Un diavolo di avvocato
Categoria: realistic world, demons and angels
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Capitolo 1: L'apparenza inganna
Un
diavolo di avvocato
1 L’apparenza
inganna
Il giudice entrò in aula. La corte era già presente,
l’avvocato dell’accusa, un signore dai capelli marroni e occhi celesti, sui
quarant’anni, un completo bianco e uno sguardo fiero e sicuro negli occhi. Il
giudice, un signore anziano, pelato, sui sessanta, con una barba bianca molto
ben tenuta, occhi verdi e uno sguardo perplesso guardava il banco della difesa,
dei due avvocati era arrivato solamente uno, un uomo alto, muscoloso, con
capelli neri, occhiali da sole e un completo blu scuro. Accanto al primo
avvocato c’era una ragazza con i capelli rossi e occhi verdi, indossava anche
lei un abito elegante e sembrava nervosa.
-Signorina Rebecca
-S-si signor giudice?
-Dov’è il suo avvocato? –chiese con la voce rauca il giudice
-S-sta arrivando signore...-rispose la ragazza tremante
-Signor giudice è evidente che la difesa vuole rinunciare al
caso quindi…-iniziò l’avvocato vestito di bianco
Le porte dell’aula si aprirono, il silenzio calò sull’aula
del tribunale.
-Non sia così precipitoso avvocato…sono solo in leggero
ritardo…ho dovuto prendere alcune cose in ufficio per questo caso tutto qui-
una ragazza, bionda, con un bel fisico e con dei vispi occhi celesti, con un
tajer nero e attillato, i lunghi capelli raccolti in una coda, la
ventiquattrore nera in mano, le scarpe nere con il tacco…una bella ragazza…ma
non era quello ad aver lasciato a bocca aperta l’accusa ma l’età della ragazza,
infatti l’avvocatessa aveva solo diciannove anni.
-Ah signorina Night vedo che sarà lei ad occuparsi della
signorina Rebecca, l’accusa avrà molto da fare- commentò il giudice- si sieda
-Perdoni il mio ritardo- la ragazza si sedette al suo posto.
Rebecca le sorrise speranzosa e lei ricambio stringendole la mano- andrà bene
vedrai…
-Giudice è una mocciosa!!!! –protestò l’accusa
-La “Mocciosa” signor Pants ha diciannove anni, tre laure e
cinque dottorati- affermò il giudice- non la sottovaluti…ah beata gioventù
-Ma…ma…
-Signor avvocato se ha contro una ragazzina non è un
vantaggio per lei? –chiese la ragazza- non credo che dovrebbe preoccuparsi
-Questa sarà una vittoria facile- commentò l’avvocato vestito
di bianco
-Bene…l’accusa è pronta per cominciare? –chiese il giudice
-L’accusa è pronta vostro onore
-La difesa è pronta?
-La difesa è pronta signor giudice- rispose alzandosi la
ragazza
-Bene…che l’accusa faccia la dichiarazione d’apertura
-L’accusata, Rebecca Miles, è stata vista da un testimone
uscire dall’appartamento della vittima, il suo ragazzo, Mirko Niton, il
testimone ha anche trovato il corpo della vittima, morto per trauma cranico,
l’arma del delitto è questo…questo…-guardò la strana statua- ehm…questa specie
di statua…- la statua era un caos di pezzi deformi, ma stranamente tutto quel
caos rendeva la statua abbastanza carina- la vittima è morta immediatamente a
causa del colpo ricevuto
-Bene…l’accusa chiami il suo primo testimone
Sul banco dei testimoni si mise un uomo dai capelli neri e
occhi neri- sono Mike Giti
-Può iniziare la sua testimonianza.
L’uomo tossì- bene signore. Sono un venditore porta a porta.
Stavo passando per il piano in cui abitava la vittima quando ho visto la
signorina correre via dall’appartamento, la porta era aperta, sono entrato,
erano circa le 13. Ho visto il cadavere, non ho messo piede nell’appartamento,
ho usato il telefono dell’appartamento, ma non funzionava, ho usato il
cellulare e ho chiamato la polizia. Questo è tutto.
-Bene…mi sembra tutto chiaro…la difesa può contro-interrogare
il testimone.
La ragazza prese in mano i fogli del caso, si alzò in piedi e
si diresse verso il banco dei testimoni- allora…-sospirò rigirandosi i fogli
tra le mani
-Non sa che pesci pigliare? –chiese l’accusa ghignando
Lei lo ignorò- bene…signor Giti…lei è un pessimo bugiardo
-Come si permette?!
Lei sorrise- prima incongruenza…secondo l’autopsia della
vittima la morte è stata stabilità tra le 16 e le 17, lei ha affermato che la
vittima era MORTA alle 13, una cosa impossibile. Secondo, ha affermato di non essere
entrato nell’appartamento, eppure dice che quando ha provato ad usare il
telefono dell’appartamento quest’ultimo non funzionava e per questo lei ha
usato il suo cellulare. Secondo un rapporto ottenuto dal proprietario degli
appartamenti c’è stato un blackout…questo spiegherebbe la mancanza della linea
telefonica, MA questo blackout è avvenuto dalle 13 alle 13:30, questo mostra il
fatto che, benché il testimone sostenga il contrario, il telefono funzionava
eccome…per accertarmene ho chiesto alla compagnia telefonica di controllare i
suoi dati. I loro dati dimostrano che il telefono ha ripreso il contatto alle
14 e che ha continuato a funzionare ininterrottamente fino a poche ore fa.
Inoltre…
-FATELA TACERE!!!!!!! –urlò il testimone
Tutta la sala lo guardò ammutolita.
-CONFESSO! Ho ucciso io il tipo! Dirò tutto ma tenetemela
lontana!
La ragazza guardò il giudice- non è colpa sua signorina se
incute timore a ogni testimone
-Posso continuare signor giudice?
-Certo…anche se lui vuole confessare
Lei si schiarì la voce- lei è un così detto “Topo
d’appartamento”
-Topo d’appartamento? –chiese il giudice
-SI sono un ladro! Ero lì per rubare ok?! –urlò il tipo
-Si calmi ho la faccio arrestare per oltraggio alla corte!
–lo minacciò il giudice battendo il martello per far tacere l’aula- anche se,
continuando così…
-Vedendo uscire la mia cliente dall’appartamento, ha pensato
che esso fosse vuoto, è entrato e ha cominciato a rubare gli oggetti di
valore…la vittima è rientrata proprio in quel momento. Preso dal panico il
signor “Topo d’appartamento” ha preso il vaso…si è un vaso l’arma del delitto…e
la usato per colpire la vittima in testa. Ricordatosi di aver visto la mia
cliente uscire da lì ha ben pensato di incolparla. Lo scambio dell’ora è facile
da chiarire, la mia cliente e la vittima erano appena tornati da una lunga
crociera, nell’ultima tappa la mia cliente ha regalato un orologio alla
vittima, un pendolo da muro, la differenza è dovuta a questo.
