Falling for the Ranger
Capitolo 1: A Runaway Bride
Cosa diavolo sto facendo?
Sono sul serio su questo aereo ora?
Ripetiamo le mie ultime 12 ore.
Stamattina mi sarei dovuta sposare, così ieri sera io e le
mie amiche eravamo al mio addio al nubilato. Sono andata via di nascosto verso
le due di notte, inseguita subito dalla mia sorellastra e dal mio fratellastro,
anche se in quel momento non lo sapevo. Ero emozionata e volevo vedere il mio
futuro marito Gaston. Avevo dubbi sullo sposarmi a dirla tutta ma avevo passato
gli ultimi mesi a convincermi che fosse solo un panico pre-matrimoniale…non
avrei dovuto passar sopra al mio sesto senso. Arrivai di fronte a casa sua,
dove ancora non ero andata a convivere veramente per puro capriccio, amavo i
miei spazzi e non essendo ancora arrivata al punto di averlo nel mio letto non
avevo intenzione di dargli opportunità per provarci. Davanti alla porta lo vidi
limonare con una donna che riconobbi come Veronica, la sua ex, bionda finta,
oca dagli occhi noce, falsa, meschina e bugiarda…nonché la mia ex-migliore
amica delle medie e liceo, ci eravamo allontanate dopo che aveva provato a far
ricadere su di me il furto dei soldi raccolti per un evento a scuola, per
fortuna le telecamere l’avevano ripresa nell’atto e scagionato me, neanche a
dirlo non l’ho più voluta vedere. Non sapevo fossero fidanzati fino a circa tre
settimane prima quando ho trovato tra le sue cose una “vecchia” foto dei due,
vecchia di una settimana. In quel momento feci un video dei due, girai sui
tacchi e tornai dalle altre. Mia sorella e mio fratello, anche se non sono di
sangue li considero tali, mi trovarono chiusa a piangere in camera mia. Jane, bionda
dagli occhi verdi, sorellastra e migliore amica di due anni più grande di me,
mi strinse, John, bruno con occhi verdi, fratellastro iperprotettivo più con me
che con sua sorella Jane, che non ha mai sopportato Gaston e di tre anni più
grande di me, mi chiese cosa fosse successo. Mi avevano seguito, avevano
intravisto la scena ma volevano sapere da me.
Trattenni John dall’andare a spaccare la faccia allo stronzo
e chiesi a Jane di darmi il mio pc, pc che lei mi aveva tolto perché avrei
volentieri passato la serata a giocare a videogame o vedermi un film o a vedere
le gare di L.O.L. online.
Piangevo ancora mentre lavoravo sulla mia vendetta e finito
tutto preparai le valigie, senza che i due lo sapessero. Penso che abbiano
passato la serata pensando che fossi su qualche social o a sfogarmi su qualche
poveretto che mi capitava nel PVP di uno dei miei giochi online, cosa che avrei
fatto se non avessi avuto più urgenza nel distruggere il mio futuro ex-marito.
Caricai l’auto e andai a dormire quando i due erano già crollati dal sonno.
Feci finta di nulla il giorno dopo. Mi vestii con il mio
bell’abito, strinsi la mamma, bruna con occhi neri, e il mio patrigno, moro
dagli occhi verdi. Accettai i complimenti, gli auguri e chiesi a mio padre,
patrigno ma mi ha cresciuta come se fosse mio padre, di chiedere a tutti di
tenere il cellulare in mano durante la cerimonia per vedere la sorpresa che
avevo preparato per lo sposo. Durante tutto quel tempo Jane e John mi
guardavano preoccupati, sapevano la verità ma non sapevano cosa avevo
intenzione di fare.
Rimasi sola. Mi guardai in quell’ingombrante vestito bianco
e mi detestai. Aprii la finestra, eravamo al primo piano ma c’era una scala che
potevo usare per fuggire. Presi la borsa, buttai il mazzo di fiori a terra, tirai
sul letto foto che avevo stampato di Gaston con le amanti, lunga storia e lunga
notte a cercare ogni foto sul suo pc dal mio usando le mie abilità di Hacker.
Uscii dalla finestra e indossai le scarpe da tennis. Scesi in fretta e corsi
all’auto. Il velo lo abbandonai sul davanzale della finestra. Entrai in auto,
accesi e partii a razzo. Arrivai all’aeroporto, guardai i voli e cercai il
primo che potevo prendere e il più distante possibile. Texas. Sorrisi. Presi il
biglietto, imbarcai me stessa e le mie quattro valigie e partii.
Ed è qui che sono ora. Ho il cellulare chiuso ma non ho
bisogno di aprirlo per vedere cosa sta succedendo. Il video l’ho inviato alle
8:30 esatte. All’inizio della cerimonia. Oltre al video ho fatto ieri sera ho
aggiunto quello che ho creato io dalle prove che mi sono procurata dal suo pc.
