WitchandAngel : Capitolo 10: I do what I want

Capitolo 10: I do what I want

Capitolo 10: I do what I want

-Duchessa perché non proviamo a fare un match?
-Mamma? –chiese Alex girandosi verso Evelyn che era appena arrivata nel campo di allenamento
Era ormai una settimana buona che i ragazzi erano a conoscenza che Evelyn era la fiancé di Leonhardt
Evelyn nella loro mente era la perfetta nobildonna che non avrebbe mai avuto forza fisica per combattere
-Perché no?
-Mamy, con quel vestito però- disse Yuri guardando la madre.
Un classico vestito da nobildonna sul grigio dalla lunga gonna, corsetto stretto e maniche lunghe, con quell’impossibile da sopportare tacco alto su un terreno non liscio e con una gonna pesante…era difficile muoversi figurarsi combattere. Inoltre Evelyn aveva un capellino e i capelli sistemati ad arte, cosa che impiegavi ore a fare, non poteva essere più fuori posto. Con ventaglio e parasole mentre aveva dei guanti di pizzo bianco alle mani…
Era impossibile combattere così…
-Una dama non dovrebbe farsi ristringere da come è vestita –disse Evelyn sorridendo tranquilla avanzando con tranquillità sul terreno dissestato dell’aria allenamenti come se fosse su un terreno pavimentato, sotto i suoi piedi non vi era incertezza, non vi era traballamento, era fuori da ogni previsione che potesse cadere.
-Spada?
-Sai che non uso lame se non per uccidere- rise Evelyn rimanendo con il parasole aperto in mano e il ventaglio nell’altro- a te la prima mossa
Il suo avversario era qualcuno che i ragazzi conoscevano come il più forte e pericoloso cavaliere del regno dopo Leonhardt.
L’uomo prese fiato preparandosi con la propria arma e attaccò per primo.
Evelyn non si mosse e lanciò solò il parasole in aria parando l’attacco con il ventaglio e forzando il cavaliere a indietreggiare. Come il parasole ricadde nelle sue mani, chiuso, Evelyn scattò in avanti con quello che parve una velocità inumana. Un parasole e un ventaglio erano in grado di tenere il passo di una spada dalla lama tagliente.
Una donna in gonna e tacchi alti era in grado di mettere in difficoltà un uomo allenato e addestrato a combattere privo di impedimenti.
Evelyn era più pericolosa del soldato.
-Capitano! –urlarono altri soldati intervenendo.
-Oh? Uno contro tutti, ingiusto…per voi- disse Evelyn tenendo il passo di una dozzina di soldati senza fatica.
Saltava in giro per il campo senza nemmeno avere il fiatone, figurarsi sembrare stanca o simili.
-Evy, basta così- disse Leonhardt dal bordo campo.
Evelyn ruotò il parasole aprendolo e andando verso Leonhardt- si sono rammolliti
Non aveva un singolo capello fuori posto
Una goccia di sudore
Non aveva nemmeno intaccato il proprio trucco
Non vi erano pieghe nel vestiario…
Era come se non fosse mai stata in campo
Ma i soldati ansimanti a terra era riprova che non fosse immaginazione
Leonhardt rise- sei tu che sei inumana
-Sei tu che mi ami per ciò –replicò a tono Evelyn andando con calma verso il castello
Lui sorrise prendendola a braccetto contento.
Era chiaro che i due fossero fatti per essere una coppia…entrambi erano mostri in combattimento.
-Per fortuna non c’è andata giù pesante- rise il capitano con gli altri soldati
Stava giocando!?
I quattro ragazzi si guardarono e osservarono i due piccioncini allontanarsi con calma.
Forse i loro non erano poi normali…



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