-E come mai? –chiese il giudice
-Il luogo dove hanno preso e regolato l’orologio si trova in
un fuso orario diverso, l’orario è di tre ore indietro rispetto al nostro. La
vittima tornata a casa non ha avuto il tempo di aggiustare l’orario. Comunque
affermare che la mia cliente era fidanzata con quello è errato, la mia cliente
e la vittima non avevano QUEL tipo di relazione.
-E così signor Topo di…ehm signor Giti? –chiese il giudice
L’uomo annuì- quando ho visto l’uomo entrare ho perso la
ragione e ho l’ho colpito…l’avvocato ha ragione signor giudice
Due agenti portarono Giti via. L’accusa fissava a bocca
aperta la ragazzina.
-Bene…dichiaro l’imputato NON COLPEVOLE. Potete andare. Sa
signorina Night, adoro avere lei nei miei casi.
-Signor giudice! –urlò l’accusa- ma…cosa…non capisco come
cavolo ha fatto questa ragazzina a…
-Avvocato…lasciate che vi presenti la signorina Angel Night,
l’avvocato della difesa con un record di 190 casi vittoriosi, con il vero
colpevole arrestato, sui 190 casi che ha seguito, è chiamata “Dea della
vittoria”, “Avvocatessa del diavolo” e “L’imbattibile Night”.
-Questa ragazzina…
-Signor giudice la saluto, spero di rivederla presto, magari
non nell’aula di questo tribunale.
Rebecca le saltò addosso- l’hai fatto! Mi hai scagionata! È
con una tempistica assurda! Non so come ringraziarti!
-Ho solo fatto il mio dovere. Ora scusami torno in ufficio,
ho altri casi da seguire. Andiamo Black.
L’altro avvocato annuì e seguì la collega.
***Appena usciti dal tribunale***
-Ed anche questa causa è vinta
-Dì la verità vuoi stabilire un nuovo record? –chiese la voce
profonda di Black
-Voglio solo svolgere il mio lavoro…se sono brava non è colpa
mia- rispose lei sorridendo
-Modestia a parte eh?
-Ovvio
Un avvocato dal completo nero si avvicinò- Ciao Angel Night
La ragazza lo fissò- chi sei?
-SONO LUCIUS DAY! IL MIGLIOR AVVOCATO DELL’ACCUSA ESISTENTE!
-Lo so, volevo solo darti ai nervi Lucy- replicò lei al
ventisettenne- che vuoi Lucy?
-Non chiamarmi Lucy! –rispose l’avvocato passandosi una mano
tra i capelli neri tirati all’insù e spostando gli occhi rossastri dalla
ragazza che lo guardava divertita- volevo chiederti se puoi aiutarmi in un caso
-Un caso? Ma sono della difesa
-LO SO! Ma credo che ti interesserebbe mettere dentro il
sospettato
-Che caso sarebbe? –chiese lei incuriosita
-Gli omicidi di Michel Guilty- disse lui- ti interessa vero?
-C…ci penserò…quando sarebbe il caso?
-Domani
-DOMANI?! E TU MI AVVERTI SOLO ORA?!
-Calma! Ho provato a contattarti prima ma mister cane da
guardia- guardò malissimo Black, i due si odiavano a morte perché ambedue erano
interessati alla ragazza che, ovviamente, lo sapeva ma fingeva di esserne
all’oscuro, il perché…non lo sapeva lei figuratevi se lo so io! –ha
accuratamente evitato che ci riuscissi
-Dice il vero Black? –chiese lei
-Si- rispose tranquillo Black
-Bravo Black- disse lei tranquilla- per quanto riguarda il
caso…se parteciperò mi vedrai in tribunale…intanto mandami le prove, l’autopsia
e il resto, potrei darci un’occhiata dopo…ciao…ho altri venti casi sulla
scrivania
-Tieni- Lucius le diede una cartella- tutto qui dentro
-Previdente eh? –commentò lei- vedremo se ti darò una mano
Lei prese la cartella e salì in auto.
Capitolo 1: Una partita a Minecraft iniziata male
The minecraft player
Capitolo 1:
Una partita a Minecraft iniziata male
Accendo la
webcam- Ok pronti?
Attivo le
voci e inizio a registrare.
-Hey Gente,
benvenuti in questo nuovo video. Io sono Mistery Girl e oggi qui con me ci
sono: Moonlight…
-Hey Hey gente.
Io sono Light e bentornati sul mio canale- la voce allegra del mio amico mette
sempre tutti di buon umore
-Dragon
-Giorno- la
sua voce è mezza addormentata come al solito, ma infondo il mio amico non è
normale
-E ultimo,
ma non meno importante, TigerFire
-Ciao- lui
parla poco, ma è simpatico.
-Mamma
l’allegria ragazzi- commento io- allora siamo in un nuovo mondo di Minecraft,
l’ultima versione appena uscita, e siamo in modalità…
-Hardcore!
–urlano loro
-I miei
timpani- mi tolgo le cuffie per poi rimetterle- non urlate così che io divento
sorda…comunque cominciamo a fare le prime cose
-Mi occupo
degli strumenti- la skin di Light è un ragazzo dai capelli bianchi e gli occhi
rossi, una felpa nera e dei pantaloni bianchi.
-Cerco
animali- la skin di Dragon è un ragazzo dai capelli rossi, gli occhi celesti,
una maglia con un creeper verde sulla schiena e dei pantaloni neri
-Io e Misty
andiamo ad esplorare allora- la skin di Tiger è un ragazzo dai capelli
arancioni, gli occhi verdi, una maglia bianca e dei pantaloni blu.
-Bene- mi
metto in F5 e guardo la mia skin, una ragazza dai lunghi capelli biondi con le
punte rosee, occhi viola chiaro, una canottiera bianca, una gonna nera e degli
stivali alti neri con i lacci bianchi. Ci ho messo ore a farla così. Torno in
prima persona e seguo Tiger.
Siamo
spawnati in una giungla, muoversi qui è un inferno e visto che sta ancora
caricando tutto io laggo tantissimo- dannato lag
-Strano
laggo io di più di solito eppure non ho lag oggi- commenta Light
-Ha smesso-
replico io- si vede che la tua voce l’ha spaventato
Sento le
risate degli altri.
-Comunque…ho
trovato del ferro- ci informa Dragon
-Ma non eri
a caccia di animali? –gli chiede Tiger
-E si vede
che pensa che il ferro sia un animale! –scherzò Light
La mia
attenzione viene attratta da un movimento sulla montagna. Sposto il mio
personaggio e inizio a saltare da un blocco all’altro.
-Ohi Misty
dove vai?
Eppure ero
sicura che ci fosse qualcosa qui…una torcia? Si c’è una torcia qua in cima-
avete per caso messo una torcia di redstone su una montagna?
-Misty siamo
appena entrati…cazzo c’è davvero! – il personaggio di Tiger la prende- è stata
cambiata di nome
-Fa vedere
Me la passa.
