WitchandAngel : agosto 2017

Capitolo 3: When Fantasy becomes reality



Capitolo 3: When Fantasy becomes reality

Cos’è questo calore?
Apro piano gli occhi- Níðhöggr?
-Non esattamente…- dice una voce che mi copre velocemente con una mano la bocca e con l’altra mi avvicina a sé per tenermi ferma- Shh…sta buona
I miei occhi guardano lo specchio davanti a me, l’essere che mi ha perseguitato nei miei incubi mi sta tenendo bloccata…non è un’illusione o un’allucinazione della mia mente…è quello vero…dove sei Níðhöggr?
No, deve essere una allucinazione a livello fisico, l’hai già visto nei tuoi studi. Può capitare che l’allucinazione provochi reazione nel corpo, hai visto quella ragazza che in preda ad un’allucinazione si è strangolata da sola convinta che fosse la sua allucinazione…chiudi gli occhi, calma il respiro e andrà via.
-Non funziona così…non sono un’allucinazione mia cara
Ok…ok…non posso urlare…non riesco a muovermi il mio corpo è paralizzato…
-Bene e ora ti porterò…-dice per poi liberarmi in fretta quando qualcosa gli si scaraventa contro
- Níðhöggr!
Il mio serpente sibila in risposta per poi riavventarsi contro il mio aggressore
-Dannato serpente! –dice l’essere- se non fosse per le tue intrusioni sarebbe già venuta con me tempo fa
Níðhöggr sibilò in risposta mostrando i denti affilati
-Shh…come se fosse vero che muoiono tutti…-borbotta l’essere…aspetta…capisce Níðhöggr? Sul serio è di questo che mi preoccupo ora?!
Níðhöggr sibila in risposta prima di riattaccarlo. La specie di Níðhöggr non ha veleno ma la sua stretta è mortale, può soffocare un alligatore in pochi istanti, se riesce a bloccarlo…se riesce a prenderlo…
Sono paralizzata non riesco a muovermi…non posso aiutarlo...
Lo vedo scaraventare Níðhöggr contro il muro dietro di me, non riesco a girarmi…urla…se urlo forse qualcuno…
La mia voce non esce, ho paura…sono paralizzata… Níðhöggr non si muove…urla…urla dannazione urla! Non mi importa se mi prende, non mi importa se mi uccide…non mi importa di nulla ma ti prego…ti supplico fa che Níðhöggr sia vivo…è l’unica cosa che ho al mondo…non posso vivere senza di lui…è l’unica cosa che mi tiene sana di mente, l’unico che non mi giudica per cosa sono…l’unico che mi stringe quando sto per crollare…
Chiudo gli occhi mentre le lacrime scendono veloci- strano…pensavo avresti opposto resistenza…
-Perché…perché lo hai…
-Tranquilla…ha solo perso i sensi…- riapro gli occhi e lo vedo difronte a me- era un intralcio, ora posso portarti via senza che lui mi fermi…certo che ha avuto quanto? Quattordici anni? Di sicuro è nato per combattere quel dannato serpente…e se tu fossi stata addormentata solo per qualche minuto in più quella notte forse ora non saremmo qui…e ora…
-No…
-Non vuoi venire? Non è che hai scelta sai? Devo portarti via con me…
- Níðhöggr…-dico piano
-Ho capito…- si allontana da me e sparisce dietro di me, sento del rumore e poi lo vedo tornare davanti a me con Níðhöggr sulle spalle, totalmente sulle spalle- stupita? Non tutti quelli che rapisco sono delle piume come te dolcezza sai? Porterò anche lui a patto che tu venga con me
Non ho scelta…è questa la migliore offerta? Credo di sì…con Níðhöggr…con lui potrei…potrei…potrei uscirne viva
La mia mano si allunga verso la sua. Lui sorride. Non ha un’età il suo volto, non ha colori per distinguerlo, è come se qualcuno fosse stato immerso nell’inchiostro. Con facilità mi tira a sé- sei molto più leggera di ciò che credevo…e ora…dormi
*****
-Secondo te sta bene? –chiede una voce femminile
-Non lo so…pensi che i ragazzi abbiano scacciato quel mostruoso serpente? –chiede un’altra ragazza
-Hey era figo –risponde una terza
-Cattivi- rispondo in coro le prime due
Apro gli occhi. Sono in una foresta? Davanti a me ci sono tre ragazze, una bionda con occhi azzurri, una rossa con occhi celesti e una con capelli viola e occhi verdi
-Oh si è svegliata! Come stai cara? Io sono Cinderella, chiamami Cindy- dice la bionda, indossa un vestito celeste con un grembiule bianco in vita e delle scarpe di cristallo ai piedi
-Io Ariel- dice la rossa, indossa un vestito simile a quello di Cindy ma in rosa corallo
-E io Katherine…beh credo a questo punto Malefica, chiamami Mal dolcezza…hai uno stile da urlo comunque- dice la viola, lei indossa un vestito lungo nero con uno spacco ai lati
-Stai bene? Sembra che hai visto un fantasma- dice Cindy…
Queste tre sono le diciassettenni che sono state rapite quando ero piccola…aspetta prima hanno detto…- avete visto un serpente?
-Quell’orrendo mostro? Sta tranquilla lo ammazzano i principi- dice Ariel
Scatto in piedi e la prendo per le spalle- DOVE.SONO.ANDATI?
-Di là- dice lei indicando una zona nel bosco. La mollo e mi metto a correre, le sento inseguirmi. Solo ora noto come sono vestita, stivali neri con il tacco, jeans scuri e maglia bianca con le maniche di pizzo, che bello si è anche preso la briga di cambiarmi…non importa…priorità trovare Níðhöggr e ammazzare sti deficienti che lo vogliono ferire, dopo ammazzo il mio rapitore e gli chiedo spiegazioni sul cambio abito
Arrivo in una zona dove gli alberi sono distrutti e vedo due ragazzi con spade in mano cercare, fallendo aggiungerei, di ferire un Níðhöggr molto incavolato e confuso quanto me su dove si trova e un terzo in disparte che sembra godersi lo spettacolo.
-Sta indietro orrenda creatura! –dice il biondo con occhi azzurri
-Ti faremo vedere che succede a chi attacca una povera principessa! –urla il bruno dai occhi verdi…tutti e due in un completo principesco…ora li ammazzo
-Fatevi mangiare! –gli urla il moro dagli occhi rossi che se la ride, ha dei jeans neri e una felpa scura
-Allontanatevi subito da Níðhöggr o che dio vi aiuti io vi ammazzo! –urlo io
Il mio serpente subito li schiva e mi corre incontro per poi avvolgersi intorno a me- mi sei mancato anche tu
-Oh…è un suo servo…-dice il biondo- io sono il Principe azzurro e lui è il principe Phillip
-Non mi può fottere di meno di chi cazzo ti credi di essere occhi blu, tocca di nuovo il mio serpente e ti infilo quella spada dove non batte il sole chiaro? Ottimo- dico io coccolando Níðhöggr che gli fa la linguaccia
-Bel carattere- ride il moro- io sono James…capitano uncino- sorride lui- amante dei rettili
-Attento che mi sa che ti dà in pasto al coccodrillo prima di Peter caro- ride Mal raggiungendomi- mi piaci…credo che saremo amiche…benvenuta nel regno delle storie. Qui dove le storie diventano realtà e la tua vita si basa su esse. In pochi ricordano qualcosa di loro prima del viaggio qui quindi…se sai chi eri sei ben accetta nel club “perché cazzo sono qui”
-Mi sa che farò parte del club…il mio nome è Lilith Desdemona
-I tuoi ti dovevano adorare…-ride lei- favola?
-Non ne ho la più pallida idea va bene come favola?


