Capitolo 22: My fiancé is
nice to me
Una cosa che Clementine voleva era che il suo fiancé la
trattasse bene
Era sicura che con i Love interest sarebbe finita male
perché sapeva il loro carattere nelle “Bad End” e nelle “Good End” quindi li
voleva evitare
Quando vide la situazione in cui era…aveva paura.
Non voleva morire per colpa di loro
Non voleva morire per colpa delle loro fiancé pazze
Non voleva morire e basta
Alla fine però si trovò come fiancé Aaron e fu salva
I parenti di Aaron erano fantastici con lei e lui era dolce
e buono
Era più di ciò che sperava
-Buongiorno principessa
-Hubby!
-Ancora con quel nickname?
-Si, sei mio marito
-Ma sentila -rise Aaron
Erano fin da piccoli piccioncini
Fin da subito unitissimi e fin da subito molto presi l’uno
dall’altra
-Non vedo l’ora di finire
E in quel momento stavano lottando contro il tempo per fare
l’esame e uscire da quell’accademia
-Potremmo pagare
-E uscire imbrogliando?
-Sei stranamente contraria a ciò
-Uhm…
-Sono serio, pago io volendo
-Proviamo ma se non si può facciamo imbroglio
-Sicura?
-Si
Onestamente l’accademia era solo per connessioni nobili,
vaghe lezioni e per trovare un fiancé se esso mancava
Aaron e Clementine erano ambedue già pronti per i ruoli che
avrebbero avuto in futuro come Arciduca e Arciduchessa perché i Dragon
insegnavano fin da subito a tutti e due gli sposi per la cosa
Aaron e Clementine non avevano bisogno di nuovi fiancé visto
il loro desiderio di sposarsi il prima possibile
E per quanto riguardava connessioni nobiliari, ambedue erano
ben messi con quella situazione. Clementine era considerata una specie di
regina nella sua cerchia sociale e Aaron era letteralmente l’uomo più potente e
ricco esistente.
Non avevano bisogno di altro supporto nobiliare
-Possiamo imbrogliare?
-Seccata di studiare?
-Ho appena realizzato che per noi tutto ciò è inutile
Aaron rise e annuì- ok allora
Non aveva dubbi che ambedue potevano, volendo, superare
l’esame in maniera pulita ma a quel punto non era per essere onesti che avevano
deciso di fare l’esame. Era per sfuggire a quel gruppo di pazzoidi.

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