Sarà il caos lì ora. Mia madre Sarah starà minacciando di farlo fuori, il mio
patrigno Jeff starà impazzendo anche visto quanto è protettivo, Jane e John non
so se stanno solo facendo casino o già lo stanno ammazzando. Gli ospiti non so
cosa pensino ora come ora. Per fortuna ho tutte le mie cose solo mie. Non ho
mai voluto fare la condivisione di nulla, perché? Semplice, non mi fidavo che
durasse. Persino dopo la proposta e l’inizio dei preparativi non riuscivo a
fidarmi completamente di lui.
L’aereo vola alto e tra poco atterreremo, ho bisogno di una
buona pausa, nessuno saprà che sono qui ed è meglio così…devo cambiarmi, odio
questo abito da sposa…
Osservo l’anello che ho al dito. Appena arrivo lo vendo e mi
ci faccio qualche soldo, venderò anche questo vestito da sposa. Il vestito l’ha
pagato lui e scelto lui così come ogni altra cosa del matrimonio. Solo il
vestito è costato qualcosa con sette o otto zeri, l’anello con questi diamanti,
troppo vistoso per i miei gusti, sarà più o meno lì come cifra. E sinceramente?
Lo venderei per mezzo dollaro pur di liberarmene. Io sono un tipo che
preferisce vestiti comodi e poco costosi che quelli di marca e dal prezzo
assurdo. Non pago ottocento dollari per un paio di jeans che posso prendere sui
trenta-quaranta dollari, specie online che trovi sempre uno sconto, non è che
non ho i soldi per fare spese eccessive ma non credo nello spendere un milione
e passa per vestiti, preferisco spenderli in giochi o in oggetti che mi
piacciono. Sono una nerd, avrò un bel fisico ma preferisco stare ventiquattro
ore di fila a fare una maratona in un gioco o di film o di serie televisive che
una di shopping.
Scesa dall’aereo mi avvento sul primo taxi.
-Dove la porto?
-Dove posso comprare un’auto senza troppe domande
-Si signora- dice lui
Non so che fare. Non so che fare…
Accendo il cellulare e miliardi di messaggi e chiamate perse
mi investono. Ho l’abitudine di salvare per nome e cognome ogni persona,
persino mia madre è salvata come Sarah Stones e il mio patrigno come Jeff
Darkhood. Io porto il cognome BlackNight, il cognome del padre mai visto e
sentito nei miei ventiquattro anni di vita. Riporto l’attenzione alle chiamate.
Ottanta mamma, settanta papà, centocinquanta Jane, duecentottanta John, alcune
di altri miei amici e di qualche parente e dodici da Gaston. John è decisamente
troppo attaccato al cellulare…
Guardo i messaggi: duecento tra mamma e papà, qualche amica,
qualche ospite, trecentocinquanta Jane e quasi quattrocento da John,
venticinque da Gaston. Ok, John si aggiudica il premio per il più preoccupato
dell’anno…
Ed ecco che chiama…
-Pronto
-Amethyst! Grazie a dio! –dice lui- dove diavolo sei
finita?!
-Diciamo molto ma molto lontano- dico io
-Lontano? Perché non rispondevi?
-Sull’aereo ho chiuso il cellulare- dico io
-Aereo? –chiede lui, sento movimento in sottofondo- stai
bene?
-Si tranquillo. Tornerò a casa quando sarò pronta- dico io
-Ok…io sai che lo ammazzo Gaston? –chiede lui- ci sono un
centinaio di persone che volevano ucciderlo. Papà e tua madre volevano farlo
fuori. È intervenuta la madre di lui a difenderlo dicendo che era colpa tua e
non hai idea del caos che si è creato.
-Immagino –dico io- devo chiudere. Ho ancora questo
stramaledetto vestito e l’anello, penso li venderò. Comunque ti chiamerò quando
posso parlare. Ti voglio bene fratellone
-Anch’io e per ogni cosa, chiama
Chiudo il cellulare
-Posso chiederle cosa è successo? –chiede il moro dagli
occhi blu alla guida
-Ho scoperto ieri che il mio futuro marito mi tradiva e ci
sposavamo oggi- dico io- ho deciso di piantarlo all’altare e mandare prove del
tradimento a ogni persona che ci conosceva
Fischia- questo è mollare con stile. E ora?
-E ora sono fuggita in Texas dove spero di poter farmi una
vacanza e scordare il mondo per un po’- dico io
-Capisco –dice lui- se hai bisogno io sono Robert- mi dà un
bigliettino- sono ottimo per ascoltare e credo che tu abbia bisogno di un amico
qui, signorina?
-Amethyst. Amethyst Sapphire BlackNight- mi presento io
-Ametista Zaffiro Notte Nera? –chiede lui traducendo il mio
nome- un nome unico, mi piace
-Grazie- dico io
-Siamo arrivati- pago e lo saluto recuperando le mie
valigie. Compriamo quest’auto ora…
*****
Questo fuoristrada è stato un colpo di fortuna. Nuovo e poco
costoso. Non so cosa fare sinceramente e ormai è quasi buio…
Un botto improvviso fa sbandare l’auto…oh no…
Scendo, ancora in abito da sposa e guardo le ruote.
