Capitolo 6
Luce infinita
Andrea era un po'
infastidito, quando Marco era entrato tutto felice nella sala giochi e si era
messo ad urlare che aveva una custode, che a quanto diceva era bellissima, lui
si era morso la lingua per evitare di dare di matto. Era felice per Marco, ma
ormai mancavano solo lui e Jim, e sperava di trovare un custode per primo. Era
seduto su una roccia e guardava il cielo, era l'alba e lui osservava il sorgere
del sole. Si sentì poggiare una mano sulla spalla e sobbalzò. Diamante gli
sorrise.
-Scusami, non volevo spaventarti.
Lui le sorrise, anche da
piccoli lei era l'unica a svegliarsi in tempo per vedere il sorgere del sole
insieme a lui.
-Tranquilla, come mai
sveglia?
Lei si sedette accanto a lui
e guardò il sole sorgere.
-Sei un demone di luce?
Lui la guardò stupito, come
lo faceva a sapere? Come mai lei era lì...e se lei fosse stata una custode? La
guardò bene, aveva una collana, tre braccialetti e un orecchino che non aveva
mai notato...ma probabilmente erano solo accessori.
-Perché me lo chiedi?
Lei alzò le spalle e gli
sorrise, i suoi capelli rifletterono la luce, sembrava fosse lei il sole che
sorgeva. Si alzò e gli offrì la mano.
-Diventa il mio demone di
luce Andrea
Lui la guardò...non voleva
rifiutare...non poteva rifiutare. Le diede la mano e strinsero il patto. Sulla
spalla destra di Andrea apparve il simbolo, sul braccio destro di Diamante
apparve un braccialetto d'oro, con varie gemme che riflettevano la luce, in
stile antico. Lui le sorrise, lei guardava altrove.
-Qualcosa non va?
-Mi sembra di vedere qualcosa
là giù
Un serpente di luce venne
verso di loro. Andrea si mise davanti a Diamante.
-Che buon odorino di umana...
Diamante chiuse gli occhi e
quando li riaprì c'era solo Andrea davanti a lei. Tornarono in albergo.
Diamante si sentii poco bene così si distese sul suo comodo letto. Guardava i
simboli che aveva, i bracciali, l'orecchino, la collana...ne mancava solo uno e
sarebbe stata completa. Sospirò
-Che situazione...quando
glielo dirò chissà come reagiranno...
Si alzò buttò i vestiti sul
cesto dei panni e si infilò nella doccia del suo bagno privato. Si mise a
giocherellare con l'acqua e a cantare
-Un demone per il fuoco
Un demone per l'acqua
Un demone per il buio
Un demone per la luce
Un demone per la terra
Un demone per la foresta
Un demone per l'aria...
Quanti ne hai?
Quanti ne mancheranno?
-mentre cantava l'acqua
ricreava le sue parole-
-Il primo fu la foresta,
gentile e generoso
Il secondo fu il buio, leale
e sincero
Il terzo fu la terra, forte e
timido
Il quarto fu l'acqua,
intelligente e impertinente
Il quinto fu il fuoco, tenero
e coraggioso
Il sesto fu la luce,
mattiniero e felice
Il settimo sarà l'aria,
turbolente e capriccioso
C'è la farai a catturarli
tutti? C'è la farai?
Uno per me...uno per te...ma
poi infondo
Se ne ho sei non cascherà il
mondo?
Sette ne devo avere,
Sette ne dovevo ottenere
Ma ora mi manca solamente...
-Uscì dalla doccia, si
rivestì e con i capelli ancora bagnati guardò dalla finestra, Jim stava
camminando con gli altri-
-L'aria, l'elemento
turbolente
Quindi ora io dovrei
Stringere il patto con il mio
amico Jim Air
Sorrise e si andò ad asciugare
i capelli
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