WitchandAngel : Capitolo 2: I did kill her

Capitolo 2: I did kill her

Capitolo 2: I did kill her

Ci volle poco per sistemare la casetta nel bosco e sbarazzarsi delle cose che non voleva, seppellire i resti delle vittime e iniziare un orto.

La “strega” iniziò a vivere così serena e prima che se ne rendesse conto molte cose iniziarono a svanire dai suoi ricordi dovuti alla sua età. Era un’adulta ora di vent’anni circa, almeno di aspetto. Era incerta però del tempo passato perché dalla morte della strega non aveva avuto interazioni e non era certa di quando dormiva o si svegliava nel primo periodo.

Aveva speso almeno due o tre giorni a piangere dopotutto e non sapeva molto del mondo.

Prima che se ne accorgesse la magia era diventata parte di sé e la usava molto frequentemente per vivere serena.

-Dovrei raccogliere altra legna…

Era dura vivere da sola ma era meglio, non voleva ferire nessuno.

Aveva creato con la stoffa un vestito nero con un cappuccio che oscurava il proprio viso, non aveva mai avuto coraggio di vedere com’era diventata e ogni superficie che poteva diventare specchio era sparita dalla sua casa. Era terrorizzata di vedere il proprio viso oramai e con la magia di confusione nessuno poteva vederlo, vedevano solo il nero assoluto.

Stava raccogliendo legna quando sentì un bambino piangere e…fu istinto che la spinse a vedere che era successo.

Non fu però l’istinto di mangiarlo che temeva, era quello da maestra che aveva

-Tutto bene piccolo?

Il bambino parve terrorizzato da lei, giustamente- non mangiarmi

-Non voglio mangiarti -gli assicurò lei sedendosi al suo fianco- come ti chiami?

-Thomas

-Thomas? Che bel nome che hai. Come mai sei qui Thomas?

-Mi sono perso -disse lui ancora in lacrime

Lei annuì- sai dov’è il tuo villaggio?

-No…

-Ha qualcosa che è molto notabile?

Lui annuì- una torre rossa della chiesa

-Ok…puoi aspettare qui? Chiederò al mio famiglio di aiutarti -disse lei calma

-Davvero?

-Si piccolo -disse lei calma chiamando uno dei suoi gufi a sé e trovando dove era il villaggio e dove erano gli adulti in panico, non era distante per fortuna- Thomas, puoi seguire il mio amico? Ti porterà dagli adulti che ti stanno cercando

-Davvero?

-Si, fa più attenzione e non vagare nel bosco la prossima volta ok? È molto pericoloso piccolo

-Grazie signorina -disse lui lasciando che il gufo si posasse sulla sua spalla e seguendo le indicazioni del gufo

Era nervosa per lui ma nulla successe per fortuna e il gufo le confermò che era tornato a casa al sicuro. Il problema?

-La strega ti ha aiutato?

-Si, ha detto che non devo entrare nel bosco da solo e che è pericoloso e di fare attenzione

-…

Adesso gli umani sapevano di lei ma non era una novità. Parte di loro voleva bruciarla viva ma Thomas era tornato senza nemmeno un graffio e non attaccò anche dopo parecchio giorni.

Quello che successo due mesi dopo fu che qualcuno corse nel bosco in panico urlando per la strega. La cosa la incuriosì abbastanza che si teletrasportò di fronte all’uomo

-Ti supplico, farò qualsiasi cosa ma salva mio figlio

Il figlio del fabbro era finito con una strana malattia e non si stava riprendendo, dopo che Thomas era tornato senza ferite e la disperazione aumentò, l’uomo corse nel bosco con il figlio e cercò aiuto della strega, costasse quel che costasse.

Lei allungò le braccia e prese il bambino- andiamo alla mia dimora veloce

La voce di lei era più dolce e piena di pietà e preoccupazione di ciò che lui pensava e la seguì senza pensarci seguito dai suoi amici. Erano in ansia per lui e per il figlio dopotutto. La dimora della strega era una casetta a due piani coperta di fogliame e in condizioni non eccellenti ma vivibile. La donna era estremamente premurosa e lo si capiva da come portava il bambino e come l’aveva poggiato con cura sul letto. Dopo aver fatto una pozione la febbre del ragazzo diminuì e ora sembrava dormire più sereno di prima dando sollievo al padre

-Grazie

-Deve rimanere a riposo per almeno altri tre giorni, sei libero di rimanere qui o tornare a casa se vuoi. Ovviamente potete anche far a turno se l’idea di rimanere nella mia dimora non è di vostro gradimento -disse lei serena continuando a badare al figlio dell’uomo- il bambino come si chiama?

-Rafael

Lei annuì sistemandogli i capelli tranquilla e usando la magia per ripulirlo dal sudore e lavargli i vestiti.

-Madame Strega…mia signora, come posso ripagarla per averlo salvato?

-Che lavoro fa? -chiese lei calma

-Sono un fabbro e falegname

-Allora può riparare la mia dimora? La precedente strega non l’ha curata molto…

Fu così che uno strano rapporto nacque tra lei e il villaggio vicino. Ogni giorno qualcuno veniva per vedere se Rafael stava bene, spesso portando doni come scusante e qualcuno rimaneva la sera in gruppo per sicurezza. La donna non aveva bisogno di dormire quindi spendeva le notti a leggere al fianco di Rafael e si muoveva subito se lui era infastidito da qualcosa. Si svegliava poco o nulla il bambino ma si stava riprendendo.

Il prete locale, che venne per parlare con la strega, decise di chiederle come mai aveva scelto di essere una strega quando era chiaro che amava i bambini ed aveva un cuore di oro e…la risposta ruppe il cuore di tutti.

