon guardandola usare il coltello sulla carne
-A cosa?
-Cacciare- disse lui
Lei sorrise- ovviamente…dopotutto sono tua figlia


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Capitolo 11: I was…




Capitolo 11: I was…

-Guardie reali!
Viktor guardò le guardie entrare confuso e con l’aspetto di chi si era appena svegliato- che succede?
-Lord Arundell, abbiamo il permesso di sua maestà per cercare la vostra dimora- disse la guardia
-Per cercare…che è successo? –chiese Viktor
-La regina è stata assassinata
-Assassinata? –chiese Viktor
-Si
-Perché venite da noi? –chiese Viktor
-Il primo principe è chi l’ha uccisa…
-Cosa?!
-Sa dov’è il primo principe?
-Al piano di sopra- disse Viktor fingendo gli fosse sfuggito- aspettate!
Colvert era tutt’altro che felice della situazione ma non commentò per nulla.
Le guardie salirono al piano superiore e aprirono la porta della camera di Harriet per prima.
Il principe lo trovarono.
-Che diavolo!? –chiese Artù mettendosi davanti ad Harriet e lasciando che la donna si nascondesse con le coperte.
Era chiaro che…erano impegnati.
Il primo principe aveva i capelli in disordine, i vestiti mancanti, aveva ancora i pantaloni però, e segni di graffi sulla schiena. A terra vi era un vestito da donna e della biancheria…era chiaro che stava succedendo.
-Chi diavolo vi ha dato l’ordine o permesso di venire qui?! –chiese lui furioso e in imbarazzo
Non poteva aver davvero accettato di fare quella messa in scena…
***
-Quindi…avete trovato il primo principe –disse il re cercando di non ridere
Il figlio maggiore aveva un alibi di ferro, non puoi uccidere qualcuno se sei a venti minuti dal castello a fotterti la sorella del tuo migliore amico…
Chad non sembrava capire la cosa e dopo essere stato forzato a sedersi e calmarsi, stava ora fissando Artù con odio.
-Beh sire… -disse Viktor- mia sorella è una bellissima e colta giovane donna, inoltre anche quando era fiancé di Chad ho sempre visto come il primo principe la guardasse da lontano…
-Non potevo non sedurla dopo che è ritornata libera- disse Artù- e visto che avevo intenzione di prenderla in moglie…
-Hai pensato di accelerare le cose- disse il re cercando di non ridere
In quel momento la corte era in completo caos. Il secondo prince accusava il primo di aver ucciso la regina e il primo era intento a sedurre e fottersi la ex-fiancé del secondo.
Il gossip che sarebbe nato…
-Sire… -disse Harriet fingendosi in imbarazzo
Il re sorrise, gli era sempre piaciuta quella ragazza- parla pure cara, non sei colpevole di nulla.
-Potrei sapere come è stata trovata la regina e chi ha accusato il primo principe? –chiese Harriet
-Guardia? –chiese il re
-Per rispondere a Lady Arundell, il secondo principe è entrato nelle camere di sua altezza e dopo dieci minuti ha richiesto il nostro intervento
-Chi ha accusato il principe Artù? –chiese Harriet
-Il secondo principe dice di aver sentito sua madre dire il nome del colpevole e questo era Artù –rispose la guardia
-Quindi…-disse Harriet- cosa vi fa credere che non sia una mossa del secondo principe per prendere il trono?
Quelle parole fecero gelare la sala.
Harriet però non si fermò- voglio dire…il secondo non avrebbe necessità di ucciderla ma se la regina muore il principale sospettato sarà il primo principe e se il primo principe perde supporto o la corona…lui prende il trono…
Solo allora Artù realizzò il fine del piano…come dire…Harriet era più furba di ciò che le aveva dato credito di essere.