“Fiamma d’amore” - ok…torniamo dagli altri…
-Io credo
che sia meglio andare verso nord- Tiger fa saltare il personaggio verso la
direzione
-C’è una
prateria la giusto? –aumento lo zoom e vedo che dopo la pianura c’è un bioma
innevato- che mondo strano…pianura e neve vicini
-A ovest c’è
il bioma del deserto…a Est c’è il mare…a Nord il bioma innevato…a Sud il bioma
della foresta…abbiamo una bella x con tutti i biomi –esclama contento Light-
potremmo fare tante belle costruzioni
-In verità i
biomi sono di più…comunque ti potrai divertire a farmi la casa Light- lo
ripicco io
-Anche a me
grazie- gli dicono Dragon e Tiger
-Farò un
immenso castello con tante torri, un fossato e…
Non lo
ascolto più. Prendo dalla chest i pezzi di armatura e gli attrezzi. Con il
piccone spacco la fornace- su spostiamoci
*********Inizio
dei lavori per costruire il castello********
-Come va in
caverna voi due? – mi rivolgo a Tiger e Dragon, visto che non volevano aiutarci
li abbiamo mandati a minare
-Scheletro!
-Zombino!
-Direi che
va benissimo- ridacchia Light posizionando un altro pezzo di cobblestone
-Vado a fare
legna? –è lui il capo quando si deve costruire
-Prendine
almeno 128 pezzi
-Mi riempio
l’inventario ho capito
Prendo tre
asce in ferro e vado nella foresta e inizio a rompere i cubetti di legno.
-Allora
signor capo cantiere, cosa ha in mente?
-Allora...per
prima cosa una bella base di…100x100
-Cavolo
Light che cavolo vuoi farne di una base così?! –chiede Dragon
-Lo so che è
piccola, ma dammi tempo! Sarà solo l’ingresso! –dice lui
-Se quello è
l’ingresso non vedremo la casa da un lato all’altro! Tipo un bioma intero a
stanza! –commenta Tiger
-Cioè dalla
cucina al soggiorno quanta distanza ci sarà uno o sei biomi?! Light stai
esagerando! –dice Dragon- diglielo anche tu Misty!
-Su ragazzi
lasciatelo fantasticare- dico io smettendo di prendere legna e rompendo anche
l’ultima ascia, non durano mai molto quando Light ti manda a legna- ma Light
NON fare una casa gigantesca…perché non fai una bella e grande città o un
villaggio o quel che ti pare
-Villaggio
in stile medievale! –esclama lui- ma certo! Geniale!
-Misty…-mi
rimproverano gli altri due
-Su
lasciatelo giocare in pace
-SI MAMMA-
replicano i due
-NON
CHIAMATEMI- mi blocco- oh cazzo…
-Misty?
-Salve…lei
è? –skin classica da Steve con gli occhi bianchi
-Misty? Che
succede?
-Sembra che
siamo in Cinque sul server
-Cinque?
–chiede Tiger- chi cazzo è il quinto?
-Fate il
teletrasporto ORA- indietreggio
Gli altri
arrivano, vedono Herobrine giusto un secondo prima che quello se ne va.
-L’avete
visto? –chiedo io
Un sì
generale mi fa capire che non sono pazza
-Per…per oggi
direi che è abbastanza…ci…ci rivediamo a un prossimo video…Arrivederci dalla
vostra…Misty
Capitolo 2 da difesa ad accusa
2 Da
Difesa ad Accusa
Lucius era seduto al banco dell’accusa. Tra il pubblico c’era
Black, cosa che faceva sperare al giovane Lucius che Angel avesse deciso di
aiutarlo.
-Signor Lucius- richiamò il giudice- ci può dire chi è la
misteriosa aiutante di cui parlava?
-Signor giudice ecco…
-Scusi il ritardo signor giudice- la voce di Angel Night mise
tutti a tacere- ho avuto alcuni casi da sbrigare
-Ah signorina Night non sapevo fosse uno degli avvocati del
signor Guilty
Angel, nel suo tajer rosso fuoco, sorrise raggiungendo
Lucius- per una volta, signor giudice, starò con l’accusa
-Con l’ACCUSA?!- esclamò il giudice
-Si, mi è stato chiesto aiuto da un vecchio collega e non
potevo di certo rifiutare un lavoro così interessante, non crede?
-Sarà di sicuro interessante vederla lavorare con l’accusa,
ma siete sicuro signor Day? Angel Night non ha esperienza come avvocato
dell’accusa- commentò il giudice
-Non potrei chiedere aiuto a nessuno oltre a lei e mi creda,
Angel Night, sia come difensore sia come accusatrice è il miglior avvocato
donna che ci sia, io stesso l’ho potuto confutare- affermò Lucius- lei ha
talento nel vincere
-Bene possiamo cominciare, l'accusa può fare la sua arringa
di apertura, ehm...buona fortuna signorina Night- disse il giudice
-Grazie signor giudice- rispose la ragazza sorridendo
Lucius si schiarì la voce- Bene...l'accusato è stato trovato
sulla scena del crimine, in mano aveva l'arma del delitto e lui stesso ha
confessato i suoi crimini...
Angel non ascoltava Lucius, o la difesa, si concentrò
solamente sul l'accusato e sui testimoni che chiamavano entrambi, per un'ora
delle due stette in silenzio.
-Tutto ok? –chiese Lucius ad un certo punto
-Puoi chiamare il signor Guilty a testimoniare? –chiese lei
-Va bene, hai un piano?
-Ho osservato, ho ascoltato e pianificato, cosa che tu non
fai mai, chiamalo e finiamo questa storia- disse lei sbrigativa
-L'accusa può chiamare il suo prossimo testimone- disse il
giudice
Lucius si alzò- chiamò a deporre, Michel Guilty
Un mormorio si diffuse nell'aula mentre il noto affarista
salì sul banco degli imputati. Angel si alzò e con passo tranquillo raggiunse
il centro dell’aula.
-Ah? Mandate la ragazzina a interrogarmi? Molto coraggioso
signor Day- rise Guilty con la sua voce roca rimbombò nell'aula
-Se fossi in lei Mr. Guilty starei attento a sottovalutarmi-
disse lei con calma
-Mi stupisca signorina- lo sguardo che le rivolse fece accapponare
la pelle a tutti, Angel se ne stava calma, come se non la turbasse quell'uomo
ed era questo che fece rimanere di stucco l'uomo. Lo sguardo di quella ragazza-
la smetta...
-Di far cosa? –chiese Angel innocentemente
-LA SMETTA! Non mi guardi con quell’aria di superiorità! Lei
non sa niente di me! Niente!
-So che lei ha...- prima che Angel potesse finire qualcosa
l'uomo iniziò ad urlare
-SI HO UCCISO QUEL BASTARDO DEL MIO SOCIO! HO UCCISO LA MIA
SEGRETARIA E CHIUNQUE MI INTRALCIASSE LA STRADA! ERANO DEGLI IMPICCI!