Capitolo 44: Sarò il tuo cavaliere 6/6

Capitolo 44: Sarò il tuo cavaliere 6/6

-Siamo arrivati- disse Pandora
Il luogo dove ora si trovavano era ricoperto di ossa, umane e non, c’era un lago di sangue, dal soffitto cadevano delle catene da cui alcuni arti pendevano ormai separati dai corpi. Sui teschi che ornavano le pareti c’erano graffi e segni lasciati o dal tempo o da qualcuno che era stato portato in quel luogo. L’aria era gelida e pesante, ogni passo il rumore di ossa che scricchiolavano aumentava la tensione e ovunque la luce creata da Pandora andasse ombre di altre vittime apparivano.
-Qui divento matto…-disse Vex guardandosi intorno- chi diavolo ha costruito un posto così?!
-Se volete vi do la lezione di storia- disse Pandora calmissima
-Almeno non penso che sto camminando su qualcuno –rispose Ilias
-Prima della guerra tra demoni e angeli l'abate Enrico, del monastero nero dal quale la chiesa dipendeva, venne mandato nel territorio degli angeli per volere del re. Al suo ritorno, il frate portò con sé una giara contenente della terra raccolta dal suolo e la disperse all'interno del cimitero di Blaston. Molte persone provenienti da tutto il regno da allora fecero seppellire i propri parenti in questo luogo, secondo la tradizione per poter donare loro la salvezza eterna. Nel corso del tempo molti corpi si accumularono nel cimitero di Blaston soprattutto a causa di due delle più grandi calamità che attanagliarono il territorio: la guerra e gli esperimenti del dottor Humer per creare la vita eterna per i mortali. Circa tredici anni dopo i frati furono costretti a costruire un ossario, posto all'interno della cripta della nuova chiesa edificata, in stile gotico, al centro del cimitero che ormai non disponeva più dello spazio necessario per contenere tutti i corpi. A partire dall’anno dopo vennero riesumate ed accatastate in un magazzino le ossa delle vecchie sepolture per fare largo alle nuove. Due o tre secoli dopo venne eretta una nuova entrata e ristrutturata, in stile barocco, la cappella dall'architetto Blackmont. Un secolo dopo, František, un intagliatore al servizio del duca, ebbe l'idea di riutilizzare le ossa accumulate nei magazzini della chiesa per creare la macabra decorazione della cripta. Oltre a decorare le pareti e la volta con i resti degli scheletri l'artista compose delle vere e proprie sculture. Su tutte spiccano l'enorme candeliere composto da teschi ed ossa incastrate tra loro, l'ornamento dell'altare, ed uno gigantesco stemma della famiglia del duca anch'esso ricostruito con i resti umani recuperati dall'ossario. La cosa sarebbe rimasta macabra e finita se non fosse che a seguito del tempo l’intero cimitero venne quasi del tutto seppellito e usato per culti di ogni genere. Verso la terza guerra delle razze questo divenne un ospedale psichiatrico, o per meglio dire portavano qui le persone e vedevano quanto tempo ci mettevano a impazzire completamente. Il sangue, i resti e la struttura in generale ha preso così tanta di quella energia negativa e così tanti morti che camminano che ormai il posto intero è ricoperto da un alone di disperazione che induce alla pazzia chi non è abituato a stare accanto alla morte per parecchio tempo.
-Ma questo Enrico non poteva farsi i cavoli suoi?! –sbottò Vex
-Sarebbe stato meglio…questo posto è solo un modo per utilizzare i morti…altro che riposo eterno- commentò Erick guardando le teste appese con candele ormai consumate sopra
-Pensa questo, solo sotto questa intera città ci sono oltre settantacinque zone completamente ricoperte di ossa, vengono chiamate Catacombe, alcune hanno dentro solo energia negativa, altre imprigionano qualcosa e altre ancora, come questa in cui siamo noi, contengono un oggetto molto potente- disse Pandora
-Solo sotto questa…c’è ne sono altre?! –chiese stupito Ilias
-Quando iniziarono questa alcuni decisero che fosse un’ottima idea crearne delle altre in varie parti del mondo, dovrebbero essercene circa altre ottocento o novecento in tutto- disse Pandora- e la maggior parte sono sotto i territori maledetti o con follia. Esempio dove abitavi tu Vex c’è ne erano tre, dove abitavo io sotto alla foresta nera del non ritorno c’è ne erano cinque, dove abitavi tu Erick c’è ne erano circa sei anche se non vicinissime- gli rispose Pandora- sono ovunque, solo che ormai nessuno se ne ricorda o vuole ricordare
-Sai se nella zona di Howler c’è ne sono? –chiese Falcon, se avevano capito una cosa era che Falcon parlava poco
-Che mi risulti è una delle zone con più di questi cosi, dovrebbero essercene trentacinque o quaranta solo nel centro città e lì sono anche a più piani- disse Pandora
-Capisco- rispose semplicemente lui
Il silenzio cadde per molti minuti mentre i ragazzi cercavano il libro che erano venuti a recuperare.
-Pam- Vex si avvicinò a lei e le indicò un vecchio libro in pelle nera con catenacci e vari lucchetti tenuto nelle mani di uno scheletro appeso a una parete
-Bravissimo Vex- disse Pam arrampicandosi a prenderlo
-Posso chiederti una cosa?
-Certo- rispose lei scendendo con il libro in mano
-Posso essere il tuo cavaliere? –se Vex aveva capito una cosa di Pandora era che, seppure forte, era estremamente fragile se lasciata sola. Non sapeva come chiederle ciò che voleva chiederle, ovvero “posso restare al tuo fianco per sempre?” così aveva optato per quella che gli pareva la versione più adatta a lui della frase
-Puoi essere tutto ciò che vuoi Vex- gli sorrise lei




Capitolo 43: Mi dispiace... 4/6

Capitolo 43: Mi dispiace… 4/6

Il giorno era praticamente finito quando trovarono l’entrata del tunnel. Il buio stava cominciando a dare fastidio persino ad Erick che era abituato, ma l’essere sottoterra e nel buio gli stava facendo ricordare il risveglio.
Cos’era il risveglio? Era facile da descrivere. Durante la prima grande guerra tra angeli e demoni, da alcuni chiamata anche giorno della nascita, le razze nacquero. Alcuni umani morti da poche ore vennero usati come base per creare le razze non-morte, tra cui i vampiri. A quel tempo gli umani erano ANCORA sottoterra, il panico nel risvegliarsi nelle bare fu enorme, scoprire che non erano più umani, adattarsi alla nuova vita…era stato più che dura. Erick non era uno di loro, per fortuna, ma le storie che aveva sentito e come lui stesso una volta fu seppellito vivo, o morto a seconda dei punti di vista, gli davano sempre i brividi anche alla sola vista di una scala che conduce a un posto pieno di tombe.
Pandora gli prese la mano di istinto, tanto erano indietro rispetto agli altri. Erick la guardò, era calma, tranquilla, a suo agio. Era nel suo ambiente e sembrava starci più che bene. La cosa lo tranquillizzò, per qualche ragione sapere che lei non stava impazzendo lo teneva calmo.
-Stai tranquillo, non devi preoccuparti il tunnel dura poco- disse lei
-Il problema è quei cosi che escono dalle tombe- rispose Erick- cosa diavolo sono?
-Beh…se vogliamo li puoi chiamare Zombie o Erranti. Sono…morti viventi, legittimi morti viventi. Quando un umano non viene raccolto dalla morte torna in vita e…diciamo che uccide qualsiasi cosa gli capiti a tiro per cibo.
-Perché la morte non li prende allora? Sono inquietanti
-Detto da un vampiro fa ridere- sorrise lei lasciandogli la mano- purtroppo la morte è singolare, non ha spesso tempo per uccidere e togliere di mezzo tutti, per questo, secondo le leggende, si faceva spesso aiutare dalla gemella vita. Ovvero si sbarazzavano dei corpi e degli spiriti più in fretta e ponevano il giudizio più in fretta.
-Giudizio? –chiese Vex avvicinandosi con gli altri
-Non lo sapete? –chiese lei sorpresa continuando a camminare- quando un essere muore viene posto sotto giudizio
-Paradiso o Inferno giusto? –chiese Ilias
-Non potresti sbagliarti di più- disse lei
-Che giudizio dunque? –chiese Erick
-Vita e morte hanno l’equilibrio, essi giudicano bene e male, giusto e sbagliato. Accedono ai ricordi dei morti e emettono giudizio dopo averli messi sotto un gioco in cui il premio in palio è il loro destino.
-Basano la loro decisione solo sulla vita? Allora sono già andato- disse Falcon
-Al contrario- disse Pandora- nella vita ci sono circostanze che spingono a compiere atti relativi all’entità della situazione. Esempio uccidere per difesa o vendetta. Questo comporta qualcosa che diverrebbe parziale, non importa cosa sia successo in vita, l’intenzione può essere stata per motivi diversi. Esempio uccidere per avere i soldi per salvare la tua famiglia oppure cacciare per sopravvivere. Su queste basi tutti sarebbero più o meno giustificabili. Per questo si fa un gioco
-Che gioco? –chiese Vex
-Il gioco cambia a seconda del concorrente. Durante esso vita e morte osservano le sue reazioni, i suoi pensieri e tutto ciò che comportano. Alla fine del gioco, non importa quale sia il risultato, vita e morte danno una sentenza che può essere ben peggiore del vostro concetto di inferno e paradiso
-Cosa sarebbe allora? –chiese Ilias
-Rinascere o il Void- rispose Pandora- ovvero tornare a vivere sotto una nuova forma oppure venire estirpato dall’esistenza stessa e non avere più nulla dopo la morte, appunto diventare il vuoto, il nulla, per comodità il Void.
-Come possono fare giudizi del genere in base a un solo gioco? –chiese Vex
-Il fatto è che non sono infallibili e tendono a dare seconde possibilità molto spesso, di fatto è raro che mandino anime nel Void, ma questo non significa che siano fuori dal cappio, se dovessero tornare a morire e non avessero cambiato azioni e rimanessero un pericolo per il sistema verrebbero subito eliminati dall’esistenza. Questo è il loro lavoro
-Tutto questo è tremendo –disse Ilias
-Perché finire nell’inferno di quel pazzo di Dante non lo è? –chiese Vex- almeno questo evita che l’anima o comunque la coscienza soffra, no?
-Questo te lo posso confermare- disse Pandora- ma nel Void esistono ancora chi viene eliminato. Di fatto vengono tenuti lì i corpi e parte dei ricordi.
-Per quale motivo? –chiese Erick- e come fai a sapere queste cose?
-Mi dispiace…ma io sono solo un oggetto che contiene memorie e oggetti non miei. Non ho tutte le risposte
-Ma hai abbastanza da farti sospettare di non essere solo un semplice oggetto- rispose Falcon- quasi stessi valutando chi hai intorno delle volte
Lei sorrise- chissà…magari amo solo osservare. Per me infondo questo è tutto nuovo, non ero mai uscita da quel posto e ora sto vivendo memorie nuove e vecchie insieme…mie e non mie…andiamo, la notte arriverà presto
***Secoli prima***
-Ne arriva un’altra
-Non sei stanco?
-Vorrei giocare con loro a dirla tutta
-Lo so, ma dobbiamo osservare, non possiamo intervenire nei giochi, è il nostro compito infondo
-Lo so…quell’uomo
-Il biondo?
-Si lui, io voto il Void
-Ti supporto in questo. Lasciamo che si diverta a ricrearlo E, non sopporto chi fa male ai bambini
-Spero che decida nell’eliminarlo
-Lo ricreerà direttamente secondo me. Infondo ricordati fratello, noi ridiamo vita e un nuovo possibile destino, cancellando memorie, dando un nuovo aspetto e osservandone i risultati, E invece prende chi è un disastro e nessuno deve sapere cosa risulta di ciò che crea
-Infondo…E ha creato le razze che hanno creato tutto questo casino, non credi sia ironico?
-Già…E si diverte sempre a giocare con le sue bambole…
-Anche noi siamo sue bambole
-Si, ma siamo le sue predilette, quelle che hanno una razionalità e libertà totale al punto di averci reso simili a E che ci ha creato, diciamo che siamo molto al di sopra dei mortali