Capitolo 10: The Queen is Dead




Capitolo 10: The Queen is Dead

-Buonanotte sua maestà
-Quando Chad ritorna a casa mandatelo nelle mie camere
-Si mia regina
-Non fatelo ritardare di un istante…
-Si mia regina
-Non lasciate che altri entrino nelle mie camere…
-Si mia regina
-Ottimo…vedete di fare il vostro lavoro.
-Si mia regina
La regina sospirò chiudendo la porta della sua camera.
Era stata una giornata stressante e orribile…
Si levò le vesti e si mise a sedere di fronte alla sua specchiera con solo la camicia da notte indosso.
Il troppo rosa stava urtando alla vista di qualcuno…
La donna si tolse il trucco e iniziò a sistemarsi i capelli.
Perché l’assenza di maid al suo fianco?
Come pensate fosse morta la regina di prima?
La donna non era altrettanto gentile o stupida.
Non voleva nessuno abbastanza vicina da poterla uccidere…
Oh l’ironia…
-Tutto questo è solo colpa di Chad…se avesse ascoltato ciò che gli avevo detto….
Il problema era come rivincere Harriet.
Viktor a prescindere avrebbe negato il permesso alle nozze…
-Forse dovrei far rimuovere quel dannato cane…
-Quale cane?
-Viktor chi altro pensi…
La regina si alzò di scatto e guardò Artù che era nella sua camera- quando sei entrato!?
Voleva urlare ma venne sollevata dalla gola prima che potesse.
-Shh…non possiamo mica giocare così facilmente –disse Artù
-Tu…!
-Considera ciò che sto per fare un pagamento per ciò che hai fatto a mia madre…
-Non…la passerai…liscia…
Artù ruotò il coltello e lo conficcò nel petto della donna.
-Non serve che la passi liscia questa volta…
Mollò la presa sulla donna e indietreggiò verso la finestra, seguendo ciò che Harriet gli aveva detto e la aprì, nascondendosi dietro le tende.
La donna rimase stesa nel suo sangue finché Chad non entrò nella stanza.
-Mamma!? –chiese lui in ansia- chi…chi ti ha…AIUTO! La regina è stata ferita!
-Artù…- disse la donna- è stato…Artù…
Solo dopo quelle parole il primo principe sparì dalla camera.
Ora era ora di mettere in atto lo show.


Capitolo 9: So…let’s kill her




Capitolo 9: So…let’s kill her

-Finché la regina è viva…
-Dobbiamo però trovare un modo per…
-Possiamo…
Se Artù voleva salire al trono, l’unico modo era eliminare una grossa parte del supporto di Chad.
Per quello lui e Viktor stavano cercando una soluzione al problema maggiore: la regina.
La regina proveniva da una famiglia nobiliare andata in rovina.
Aveva lavorato sodo per crearsi una rete di supporto.
Per mettersi in una posizione intoccabile.
Per avere sostegno per il figlio.
Era praticamente impossibile vincere il trono con lei come regina.
Aveva anche già iniziato a lavorato per rimediare alla questione “figlio”.
Dopotutto chi aveva visto la futura madre?
Era normale che qualcuno si stesse impegnando a farla morire di parto…
-Dobbiamo far in modo che la regina perda il suo appoggio…
-Più facile a dirsi che farsi –rispose Viktor
-Di norma lo è –disse Artù- ma non abbiamo scelta
-E come pensi di vincere contro lei e i suoi cani?
-Dobbiamo comunque far fuori il supporto principale per avere vittoria contro Chad- disse Artù
-Si ma finché la regina è in vita quel supporto non crepa
-Prima o poi faranno un passo falso
-Passo falso che la regina non può nascondere?
-Beh la situazione del figlio… -iniziò Artù
-Pensi che non sia risolvibile? Una caduta dalle scale e la situazione è finita
-…
-Non sarebbe la prima che la regina fa sparire- disse Viktor
-Harriet…che ne pensi?
-Se vuoi il trono –disse Harriet giocando con un coltello- perché non uccidiamo la regina?
La cosa congelò gli altri due.
-Uccidere…- iniziò Viktor
-Non è fattibile –disse subito Artù- è sempre attenta al mille per mille e…
-Posso portarti ad ucciderla- disse Harriet alzandosi e porgendogli il coltello- ma il lavoro lo dovrai fare tu…
Lui guardò il coltello- io…
-Non è un problema se ti vede ucciderla, non è un problema se lei rimane in vita abbastanza a lungo da dirlo a Chad…
-Harriet…
-Lascia il resto a me…devi solo usare quel coltello Artù… -disse lei con un sorriso gentile- devi solo avere fiducia in me…
Lui prese il coltello- va bene…mi fiderò di te…