-Si spieghi...
-Ho ucciso delle ragazzine come te, sai? Erano così pure-
disse lui come se si fosse scordato che era in un'aula di tribunale- mi
divertivo a giocarci e poi le toglievo di mezzo quando mi stancavano, il mio
socio mi scoprì, diceva che ero un essere immondo, voleva denunciarmi così me
ne sono sbarazzato, la segretaria mi ha beccato mentre mi liberavo del corpo e
mi sono liberato anche di lei.
Angel era immobile, così come l'intero tribunale, fece un
respiro profondo, forse per calmarsi- ha sentito signor giudice?
-La corte ha ascoltato abbastanza, dichiaro l'imputato
colpevole, la condanna verrà stabilita in base hai...
Angel non lo ascoltava più, si sedette accanto a Lucius che
la guardava stupito.
-Fermi! Non mi potete arrestare! Non mi potete arrestare!-
Guilty prese la pistola della guardia che lo stava portando via e la puntò
contro Angel- vieni qui!
Lei calma raggiunse il tipo che la prese e le puntò la
pistola alla tempia- ora voi cambiate il verdetto e io non le sparo
Angel era calmissima e con la stessa calma colpì e disarmò il
tipo, gli prese la pistola e la disarmò con una mossa. Lui cercò di colpirla,
senza molto successo, lei gli bloccò il colpo e gli rigirò il braccio facendolo
urlare dal dolore e inginocchiare a terra.
-Te l'ho detto, non sottovalutarmi- disse lei lasciandolo
andare- prendetelo
Gli agenti lo tirarono su, Angel ricaricò la pistola e la
diede all'agente- stia più attento
-Tu piccolo demone! Sei un demone! Com'è che nessuno lo
capisce?! È il diavolo in persona!
-Si si, certo certo- disse un agente trascinandolo via
-Si può sapere come hai fatto a...-chiese Lucius
-Ero in un'accademia militare da piccola, mia madre è antropologa
forense nel FBI, mi hanno istruito alcuni suoi colleghi della CIA però- spiegò
lei
-CIA...FBI...-disse Lucius- tu sei proprio strana sai?
-Abbiamo vinto no? Dovresti ringraziarmi- affermò lei
-Signorina Night- il giudice la chiamò- lei dovrebbe pensare
di passare all'accusa, non ho mai visto una confessione meglio estorta
-Grazie signor Giudice, ma per ora preferisco restare dove
sono.
Angel e Black uscirono con calma.
-Ottimo lavoro- disse con voce roca Black, da dietro gli
occhiali la guardava
-Nulla di straordinario, mi sono vestita in rosso apposta, pare
che lui non sopporto quel colore
-Hai fatto come se fosse un toro?
-Toro? No, quelli odiano il movimento non il colore, ma
potremmo dire così
Angel salì sulla decappottabile nera, Black si mise al
volante. Mentre lui guidava lei consultava sul cellulare i file del prossimo caso
che avrebbe seguito.
-Chi è il...
Il cellulare squillò- pronto?
-Angel? Sono Mamma, volevo chiederti un grosso favore
-Dimmi
-Potresti rappresentare Jack Marron nel prossimo processo?
-Il tuo collega dell’FBI?
-Si
-Arrivo- chiuse la chiamata- Black abbiamo un agente nei guai
Black fece una curva e accelerò verso la direzione opposta.
Capitolo 3: Agente nei guai? Ci pensa lei!
3 Agente
nei guai? Ci pensa lei!
Angel scese alla sede delle FBI dove l'aspettava la madre,
una donna dai capelli biondi tagliati a cassetto, occhi verdi e un sorriso
severo.
-Eccoti
-Dove si trova il cliente?
-Seguimi
Il loro era un rapporto apparentemente freddo, ma era il loro
modo di comunicare, si volevano bene, lo sapevano e questo a loro basta.
Scesero le scale e si ritrovarono nella sala riunioni. C'erano degli agenti con
lo sguardo preoccupato puntato su un ragazzo dai capelli marroni e occhi dello
stesso colore.
-Jack Marron? –chiese Angel con tono professionale, lui si
alzò subito- Angel Night, il suo avvocato della difesa
-Mi ricordo di te, da piccola ti addestravi con noi- disse un
agente sorridendo- eri così piccina
Black digrignò i denti, gli agenti lo guardarono, non
sembrava umano quello.
-Non badate a lui per piacere, è il mio collega, la mia
guardia del corpo e in passato era un mercenario.
-Una bella compagnia- commentò un agente guardandolo poco
convinto il tipo
-Lasciatemi sola con il mio cliente
-Buona fortuna- dissero i ragazzi uscendo.
La madre di Angel esitava- Sta tranquilla, non ho mai
sbagliato un colpo- la rassicurò Angel, mentre la donna usciva.
-Allora- Angel si sedette- cominciamo Black
L'uomo coprì la telecamera- siamo soli
-Bene- disse Angel sedendosi sul tavolo e accavallando le
gambe, non era preoccupata per nulla sul caso- Signor Marron lasci a me il suo
caso, lei non si deve preoccupare di nulla- gli prese il mento e lo guardò
negli occhi- non si deve preoccupare di nulla, ci penserò io, penserò io a
tutto
L'agente annuì come in trans. Angel lasciò la presa e fece
cenno a Black di agire. Il ragazzo si tolse gli occhiali, rivelando occhi di
serpente rossi come il sangue. Guardò il ragazzo negli occhi
-Ci vorrà poco
***In aula***
-Sicuro di non ricordare cosa hai detto al tuo avvocato-
chiese ancora un agente
-No...ricordo solo che mi sono sentito sollevato appena mi ha
parlato, ha detto che mi avrebbe portato alla libertà...
-Bene...Signorina Night! Ancora una volta siete l'avvocato in
un mio caso? –chiese il giudice ridendo
-Si vede che dovrete sopportarmi signor Giudice
-Bene...iniziamo- disse il Giudice
****dopo il processo****
-Un'altra vittoria- disse la madre di Angel abbracciandola-
grazie per l'aiuto
-Ho da fare con altri casi- disse lei spostandosi- cercate di
non finire nei guai. Andiamo Black
-Grazie ancora- disse Jack, ma appena guardò Black in faccia,
un brivido lo colse e lo costrinse a distogliere lo sguardo- Angel
-Si?
-Quell'uomo- indico Black che era troppo lontano per
sentirlo- è un demonio vero?
Angel sogghignò- beh...di certo non è pericoloso come me- si
girò e salutò con un gesto- ci rivedremo presto, mio caro Jack
Angel salì in auto- dicono che sei un demonio
Black partì- beh io sono solo un famiglio...il demone...o
diavolo..- guardò Angel- sei tu
Capitolo 4: Notte insonne
4 Notte
insonne
Angel si stiracchiò chiudendo il pc, si alzò dalla scrivania,
indossava solo una canottiera e delle mutandine nere, era notte tarda e doveva
andare a dormire. Era completamente buio, si spostò con calma fino al frigo, lo
aprì e prese un bicchiere d'acqua, si girò, per un attimo sentì che qualcuno
era dietro di lei. Richiuse il frigo e si guardò intorno, chi c'era? Sentì una
mano prenderla e tenerla ferma. Non vedeva nessuno, che diavolo era? Prese di
istinto con la mano libera il coltello da cucina e colpì di striscio qualcuno.