-Non ero una strega, ero una sua vittima. La strega di questa casa mi stava per mangiare e l’ho spinta nel camino, quando lei è bruciata io sono diventata la nuova strega. Ucciderla mi ha reso una strega

La voce rotta, la chiara tristezza e in generale com’era aveva reso impossibile per il villaggio odiarla quindi divenne un membro del villaggio, anche se viveva nella foresta e non con loro.

L’aiutarono a sistemare la casa, le portavano carne e pesce, l’aiutavano dandole tessuti, gemme e simili ed erano sempre pronti a sostenerla e nasconderla se un cacciatore fosse arrivato per lei. In cambio lei li aiutava con la magia, aveva dato loro talismani protettivi, vegliava sui loro malati curandoli, aiutava a far passare i morti a miglior vita mostrando i fantasmi che lasciavano la terra sereni e soprattutto

-Madre siamo venuti a trovarti!

Era diventata una babysitter per il villaggio.

I bambini erano pressoché sempre da lei se gli adulti avevano bisogno di tempo libero, adorava stare con loro e i bambini erano in grado di leggere, scrivere e far di conto da quando lei se ne occupava.

La cosa era incredibilmente rara, molti erano analfabeti e lasciando stare il nome, molti non sapevano nemmeno come si leggeva una mappa senza scritte figurarsi saper leggere contratti. Ciò aiutò parecchio il villaggio a prosperare.

Un’altra cosa di cui si occupava era benedire i campi quando il raccolto era poco, spesso cresceva proprio tutto con la magia per aiutare a sfamare la popolazione ed era diventata una delle più importanti figure nel villaggio per ciò.

Era una donna dal cuore di oro che solo quando morivi vedevi del tutto, era perché la magia smetteva di funzionare e vedevi il volto della tua salvatrice che non era il mostruoso che lei temeva essere, per questo ogni morto diceva che lei era bella sia dentro che fuori.

Non ricordava più il suo nome onestamente quindi lasciò che il villaggio la chiamasse come volevano, era diventata Madre dopo che un bambino lo suggerì. Era prone a essere una madre dopotutto per tutti e si comportava come tale a prescindere dall’età di chi finiva nelle sue cure. Era la persona più materna, dolce e buona che avessero mai incontrato e il villaggio si riteneva fortunato a tenerla con sé.

-Thomas, buongiorno -disse lei aprendo la porta

-Buongiorno Madre, ti ho portato del cinghiale cacciato fresco -sorrise l’ora ventenne ragazzino. Era lui che aveva causato la prima visita alla strega ed era lui il primo a correre da lei se c’erano problemi. Era fidanzato con una giovane locale e speravano in figli presto- il mio matrimonio sarà a breve, verrai vero?

-Certamente, sarò lieta di vedervi all’altare a fare le vostre promesse

-Grazie ancora per l’idea degli anelli, Thérèse non smette di sorridere quando li guarda -sorrise lui allegro

-Ne sono lieta

Poteva capire che Madre sorrideva anche senza vederlo, era dolce e gentile con tutti e sapeva che non era il tipo da non sorridere alla felicità altrui. Le nozze di Thomas andarono bene, diventando un nuovo standard di tradizioni e il secondo problema che Thomas affrontò fu infertilità della moglie. Chiese a Madre che diede lei una pozione per aiutarla ma si raccomandò di non stressarsi troppo, far troppi sforzi e di non dar troppo peso all’idea di aver figli in sé, godersi il momento era più importante dopotutto e la cosa aiutò la giovane a rimanere incinta molto velocemente.

La bambina nata venne chiamata Mary ed era la prima che venne battezzata da Madre prima che dalla chiesa, molti iniziarono a chiedere solo a Madre e la chiesa stessa stava cambiando la credenza dal generico dio che la religione della luce pregava a Madre in sé, dopotutto la donna era più una dea che un’umana mortale per loro ed era molto più semplice credere in lei che in un concetto astratto che pareva aver dimenticato quel povero villaggio sperduto nel nulla. Almeno questo era il pensiero di tutti nel villaggio, anche se non glielo dissero a Madre.

Ogni settimo giorno tutti andavano da Madre per ascoltarla raccontare storie, era una cosa che inizialmente faceva solo con i bambini ma…beh una cosa tira l’altra e tutti erano da lei alla fine. Se qualcuno stava per morire spendeva la sera con loro a casa del futuro defunto per alleviare il dolore e dar lui o lei lucida mente per salutare per bene i suoi parenti.

Spesso quando qualcuno moriva il fantasma dello sposo o sposa deceduto prima appariva per portarlo via dopo che era stato seppellito. Era sempre un momento dolceamaro da vedere quello. Vedevi il defunto uscire dalla propria tomba ringiovanito e in forma di spettro e vedevi la defunta moglie apparirgli davanti più giovane con una mano in avanti per prendere quella del morto. E dopo? Dopo li vedevi salutarti prima che camminassero nel nulla sparendo nella luce.

Come potevano non pensare che quello fosse un miracolo divino?

Madre parlava anche di reincarnazione e spesso alcuni bambini nati avevano parecchia conoscenza in qualcosa che non avevano mai imparato prima. Molti pensavano fossero memorie rimaste dalla vita prima. Che grazie alla presenza di Madre rimanevano nella loro discendenza.

-Abbiamo una nuova fanciulla nel villaggio

-Oh? Si è trasferita qui?

-Si

Molti estranei che scappavano e finivano lì erano rimasti per Madre, erano diventati fedeli a quella dea locale e onestamente il villaggio prosperava dal vario talento che Madre nutriva.

Da quando la strega era diventata parte del villaggio non avevano avuto un singolo giorno di carestia, pestilenza o disastro naturale, la donna era la fortuna del villaggio e lo sarebbe rimasta.

 

 

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