Capitolo 1: Let me tell you a story
Mi piacerebbe raccontarti una favola. Una che gli altri non
osano raccontare. Cosa succede realmente dopo il “Per sempre felici e
contenti”. Tutte le buone cose giungono alla fine. Ma la fine…è solo l’inizio.
Allora? Su che aspetti, mettiti a letto, non ho tempo da
perdere tesoro. Bene ora rimbocchiamo le coperte e ascolta. Ti ricordi cosa ti
dice sempre la mamma amore?
-Non devo fidarmi delle favole?
Brava amore, si, non devi assolutamente fidarti mai delle
favole che ti raccontano a scuola. Non sono le vere favole, sono quelle che ci
propinano per tenerci buoni mia cara ok? Non fidarti mai delle loro versioni.
-Ma le loro sono così belle…e queste…così…macabre…
Niente Ma! Sono pericolose! Se non conosci le originali non
potrai sapere la verità! E ora ascolta la favola di stasera.
-Va bene mamma…
Dunque. Esiste un essere che gira di notte e si infila nelle
case della gente. Rapisce le persone e le porta lontano, nessuno sa dove o cosa
fa loro, e lascia in cambio della persona un libro di fiabe
-E che succede a quelle persone?
Non mi hai sentito? Non si sa. E ora va a dormire
-Ma…finisce così?
Si, nessuno l’ha mai visto o è vivo per descriverlo, si sa
solo questo e il dettaglio dei libri. Per ciò che ne so potrebbe anche essere
appostato fuori dalla finestra ora come ora. Ora va a dormire
-Mamma…ho paura…posso…
-Non puoi dormire con me stanotte Desdemona, non se ne parla
nemmeno, sei troppo grande per queste cose. Ora dormi- dice mia madre
guardandomi con i suoi occhi noce molto scuri e distanti. Sospira e si sistema
una ciocca dei suoi corti capelli neri prima di guardarmi più dolcemente- hai
quasi cinque anni Lilith e io non sarò sempre qui a proteggerti. So che hai
paura ma devi imparare a cavartela da sola piccola mia, sei molto più
intelligente e furba degli altri bambini. Sai fare cose che in molti non
imparano a fare prima dei otto anni, sai leggere come un’adulta, hai imparato
due lingue in un mese…sei un genio Lilith, un prodigio e questo ti renderà la
vita più difficile di ciò che credi. Sei estremamente razionale delle volte e
non ti permetterò ora di fare la bambina. Ora dormi. Domani hai lezione di
piano e devi vedere la nuova tutrice di danza e canto, oltre che iniziare
quella lingua…cos’era greco? Non importa, comunque dormi, non ti è permesso
fare tardi.
-Si mamma.
-Buonanotte Lilith
-N…-sospiro- buonanotte mamma
Appena la porta della mia camera si chiude accendo subito la
luce che mamma aveva chiuso. Non ho mai chiesto tutto questo. Vorrei una mamma
meno…apatica. Sembra quasi che io sia un peso per lei, vorrei dire che non
capisco perché ma…so benissimo perché mi tratta così. Se non fosse che sono
così “talentuosa” e che imparo in fretta sarei molto probabilmente in
orfanotrofio ora. Il mio nome è Desdemona Lilith, due nomi che da quello che so
non hanno nulla di positivo. Desdemona significa letteralmente “figlia del
demonio” e Lilith è considerata la prima donna peccatrice, immortale, un demone
che si unì al diavolo e fece nascere mostri, tra cui vampiri…diciamolo che ha
scelto dei nomi che non sono proprio positivi.
Mi lascio cadere sul letto. Non credo che mi voglia morta ma
sono un ricordo doloroso per lei. Sono nata da uno stupro infondo. Che poi il
fatto che abbia spiegato come sono nata a una bambina della mia età che
dovrebbe ancora credere nella cicogna è discutibile ma…è fatta così. Vorrei
potermi comportare da bambina, giocare, piangere e chiedere di dormire con la
mamma ma…non è una buona idea, se mi comporto in quel modo mamma si arrabbia.