-Su questo non ti do torto…

Capitolo 2: Níðhöggr is my only friend



Capitolo 2: Níðhöggr is my only friend

Tiro più su il cappuccio della mia felpa mentre ritorno a casa. Perché mi devono guardare? Perché non mi lasciano in pace?
Ho ormai quasi diciannove anni eppure questo non ha cambiato mai i loro sguardi. Alla fine il mio gene mutante mi ha portato a creare una forte forma di mania di persecuzione e un forte disturbo post traumatico, e vorrei vedere con un dannato coso nero che ti entra in casa, nel salotto di notte quando hai CINQUE FOTTUTI ANNI e NESSUNO se ne frega altamente! Ma tanto chi ha il gene Doom non viene considerato altro che un folle pronto a scoppiare.
Lasciate che vi chiarifichi alcune cose di come questo gene…o malattia se vogliamo, si sia creato, va bene? Da piccola sapevo solo ciò che mia madre, che per quanto intelligente non ha una laura in medicina e di sicuro non è così informata come vorrebbe esserlo sul gene, ma ora, specie dopo essere riuscita a entrare nell’università di stato di medicina e psicologia, ironico visto che dovrei essere “folle”, ho più dati da poter mettere su come sia nato il mio gene.
Cominciamo con i miei particolari colori di pelle, capelli e occhi. Questa parte di gene viene da quello che una volta veniva chiamato Albinismo. L'albinismo (dal latino albus, "bianco") è una anomalia congenita consistente nella totale o parziale deficienza di pigmentazione melaninica nella pelle, nell'iride e nella coroide, nei peli e nei capelli causata da un'assenza o un difetto dell'enzima tirosinasi, enzima coinvolto nella sintesi della Melanina. Lo sviluppo del sistema ottico è fortemente dipendente dalla melanina e la riduzione o assenza di questo pigmento può portare nei soggetti albini a avere forti problemi visivi. Il mio gene ha preso molto da questo, unica variazione consistente? Gli occhi sono viola e non rossi e il mio gene è stato VOLONTARIAMENTE creato per essere usato come arma…per scopi ancora da dichiarare. Quindi i miei capelli e la mia pelle pallida sono sì rari ma non è la prima volta nella storia dell’umanità che nasce una persona con questa deficienza di melanina.
Passiamo ora ai capelli. Ho provato a tagliarli più volte per evitare di somigliare a qualsivoglia favola ma questi ricrescevano sempre in meno tempo del normale. Partiamo dal fatto che i capelli cominciano la loro vita dal quarto mese di vita fetale, da quel punto un capello cresce alla velocità di 0,3 mm al giorno, 1 cm al mese, circa 3,5 × 10−9 m/s, e normalmente possono crescere con un ciclo di vita che va dai due ai sei anni, con casi registrati di anche dieci anni. Questo però non significa che non ci siano stati casi precedenti di crescite fuori dal comune. Geneticamente parlando le donne hanno una struttura capillare diversa da quella degli uomini che permette una struttura più forte e propensa alla crescita. Questo significa che la Raperonzolo non è impossibile che sia esistita realmente, anche perché il cranio umano resisterebbe il peso di un umano attaccato ai capelli che sale e questi sarebbero abbastanza forti da non essere staccati dalla radice, ma questo porta a un ENORME altro problema: il peso, studi effettuati dimostrano che il peso eccessivo dei suoi capelli avrebbe portato la nostra principessa a spezzarsi l’osso del collo se avesse fatto qualsiasi movimento tranne star ferma…bello eh? Tornando al discorso capelli che crescono in fretta, quello, come il gigantismo, può essere causa del cervello che comanda in modo errato il corpo, questo può essere causa di tumori che possono anche ricrescere e di questo anche ci sono casi riportati e di certo non è la cosa più divertente da avere. Il mio gene guarda caso ha la sua base nel cervello e come difetta di melanina manda segnali errati che comportano i capelli in stile raperonzolo, senza la rottura dell’osso del collo visto che li riesco a tenere a una lunghezza che mi evita di camminarci sopra. Il mio tipo di capelli, per quanto sano, ha una struttura tale che impedisce a qualsiasi colore di prendere e mantenersi, e ve lo assicuro le ho provate tutte, nulla funziona, i miei capelli sono bianchi.
Tornando ai miei occhi sono anch’essi un mondo a parte, il mio gene ha la particolarità di averci unito un’altra patologia nota come sindrome dell’occhio secco. L’occhio secco è una patologia oculare che consiste in una riduzione quantitativa e/o in un'alterazione qualitativa del film lacrimale, che principalmente ha una funzione umettante della superficie oculare. Tale patologia può essere dannosa perché può provocare lesioni alle strutture esterne dell'occhio: il film lacrimale tende ad evaporare formando aree di secchezza con conseguente esposizione a maggiori danni. Ergo chi ne soffre deve assolutamente evitare lenti a contatto, se dovessi dirlo sarebbe meglio evitare le lenti in generale visto la marea di problemi che possono causare, per nominarne alcuni: virus, infezioni, modificazione della curva corneale, sindrome della lente stretta, allergia al liquido di lubrificazione delle lenti, parassiti…sinceramente non sono poi così tentata a metterle dopo averle ricercate eh. Ma tornando a noi le lenti hanno bisogno di lubrificazione e i nostri occhi sono SECCHI, ergo siamo sprovvisti della lubrificazione necessaria e le lenti danneggerebbero la nostra retina…quanto amo la genetica eh…per mia fortuna sono capitata nella piccolissima percentuale di chi ne soffre che non ha problemi di vista, alias perdita di gradi, ma ha il problema contrario, alias un numero di gradi in più della norma e questo, per quanto figo possa sembrare, è causa di ENORMI mal di testa, giramenti e malesseri perché il nostro cervello dopo poco comincia a farsi male poiché non accetta l’intera immagine…bello eh?
Passiamo ora alla principale cosa del gene che porto, alias le malattie che comporta. Il gene tende a aumentare lo stress a cui il nostro sistema è sovrapposto durante il corso della sua intera vita. Stress non aiutato ma anzi peggiorato da come la gente tratti noi portatori. La solitudine, il bullismo e come veniamo isolati aumentano le probabilità di disturbi che il virus ci crea e visto che grazie alle guerre cose come antidepressivi o medicine che aiutano il controllo di malattie, come depressione o disturbi che se non curati venivano comunque controllati, noi siamo decisamente su un filo sottile dalla totale pazzia. Quindi io che ho sviluppato queste due forme sono relativamente fortunata, perché? Perché in molti si suicidano a causa dei disturbi che sviluppano.
Parlando di fortuna, mia madre è forse la mia più grande fortuna oltre a Níðhöggr. È vero è apatica e non sa dimostrare ciò che prova ma è normale. Quando una vittima di stupro rimane incinta raramente porta a termine la gravidanza, ancora più raramente tiene il bambino e davvero raramente riesce ad avere con lui un rapporto normale, questo perché inconsciamente il cervello collega l’immagine del figlio con quella dello stupro e questo porta a un blocco emotivo e una difficoltà di comunicazione con esso. A questo aggiungerei che di solito se il bambino nasce con il gene Doom viene ammazzato o peggio anche dagli stessi genitori, un po’ come nel passato chi scopriva che il figlio che doveva ancora nascere aveva la sindrome di Down veniva posto davanti alla scelta di abortire o meno il bambino, oggi ti chiedono se vuoi abortire, continuare la gravidanza o vendere tuo figlio per ricerca medica, per sfortuna di quei pazzi che li comprerebbero quasi nessuno procede con la gravidanza e chi lo fa è praticamente rarissimo che venda il figlio. Ma la violenza domestica accade, un po’ di tempo fa mamma mi ha raccontato che avevano arrestato un genitore per aver tolto gli occhi al figlio…quindi diciamolo, non saprà dimostrarlo ma so che mi vuole bene. Non sarei qui altrimenti.
Passando ai miei problemi…ho problemi di fiducia. Molto seri anche, non riesco a fidarmi di nulla eccetto Níðhöggr e mia madre. Tra i miei problemi c’è anche il fatto che ogni estraneo il mio cervello lo colloca come nemico o pericolo, il mio cervello mi fa anche vedere nell’angolo della stanza o di riflesso nella vetrina di un negozio…diciamolo uscire senza Níðhöggr per me è un inferno, per mia fortuna la legge permette la circolazione di animali extra-domestici purché registrati, anche se Níðhöggr risalta parecchio viste le enormi dimensioni.
-Un’altra Doom? Ma perché non li ammazzano e basta?
-Non lo so ma dovrebbero solo toglierli dalla strada
-Secondo te è vera la cosa che hanno i sensi molto più forti dei normali umani?
-Secondo me sono collegati alle sparizioni
-Perché non si suicidano e basta?
Accelero il passo e corro verso casa, odio il percorso dall’università a casa, la gente mi fa venire voglia di chiudermi in casa per sempre.
-Níðhöggr- chiamo appena entro, lui non risponde. Entro in soggiorno e comincio a cercarlo. Mia madre ora dovrebbe essere a lavoro…non voglio stare sola in questa casa. Con la coda dell’occhio vedo qualcosa muoversi. Mi giro e di nuovo quell’essere è davanti a me a fissarmi- NÍÐHÖGGR!
Appena il mio serpente entra nella mia visuale la visione sparisce e io crollo a terra mentre lui subito mi raggiunge- l’ho visto…l’ho visto di nuovo…- so che sto allucinando come solito so che non è realmente qui eppure…eppure non riesco a non tremare di paura ogni volta che lo vedo.
Níðhöggr mi avvolge a sé- non ne posso più…non ne posso più di vederlo ovunque…
Níðhöggr mi stringe a sé piano per confortarmi come può. Non ne posso più. Nessuno mi crede visto che sono una Doom, nessuno mi capisce, nessuno mi è accanto…nessuno eccetto Níðhöggr, lui è il mio unico amico.


