Capitolo 8: A Mafia boss
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Alyssa era sola a casa quando qualcuno suonò il campanello
-Si?
-Consegna
-…?
Non aspettava nulla e quando aprì la porta si trovò un uomo
alto, muscoloso, tatuato e pieno di cicatrici. Era moro con occhi verdi e
sembrava pericoloso
-Posso aiutarti?
-Non ci vediamo da parecchio Ally
-…
Chi era questo?
-Non so chi lei sia, sparisca o chiamo la polizia
-Oh andiamo -disse lui provando ad aprire la porta ma per
fortuna la catena di sicurezza non glielo permise
Alyssa premette sul telefono il numero del padre e lo lasciò
in vivavoce
-Ho detto che se ne deve andare
-Non dirmi che ti sei scordata di me Ally
-Vada via
Non era preoccupata per se stessa, doveva però recuperare
Sylvie in due ore e non voleva che questo tipo venisse a darle fastidio…era
nervosa perché sembrava onestamente un essere pericoloso
-Sono io…Aaron…Aaron Black
-…
Lei lo fissò chiaramente ancora confusa di chi diamine era
-Il tuo ex…il mafioso che hai rifiutato
-Oh lui
Bene…un ex era tornato e non era in vena di…
-Allontanati da mia figlia- ringhiò pressoché il padre
spingendo via Aaron, non era solo. Aveva con se alcuni zii di Alyssa e un paio
di agenti della polizia
-Sto solo…
Quando lui si congelò Alyssa notò Sylvie che era corsa
dall’auto del nonno a lei
-Mamma stai bene?
Immediatamente Alyssa aprì la porta e prese la figlia
tirandola dentro casa. La cosa non fermò Aaron dal fissare la bambina
-Hai una figlia
-E con ciò?
-…
-Vattene -disse lei chiudendo la porta
-Voglio un test di paternità! Potrebbe essere mia figlia!
-Non ci vediamo da prima che lei nascesse, sparisci!
Nemmeno a dirlo, Alyssa si spostò per un paio di settimane a
casa dei suoi genitori per sicurezza. Il fucile del padre era molto
rassicurante dopotutto…

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