-Non voglio fare male a nessuno-parlava con il buio- ti prego
lasciami in pace
Sentiva che si era allontanato, posò il coltello nel cassetto
e si diresse verso la camera da letto, sapeva che c'era qualcosa che non
andava, era pronta a morire da tempo. Si sedette sul letto, si infilò sotto le
coperte e chiuse gli occhi, addormentandosi subito.
Passò la notte in preda agli incubi, ricordi frammentati di
una vita infelice, faceva fatica a riordinarli, vedeva solo frammenti e li
collegava appena, vedeva frammenti ricordi e parte di incubi. Si alzò di colpo,
aveva sentito qualcosa toccarla. Non era più nella sua stanza, no era in una
camera totalmente nera.
-Oh sveglia? Vieni il tuo ultimo caso ti attende
-Cosa? Dove sono?
-All’inferno cara- un uomo dai tratti demoniaci la aiutò ad
alzarsi, Angel si accorse che indossava il suo completo migliore nero.
-Come sono finita qui?
-Ti ci abbiamo portata noi, avvocato- disse il demone
sorridendo- ora conoscerai il tuo cliente- la spinse in una stanza tvuota, se non per un tavolo e due
sedie. Sulla sedia difronte a lei c'era seduto un ragazzo dai capelli rossi e
occhi di fuoco, indossa un completo nero.
-Sei il mio cliente? –chiede lei timorosa
-Sono il braccio destro del demonio Cara, ma per questa
prova, sarò il tuo cliente e il tuo biglietto per la libertà.
-Cosa dovrei fare?
-Difendere me, salvarti l'anima e la vita a te.
-Cosa?
-Se perdi la causa, perdi l'anima e la vita cara
Angel si gelò- perché?! Io non...
-Sei stata scelta, vinci e ti verrà dato un potere ben
superiore a quanto tu potrai mai credere, perdi e verrai punita. No hai scelta
Angel guardò il suo cliente, in che guaio era finita?
Capitolo 3 Lista Capitoli Capitolo 5
Capitolo finale: L'avvocato del diavolo
5 L'avvocato
del diavolo
Angel sospirò sedendosi accanto al suo imputato, che doveva
fare? Non sapeva che fare con lui. Il caso si stava svolgendo in fretta, le
pause finivano prima ancora di iniziare. La testa le scoppiava, non riusciva
proprio a seguire la velocità con cui salivano e scendevano i testimoni.
-Presto la tua anima sarà nostra mia cara Angel- sogghignò il
demone suo cliente.
-Chiedo quarantacinque minuti di pausa- disse Angel alzandosi
di colpo
-Concessi- disse il demone sogghignando- anzi vi dò ben due
ore signorina
-Mi bastano 45 minuti umani né più né meno- disse Angel
allontanandosi in fretta.
No non andava per nulla bene, stava perdendo il controllo. Si
sedette nella sala d’aspetto e si mise le mani nei capelli, avrebbe perso
l'anima...stava per piangere. Guardò l'anello che aveva, glielo aveva regalato
suo padre, era l’anello da avvocato, c'era una A di oro su sfondo nero, la A
aveva un paio di ali, il padre diceva che erano le ali della libertà e la A era
quella di Avvocato, anche se lui scherzando diceva che era la A di Angel, avevano
un bellissimo rapporto, era più unito con lui che con la sua madre. Le vennero
in mente le sue parole, le ultime parole dette da lui dopo che morì per colpa
di un criminale...
“Angel, gli avvocati della difesa devono avere in mente solo
una cosa durante tutti i processi, la cosa più importante è salvare il nostro
cliente, anche se fosse l'ultima cosa che facciamo, se diverrai mai un avvocato
di difesa, giurami che non ti arrenderai mai, mai e poi mai, capito?”
Sorrise, aveva giurato no? Che importava se avesse perso,
doveva vincere per il suo cliente, l'aveva promesso e lei manteneva le
promesse. Guardò i fogli del caso, era meno complicato di quanto si aspettava,
anzi era semplice, era dannatamente semplice, che diavolo le era preso prima? Era
stata così stupida...
-Pronta per riprendere? –disse l’avvocato dall’accusa
-Pronta- disse lei sicura- vorrei iniziare io se possibile
-Perché no- disse il giudice
-Chiamo a testimoniare, l'avvocato dell'accusa- disse lei.
L'avvocato si sedette con calma. Era un demone, che problema
poteva avere con una ragazzina.
Angel strinse la mano al petto, prego mentalmente il padre di
guidarla. Rese il suo sguardo crudele, duro, severo e allo stesso tempo sicuro,
altezzoso e certo di sapere tutto, il demone si irrigidì.
-È davvero un caso interessante non trova anche lei?
-Molto, un crimine così...
-Effimero- disse Angel
-Come prego?
-Non ho detto nulla- disse Angel innocentemente- avvocato da
due soldi
-La smetta!
-Di fare cosa? –disse Angel- perdente
-Finiscila!
Angel non stava parlando, era nella sua testa, lo stava
spingendo alla pazzia, a confessare.
-LO AMMETTO! NON È STATO IL TUO CLIENTE, ERA UN GIOCO,
VOLEVAMO IMBROGLIARTI E PRENDERTI L’ANIMA! –si mise le mani tra i capelli- ti
prego ti prego smettila, smettila- aveva cominciato a piangere
-Signor Giudice- disse Angel
-Innocente- disse lui a mezza voce
Angel mise una mano sul fianco e un ghigno le spuntò sul
viso- con il dovuto rispetto, non tentate di ingannare un diavolo di avvocato
-Bene- un demone dai capelli neri le si avvicinò- io sono Black
e da oggi sono il tuo assistente.
Angel si svegliò e guardò Black seduto sul letto, aveva l'età
di Lucius, ma dimostrava più anni.
-Che ci fai qui Black?
-Abbiamo un caso Angel
Si vestì in fretta e lo seguì in auto
-Sai ho sognato il processo agli inferi
-Sei stata grandiosa li
Angel arrossì- vinceremo anche stavolta
-Ovvio.
Angel sospirò, l'anima non l'aveva persa, ma aveva comunque
ottenuto il posto come avvocato del diavolo.
Fine.,che
Capitolo 1: colpo di fulmine
La figlia del capo
Capitolo 1: colpo di fulmine
Entrò nell’ufficio del capo della polizia.