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Capitolo 1: Let me tell you a story

The Land of Tales

Capitolo 1: Let me tell you a story

Mi piacerebbe raccontarti una favola. Una che gli altri non osano raccontare. Cosa succede realmente dopo il “Per sempre felici e contenti”. Tutte le buone cose giungono alla fine. Ma la fine…è solo l’inizio.
Allora? Su che aspetti, mettiti a letto, non ho tempo da perdere tesoro. Bene ora rimbocchiamo le coperte e ascolta. Ti ricordi cosa ti dice sempre la mamma amore?
-Non devo fidarmi delle favole?
Brava amore, si, non devi assolutamente fidarti mai delle favole che ti raccontano a scuola. Non sono le vere favole, sono quelle che ci propinano per tenerci buoni mia cara ok? Non fidarti mai delle loro versioni.
-Ma le loro sono così belle…e queste…così…macabre…
Niente Ma! Sono pericolose! Se non conosci le originali non potrai sapere la verità! E ora ascolta la favola di stasera.
-Va bene mamma…
Dunque. Esiste un essere che gira di notte e si infila nelle case della gente. Rapisce le persone e le porta lontano, nessuno sa dove o cosa fa loro, e lascia in cambio della persona un libro di fiabe
-E che succede a quelle persone?
Non mi hai sentito? Non si sa. E ora va a dormire
-Ma…finisce così?
Si, nessuno l’ha mai visto o è vivo per descriverlo, si sa solo questo e il dettaglio dei libri. Per ciò che ne so potrebbe anche essere appostato fuori dalla finestra ora come ora. Ora va a dormire
-Mamma…ho paura…posso…
-Non puoi dormire con me stanotte Desdemona, non se ne parla nemmeno, sei troppo grande per queste cose. Ora dormi- dice mia madre guardandomi con i suoi occhi noce molto scuri e distanti. Sospira e si sistema una ciocca dei suoi corti capelli neri prima di guardarmi più dolcemente- hai quasi cinque anni Lilith e io non sarò sempre qui a proteggerti. So che hai paura ma devi imparare a cavartela da sola piccola mia, sei molto più intelligente e furba degli altri bambini. Sai fare cose che in molti non imparano a fare prima dei otto anni, sai leggere come un’adulta, hai imparato due lingue in un mese…sei un genio Lilith, un prodigio e questo ti renderà la vita più difficile di ciò che credi. Sei estremamente razionale delle volte e non ti permetterò ora di fare la bambina. Ora dormi. Domani hai lezione di piano e devi vedere la nuova tutrice di danza e canto, oltre che iniziare quella lingua…cos’era greco? Non importa, comunque dormi, non ti è permesso fare tardi.
-Si mamma.
-Buonanotte Lilith
-N…-sospiro- buonanotte mamma
Appena la porta della mia camera si chiude accendo subito la luce che mamma aveva chiuso. Non ho mai chiesto tutto questo. Vorrei una mamma meno…apatica. Sembra quasi che io sia un peso per lei, vorrei dire che non capisco perché ma…so benissimo perché mi tratta così. Se non fosse che sono così “talentuosa” e che imparo in fretta sarei molto probabilmente in orfanotrofio ora. Il mio nome è Desdemona Lilith, due nomi che da quello che so non hanno nulla di positivo. Desdemona significa letteralmente “figlia del demonio” e Lilith è considerata la prima donna peccatrice, immortale, un demone che si unì al diavolo e fece nascere mostri, tra cui vampiri…diciamolo che ha scelto dei nomi che non sono proprio positivi.
Mi lascio cadere sul letto. Non credo che mi voglia morta ma sono un ricordo doloroso per lei. Sono nata da uno stupro infondo. Che poi il fatto che abbia spiegato come sono nata a una bambina della mia età che dovrebbe ancora credere nella cicogna è discutibile ma…è fatta così. Vorrei potermi comportare da bambina, giocare, piangere e chiedere di dormire con la mamma ma…non è una buona idea, se mi comporto in quel modo mamma si arrabbia. Il mio aspetto le riporta quel ricordo in mente, ho i capelli, gli occhi e la pelle dello stesso colore di mio padre. Ho capelli molto chiari e occhi violacei, una mutazione genetica che porta con sé anche alcuni problemi mentali di socializzazione e/o comportamento. Questa mutazione può creare parecchi problemi, oltre all’assenza di alcuni geni del colore negli occhi e capelli e l’assenza quasi totale di melanina, quindi l’impossibilità di prendere effettivamente colore, cosa comune anche tra gli albini, porta anche alcuni disturbi mentali che si possono sviluppare verso l’età adolescenziale. Questi sono: disturbi dell'alimentazione, autismo, disturbi dell'apprendimento‎, disturbi dell'umore, disturbi della dissociazione, disturbi della memoria, disturbi della sfera sessuale, disturbi di personalità
Mamma mi ha fatto imparare ogni cosa che poteva trovare su questa gene mutante che ho in me, credo sia il suo modo di aiutarmi, non sa come farlo infondo. La inquieto probabilmente, sono una bambina ma il mio cervello ragiona molto più velocemente del normale, per questo mamma ne sta approfittando per farmi apprendere più cose possibili ora che posso, tra i disturbi di apprendimento ci sono varie cose che potrebbero impedirmi in futuro di imparare. Potrei diventare dislessica da un giorno all’altro come potrei rimanere apatica al mondo, potrei perdere la memoria o sviluppare una forte bulimia. Il gene che porto è qualcosa che si è creato durante una delle guerre batteriologiche della zona Gamma-Delta nell’anno 3456, questo ha portato alla morte di centinaia di migliaia di umani da quando si è creato, per questo ha il nome “Doom” ovvero condanna, perché è una condanna a una morte di qualche tipo, fisico o mentale che sia. Mia madre sta cercando, a modo suo, di rafforzarmi, spera che il mio disturbo sia minore e che io non ne soffra troppo le conseguenze quando il gene comincerà a corrodere il mio cervello, le possibilità che non accada sono pari allo 0.9%, troppo basse per sperarci, specie se come me non hai un’indole molto positiva. La nostra tecnologia è anche regredita per colpa delle guerre e di alcuni dittatori e questo non aiuta a trovare una soluzione a quelli con il mio gene, siamo troppo pochi per essere importanti da curare.
Non riesco a dormire…
Ho la mente e le conoscenze di un adulto, va bene si però…sono pur sempre una bambina. Ho paura come ogni bambino e la notte le ombre diventano mostri anche per me, specie quando mamma mi legge la “favola” della buonanotte o meglio del buon incubo.
-Níðhöggr- dico piano e subito il sibilo sottile del mio animale domestico mi risponde. Níðhöggr è un serpente verde dagli occhi rossi, è molto grosso e di sicuro non è l’ideale di animale da compagnia, specie visto che è della specie eunectes murinus, ovvero la più grossa e pericolosa della razza dell’anaconda, chiamata anche anaconda verde, ma Níðhöggr non mi ha mai fatto male e mia madre è allergica al pelo di praticamente ogni animale esistente da ciò che dice, così mi ha permesso di tenermi un serpente in casa. Della serie non ti puoi tenere un piccolo e tenere chihuahua, anche se odio i cani di piccola taglia, preferisco quelli grossi, ma ti puoi tenere un serpente che stritola le sue vittime e che si nutre di coccodrilli e che parte dalla lunghezza piccolissima di undici metri…sì decisamente nella norma. Comunque il nome che ho scelto viene da un mitico serpente-drago della mitologia norrena. Alcuni miti lo portano come un serpente cattivo altri come uno buono. In sostanza era un serpente per metà e per metà drago che viveva tra le radici di Yggdrasill, l'albero cosmico, scambiando costantemente insulti con l'aquila che sta sulla sommità dei rami, per il tramite dello scoiattolo Ratatoskr. C’è anche un riferimento nel Ragnarǫk, la fine del mondo, secondo il quale quando il mondo, distrutto, rinascerà dalle sue ceneri, su di esso volerà come un'ombra Níðhöggr, portando tra le ali i cadaveri dei morti. Níðhöggr è anche il nome del serpente che, nell'aldilà, tormenta i cadaveri dei morti e se ne nutre oltre a essere il nome di un nano.