Il mio aspetto le riporta quel ricordo in mente, ho i capelli, gli occhi e la
pelle dello stesso colore di mio padre. Ho capelli molto chiari e occhi
violacei, una mutazione genetica che porta con sé anche alcuni problemi mentali
di socializzazione e/o comportamento. Questa mutazione può creare parecchi
problemi, oltre all’assenza di alcuni geni del colore negli occhi e capelli e
l’assenza quasi totale di melanina, quindi l’impossibilità di prendere effettivamente
colore, cosa comune anche tra gli albini, porta anche alcuni disturbi mentali
che si possono sviluppare verso l’età adolescenziale. Questi sono: disturbi
dell'alimentazione,
autismo, disturbi
dell'apprendimento,
disturbi dell'umore,
disturbi della dissociazione,
disturbi della memoria,
disturbi della sfera sessuale,
disturbi di personalità…
Mamma mi ha fatto imparare ogni cosa che poteva trovare su
questa gene mutante che ho in me, credo sia il suo modo di aiutarmi, non sa
come farlo infondo. La inquieto probabilmente, sono una bambina ma il mio
cervello ragiona molto più velocemente del normale, per questo mamma ne sta
approfittando per farmi apprendere più cose possibili ora che posso, tra i
disturbi di apprendimento ci sono varie cose che potrebbero impedirmi in futuro
di imparare. Potrei diventare dislessica da un giorno all’altro come potrei
rimanere apatica al mondo, potrei perdere la memoria o sviluppare una forte
bulimia. Il gene che porto è qualcosa che si è creato durante una delle guerre
batteriologiche della zona Gamma-Delta nell’anno 3456, questo ha portato alla
morte di centinaia di migliaia di umani da quando si è creato, per questo ha il
nome “Doom” ovvero condanna, perché è una condanna a una morte di qualche tipo,
fisico o mentale che sia. Mia madre sta cercando, a modo suo, di rafforzarmi,
spera che il mio disturbo sia minore e che io non ne soffra troppo le
conseguenze quando il gene comincerà a corrodere il mio cervello, le
possibilità che non accada sono pari allo 0.9%, troppo basse per sperarci,
specie se come me non hai un’indole molto positiva. La nostra tecnologia è
anche regredita per colpa delle guerre e di alcuni dittatori e questo non aiuta
a trovare una soluzione a quelli con il mio gene, siamo troppo pochi per essere
importanti da curare.
Non riesco a dormire…
Ho la mente e le conoscenze di un adulto, va bene si
però…sono pur sempre una bambina. Ho paura come ogni bambino e la notte le
ombre diventano mostri anche per me, specie quando mamma mi legge la “favola”
della buonanotte o meglio del buon incubo.
-Níðhöggr- dico piano e subito il sibilo sottile del mio
animale domestico mi risponde. Níðhöggr è un serpente verde dagli occhi rossi,
è molto grosso e di sicuro non è l’ideale di animale da compagnia, specie visto
che è della specie eunectes murinus, ovvero la più grossa e pericolosa della
razza dell’anaconda, chiamata anche anaconda verde, ma Níðhöggr non mi ha mai
fatto male e mia madre è allergica al pelo di praticamente ogni animale
esistente da ciò che dice, così mi ha permesso di tenermi un serpente in casa. Della
serie non ti puoi tenere un piccolo e tenere chihuahua, anche se odio i cani di
piccola taglia, preferisco quelli grossi, ma ti puoi tenere un serpente che
stritola le sue vittime e che si nutre di coccodrilli e che parte dalla
lunghezza piccolissima di undici metri…sì decisamente nella norma. Comunque il
nome che ho scelto viene da un mitico serpente-drago della mitologia norrena.
Alcuni miti lo portano come un serpente cattivo altri come uno buono. In
sostanza era un serpente per metà e per metà drago che viveva tra le radici di
Yggdrasill, l'albero cosmico, scambiando costantemente insulti con l'aquila che
sta sulla sommità dei rami, per il tramite dello scoiattolo Ratatoskr. C’è
anche un riferimento nel Ragnarǫk, la fine del mondo, secondo il quale
quando il mondo, distrutto, rinascerà dalle sue ceneri, su di esso volerà come
un'ombra Níðhöggr, portando tra le ali i cadaveri dei morti. Níðhöggr è
anche il nome del serpente che, nell'aldilà, tormenta i cadaveri dei morti e se ne nutre oltre
a essere il nome di un nano.
C’è un motivo se ho scelto questo nome per lui, è vero nella
mitologia generalmente è visto come una cosa negativa, ma così lo sono anch’io.
