I’m...
La
vita è solo una lunga serie di casualità, di scelte e di errori riparabili. Una
routine infinita di abitudini e azioni che si ripetono a non finire. L'ho
capito questo. L'ho capito ma forse l'ho capito troppo tardi, la mia storia era
ormai finita quando l'ho capita davvero. Ma lasciate che ve la racconto
dall'inizio. La prima cosa che ricordo è che la mia automobile ha avuto un
incidente, mi sono ritrovata stesa a terra nel deserto, non sapendo
praticamente niente di me, di chi ero e di cosa ci facessi li. L'auto su qui
viaggiavo si era rotta a causa di un meteorite e io ero incredibilmente intera.
Mi sono alzata e guardata intorno. Ero vicino a una stazione di servizio con un
grande razzo e un’astronauta come insegna, accanto al bar e alla benzina c'era
un garage. Ho guardato cosa avevo in auto, niente documenti, niente oggetti
personali, niente di niente, nemmeno il mio nome. Era proprio un bell’inizio.
Mi sono guardata i vestiti, una minigonna di jeans, scarpe con il tacco nere,
un top attillato fucsia e un berretto verde in stile francese sui miei
cappelli, che ho scoperto essere corti e biondi, ho anche gli occhi verdi e la
pelle chiara, sinceramente non avevo idea di come ero fatta e per me era tutto
nuovo. Sono entrata nel bar.
-Benvenuta
– mi disse la voce annoiata dell’adolescente che stava alla cassa prima di
rivolgermi un grosso e speranzoso sorriso- oh salve, posso esserle utile?
Il
negozio era vuoto, tra i banconi con le solite cose delle stazioni di servizio,
bibite, patatine, snack vari, sigarette, assorbenti, qualche cibo
surgelato...le solite cose. Stranamente avevo una buona conoscenza generale ma
non ricordando niente di me non sapevo quanto questo potesse essermi utile o
meno.
-Salve-
risposi io, scoprendo che la mia voce era dolce e armonica alla quale il
sorriso del ragazzo dai capelli bruni e gli occhi verdi si allargò- la mia auto
ha avuto un incidente...pensavo che...
Già
a che pensavo? Non riuscivo a riordinare la mia mente, era uno schermo nero.
-Le
serve un meccanico! È fortunata io lo sono! Mi chiamo Giovanni Meccanismo, ma
mi può chiamare Rotella, lei è?
Nel
dire questo si era avvicinato. Già chi ero? Non era facile per me
ricordare...dissi il primo nome che mi venne in mente
-Penny
Sim, puoi darmi del tu- sentii un suono, come se qualcuno approvasse la scelta
ma non ci feci caso
-Hai
un bellissimo nome- disse lui sorridendo- aspetta qui, io dò un'occhiata
all'auto
Mi
sentivo fuori posto, mi muovevo come sotto forza di inerzia, ero stanca e non
sapevo bene che fare. Era come se la mia mente fosse sotto controllo e io
vedessi solo ciò che stava accadendo. Guardai un po' gli scaffali ma dopo un
paio di minuti qualcosa mi spinse a uscire a controllare l'auto. Garage e
meccanico erano spariti e la mia auto con loro...un bell’inizio vero? Una donna
dai capelli neri, carnagione scura e occhi neri, con vestito elegante rosso
guardava il cielo e guardo mi vide si avvicinò.
-Vuoi
la mia villa?
-Ehm...come
scusa?- fu tutto quello che risposi
-Oh
scusa che maleducata! Io sono Daniela Alberghini.
-Penny
Sim- avevo deciso che quello sarebbe stato il mio nome finché non avessi
ricordato il mio vero nome. Appena sentii il nome Daniela Alberghini mi venne
in mente una serie di fatti. Era sposata con un certo Maurizio Alberghini,
aveva due figli una ragazza, Martina, e un bambino, Alessandro, era del Cancro
e risultava tra la lista degli scomparsi e poi rinvenuti. Fantastico sapevo chi
era lei ma non chi ero io!