C’è un motivo se ho scelto questo nome per lui, è vero nella mitologia generalmente è visto come una cosa negativa, ma così lo sono anch’io. Quando lessi dei miti mi sentii…non so…vicina forse a questo serpente mitologico e visto che mamma mi ha dato un serpente ho pensato “perché no?”. Níðhöggr è con me da parecchio oramai e mi tiene più compagnia di ciò che la gente può pensare, certo non ti riporta il bastone o fa le fusa, ma mi capisce e mi sta sempre vicino quando è notte e ho paura.
- Níðhöggr- richiamo ancora e lui sale su uno dei pali che sostengono il mio letto a baldacchino- dormi con me? Ho paura
Il mio amico sibila e annuisce piano prima di salire e arrotolarsi intorno ai pali del soffitto vigile- se qualcosa succede mi proteggi tu?
Sibila piano. Una volta i ladri sono entrati in casa, ero sola e mamma era a lavoro. Quel giorno Níðhöggr è entrato nella mia vita, è entrato dalla finestra e ha stritolato a morte i due prima che mi potessero ferire, la babysitter era troppo impegnata a farsi il ragazzo per accorgersi del pericolo, quando la polizia è arrivata mi ha trovato addormentata accoccolata al lunghissimo serpente che fissava gli agenti come se fosse la cosa più normale del mondo che io fossi accoccolata a lui per dormire. Mamma quella volta è stata davvero emotiva, era spaventatissima per me ed è una delle poche volte in qui ha dimostrato di volermi davvero molto bene, anche se quando c’erano ancora gli agenti, dubbiosi di lasciare un serpente lungo quasi diciassette metri in casa di una madre single con una bambina di circa tre anni e mezzo, non ha mostrato nemmeno il minimo cenno di paura o preoccupazione, ma quando siamo rimaste sole è crollata. La babysitter è stata licenziata e Níðhöggr è diventato il mio custode. Non mi ha mai ferito, secondo mamma i miei occhi hanno la forma di quelli di un serpente e ogni tanto scherza sulla possibilità che mi creda una cucciola di serpente. Per la legge va più che bene tenere questo genere di animale in casa, anche se non credo esistano molti con un Níðhöggr in casa eh, infondo c’è chi si tiene leoni, chi scimmie, chi avvoltoi…io mi tengo un serpente gigante. Non è stato semplicissimo per mamma fidarsi e abituarsi a Níðhöggr, ma visto che il serpente tornava in casa ogni volta che lo scacciavano…diciamo che ci si è arresa e…
Cos’era quel rumore?
- Níðhöggr? –chiamo ma lui non risponde. Scendo dal letto in ansia. Cos’era quel rumore? Era come…un oggetto che cadeva a terra…una lampada forse? Veniva dal soggiorno. Dov’è Níðhöggr? Mamma sarà in camera…o forse a lavoro? Comunque lei di notte si chiude a chiave in camera, è troppo paranoica per muoversi per casa al buio…chi è entrato in casa?
Esco dalla mia camera piano e scendo le scale fino al primo pianerottolo per sbirciare nel salotto cosa è caduto. Non sarebbe la prima volta che entrano i ladri, le guerre hanno aumentato il tasso di criminalità e persino nel nostro quartiere che è sorvegliato dalle guardie delle volte si fanno vivi. Un’ombra si muove per la stanza, è molto alto, con occhi bianchi e i capelli che sembrano fiamme che si muovono, è alto più della porta e ha in mano qualcosa…libri? L’essere della favola! No devo star sognando…ho paura…voglio urlare ma la voce non esce. Non mi ha visto per fortuna…è un sogno…deve esserlo…mamma ho paura…mi pizzico la pelle ma provo dolore, quindi è reale? Non sto sognando?
L’essere urta il pendolo della mamma che prende prima che tocchi terra. No quel coso non può essere uno dei miei incubi…anche se ne sembra uscito fuori. Non riesco a muovermi…non riesco a respirare…
Sento qualcosa afferrarmi la caviglia e aggrovigliarsi intorno a me, sto per urlare ma le mie mani si portano davanti alla mia bocca per evitare di farlo. Qualsiasi cosa mi abbia catturata mi trascina in fretta nello studio della mamma e chiude la porta spingendoci contro la cassaforte. Cosa succede…ho paura…
Un sibilo mi giunge all’orecchio e riprendo a respirare. Níðhöggr mi lascia andare ma mi rimane intorno- grazie
Níðhöggr strofina la sua testa sulla mia mano e mi alza posandomi su una delle poltrone dello studio per poi avvolgerla in modo che nulla possa toccarmi senza passare per lui- hai visto anche tu quel coso? –chiedo piano
Lui annuisce piano
-Non sono matta quindi…e questo non è un sogno…la mamma…le farà male?
Lui scuote la testa
-Dici che vuole me?
Lui annuisce
Sento i miei occhi bagnarsi ma li asciugo subito appena sento la testa di Níðhöggr sfiorarmi la guancia- hai ragione, mi proteggerai tu vero
Lui annuisce e mi fa segno di coricarmi- non so quanto possa dormire con quel coso in soggiorno
Lui prende la coperta che mamma usa quando lavora di inverno alla scrivania e me la mette sopra per poi rimboccarmela, a volte mi chiedo se questo serpente sia un serpente. Dopo un po’ di tempo i miei occhi si fanno pesanti e mi addormento piano in una notte priva di sogni.
Quando apro gli occhi Níðhöggr sta aprendo la porta e mamma entra tutto tranne che contenta- si può sapere perché hai barricato lo studio?
-Mamma il mostro della favola! L’ho visto era in soggiorno e…
Lei sospira- Lilith non sono dell’umore per questo ora. Su alzati e vai a prepararti, la tutrice arriverà a minuti. Riparleremo di questo dopo
-Ma…
-Niente ma- dice lei
Io sospiro e piano vado in camera mia
-Non guardarmi così –dice mamma a Níðhöggr- lo so che le ho detto io quella storia ma è, appunto, una storia
Níðhöggr evidentemente la sta fissando perché la sento sbuffare- le parlerò dannato serpente…dio santo ma te sei un serpente o uno travestito?! Sul serio inquieta quanto capisci della vita umana…va da lei va…chi me lo ha fatto fare di prendere un serpente come animale domestico…
Níðhöggr mi raggiunge in camera e mi prende con la coda una maglia dal ripiano più alto- grazie Níðhöggr
Lui sibila piano e si arrampica sulle travi del soffitto- perché tu e mamma litigate sempre?
Lui chiude gli occhi e scuote la testa- nulla di importante?
Lui annuisce- ok…mamma è tanto arrabbiata?
Lui scuote la testa
-Per fortuna…hey Níðhöggr, credi che quella cosa tornerà?
Lui annuisce piano
-Lo temo anch’io- scendo in cucina a fare colazione e la radio sta facendo parecchio rumore, di solito non ci do molto peso, alcuni adulti sembra che non abbiano nulla da fare se non litigare, creare e cercare scandali e impicciarsi in fatti che non gli interessano.
-E siamo arrivati a diciotto nel numero di scomparsi di questo mese. Amelie Roberts, diciassette anni, capelli rossi e occhi blu, una promettente nuotatrice, è stata dichiarata scomparsa ieri notte. La ragazza pare fosse nella propria casa quando il padre è uscito per lavoro alle venti di sera. Al suo ritorno alle due la ragazza era sparita e sul suo davanzale c’era la favola della sirenetta. Alcuni esperti cominciano a credere che ci sia un killer copycat di…- mamma chiude la radio
-Si sbagliano
-Ti avevo detto che l’ho visto- dico io- e anche Níðhöggr l’ha visto
Lei continua a girare il suo cucchiaino nel suo caffè- stanotte dormi in camera con me, insieme anche a Níðhöggr, ma sia chiaro, non ci credo per un secondo che quel coso sia vero. Sarà qualche pazzoide
-Va bene- dico io leggermente sollevata
-Ma…-dice lei guardando fuori- non uccide, prende solo…cosa succede dopo non è lui a deciderlo, questo dice la favola
-Mamma?
-Muoviti su, abbiamo lezione di piano tra meno di un’ora- dice lei in fretta, che cosa mi nasconde?
Níðhöggr la guarda uscire e poi mi guarda- penso anch’io che mamma sappia più di ciò che dice…secondo te…cosa devo fare se torna a prendermi quel coso?
Lui poggia la sua fronte sulla mia- vero…ci sei tu a proteggermi