-Ah buongiorno Signor Black, prego si sieda- disse allegro il
capo, un uomo dai capelli neri, baffi ben curati e occhi marroni. Era un uomo
gentile, dedito al lavoro e ben voluto da tutti. Aveva perso la moglie dieci
anni prima, era stata coinvolta in un incidente, la sua unica famiglia era la
figlia adottiva, una ragazzina silenziosa e abbastanza strana, usciva poco e in
centrale l’unica cosa che diceva chi l’aveva vista era un “Beh…non è come la
descrive il capo”. La cosa incuriosiva Jonathan Black, era da due anni in
centrale eppure non l’aveva mai vista, era uno dei migliori, e più giovani,
agenti della centrale. Aveva solo ventidue anni eppure era di enorme bravura,
talento e fama. Aveva spesso rifiutato un posto come capo in altre città, con
paghe ben più alte, ma non era il denaro o la gloria ciò che lui cercava, gli
piaceva lavorare lì, i colleghi e il capo erano la sua famiglia ora e di certo
non avrebbe abbandonato quella famiglia volentieri. Jonathan era un ragazzo di
bell’aspetto, con occhi celesti e capelli neri, sembrava un diciannovenne, a
volte la gente lo scambiava per un ragazzino, ma, aspetto a parte, i suoi modi
erano da adulto, la voce era da adulto, era adulto anche nello sguardo, cosa
che piaceva alle ragazze, anche se lui non era fidanzato, troppi impicci
diceva.
-Signore- salutò lui
-Ottimo lavoro come al solito. Un arresto spettacolare- si
complimentò il capo
-Sono felice di aver messo in prigione un altro criminale
-Pensavo di affidarti un nuovo caso…-cominciò il capo ma un
gran fracasso proveniente dagli uffici lo fermò
Il capo descriveva la figlia come una “Bambina” dolce,
silenziosa e allegra. Non era esattamente una descrizione precisa.
-Cos’è questo fracasso?! –chiese alzandosi e aprendo la porta
seguito da Jonathan- insomma cosa diavolo sta succedendo qui?! Tornate a
lavoro!
I poliziotti si spostarono permettendo ai due di vedere cosa,
o meglio chi, aveva creato quel trambusto. Una donna di spalle, con lunghi
capelli biondi, si girò. Per Jonathan la scena andò al rallentatore, vide prima
le scarpe blu notte, poi il tajer dello stesso colore, poi le mani delicate, il
fisico perfetto, il viso delicato e gli occhi, occhi di un verde smeraldo così
bello che non aveva mai nemmeno pensato di poter vedere. Era la donna più bella
che avesse mai visto. Lei sorrise.
-Oh Lucy! Cara che ci fai qui? –chiese il capo abbracciando
la ragazza
-Papà, vorrei dire che è una visita solo per vederti, ma stamattina
il postino, o qualcun altro, ha recapitato questo a casa nostra- tirò fuori
dalla borsa una busta gialla
Il capo la prese- “Presto prenderò ciò che ti è più caro,
ovvero Lucy, firmato K”. Mike fallo analizzare. Accidenti
-Ho pensato che potesse esserti utile, per le impronte o non
so
-Stai bene? Ti ha seguita qualcuno?
Lei sorrise- papà non sono una bambina! So badare a me stessa
Al “Non sono una bambina” mezz’ufficio avrebbe urlato per
darle ragione, di certo le curve non le mancavano.
-Si ma questo è un boss mafioso! Devo metterti sotto custodia
-Cosa?! No! –protestò lei
-Nel mio ufficio signorina ora…e anche tu- disse rivolto a
Jonathan
-Papà non dovresti mettermi sotto controllo! –disse lei senza
accennare a voler eseguire l’ordine
-Io sono tuo padre e se…-iniziò il capo
-Se mi metti sotto stretta sorveglianza K non si esporrà- lo
bloccò lei- se vuoi prendere K devi lasciarmi senza pattuglia o controllo, come
se non ti importasse
-Così in effetti potrebbe uscire…-concordò lui- ma è
pericoloso per te
-Allora mettimi sotto il controllo di un agente che passi
inosservato- disse lei
-Qualcuno che possa passare per un tuo coetaneo- ragionò lui
e si girò verso Jonathan- signor Black quanti anni hai?
-Ventidue- disse lui cercando di capire perché il capo lo
fissasse così
-Che dite potrebbe passare per un suo coetaneo? Un
diciannovenne?
-Se togli la divisa da agente e lo sguardo da ti ucciderò nel
sonno credo di sì- commentò qualcuno
I due ragazzi si guardarono. Lei dimostrava vent’anni, lui diciannove…della
serie non giudicare un libro dalla copertina.
-Perfetto! Black sei la nuova guardia del corpo di mia
figlia! Congratulazioni! –disse il capo battendogli una mano sulla spalla
Lui guardò la ragazza che alzò le spalle come a dirgli
“Quando decide non cambia idea”
-Conti su di me capo- disse lui nel suo solito tono
-Perfetto! Malcom e Carlo- due uomini sui trent’anni si
alzarono. Il primo aveva capelli biondi e occhi neri, il secondo capelli
marroni e occhi neri- andate con Black e mia figlia al centro commerciale,
vestite questo ventiduenne da diciannovenne
-Si!
I due presero sotto braccio Jonathan e lo trascinarono fuori.
Lucy diede un bacio al padre- ti lascio lavorare. Buona fortuna con i vostri
criminali
-Grazie! –risposero tutti in coro. Lei seguì i tre uomini.
-Certo che ha una bellissima figlia capo- commentò qualcuno
Il capo incrociò le braccia. Aveva un fisico muscoloso, che
attirava facilmente l’attenzione femminile, purtroppo per le signore a lui
interessava solo la figlia, dopo la moglie non si voleva risposare- ovviamente.
Ma se qualcuno di voi prova a toccare la mia bambina…-guardò i colleghi,
chiunque avrebbe sposato Lucy se la sarebbe vista con un ex-marine, militare o
qualunque cosa era prima di andare in congedo ed entrare in polizia.
Tutti tornarono a lavorare. Ma qualcuno commentò- io
guarderei Jonathan, si era imbambolato prima
-Beh se Jonathan diventasse il mio genero ne sarei lieto, ha
un gran talento nel combattere il crimine- commentò tra se il capo tornando in
ufficio.
****Centro commerciale****
-Niente completi! –dissero i due agenti per poi sparire tra
gli scaffali
-Che problema hanno i completi o la divisa? –chiese Jonathan
-Non chiederlo a me, sinceramente preferisco quelli a questo
genere di magliette volgari- commentò la ragazza guardando una maglietta con
scritto sopra “Sciupa femmine” - e poi gli uomini in divisa fanno colpo
-Ma non posso mettermi semplicemente una maglia e dei jeans?
–chiese lui avvicinandosi e poggiandosi alla parete accanto alla ragazza incrociando
le muscolose braccia al petto.
Lei alzò le spalle- non decido io…comunque non ci siamo
ancora presentati. Lucy White.