Quando lessi dei miti mi sentii…non so…vicina forse a questo serpente
mitologico e visto che mamma mi ha dato un serpente ho pensato “perché no?”.
Níðhöggr
è con me da parecchio oramai e mi tiene più compagnia di ciò che la gente può
pensare, certo non ti riporta il bastone o fa le fusa, ma mi capisce e mi sta
sempre vicino quando è notte e ho paura.
- Níðhöggr- richiamo ancora e lui sale su uno dei pali che sostengono
il mio letto a baldacchino- dormi con me? Ho paura
Il mio amico sibila e annuisce piano prima di salire e arrotolarsi
intorno ai pali del soffitto vigile- se qualcosa succede mi proteggi tu?
Sibila piano. Una volta i ladri sono entrati in casa, ero
sola e mamma era a lavoro. Quel giorno Níðhöggr è entrato nella mia vita, è entrato
dalla finestra e ha stritolato a morte i due prima che mi potessero ferire, la
babysitter era troppo impegnata a farsi il ragazzo per accorgersi del pericolo,
quando la polizia è arrivata mi ha trovato addormentata accoccolata al
lunghissimo serpente che fissava gli agenti come se fosse la cosa più normale
del mondo che io fossi accoccolata a lui per dormire. Mamma quella volta è
stata davvero emotiva, era spaventatissima per me ed è una delle poche volte in
qui ha dimostrato di volermi davvero molto bene, anche se quando c’erano ancora
gli agenti, dubbiosi di lasciare un serpente lungo quasi diciassette metri in
casa di una madre single con una bambina di circa tre anni e mezzo, non ha
mostrato nemmeno il minimo cenno di paura o preoccupazione, ma quando siamo
rimaste sole è crollata. La babysitter è stata licenziata e Níðhöggr è
diventato il mio custode. Non mi ha mai ferito, secondo mamma i miei occhi
hanno la forma di quelli di un serpente e ogni tanto scherza sulla possibilità
che mi creda una cucciola di serpente. Per la legge va più che bene tenere
questo genere di animale in casa, anche se non credo esistano molti con un Níðhöggr
in casa eh, infondo c’è chi si tiene leoni, chi scimmie, chi avvoltoi…io mi
tengo un serpente gigante. Non è stato semplicissimo per mamma fidarsi e
abituarsi a Níðhöggr, ma visto che il serpente tornava in casa ogni volta che
lo scacciavano…diciamo che ci si è arresa e…
Cos’era quel rumore?
- Níðhöggr? –chiamo ma lui non risponde. Scendo dal letto in ansia.
Cos’era quel rumore? Era come…un oggetto che cadeva a terra…una lampada forse?
Veniva dal soggiorno. Dov’è Níðhöggr? Mamma sarà in camera…o forse a
lavoro? Comunque lei di notte si chiude a chiave in camera, è troppo paranoica
per muoversi per casa al buio…chi è entrato in casa?
Esco dalla mia camera piano e scendo le scale fino al primo
pianerottolo per sbirciare nel salotto cosa è caduto. Non sarebbe la prima
volta che entrano i ladri, le guerre hanno aumentato il tasso di criminalità e
persino nel nostro quartiere che è sorvegliato dalle guardie delle volte si
fanno vivi. Un’ombra si muove per la stanza, è molto alto, con occhi bianchi e
i capelli che sembrano fiamme che si muovono, è alto più della porta e ha in
mano qualcosa…libri? L’essere della favola! No devo star sognando…ho
paura…voglio urlare ma la voce non esce. Non mi ha visto per fortuna…è un
sogno…deve esserlo…mamma ho paura…mi pizzico la pelle ma provo dolore, quindi è
reale? Non sto sognando?
L’essere urta il pendolo della mamma che prende prima che
tocchi terra. No quel coso non può essere uno dei miei incubi…anche se ne
sembra uscito fuori. Non riesco a muovermi…non riesco a respirare…
Sento qualcosa afferrarmi la caviglia e aggrovigliarsi
intorno a me, sto per urlare ma le mie mani si portano davanti alla mia bocca
per evitare di farlo. Qualsiasi cosa mi abbia catturata mi trascina in fretta
nello studio della mamma e chiude la porta spingendoci contro la cassaforte.
Cosa succede…ho paura…
Un sibilo mi giunge all’orecchio e riprendo a respirare.