Capitolo 42: Falcon 1/6

Capitolo 42: Falcon 1/6

Non ho mai avuto fiducia in nessuno in vita mia, beh nessuno eccetto mia moglie…e questo mi è costato tantissimo. Il mio lavoro mi ha sempre reso solo, non posso fidarmi di nessuno e se mi avvicino questa persona viene coinvolta nel mio mondo di sangue e presto diviene il metodo di vendicarsi su di me. Mia moglie…mia figlia…dopo la loro morte non sono rimasto lo stesso, se prima avevo un minimo di umanità o di pietà dopo quella notte non ne ho più avuta.
Questa ragazza è strana, il suo umore o comportamento non è cambiato di un secondo da quando siamo qui, anzi sembra quasi trarre energia da questo macabro ambiente, mentre gli altri tre stanno piano piano cominciando a mostrare i segni di stress e inquietudine che questo posto provoca, lei però sembra come a casa, il che porta a due soluzioni: o era già matta da prima, cosa che non posso escludere anche se ne dubito fortemente, oppure, e questo mi preoccupa parecchio, è abituata alla morte a tal punto che questo clima non le crea problemi, per me infondo era lo stesso per i primi quattro o cinque giorni ma eventualmente ho perso anch’io la calma.
-Tutto bene? –chiede lei
-Hai ucciso non è vero? –le chiedo io
Lei alza le spalle- non sei innocente nemmeno tu mio caro…una lunga lista di morti ti segue e io ho una lista molto più lunga della tua e non sempre è solo per difesa che si uccide.
-Vendetta
Lei annuisce- non posso dire di non capire ciò che hai fatto, non posso dire che non capisco il tuo lavoro o il perché fai ciò che fai…ma…-si ferma a guardarmi- non posso dirti che tu capirai i miei di motivi, non è qualcosa di nobile, non è per vendetta…è per pura…fame…diciamo così. Sono un pericolo per quei tre, il mio controllo è sempre in costante…oscillazione diciamo…rischio di cadere da quel filo che collega la mia razionalità a quella degli altri e se succedesse so che qualcosa che è in me potrebbe non essere esattamente…amichevole.
-Quindi tu stai dicendo che questo clima non ti infastidisce perché il tuo animo è abituato alla morte costante e la tua mente è già in uno stato di degrado
-Esatto- rispose Pandora- la loro tuttavia è solo paura, non sono assassini come te, ma anche loro hanno i loro morti sulla coscienza e la mia protezione mentale evita che qualcosa danneggi il loro controllo
Sta prendendo l’energia negativa non solo per se stessa ma anche per quei tre? E come se si stesse mettendo a giocare alla roulette russa con qualcun altro ma tirasse sempre e solo alla testa di lei…è un suicidio questo, è impossibile che uscirà di qui sana di mente- questa è pazzia
-Lo penserei anch’io…ma diciamo che le mie…circostanze…hanno un effetto positivo per me in questo ambiente. Diciamo che…mi ricarico a prezzo di brutti e orridi ricordi che non vorrei rivivere- spiega lei
Annuisco piano, questa ragazza…cos’è?
*****Secoli prima****
-Vi prego…vi supplico lasciateci andare…basta non ne possiamo più…vi prego…
-Mi spiace ma suo padre, il signor Silver, ha deciso che voi sarete separati e sottoposti alla completa cancellazione dei vostri ricordi
-Questa è pazzia! Mollate ora mi…ah!
-La scossa che avete entrambi appena sentito è ciò che succederà ogni volta che ci disubbidirete. Vostro padre ha dato noi il permesso di farvi ciò che più ci piace, un vero privilegio non pensate?
-Questa ragazza è molto carina, potremmo anche giocarci non crede capo?
-Non vedo perché non…-l’uomo sputò del sangue prima di cadere a terra seguito dagli altri- che…che…non è possibile…dovevano essere sedati…
-Non ci siamo capiti vero? Nessuno tocca ciò che è mio dottore…e ora…vediamo cosa contengono quelle vostre testa vuote che dice? –i teschi dei dottori scoppiarono lasciando la pelle sulle ossa deformata e lacerata- e ora…vieni, non ti devi preoccupare. Ci sono e sarò sempre al tuo fianco amore mio. Ci sono e ci sarò sempre finché morte non ci separi, il che sarebbe alquanto ironico non pensi?