-Jonathan Black- le strinse la mano lui- piacere di lavorare
con te
-Mi spiace, dovrai fare la tata per un po’. Non deve essere
il massimo per il miglior agente della centrale
-E tu che ne sai che sono il migliore? –chiese lui alzando un
sopracciglio divertito
-Papà parla spesso del lavoro a casa, mi ha parlato molto di
te. Va molto fiero del suo agente- rispose lei sorridendo- ero davvero curiosa
di vederlo questo “Signor Black”, non sei come mi aspettavo
-Delusa? –chiese lui
-Al contrario- rispose lei
-Se voi due avete finito di fare i piccioncini- dissero i due
agenti- Jonathan si dovrebbe cambiare
Lucy si sedette difronte al camerino. Carlo e Malcom, dopo
aver dato a Jonathan i vestiti, si erano messi ai lati.
-Look numero 1
Jonathan uscì vestito da dark- non ci giro così
-Bocciato- disse Lucy, infondo doveva passare per amico suo
quindi a lei spettava la decisione finale
I due spinsero dentro Jonathan.
-Numero 2
Jonathan uscì con una tuta con il cappuccio
-Sembra uno spacciatore…bocciato
****Molti bocciato dopo****
-Ultimo Look
Jonathan uscì con dei jeans scuri, delle scarpe da tennis
bianche, una maglia in stile militare e una felpa col cappuccio grigia
-Togliete la felpa
Lui se la tolse, la maglia era a maniche corte, lasciava
intravedere un tatuaggio sul braccio destro- allora?
-Approvato- disse lei, fissando i muscoli del ragazzo- forse
non sono solo gli uomini in divisa a piacere- aggiunse a bassa voce
-Bene…e ora? –chiese Jonathan crollando sulla sedia del bar,
aveva abbastanza vestiti da essersi rifatto il guardaroba
-Ora io torno a casa a cambiarmi- disse lei- e tu a posare le
buste
Come da ordine, finché la minaccia per Lucy c’era, Jonathan
sarebbe rimasto nella villa dei White.
Capitolo 1: Una ragazza particolare
A strage love
Una ragazza particolare
Camminava per strada dopo il coprifuoco, era illegale e
rischiava grosso, ma non era esattamente una tipa che amava seguire le regole.
-Signorina ha un pass?
Lei si girò, un’altra sentinella, l’avrebbero picchiata o peggio…
-Lasciatela stare
Scese e uccise la sentinella, senza pensarci troppo. Si rese
conto di essersi appena scoperto e fece per andarsene
-Aspetta! -lei si avvicinò- grazie per avermi salvata
-N-non ho fatto nulla
-Il tuo nome?
-M-mi…mi chiamano Vampiro- rispose lui, era la prima volta
che parlava con un’umana
Fu così che conobbe l’amore, così da un incontro casuale. Ma
fu così che scoprì che ogni vita finiva, per questo decise di trasformare il
suo più grande amore, la ragazza di quell’incontro casuale, la sua donna, in un
vampiro, da lei ebbe figli, poi nipoti e generazione dopo generazione, vampiri
su vampiri, la sua famiglia crebbe e invase il mondo. Con la loro venuta
vennero anche i Cacciatori, umani in grado di uccidere i vampiri, di
riconoscerli, di cacciarli, di farli sparire e di sparire a loro volta. Un
cacciatore e un vampiro non potranno mai stare dalla stessa parte, sono troppo
diversi e finirebbero per uccidersi a vicenda. O almeno questo è ciò che le due
parti sapevano, i cacciatori li volevano morti quindi era auto difesa, questa
era la scusa dei vertici vampireschi, i vampiri sono una minaccia e uccidono
gli umani vanno sterminati, questa era la scusa dei capi dei cacciatori.
Eppure, una piccola luce nacque, una cacciatrice particolare e un vampiro
anomalo, due anime che forse avrebbero potuto cambiare la storia. Il vampiro
era un vampiro bianco, uno dei pochi che si nutrivano del sangue dei donatori e
quindi non uccidevano nessun umano, la sua famiglia era bianca e lui era un
vampiro anche troppo gentile, non avrebbe ferito un umano nemmeno se questo lo
avesse minacciato, purtroppo erano pochi quelli bianchi. La cacciatrice era
anomala in tutto, i suoi genitori erano particolari, uno dei due era umano,
l’altro non lo era, mettendola alla luce i due avevano fatto un sacrilegio e
per questo furono costretti a sparire, lasciandola indietro, sperando che lei
salvasse quel mondo e rimpiangendo di non poterla crescere. Ma non era per la
famiglia che lei era particolare, vedeva le anime, sia umane che non, vedeva i
morti, vedeva cose invisibili ad ambedue le parti, poteva giudicare le loro
anime e decidere se fare qualcosa oppure no. Era la miglior cacciatrice di
tutti i tempi. Non si faceva problemi ad uccidere, ma uccideva solamente i
vampiri neri, quelli che lei definiva neri, li conosceva, erano coloro che
volevano uccidere, che provavano gusto nella sofferenza altrui, quelli uccideva
lei, solamente quelli. Era sempre in missione solitaria o con qualcuno di rango
più basso di lei. Era furba, dava l’ordine di controllare la zona al suo
sottoposto e lei controllava l’anima del vampiro, se era nero, lo uccideva
senza troppe domande, se era bianco…beh era tutta un’altra storia. Anche quel
giorno era in missione, solitaria, aveva avuto l’avviso di un avvistamento di
due vampiri. Li riconobbe subito, non erano amici, erano due vampiri diversi,
uno bianco e uno nero, nemici. Entrò senza problemi e guardò i due vampiri. Il
nero, era un uomo che di umano aveva solo l’aspetto, il bianco era una donna,
terrorizzata, dai capelli corvini e dagli occhi celesti. Con il suo pugnale non
esitò a uccidere il vampiro nero. Poi guardò la donna, rimise il pugnale al suo
posto e le sorrise.
-Non ho intensione di ucciderti
-Dovrei fidarmi di una cacciatrice? Voi uccidete senza
distinzione
-Non io- scosse la testa e i suoi capelli biondi sfuggirono
alla presa della sua spilla d’argento, la raccolse da terra- io non sono come
gli altri cacciatori. È vero io uccido, uccido i vampiri neri, o almeno quelli
che io chiamo così, coloro che uccidono solo per il piacere di farlo, tu non
sei una di loro. Vero?
-Sono una vampira bianca…ma come…
-Non sono cose che si possono spiegare con facilità, ma il
mio unico scopo è di uccidere chi merita, chi uccide, e proteggere chi è
innocente, quelli come te.
-La mia famiglia…siamo tutti bianchi
-Lo so, ti credo. Hai un figlio della mia età, calmo e
tranquillo, una figlia molto piccola, sognatrice e gentile, e un figlio un po’
ribelle di vent’anni, ma non è cattivo, e solo in un fase ribelle. Non ti
preoccupare per lui, appena tornerai a casa sarà il primo ad abbracciarti, sarà
il primo a consolarti e a dirti che andrà tutto bene.