Capitolo 8: You want that? I can make it




Capitolo 8: You want that? I can make it

Non ho mai detto di essere una brava persona. Ma un tempo lo ero.
La mia immagine riflessa, Harriet, è decisamente più bella e attraente di ciò che io ero inizialmente. I lunghi capelli argentei con riflessi violacei, gli occhi ghiaccio, il fisico da seduttrice, queste curve, questo viso…sono cose che io prima ho ottenuto con enorme sforzo e ferite morali.
La me di prima era una ragazza piena di sorrisi, gentilezza e ogni cosa positiva che questo mondo potesse avere. Amo cucinare, aiutare gli altri e vedere tutti felici.
Finii con l’innamorarmi di un ragazzo della mia classe, ero una liceale con tante speranze e la testa piena di stupide storie d’amore. Ero sicura che fintanto che ero onesta e gentile avrei ottenuto un lieto fine. Lui mi parlava spesso e lo aiutavo spesso con compiti e simili.
Pensavo di piacergli…che idiota.
Supportata da chi credevo amiche, mi confessai…fui pubblicamente umiliata di fronte a tutto l’istituto. Non ero magra, non mi era mai importato non essere “bella” per gli standard di quella società fino a quel momento. Solo in quel momento mi aveva colpito la conoscenza che non ero attraente per occhi esterni. Non ero in cattiva salute, ero felice nel mio corpo…fino ad allora.
Quando tornai a casa ruppi ogni cosa che potevo rompere. I miei genitori erano in panico per me quando tornarono a casa. La loro adorabile bambina era diventata improvvisamente…depressa.
Ogni giorno a scuola, la situazione nella mia mente peggiorava fino al punto che una lametta trovò il modo di arrivare ai miei polsi. Ero intelligente, lo ero sempre stata, ero buona, dolce e brava a scuola…ero solo molto ingenua al mondo ed ero solamente inesperta su cosa fosse la realtà di questo mondo e quanto crudele potesse essere. Non ebbi il coraggio di farla finire così nascosi i segni e tornai a scuola. Fu allora che sentii la conversazione che ruppe il mio già precario equilibrio.
La cheerleader e il tipo litigavano su come doveva evitare quel colpo basso perché adesso io non avrei più volutamente fatto il suo carico di studio. Fin dall’inizio…la gentilezza era solo a scopo di usarmi.
In quel momento il dolore, la tristezza, il dubbio, l’infelicità…tutto divenne rabbia e sete di sangue.
Quindi, grazie alla coincidenziale vacanza estiva che sarebbe venuta a breve, iniziai il mio lavoro.
Dieta, sport, medicina…non c’è una cosa che non abbia imparato in quel periodo. Con la diminuzione di peso o anche iniziato a curarmi dell’aspetto a un punto che era nocivo. I miei capelli neri furono una delle poche cose che non furono cambiate. Il resto? Il naso troppo grosso, il doppio mento, la curva dell’occhio, i problemi di vista…beh…vivevo in un’epoca in cui potevo facilmente ricorrere alla chirurgia plastica. I miei erano benestanti, mia madre era una modella e mio padre un impresario. Per loro ero bellissima a prescindere di come apparivo ma mi lasciarono fare. Dopotutto…la mia minaccia di togliermi la vita era più preoccupante di farmi andare sotto chirurgia un paio di volte.
Peso perso, pelle rimossa, viso cambiato di qualche millimetro, vestiti nuovi, lezioni di etichetta e simili…alla fine ero diventata esattamente ciò che la mia società considerava una dea in terra. Ma ciò non mi bastava.
Fu così che iniziai l’anno scolastico.
Mi ero trasformata nel sogno erotico di tutti e l’incubo peggiore di chi era precedentemente popolare.
Il mio carattere? In apparenza era sempre lo stesso…ma adesso non era proprio gentile o dolce…tre anni di maltrattamenti possono romperti in una maniera che tu non osi immaginare dopotutto.
La corona di regina al ballo di fine anno era ciò a cui la puttanella della cheerleader teneva di più.
Venni invitata al ballo dal ragazzo che mi piaceva e vinsi il titolo.
Ciò non mi bastava.
Quando mi diedero il microfono insieme al ragazzo, aspettai esattamente ciò che sapevo sarebbe successo.
“Mi piaci, per ciò…usciresti con me?”
Con un sorriso sulle labbra…gli risi in faccia. L’intera sala finì con il zittirsi e il gelo era calato.
Fu allora che ridissi il mio nome…avevo cambiato modo di chiamarmi dal primo nome al secondo e dal cognome di papà a quello di mamma…
Quando capirono chi ero…oh che bellissima visione.
“Sei rifatta!” provò la cheerleader
“E voi morti” risposi io calma
In quel momento il primo cadde avendo un attacco seguito da un altro e un altro…nemmeno i professori si salvarono…dopotutto tutti bevevano a un ballo dopo ore e ore di danza. Ho semplicemente aggiunto qualche medicina al mix e…beh causato una serie di attacchi di overdose…di cosa? Oh non lo so…ho riempito quello schifo di ogni medicina che potessi legalmente comprare su internet…usando la carta di credito del ragazzo che mi piaceva.
Lui, da bravo atleta, resistette di più e mi continuò a pregare di chiamare un’ambulanza…
Aspettai che l’ultimo di loro respirasse per fare ciò che voleva, mentre lui era ancora vivo.
“Per favore! Venite è un’emergenza! Gli studenti di…si sono tutti…oh dio per piacere…” con tanto di lacrime e voce in panico.
Solo allora capì quanto finta fossi diventata.
Quando la polizia e le ambulanze vennero, era un mucchio di cadaveri da portare via. L’unico vivo? Il ragazzo e il gruppetto di troie che mi avevano umiliata più di tutti.
Che conseguenze ho pagato? Nessuna…ho sempre adorato recitare per un motivo…
Inoltre le prove erano tutte su di loro. Le impronte sulle medicine? Delle ragazze, chi le aveva comprate? Il ragazzo. Chi le aveva messe? Beh…avevo convinto loro a versare le medicine dentro le bevande, senza nemmeno dirlo direttamente. Non vi erano prove io fossi coinvolta…
Inoltre in ospedale trovarono traccia delle medicine anche in me…dosaggio molto basso, per mia fortuna avevo solo “preso un sorso” fu ciò che i medici dissero alla polizia.
Loro che continuavano ad accusarmi…io che ero un’ex vittima dei loro abusi…indovinate chi è finito in prigione, spoiler…non io.
Alla fine io ho continuato la mia vita mentre loro hanno perso la loro dietro le sbarre della prigione.
Essere diventata ora Harriet, con un corpo che è al naturale migliore di ciò che io ho faticato a crearmi…è snervante.
Ancora di più come lei fosse innocente e priva di colpe…e il finale che ha fatto per avarizia e ego altrui…
L’ultima cosa che disse prima di morire fu…
“Spero voi paghiate per ciò che mi avete fatto”
-Li farò soffrire…- dico sfiorando il riflesso nello specchio. Farò in modo che ogni singolo essere che ti abbia ferita muoia Harriet…lo prometto…