Capitolo 41: Un mercenario per amico 6/14

Capitolo 41: Un mercenario per amico 6/14

****Secoli prima****
-Morgan! –urlò Nemesi cercandolo con Morgana
-Hey, potreste non chiamarmi così per piacere? –chiese il ragazzo
-Ma è il tuo nome- disse Morgana
-Non più, ho chiesto a mamma se potevo cambiarlo e ha detto di sì. Ho deciso di usare la forma più antica di Morgan mie care sorelle- sorrise lui
-Ovvero? –chiese Nemesi
-Mordred- sorrise lui- fatemi spiegare mie care. Secondo alcune versioni Morgana e Artù erano fratellastri e per colpa di una profezia finirono a letto insieme e ebbero Mordred. Artù rifiutò di accogliere Mordred come figlio o riconoscere Morgana come sua sorella e madre di suo figlio, per cui Mordred usando la spada gemella di Excalibur, Clarent, uccise il suo stesso padre. Non è un nome perfetto?!
-Calza a pennello visto che tu vuoi uccidere lo stronzo- rise Morgana
Nemesi scosse la testa- ci deve essere un modo per…
Mordred le alzò il mento e le sorrise- mia adorata sorella, non ti devi preoccupare di nulla, lo giuro sul mio onore di negromante, quell’uomo sarà morto e nostra madre non ricorderà nulla di lui.
-Ma…
-Non ti preoccupare sorellona- sorrise Morgana- penseremo a tutto io e Morg…Mordred, tu dovrai solamente assicurarti che mamma sia al sicuro
-Non possiamo permettere che soffra chiaro? –chiese Mordred
Nemesi annuì- va bene…proteggerò la mamma…ma vi prego. Non voglio perdervi
I due sorrisero- non lo farai sorellona, non lo farai
******
Pandora guardò i ragazzi dormire e scese dal camper- cosa sto vedendo? Di chi sono questi dannatissimi ricordi? Chi diavolo sono quei tre? Nemesi, ok la conosco, l’ho vista e credo che i due siano i suoi fratelli minori…ma perché ho IO questi ricordi? Forse…Morgana me li ha messi? Le ragazze dicevano che era molto vicina a me…ma le ragazze potrebbero essere state controllate dal collezionista…perché non posso ricordare?
Colpì un albero vicino che cadde per la forza del colpo. Pam indietreggiò- perché? Perché…riacquista la calma. Non vuole che tu sia così Pam…già…ma lui chi? Cos’è questo dannato vuoto? Chi non ricordo? No…la vera domanda è cosa ricordo? O meglio, cosa sto ricordando? I ricordi recenti sono più…oscuri di quelli delle ragazze, più vividi e reali, forse sono quelli reali…
-Pam? –chiamò Vex dal camper- ah sei qui, ti sei svegliata…ah scusami…è vero tu non dormi.
Pam gli sorrise- buonasera Vex, non ti ho svegliato vero?
-No tranquilla…tutto bene?
-Si- sorrise lei- siete pronti?
-Dacci dieci minuti e ci muoviamo- disse Vex
-Va bene- disse lei guardandolo rientrare, si sfiorò l’anello- devo mantenere il controllo, devo mantenere il controllo, devo mantenere il controllo…non devo ucciderli…non posso ucciderli
****
-Dove siamo? –chiese Vex
-Nel cimitero di una cittadina chiamata Hallows- rispose Pandora- qui dovrebbe esserci l’entrata per le catacombe di ossa, da lì riusciremo a passare le mura delle città dei morti e prenderemo il libro dei demoni
-Sono l’unico che trova tutto questo nella norma ormai? –chiese Vex
-No –rispose Ilias
-Ottimo- rispose lui- hey Erick, ti riportiamo tra i tuoi simili contento?
-Che intendi? –chiese lui
-Semplice. Ti riportiamo tra la polvere e tizi morti da secoli, contento succhiasangue?
-Sei fortunato che Pam mi impedisca di ucciderti nanerottolo- rispose lui
-Altrimenti?
-Altrimenti sapresti che succede quando scateni un vampiro nano- rispose lui facendo sporgere i canini
-Fatti sotto pipistrello, voglio vedere quanto ci metto a farti fuori- disse Vex facendo battere insieme i pugni.
-Per piacere potete…-una freccia venne scagliata tra Erick e Vex, che subito si prepararono a combattere
-Chi c’è? –chiese Pandora
-Lasciate l’umana mostri- disse una voce maschile
-Oh maledizione non un altro- sbuffò lei a bassa voce
Un uomo scese da un albero con una balestra in mano- sono stanco di voi vampiri, maghi e esorcisti che vi approfittate dei umani indifesi
-Aspetta…mi hai appena detto che sono indifesa? –chiese Pandora guardandolo, aveva occhi neri e capelli sul grigio, dimostrava circa trent’otto anni, era armato e sembrava un mercenario più che un cacciatore- ascolta tipo poggia quella cavolo di balestra o te la infilo io dove non batte il sole. Come diavolo ti permetti di darmi della indifesa!? Che cavolo credi che siamo in un romanzo rosa con la cretina di turno che si fa salvare?!?
-Calmati ragazzina
-Ragazzina!? –disse lei incavolata- LA RAGAZZINA HA PIÙ SECOLI DI QUANTI TU POSSA ANCHE SOLO SOGNARE IDIOTA DI UN DEFICIENTE DI UN MERCENARIO CHE SEI!
Lui non sembrò curarsene- non sei un pericolo cara, ma sei in pericolo e…
Prima che lui o altri potessero muoversi Pandora lo aveva disarmato completamente e bloccato contro un muro di pietra- ascoltami dolcezza- il suo tono era calmo- io sono tutto fuorché umana, nulla può uccidermi e io posso uccidere con estrema facilità purosangue di ogni razza, io posso utilizzare cose che nessuno può. Io sono immortale. Io sono Pandora, prova di nuovo ad attaccare i miei amici, a definirmi debole o indifesa o a chiamarmi ragazzina e vedremo quanto ci metto ad ucciderti
Lui sorrise e provò a colpirla con un pugnale, ma la lama di esso con l’orrore del mercenario cadde a terra e Pandora lo lasciò andare ridendo- oddio un pugnale in ferro? Tesoro il mio corpo non è di carne e ossa… e come se stessi cercando di sfondare dell’acciaio con il burro! –lei rideva tranquilla- ora che sai che non ti conviene attaccarmi, come ti chiami e perché fai il deficiente?
-Il mio lavoro mi ha portato qui, devo uccidere un vampiro che abita la zona e che ha l’abitudine di uccidere ragazze, in compagnia di un mago e di un esorcista e il tuo amico- disse guardando Erick- sembrava la descrizione di lui
-Mi sento offeso- disse Erick
-Non è lui, lui è più il tipo da ti spezzo il cuore, le molesta e se le porta a letto, non le uccide- disse Pandora
-Hey! Sembro uno stupratore così! –protestò Erick
-Lo sei- rispose Pandora a tono- comunque…che ne dici di un affare mercenario?
-Affare? –chiese lui interessato
-Semplice. Un aiuto per un aiuto. Noi ti aiutiamo a trovare questo tizio e tu aiuti noi nella nostra missione
-Che sarebbe?
-Il libro dei morti dei demoni di Lock- disse lei
-I matti cercano di entrare in quel posto- disse lui
-I deficienti provano ad attaccare me- rispose lei- allora? Ti conviene l’aiuto un vampiro, un mago, un esorcista, un lupo demoniaco…un buon affare no?
-Si…direi di sì…mi spiace per averti sottovalutata ragazza, da dove vengo io le donne il massimo che sanno fare è pulire casa- disse lui
-Ah che bel posto, lo aggiungo alla lista dei luoghi da demolire- disse lei- comunque il mio nome è, se non l’hai capito, Pandora, loro sono Vex, Erick e Ilias. Nel nostro camper c’è una tigre che si chiama Sakura e un lupo demoniaco che si chiama Jae…avrebbe tipo otto o nove nomi ma chiamalo Jae.
-Il mio nome è Falcon. Sono un mercenario e assassino, mi spiace avervi attaccati senza avere notizie, questo posto comincia a darmi alla testa, non è buono girare per questo cimitero di notte e io sono qui da molti giorni e purtroppo credo che la maledizione del posto cominci a darmi davvero alla testa. Dobbiamo uscire presto da qui
-Perché? –chiese Vex
-I morti non sempre restano morti ragazzo- disse Falcon



Capitolo 40: Motivi 3/6

Capitolo 40: Motivi 3/6

****Secoli prima****
-Il veleno funzionerà per domani mattina, noi saremo lontani da qui per allora
-Non credo che il bastardo morirà così facilmente
-Che consigli allora?
-La cosa che uccide tutti amore, gli toglieremo il cuore e taglieremo la testa
-Sai che amo giocare con i puzzle…quindi…dove lo uccidiamo?
****
-Pam? –chiese Erick riportandola alla realtà, erano nel salotto e lei aveva lo sguardo fisso su Sakura che giocava con Jae, era così carina eppure aveva riportato a galla un ricordo strano- tutto bene?
-Si, scusa ero sovrappensiero, dicevi?
-Ti ho chiesto se hai mai ucciso qualcuno che amavi
-Come mai? –chiese Pandora
-Ho…ho ucciso la mia famiglia infondo…parte di me si sente in colpa- disse Erick
-Se lo meritavano, non ti devi preoccupare di quello, ciò che è stato e stato, il passato non si cambia
Erick annuì- hai avuto successo?
-No, non importa cosa provo, le ragazze non tornano…penso che abbia fatto qualcosa
-Il collezionista? –chiese Erick- se ha il potere di farle sparire forse…
-Si, i ricordi che io ho potrebbero essere stati innestati in me…ovvero…
-Ciò che sappiamo potrebbe essere un modo molto astuto per tenerti d’occhio e controllarti a distanza, ma perché eliminare le ragazze?
-Forse perché non rispondevano più agli ordini o forse sono io ad averle bloccate
Erick si passò una mano tra i capelli- avrebbe senso, voglio dire se sa dove siamo deve avere un modo per avere informazioni e questo significa un infiltrato
-Loki lo odia, Ilias è troppo buono per far male, Vex non sapeva di lui e tu non sei tipo da far male a una donna, non fino ad ucciderla almeno
Erick rise- non pensavo a noi ma grazie dell’immagine che crei di me
-Perché non è vero?
-Mi arrendo- rise lui- certo che abbiamo un problema…e non c’è nessuno che conosci che può aiutarti?
Pandora pensò subito a Nemesi, ma se lo tenne per sé visto che nessuno sapeva di Nemesi e qualcosa le suggeriva di evitare di dire che aveva un demone per amica- non credo…andiamo di là su, non vorrei che Vex e Ilias si uccidano
-Non credo arriverebbero a tanto –rise Erick guardando Pandora prendere in braccio Sakura e accarezzare Jae- ti piacciono i bambini?
-Si, penso di averne voluti in passato, molti anche- disse lei accarezzando Sakura
Erick sorrise- saresti una splendida madre e moglie
-Stai insinuando qualcosa? –chiese Pandora sorridendo
-Io? Ma mai insinuerei qualcosa mia cara- disse lui mettendole un braccio intorno alle spalle
Jae scosse la testa e si coricò sul divano
-Stanco? –chiese Pandora prima di uscire
“Quella piccoletta mi prosciuga le energie, dammi un paio di ore di sonno”
-E dopo giochiamo vero? –chiese Sakura
“Si piccola, dopo giochiamo” disse Jae chiudendo gli occhi
****
Nemesi apparve nella camera di Pandora e la trovò coricata nel letto immersa in qualche ricordo. Si avvicinò al letto e si sedette al suo fianco, spostò una ciocca di Pandora e sospirò- dovevo venire prima, volevo parlarti ma dovevo assicurarmi che non ci fossero collezionisti nella zona…
Si coricò al suo fianco piano- cosa posso fare per farti ricordare chi sono?
Chiuse piano gli occhi- sono stanca di essere dimenticata
Ed eventualmente si addormentò, cercando d’istinto l’abbraccio di Pandora che anche se dormiente la strinse a sé.
****Secoli prima****
-Morgana posa subito quel dannato coltello! –urlò Nemesi prendendole la lama dalle mani- che diavolo fai? Sei impazzita?!
-Oddio non ricominciare, volevo solo vedere se i demoni si feriscono con un coltello umano- sbuffò lei
-Morgana tu sei una maga, io sono un demone, se lo provi su te stessa ti fai male idiota
-Lo so, infatti volevo provarlo sullo stronzo
-Lo stronzo è nostro padre- rispose Nemesi posando il coltello
-NO. Lo stronzo è quello che ha sposato nostra madre. Tu sei creata dalla magia e noi pure, non è nulla per noi tre- disse Morgana- perché non lo capisci? Io voglio mamma, te e Morgan felici e quello non ci rende le cose facili, non sei stanca di vedere mamma così?
-Lo so…ma…non possiamo fare nulla, è un originale- disse Nemesi
-Chi è un originale? –chiese entrando nella cucina un ragazzo con capelli neri e occhi celesti
-L’idiota- rispose Morgana
-Gemellina sei la solita avventata. Se vuoi ucciderlo almeno chiedi una mano a me e alla sorellona- disse Morgan
-Non voglio che vi facciate male ok? Se vuoi fare una follia dimmelo, preferisco sapere quando aiutarti che scoprirlo quando non posso ok? –disse Nemesi piano
Morgana sorrise e la strinse- grazie sorellona! Ok Morgan hai trovato il serpente?
-Serpente? –chiese Nemesi
-Si, questo uovo contiene un basilisco. Se usiamo la magia crescerà molto in fretta- disse lui
-Fantastico- rise Morgana- finalmente lo uccideremo!