-La
faccio breve, io sono stata rapita dagli alieni, mio figlio, Alessandro, e mia
figlia, Martina, mi hanno liberata. Sono diventato uno scienziato e una
detective e mi hanno salvata. Ora sono di nuovo con loro ma vogliamo andarcene
da qui, Stranizia, per una zona più tranquilla.
-Alieni...-
la seguivo a fatica ma avevo capito quasi tutto parlava a raffica, dopo pochi
secondi mi aveva confessato di tutto. Aveva sposato suo marito per soldi, aveva
avuto un amante umano, un certo Don Lotario, e un alieno. Che era rimasta in
cinta a sedici anni, aveva sposato così suo marito, che sua figlia non era
davvero figlia sua, del marito intendo, ma di un terzo uomo, suo fratello da
ciò che ho capito ma spero vivamente di aver capito male, che aveva provato ad
uccidere il marito ma non ci era riuscita, aveva avuto una ragazza, aveva
incoraggiato i suoi figli a stare insieme anche contro la loro volontà....non
riuscivo a capire come, un estranea, mi parlasse così facilmente della sua
vita! Io stavo zitta e ascoltavo, che altro fare? Dopo poco mi disse
-Sei
davvero un'ottima amica, sai che faccio? La casa te la regalo! Tanto i soldi
non mi mancano, in cambio però voglio che mi chiami ogni tanto ok? È già
arredata e ha anche una cameriera! Ti divertirai moltissimo li, allora ecco le
chiavi, ciao tesoro. Ci vediamo in futuro.
Mi
mollò le chiavi e si allontanò sculettando fino a sparire nel nulla. Il mio
primo pensiero fu “cosa cavolo è appena successo?!” Mi guardai intorno, ero nel
deserto, non sapevo chi ero, cosa avrei fatto e dove diavolo era finita la mia
auto. Sentii un cellulare squillare. Era lì a terra vicino a dove prima c'era
la mia auto. Lo presi titubante e risposi
-Pronto?
-Ciao
Penny
-Chi
sei?
-Sono
il Dottor Lucius Demon, mia cara. Vorrei ospitarti da me, vista la situazione
in cui ti trovi e offrirti un lavoro così che tu possa avere un po' di soldi
con te
-Grazie...sarebbe
fantastico ma...perché io?
-Perché
ho un PARTICOLARE interesse per te cara. Ora sali sull'auto che è dietro di te
e vieni a conoscermi cara. A dopo.
-Aspetti!
Aveva
già chiuso. Mi girai e dietro di me c'era l'auto che l'uomo mi aveva promesso.
Salii su e in pochi secondi fui in una cittadina, era surreale. L'auto mi
lasciò difronte a una villa e io, con un passo incerto, entrai nel cancello. In
giro non c'era nessuno, e una statua di un meteorite e una donna che era seduta
sopra a esso ornava la piazza. Appena aprii la porta qualcosa mi catturo e bloccò
al muro. Ero un ragazzo con intensi occhi rossi e capelli neri.
-Sei
venuta- riconobbi la voce come quella del ragazzo del telefono
-Sei
tu Lucius? –Chiesi io stupidamente provocando il sorriso malizioso di lui
-Si,
il primo lavoro che ti affido è questo...
Il
primo lavoro che mi diede fu lavorare a casa di una vedova nera, una donna che
si era risposata cinque volte, i suoi mariti erano morti in circostanze
alquanto losche. Lucius voleva che io scoprissi che cosa era successo, io
stranamente mi impegnai per accontentarlo, come se quello fosse il mio unico obbiettivo.
Effettivamente era lei uccideva i mariti, il primo era morto di fame, il secondo
bruciato, il terzo annegato, il quarto tritato, il quinto folgorato...lei
affermava che qualcuno la controllasse e che non sapeva come quei ragazzi si
fossero ritrovati stecchiti da un giorno all'altro...molto credibile vero?