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Capitolo 21: So...you 7 are now my party

Capitolo 21: So…you 7 are now my party

-Quindi non mi volete seguire? –chiese Renée
I sette al fianco di Bentley non esitarono a confermare la cosa.
Anni di sacrifici.
Anni di sofferenze.
Se avessero cambiato lato ora avrebbero perso tutto.
-Seguiremo solo il vero eroe!
-Tu sei solo un falso!
-Che importa se la spada ti ha scelto?
-L’eroe è Bentley!
-Colui che vincerà il re dei Demoni!
-Non sei nulla…
-Una donna non può essere un eroe!
-Tacete! –disse Zack furioso- Renée è più abile di tutti voi messi insieme!
-Vero! –urlò Isaac
-Come se due mocciosi come voi sapessero cos’è un eroe! –disse Rachel
-E poi vi chiedete perché siete puttane… -disse Lobelia
Alaric scoppiò a ridere- siete patetici!
-Un paio di idioti come voi che cercano di batterci…che truffa- disse Bell
Malachia si limitò ad annuire. La sua pigrizia era di nuovo presente.
Le sette armi nelle mani del party dell’eroe scintillavano.
Stavano pregando Renée da quando l’avevano vista…
Perché non dar loro retta?
Renée sorrise- ok…vi rigetto come party dell’eroe
-Come se ciò ci importasse e…-iniziò Michael ma le armi nelle loro mani diedero loro una forte scossa elettrica e li scagliarono con forza contro la prima cosa che trovarono, per loro sfortuna il campo di battaglia era pieno di rocce.
Le sette armi volarono di fronte a Renée- una cosa che non sapete…l’eroe ha il diretto di decidere se accettarlo o meno il party dell’eroe…e se lo rigetta…i sette più vicini a lui prenderanno il ruolo.
Zack guardò il suo status venir forzato aperto e accanto a Supremo demone di Superbia apparve il titolo di compagno dell’eroe.
Renée guardò le armi andare correndo ai loro nuovi compagni.
Zack guardò Sword of Glory che decise di forzarlo a prenderlo in mano, che gli piacesse o meno quella spada lo voleva come suo partner. Isaac guardò Little Thief che imitò la spada, lo scettro aveva scelto e guai a chi osava levarlo di lì. Rachel guardò Eternal Hunger forzarsi tra le sue mani, scudo e lancia scintillavano come non mai. Lobelia guardò Pain of Love rimuovere la sua arma e prenderne il posto e legarsi al suo polso, la frusta era molto felice di poter giocare come si doveva finalmente. Alaric guardò Born for War mettersi nelle sue mani, le due spade divennero una grossa ascia per la gioia di entrambi. Bell guardò Golden Destiny apparirle davanti e lo prese con decisione, l’arco si caricò da solo con la freccia, pronto a fare una visita al suo ex proprietario. Malachia guardò Lazy Healer rannicchiarsi nelle sue braccia, finalmente il libro si sarebbe rilassato dannazione.
-Cosa…- iniziò Zack
-Congratulazioni siete ora la compagnia dell’eroe- disse Renée- e ora…cosa dovrei fare mi chiedo…