-Non sarà così facile temo- sospirò Nemesi

Capitolo 39: Forse "Aiuto" va detto 5/6

Capitolo 39: Forse “Aiuto” va detto 5/6

****Secoli prima****
-Non sopporto più quell’uomo te lo giuro, lo voglio morto
-Presto lo sarà, non ti preoccupare, nessuno tocca la donna che amo e la passa liscia
-Non ho bisogno del tuo aiuto- un rumore coprì il nome che la voce stava pronunciando- so cavarmela da sola
-Ed è per questo che voglio aiutarti, non mi interessa cosa gli altri pensano, tu sei l’unica che mi capisce e mi ama per ciò che sono davvero. Ne usciremo insieme
*****
Pandora si alzò di soprassalto con il fiato corto e con il battito, che non sentiva da un bel po’, molto accelerato e non era certa se era una cosa positiva o meno quello che stava provando, provava rimorso, ma per cosa?
Qualcuno bussò alla porta di Pandora- Pam? Sono Vex, tutto bene?
-S…Si dammi un secondo- la sua voce era rotta, come se stesse piangendo. Portò una mano al viso e sentì delle lacrime bagnarle la guancia. Non era mai successo prima durante i suoi frammenti una tale reazione, non si era mai sentita così viva da prima di aver incontrato Penelope probabilmente, quando ancora il suo più grande problema era cosa si sarebbe dovuta inventare per evitare Zack…già…lo stesso che aveva ucciso a sangue freddo senza nemmeno il minimo rimorso…non provava rimorso per nessuno di quelli che aveva ucciso e non la disgustava che Loki avesse nascosto i corpi dei ex contenitori…aveva ancora una minima parte di umanità in lei?
-Pam? –chiese entrando Vex- hey…cosa succede? Ho sentito una brutta energia da qui…stai bene?
Pam aveva subito tolto le lacrime e si era ripresa ma gli occhi del mago non compravano la maschera di perfezione che ora mostrava- tu e i tuoi dannati occhi che capiscono chi mente…
-Mi puoi dire cosa succede?
-Nulla, sto bene
-A volte…chiedere aiuto non è male- provò Vex
Pandora si mise a ridere- aiuto? Detto da te fa ridere Vex, non sei esattamente la persona più propensa a chiederlo l’aiuto o sbaglio?
Vex sospirò, non lo poteva negare, odiava chiedere aiuto. L’aveva sempre fatto.
Pam si accorse di cosa aveva detto e sospirò- mi dispiace…non so cosa…non riesco a capirmi…non riesco a chiedere aiuto
-Io non l’ho mai chiesto aiuto- disse Vex sedendosi accanto a lei sul suo letto- ero molto piccolo ma mi ricordo una delle prime lezioni che mio padre mi ha fatto in vita sua. Mi ha detto di non fidarmi di nessun essere non magico e di dubitare di quelli magici, ma soprattutto mi ha detto di non chiedere mai aiuto, non importa cosa succeda, me la dovevo e devo cavarmela da solo…ma…dopo che mi hai salvato e ti sei offerta di aiutarmi senza nulla in cambio…diciamo che comincio a pensare che non tutti sono cattivi in questo mondo
Pandora sorrise tristemente- non so come reagirai a tutto questo ma…sei tu a volerlo…
Lui annuì- spara la bomba
-Andiamo di là, se devo dire questa storia la dirò a tutti così da non ripetermi –disse Pam scendendo in fretta le scale del camper fino ad arrivare nella stanza del volante- Ilias posteggia, dobbiamo parlare
-Ok- disse lui
Appena il camper fu posteggiato Pandora li fece sedere nel soggiorno- Ilias tu sai la storia a grandi linee, ma la ripeterò per Erick e Vex
Ilias la guardò preoccupato- sicura?
Lei alzò le spalle- ho avuto dei problemi con i frammenti di recente quindi avere altre due menti al corrente della cosa con cui dovranno avere a che fare no?
-Sono sempre più confuso qui…che intendi con frammenti? –chiese Vex
-Se stai zitto e la fai parlare magari- rispose Erick
-Dunque…circa…quanto saranno ormai? Due mesi credo…direi di sì. Circa due mesi fa la mai vita era tutto tranne quella di ora. Loki si spacciava per un licantropo nel branco in cui vivevo e io la cosa l’avevo scoperta ma non ho mai detto nulla a lui o altri, come sapevo che mi spiava. Nel branco ero la figlia adottiva dell’Alpha e di sua moglie, non ero però presa di buon occhio dal resto del branco. Ero umana, la più debole, senza poteri, eppure ero più veloce e agile di ognuno di loro, ma ero anche il bersaglio dei bulli. Se non fossi stata protetta dal nome dell’Alpha e da Loki, probabilmente non sarei mentalmente stabile ora, questo perché le loro intenzioni erano abbastanza chiare e non so quanto sarei cambiata se mi avessero stuprato come Zack mi minacciava tante volte di fare. Zack un giorno di due mesi fa ha avuto un attacco di rabbia o qualcosa del genere e mi ha attaccato. Spingendomi poi a correre verso la zona del bosco chiamata “foresta del non ritorno” dove ogni essere che ci entrava moriva. Ma le mie opzioni erano o essere uccisa da Zack o tentare la sorte nella foresta. Scelsi la foresta
-Dannati licantropi- borbottò Erick
-Comunque…durante l’inseguimento la mia energia era al massimo e riuscii a mettere su una buona distanza tra me e Zack, con gli altri che inseguivano Zack, non sono certa che mi avrebbero aiutata sinceramente, forse solo Loki avrebbe mai alzato un dito per aiutarmi visto che Zack era il più forte del branco. Comunque, caddi al confine tra la zona sicura e quella del non ritorno. Lì Jae mi ha parlato per la prima volta, proponendomi un contratto, che accettai, quindi spinse Zack lontano e mi tirò nella foresta, chiudendola poi all’accesso di chiunque così che niente mi toccasse o raggiungesse. Quando ebbi Jae, ero il suo contenitore, questo portò poi a un cambio della mia personalità, comandata da quella più forte di Jae, Alpha dei Nightmare. Questo portò in seguito a rendere me l’Alpha dei Nightmare ancora vivi e Loki divenne il Beta, per stare al mio fianco
-Leggermente Stalker…comunque…continua- disse Vex
-Durante questo periodo ho incontrato Penelope, la prima delle sette che costituiscono il mio corpo
I due si gelarono- come?
-Io sono stata costruita da qualcuno per raccogliere oggetti. Questo qualcuno viene chiamato “Collezionista” e manda a fare il lavoro sporco a dei robot con le sue sembianze. Lui ha ucciso sette ragazze, ovvero Penelope, Angelica, Nephiria, Daphne, Ophelia, Roxane e Alexis, da cui ha creato il nome Pandora che ora uso. È stato abbastanza abile da imprigionare in me gli spiriti di oltre trecento lupi, ovvero il branco di demone-lupo Nightmare. Scoprii che per tenerli fuori o usare poteri ho bisogno di energia vitale. Di fatto ho ucciso i contenitori del branco e riassorbito loro. Ho anche ucciso Zack, la sua famiglia e chiunque fosse contro la mia adottiva prima di partire con Loki per cercare un’arma contro il collezionista, ancora non mi aveva detto chi era. Abbiamo quindi incontrato te Ilias, quando io ho ucciso quei demoni che si spacciavano per esorcisti nella tua chiesa e preso la lancia che mi serviva. Vex invece l’ho incontrato poco dopo in una città maledetta. Ho cominciato quasi fin da subito ad avere dei frammenti nella mia testa, ricordi non miei, o almeno credo, che ricordavano il collezionista, una donna chiamata Morgana, un uomo di cui non ricordo il nome, eventi che riguardavano me o qualcosa in me. Ma recentemente i ricordi sono sempre più vaghi e sono tutti su un evento che io non ricordo ma che mi provoca rimorso. Da quando ho iniziato a ricordare non ho avuto una singola vera e genuina emozione, sono solo un riflesso di ciò che una delle cose in me prova, per questo il mio umore cambia così facilmente come la mia personalità, non sono nemmeno sicura di chi sia la personalità con cui ora state parlando, ma questi recenti ricordi mi provocano rimorso e nostalgia, emozioni mie e non di altri e questo mi sta cominciando a spaventare
-Perché? –chiese Erick dopo un po’ di silenzio
-Perché l’unica altra occasione in cui ho provato emozioni mie è stato quando ho visto il collezionista- rispose Pandora- e questo significa
-Che lui è vicino- concluse Ilias





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