Níðhöggr
mi lascia andare ma mi rimane intorno- grazie
Níðhöggr strofina la sua testa sulla mia mano e mi alza posandomi
su una delle poltrone dello studio per poi avvolgerla in modo che nulla possa
toccarmi senza passare per lui- hai visto anche tu quel coso? –chiedo piano
Lui annuisce piano
-Non sono matta quindi…e questo non è un sogno…la mamma…le
farà male?
Lui scuote la testa
-Dici che vuole me?
Lui annuisce
Sento i miei occhi bagnarsi ma li asciugo subito appena
sento la testa di Níðhöggr sfiorarmi la guancia- hai ragione, mi proteggerai tu vero
Lui annuisce e mi fa segno di coricarmi- non so quanto possa
dormire con quel coso in soggiorno
Lui prende la coperta che mamma usa quando lavora di inverno
alla scrivania e me la mette sopra per poi rimboccarmela, a volte mi chiedo se
questo serpente sia un serpente. Dopo un po’ di tempo i miei occhi si fanno
pesanti e mi addormento piano in una notte priva di sogni.
Quando apro gli occhi Níðhöggr sta aprendo la porta e mamma entra
tutto tranne che contenta- si può sapere perché hai barricato lo studio?
-Mamma il mostro della favola! L’ho visto era in soggiorno
e…
Lei sospira- Lilith non sono dell’umore per questo ora. Su
alzati e vai a prepararti, la tutrice arriverà a minuti. Riparleremo di questo
dopo
-Ma…
-Niente ma- dice lei
Io sospiro e piano vado in camera mia
-Non guardarmi così –dice mamma a Níðhöggr-
lo so che le ho detto io quella storia ma è, appunto, una storia
Níðhöggr evidentemente la sta fissando perché la sento sbuffare- le
parlerò dannato serpente…dio santo ma te sei un serpente o uno travestito?! Sul
serio inquieta quanto capisci della vita umana…va da lei va…chi me lo ha fatto
fare di prendere un serpente come animale domestico…
Níðhöggr mi raggiunge in camera e mi prende con la coda una maglia
dal ripiano più alto- grazie Níðhöggr
Lui sibila piano e si arrampica sulle travi del soffitto-
perché tu e mamma litigate sempre?
Lui chiude gli occhi e scuote la testa- nulla di importante?
Lui annuisce- ok…mamma è tanto arrabbiata?
Lui scuote la testa
-Per fortuna…hey Níðhöggr, credi che quella cosa tornerà?
Lui annuisce piano
-Lo temo anch’io- scendo in cucina a fare colazione e la
radio sta facendo parecchio rumore, di solito non ci do molto peso, alcuni
adulti sembra che non abbiano nulla da fare se non litigare, creare e cercare
scandali e impicciarsi in fatti che non gli interessano.
-E siamo arrivati a diciotto nel numero di scomparsi di
questo mese. Amelie Roberts, diciassette anni, capelli rossi e occhi blu, una
promettente nuotatrice, è stata dichiarata scomparsa ieri notte. La ragazza
pare fosse nella propria casa quando il padre è uscito per lavoro alle venti di
sera. Al suo ritorno alle due la ragazza era sparita e sul suo davanzale c’era
la favola della sirenetta. Alcuni esperti cominciano a credere che ci sia un
killer copycat di…- mamma chiude la radio
-Si sbagliano
-Ti avevo detto che l’ho visto- dico io- e anche Níðhöggr
l’ha visto
Lei continua a girare il suo cucchiaino nel suo caffè- stanotte
dormi in camera con me, insieme anche a Níðhöggr, ma sia chiaro, non ci credo per un
secondo che quel coso sia vero. Sarà qualche pazzoide
-Va bene- dico io leggermente sollevata
-Ma…-dice lei guardando fuori- non uccide, prende solo…cosa
succede dopo non è lui a deciderlo, questo dice la favola
-Mamma?
-Muoviti su, abbiamo lezione di piano tra meno di un’ora- dice
lei in fretta, che cosa mi nasconde?
Níðhöggr la guarda uscire e poi mi guarda- penso anch’io che
mamma sappia più di ciò che dice…secondo te…cosa devo fare se torna a prendermi
quel coso?
Lui poggia la sua fronte sulla mia- vero…ci sei tu a
proteggermi
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