Capitolo 20: Hey Brother...

Capitolo 20: Hey brother…

-Renée…- disse Damon notandola
Una folata di vento rimosse il mantello nero e rivelò la graziosa fanciulla. In quel momento Bentley scoppiò a ridere.
-Sapevo che eri viva! Sorellina…vieni da me…farò in modo che niente ti succeda…
Renée lo guardò fredda- mi dovrei stupire che tu riesca a tirare mezzo colpo decente ma visto che la tua skill ti mette al pari di chiunque sia innamorato di tua sorella minore, ovvero me, non mi posso meravigliare…
-Renée va al sicuro- la pregò Damon cercando di alzarsi
-Sebastian –chiamò Renée- aiuta Damon e indietreggiate
Lui esitò ma ubbidì aiutato da Josh, contro il volere di Damon. Giselle arrivò poco dopo e si mise a curare Damon il più in fretta possibile.
-Tu…sei viva? –chiese un uomo che Renée non vedeva da anni
-Oh ecco il padre…-disse Renée- che succede? Deluso che tua figlia non sia morta?
A quelle parole Giselle e Sebastian si infuriarono. Quello era l’uomo che…
-Curare Damon priorità- disse Josh- dopo lo sgozzate…
-Mi chiedo se il regno sappia cosa avete fatto…- disse Renée- dopotutto il motivo per cui avete un finto eroe è quello…
-Bentley è l’eroe! –disse Destiny
Lei e le ragazze erano anni che avevano leccato e sottomesso loro stesse per le perversioni di Bentley.
Non potevano perdere ora il ruolo di moglie dell’eroe e tutto ciò che comportava quella posizione.
-Tu sei? –chiese Renée guardando Lazy Healer nelle mani della ragazza- oh…compagnia dell’eroe…allora perché servi un semplice cavaliere?
-Non è vero! Menti –disse lei ostinata
Non fu l’unica a dire ciò, molti umani si unirono alle grida. Dopotutto non potevano lasciare che si scoprisse o…
-Ok…allora perché non vediamo se la spada ha qualcosa da dire? –chiese Renée allungando una mano
-Allontanate la spada- disse subito Hope capendo cosa stava per succedere
-Non serve- disse Renée- ANGELIA!
La spada iniziò a ribellarsi nelle catene e fece esplodere la teca di vetro nel mentre. Senza troppi problemi ruotò nell’aria e lasciò che Renée l’afferrasse al volo. Demonia nella sinistra, Angelia nella destra. Era chiaro che ruolo avesse Renée.
In quel momento i demoni non sapevano come prenderla.
-Visto? –chiese Renée- qualcosa da ridire ora?
Angelia rideva contenta nelle sue mani, era una sfortuna che solo l’eroe potesse sentirla.
“Finalmente! Finalmente!”
Demonia al suo fianco rideva anche divertita. Damon era confuso dal perché ma capiva che non era in pericolo.
Dopotutto la sua spada non l’avrebbe tradito.
La sua Renée era probabile che avrebbe usato la spada per minacciarlo nel letto mai ferirlo però.
Con quel pensiero poteva calmarsi e riprendere a respirare.
Doveva riprendersi e aiutarla…
-Puoi anche essere l’eroe ma non puoi battermi –disse Bentley
-Vero! –disse Hope- non ti seguiremo mai!
Renée sorrise- oh…la stupidità umana…


I am the father apparently

I am the father apparently Trama: Ritornata indietro nel tempo a quando era ancora una bambina, Lia non vuole soffrire alle mani dell’abusiv...