Capitolo 8: Locked Inside
Non sapeva nemmeno lei perché aveva preso il pacchetto ed
era corsa al piano di sotto per provare a scappare dall’ingresso.
Sta di fatto che aveva scoperto che l’ingresso principale
era ora chiuso a chiave e che parecchie delle chiavi che erano nelle serrature
erano ora sparite, con l’unica eccezione nella chiave che Amelie aveva del
sottoscala segreto.
Sentendo di nuovo passi si infilò in fretta nel sottoscala e
chiuse la porta a chiave pregando che il killer non avesse le chiavi della
stanza o una chiave di riserva o la forza per buttare giù la porta
-Tsk…proprio quella chiave dovevo perdere…- disse una voce
bassa e monotono che le congelò le ossa per la vicinanza. Era dietro la porta.
Il killer era…
-Ci penserò dopo –borbottò salendo le scale lentamente
Amelie trattenne il fiato guardando piano dello stucco
cadere dal vecchio soffitto mano a mano che lui saliva canticchiando una
vecchia canzone di natale. Deglutì tremante uscendo dalla stanza, non poteva
rischiare di essere beccata lì.
C’era una sola scala per salire, quindi se il killer era
sopra non era sotto…bastava nascondersi sotto ora vero?
-Amelie! –quasi urlò terrorizzata Diana vicino le scale del
sotterraneo
-Shh! –disse lei in panico- che è successo io…
-C’è un killer! –disse lei isterica- e ho visto…
-AHHH! –urlò la voce di Thomas correndo verso di loro solo
per essere decapitato vicino a loro.
Amelie fu veloce nel reagire e prima che il Santa la potesse
vedere prese Diana per il polso e la tirò giù nel sotterraneo.
Sapeva la mappa, doveva solo nascondersi e…
L’urlo di Diana di prima però aveva attirato il Santa e le
due erano state localizzate.
-Non voglio morire! –urlò Diana spingendo Amelie di lato,
facendola cadere vicino a delle vecchie scatole e correndo nella stanza
successiva, quella con l’unica entrata per la stanza di mezzo.
Santa era quasi arrivato e lei era in un angolo, l’avrebbe
vista…quindi si accucciò il più possibile sul pavimento, pregando che la poca
luce la tenesse oscurata e si tirò più nascosta sotto un mobile lì vicino. Quando
notò la presenza di un oggetto insanguinato da chissà quanto dimenticato lì,
fece fatica a non scoppiare a piangere.
Per sua fortuna Santa era di fretta, aveva visto Diana
correre nella stanza quindi l’aveva inseguita. Amelie poteva alzarsi ma se l’avesse
fatto l’avrebbe sentita quindi stette immobile per ciò che le sembrò un’eternità.
Sentì un urlo mentre qualcuno buttava giù la porta con l’ascia
che aveva usato prima per decapitare Thomas.
Non poteva respirare, non poteva muoversi, non poteva
esistere in quel momento. Se la beccava…se la trovava…
-NOOO!
L’urlo di Diana venne seguito dal rumore di qualcosa che
veniva tagliato o schiacciato. Era…sul punto di vomitare.
-Giovani di oggi…nemmeno mi danno il tempo di posare il mio
regalo per loro…- brontolò il killer continuando a camminare per le stanza- ero
sicuro fossero due…
Poteva vedere il killer fermo a meno di due metri da lei, il
costume di babbo natale di uno centro commerciale qualsiasi, qualcosa che
costava al massimo 10 dollari per quanto brutto era, era ricoperto di sangue e
così l’ascia che portava in giro. Stessa cosa il sacco rosso che aveva in
spalla con altri 3 regali.
Il killer si sistemò i pantaloni e canticchiando tornò di
sopra. Ma Amelie non era stupida, aveva sentito il rumore di passi salire ma
non uscire dalla vicinanza della scala.
Era ancora in zona.
A sorpresa, Amelie scoprì che non erano le sole ad essere
scese.
-Cazzo…
Karl era appena andato vicino alle scale per salire al piano
di sopra- il coglione non mi ha visto bene
Amelie si coprì gli occhi perché come pensava
-Sicuro di ciò?
Il killer era rimasto ad aspettare che qualcuno uscisse-
Santa sapeva che un bambino cattivo era rimasto al piano di sotto
Il rumore di corsa e le urla in lontananza le diedero la
certezza che Karl fosse riuscito a scappare al piano di sopra portandosi il
killer dietro.
Si tirò piano in piedi e controllò la già ferita caviglia. Faceva
male ma era ancora in grado di muoversi. Non ci pensò due volte però e si mosse
veloce dove Diana si era nascosta. Qualcosa le diceva che quei pacchetti che
Santa mollava nei cadaveri erano più importanti di ciò che credeva.
Ne aveva due…loro erano in totale sei e Santa ne aveva
ancora tre…forse erano 6…se erano sei…era una coincidenza o li aveva osservati?
Non ci pensò due volte e salì in fretta al piano di sopra…non
prima però di notare l’oggetto con cui prima il suo collega stava giocando, un
vecchio coltellaccio militare che per qualche motivo era ancora nella casa.
Un coltello vecchio e arrugginito era meglio di niente…
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