-Come lo sai?
-Sono una ragazza del tutto anomala.
-Tornerò a casa…mi lascerai andare?
Le mise la spilla tra i capelli- dona molto più a te che a me
La donna toccò la spilla- perché…
-Così non ti scorderai di me, un giorno ci rivedremo forse.
Abbi fede, finché quella spilla sarà nelle tue mani, la tua famiglia non verrà
vista dai cacciatori, sarete umani, te lo prometto.
-Aspetta…il tuo nome?
-Seraphine, Rubin Seraphine
-Rubin…era il cognome di una mia amica…-commentò la donna
-Azalea Rubin…era mia madre- la bionda si alzò e si diresse
verso la porta- torna dalla tua famiglia. Ci rivedremo…puoi dire di avere
incontrato una cacciatrice che ti ha risparmiato, ma ti prego non dire il mio
nome
-Si…
-Ci rivedremo…a presto- se ne andò
-Seraphine…- la donna mise una mano sulla spilla e sorrise- è
uguale a te Azalea…
Tornò a casa. Aprì la porta.
-Mamma! –un vampiro di vent’anni la strinse a se, aveva gli
stessi capelli corvini e gli occhi verdi- pensavamo di non rivederti più!
-Tesoro- il marito, un uomo dai capelli rossi e gli occhi
verdi le sorrise- stai bene
-Mammina! –una bambina dai capelli rossi e gli occhi celesti
l’abbracciò
-Non hai incontrato cacciatori? –chiese un ragazzo dai
capelli marroni e dagli occhi verde smeraldo
-Si
Gli altri vampiri la guardarono preoccupati
-Era una ragazza della tua età tesoro- disse lei accarezzando
la guancia del bruno
-Ti ha ferita?
-No, ha ucciso il vampiro nero, mi ha regalato questa spilla
e mi ha detto che non mi avrebbe fatto male, sapeva che ero bianca tesoro!
L’uomo guardò dalla finestra- forse ti ha seguita
-Fidati di lei!
-Perché dovrei?! È una cacciatrice per l’amor di…
-Ragazzi andate di sopra- disse la donna. I tre se ne
andarono senza dire nulla
-Allora? –chiese l’uomo.
La donna cambiando tono e iniziando ad urlare disse -IL
COGNOME RUBIN! È UNA RUBIN! È LA FIGLIA DI AZALEA!
L’uomo si fermò- ma Azalea non aveva…
-Lo so…- disse la donna sorridendo- dovevi vederla! Era
identica ad Azalea! Ed era determinata come Onice! Era entrambi allo stesso
tempo! Una mezza-vampira!
****due anni dopo****
-Mamma sicura di volermi mandare a questa accademia per
vampiri e cacciatori? Non è proprio una buona idea- disse il ragazzo bruno, ora
aveva diciannove anni.
-Sono sicura che la mia salvatrice andrà in quella scuola,
voglio che tu la trovi e diventi suo amico- disse la madre decisa
-Papà…-provò lui
-No, sono d’accordo con tua madre- disse il padre
-Si ma perché iscrivete anche me?! –chiese il rosso
mettendosi accanto al fratello
-Perché si. Su andate o farete tardi- replicarono i due
Loro uscirono sbuffando.
-Demon- chiamò il bruno
-Che c’è Lucius? –chiese il rosso
-Guarda il lato positivo, potrai rompermi le scatole anche
quest’anno- gli rispose il bruno
-Oh ci puoi giurare fratellino- disse il rosso
scompigliandogli i capelli e accendendo l’auto. Aveva ancora vent’anni, aveva
fermato il suo avanzamento a quei vent’anni, non avrebbe avuto un giorno di più
o di meno per i prossimi secoli.
******
-Certo che questa scuola sembra una reggia- commentò il rosso
scendendo dall’auto e varcando i cancelli con il fratello. La scuola, una
gigantesca villa, con prati ben tenuti, tante strutture affine, i dormitori per
gli alunni…beh…uno spettacolo indefinibile, era meravigliosa. Entrarono nei
giardini. Ai polsi avevano i bracciali d’argento che placavano la sete di
sangue, avrebbero evitato il tentativo di uccidere qualche cacciatore, anche se
le liti c’erano.
-Guarda altri due sporchi vampiri- disse un biondo con il
distintivo di cacciatore
-Che schifo- commentò l’altro biondo- siamo proprio caduti in
basso per far entrare questi mostri in questa accademia
-Ok ora li ammazzo- disse il rosso pronto già a saltargli
addosso, trattenuto con la forza dal fratello
-Non metterti nei guai i primi tre secondi che sei qui dentro
Demon! –cercò di calmarlo Lucius
-Bravi vampiretti, andate a piangere dalla mamma- dissero gli
altri due in coro
-Ora ti…
-Che sta succedendo qui? –chiese una voce femminile
-S-Seraphine! Questi due volevano picchiarci! –disse uno dei
due
-Già volevano morderci come hanno fatto con tanti altri!
–aggiunse l’altro
-Cosa?! Ma non è vero! –dissero i due fratelli
-Silenzio- disse la voce- voi due in punizione
-Visto vampiri finite nei guai e…
-Non i vampiri, ma voi due cacciatori, filate dalla preside,
verrete sospesi a tempo indeterminato per discriminazione, razzismo e molestia
-MA…
-FILATE ORA! –li bloccò la voce e i due se la diedero a gambe
-Che accoglienza- commentò il rosso
La ragazza sospirò, i due si girarono, era una ragazza molto
carina, di diciannove anni, con lunghi capelli biondi e occhi rossi- mi spiace
per loro, non siamo tutti così qui. Avete solo beccato i due più scemi. Siete
nuovi vero?
I due annuirono a bocca aperta, aveva una spilla di
cacciatrice in oro, argento e cremisi, uno dei livelli più alti.
-Scusate per la brusca accoglienza. Io sono Seraphine Rubin,
ma potete chiamarmi Sera, siete i fratelli Black vero? Lucius e Demon giusto?
-Si
-Benvenuti all’accademia, se volete vi faccio vedere la
scuola- si offrì lei
-Sarebbe fantastico- dissero in coro
-Bene seguitemi- disse lei sorridendo
-Posso chiederti una cosa? –si avvicinò Demon
-Certamente
-Come mai una cacciatrice del tuo livello è gentile con noi,
vampiri brutti e cattivi?
-Primo, non siete né brutti né cattivi, secondo siete vampiri
bianchi, non farei male a nessun vampiro che non abbia ucciso qualcuno per il
puro piacere di farlo.
-Come lo sai? –chiese Lucius
Lei si fermò e si girò- me lo ha detto vostra madre la sera
in cui le ho regalato la spilla, a proposito come sta?
I due si scambiarono uno sguardo- sei tu quella che l’ha
risparmiata?
-Si- i due sorrisero- qualcosa non va?
I due scossero la testa- nulla…allora dicevi?
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