Sinceramente non le ho creduto ma quelli non erano affari miei. Tornai da
Lucius che mi bloccò di nuovo all'entrata.
-Sei
stata veloce
Gli
raccontai tutto nei minimi dettagli e lui sorrise soddisfatto
-Ora
sai che voglio che tu faccia? Devi...
Mi
spedì dalla famiglia Niuton, per farla breve il marito aveva costruito sua
moglie, lei aveva problemi esistenziali e a me è toccato aggiustarle i
circuiti, ricevendo anche un bel po' di soldi da parte dell'uomo per l'aiuto.
Lucius mi fece fare altre strane mansioni del genere, piano piano scoprivo
sempre più segreti delle persone e proprio quei segreti era ciò che Lucius
bramava di più. Dopo poco persi la voglia di sapere chi ero, Lucius era così
strano ma aveva qualcosa che mi attirava. Mi diede tanti compiti, entrai in una
base militare, incontrai gli alieni, dovetti sistemare molti problemi, era assolutamente
assurdo il fatto che loro non riuscivano a fare anche azioni semplici. Poi
tutto divenne assurdo... Lucius mi portò nel deserto e mi mostrò una gigantesca
macchina.
-Sai
in questo mondo le persone sono controllate, da me...
-Cosa...
-Non
trovi strano che nessuno sappia fare nulla e che solo tu riesci a toglierli dai
guai e risolvere i loro problemi?
-In
effetti...
Mi
prese per la vita e mi avvicino al suo petto- io voglio dominare, controllare!
Mi aiuterai?
-Vuoi
controllare? Cosa? Chi?
-Il
mondo! La gente! Voglio incutere terrore essere...essere il cattivo della
storia il vincente! Quello che conquista tutto- disse con voce sicura poi
abbassò lo sguardo su di me e come se fosse imbarazzato mi disse- e che
si...ecco magari...prende anche la ragazza
-La
ragazza...-Stupidamente lo chiesi- io?
-Tu
-Mi
stai chiedendo di aiutati a controllare il mondo? Di stare con te e fare la
cattiva?
-So
che può essere strano ma...
-Si...voglio
aiutarti
-Allora
è il momento che ti ricordi chi sei, tu sei Angel Night, mia moglie, un
incidente ti ha cancellato i ricordi, ora vieni ti mostrerò cosa ho in mente
-Si
-Voglio
conquistare il mondo ma non solo di questo secolo, cominceremo dal passato e
continueremo per secoli...formeremo un'isola tropicale e creerò le invenzioni e
i mostri più geniali dell'universo e li scatenerò contro il mondo.
Lo
guardavo, imbarazzata dalla vicinanza e dalle nuove informazioni, mi strinse
più vicina. Passammo un tempo info in a studiare, ci alzavamo, lui si chiudeva
in laboratorio, io mi occupavo della casa, lui mi prendeva in braccio e si
occupava di me, cene romantiche, passeggiate...era un sogno che si ripeteva
all'infinito. La mia vita era perfetta ma finì presto per poi ricominciare.
Qualcosa accadde, non so cosa, non lo ricordo, so che sono morta e poi rinata.
Lucius era un genio, mi riportò in vita con un nuovo corpo, un pochino più sexy
se vogliamo, uno dei miei occhi era diventato celeste, aveva utilizzato solo le
mie parti originali e tutta la sua conoscenza. Ero ricoperta da cicatrici ma
lui mi voleva lo stesso. Anzi sembrava che il fatto che mi avesse quasi perso
lo avesse solo avvicinato a me. Anche lui ora è eterno...non so bene come o
quando sia successo ma non mi importa, posso stargli vicina e questo ciò che
voglio...
“Aiuto
mi sta controllando”
...cosa
ho detto? Che schiocca che sono...devo essere stanca comunque...
“Io
lo amo anche se mi controlla da secoli come una marionetta...”
Infondo
io...
“Sono
solo una bambola”
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