WitchandAngel : Capitolo 10: I had a nightmare

Capitolo 10: I had a nightmare

Capitolo 10: I had a nightmare

Per quanto forte una persona potesse sembrare, tutti avevano un lato debole.
Renée non era per nulla esente da questa verità.
La sua debolezza era il suo passato.
Anni di abusi avevano lasciato segni sulla sua pelle che Damon aveva fatto guarire, ma quelli nella sua mente e sul suo cuore erano impossibili da cancellare.
Era disgustata dal proprio passato.
Dalle voci che ancora ricordava.
I volti distorti da emozioni che nessun famigliare dovrebbe mai rivolgere a un’innocente bambina.
La fame, il freddo, le botte, l’umiliazione…
Erano cose che non poteva dimenticare anche volendo.
E non avrebbe mai perdonato.
Una delle sue skill le dava una predizione del futuro per settimana.
La stessa predizione era sempre presente:
Damon in ginocchio, “l’eroe” con la spada dell’eroe vicino, sangue ovunque e una guerra in sottofondo.
Non era sicura di cosa succedesse dopo, solo quella scena.
La cosa l’aveva mandata nel più orribile panico della sua esistenza.
I livelli di quel coglione li conosceva, come poteva non conoscere il suo “amato” fratello gemello?
Non poteva battere Damon, era sicura della cosa.
Eppure…quella scena era così chiara che…
Aveva sforzato se stessa ad essere qualcuno con un livello di potere abbastanza alto da poter Battere Damon, se poteva batterlo poteva difenderlo da chiunque avesse avuto contro.
La spada del re dei demoni, Demonia, era come quella dell’eroe, Angelia, erano due power up per i due con quel titolo e rifiutavano ogni altro essere vivente che provasse a sfiorarle senza il permesso del proprietario.
Lei non aveva mai nemmeno impugnato la sua spada da quando aveva quel dannato titolo ma ne poteva sentire il richiamo. Era certa che la spada sarebbe arrivata da lei, a giudicare dall’aspetto del coglione, doveva avere all’incirca diciotto anni, forse poco più. Sapeva anche quante volte la spada aveva mandato il suo “amato” fratello contro la prima colonna della cattedrale che trovava.
Dopotutto aveva visione di ciò grazie al suo legame con essa.
Poteva ridere della sua miseria, ascoltare i loro piani e preparare un contrattacco tutto senza nemmeno uscire dal castello di Damon.
Che facilità vero? Purtroppo non era sicura di come sarebbe finita.
Una cosa era certa, non avrebbe mai e poi mai permesso agli umani che tanto detestava di vivere se avessero osato colpire il suo Damon.
-Damon –chiamò bussando alla porta della sua camera. Da quando aveva superato i sedici anni i due dormivano separatamente la maggior parte delle notti.
Damon doveva pur avere una barriera prima che davvero facesse di sua madre una nonna.
-Che succede? –chiese lui svegliandosi subito, come sempre
Lei lo guardò con gli occhi lucidi- ho fatto un brutto sogno…
Lui non esitò a farla entrare e stringerla- sei qui con me piccola, nessuno ti farà male…
Lei annuì tra le sue braccia- ero di nuovo in quella famiglia…
-Resti a dormire con me? –chiese Damon subito portandola nel grande letto matrimoniale- così prenderò a calci qualsivoglia brutto sogno che osa venirti a disturbare
Lei ridacchiò sentendo un peso venir rimosso dalle sue spalle. Aveva tempo e avrebbe ottenuto ciò che voleva. Dopotutto il suo era un ruolo che la metteva superiore a qualsiasi umano, avrebbe di certo usato la cosa a suo vantaggio in futuro.



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