Fantastico ho bucato. Questa giornata sta andando di bene in
meglio…controlliamo se ho campo…
Il cellulare non prende campo…favoloso…
Metto le mani sul volto mentre sento le lacrime scendere.
Non c’è la faccio più. È stata una giornata di merda. Ora che faccio? Sono
sola, in un posto dove non conosco nessuno e sto piangendo come una cretina per
un idiota che non merita le mie lacrime. Sento un’auto avvicinarsi, fantastico,
mancava lo stupro alla lista.
***
Stavo girando con il mio fuoristrada quando ho visto le luci
di un veicolo. Strano per questa zona avere qualcuno a quest’ora…
Guardo chi è in piedi accanto al veicolo. Una…sposa? Che
diavolo ci fa una sposa qui? A quest’ora per di più…potrebbe essere un
fantasma? Jae Rex Johnson non iniziare con le paranoie che non finisci più.
Scendi e chiedi.
Accosto. Prendo un respiro e scendo dal mio fuoristrada. I
miei stivali alzano la polvere dalla strada. Sistemo meglio i jeans blu scuro e
la cintura con la fibbia d’argento. Sistemo la canottiera bianca e la camicia a
quadri rossa, sistemo il cappello da cowboy…e sto davvero cercando di prendere
tempo. Mi giro a guardarla…piange…
-Ehm…signora sta bene? –chiedo io
Lei sobbalza facendo ricadere i suoi boccoli caramello, ha
un bel fisico, questo vestito la rende quasi una principessa…che ci fa qui?
-Signora? –chiedo ancora
-Non sono signora- dice con disprezzo nella sua voce
Ok quindi o ha fatto la fuga o l’ha fatta lui e a giudicare
da come piange non è colpa di lei il finale…credo
-Posso fare qualcosa?
-L’auto- dice solo
Annuisco e mi avvicino alla ruota- bella bucata…serve nuova
-Lo so- dice lei ancora con le mani sul volto- se avevo
quella di scorta l’avrei già cambiata io, non sono così incapace…
Sorrido- questa è bella, una principessa che sa cambiare una
ruota
Lei toglie di scatto le mani e mi guarda- si dà il caso che
sono capace di aggiustare il motore se ho gli strumenti e so riparare e
collegare ogni genere di oggetto meccanico o elettronico
Dio il suo volto. Naso delicato, due labbra invitanti di un
rosso sbiadito, due enormi occhi argentei che, nonostante abbia pianto, non
sono che meravigliosi. Il trucco era delicato e anche se le lacrime le rigano
il volto non si è rovinato. Ha i capelli mossi, sfuggiti all’acconciatura, un
viso meraviglioso e anche un corpo meraviglioso…Jae Sveglia!
-Non lo metto in dubbio- sorrido io- farò venir a prendere
l’auto domattina, fino a che non torna in suo possesso posso darle un passaggio
io
-Anche così non so che fare- dice lei- non sono di qui…non
sono proprio del Texas o zone vicine
-Ha un posto dove andare?
-No- dice lei- è stata una scelta semi-impulsiva e solo
quando sono andata in aeroporto ho scelto la destinazione…- sospira e borbotta
piano- sempre nei casini devi metterti eh Amethyst?
-Io ho un ranch se vuole rimanere per la notte- dico io
guardandola
-Davvero? –un lampo di speranza- e chi mi dice che lei non è
un serial killer o un maniaco?
-Sono un ranger- dico mostrandole il distintivo che ho alla
cintura- e non sono un maniaco
-Certo perché un maniaco lo direbbe- dice lei
-Ok, se le dico che lo sono è più tranquilla? –chiedo
divertito
-Forse- dice lei. Sospira- ok…può aiutarmi?
-Al suo servizio- dico io
-Grazie…ehm…? –ah già il mio nome…non mi sono presentato
-Jae Rex Johnson- dico io- Jae va bene
-Jae- ripete lei, ha un modo di dire il mio nome molto ma
molto seducente devo dirlo- io sono Amethyst. Amethyst Sapphire BlackNight
-Amethyst- sorrido- bene, vieni?
Lei annuisce e l’aiuto a caricare i bagagli in auto. Parto
con calma e lei si sistema meglio nel posto del passeggero- posso chiedere cosa
è successo?
-Ieri sera ho avuto il mio addio al nubilato, sono scappata
alle due per vedere il mio ex-futuro marito. L’ho trovato a limonare con la sua
ex, oggi ci saremmo sposati- dice lei
Stringo il volante- questa è una bastardata
-Già- dice lei- ho deciso di vendicarmi. Ho fatto finta di
volermi sposare. Ho preparato tutto e ho chiesto al mio patrigno di dire a
tutti di tenere il cellulare acceso
-Come mai? –chiedo io
-Ho fatto un video dei due che limonavano- dice lei- e l’ho
aggiunto altre prove che ho preso online e dal suo pc…diciamo che avrà molte
spiegazioni da dare e mentre lui soffriva io sono scappata e “Texas” era
l’aereo che ho preso
Scoppio a ridere- ricordami di non farti arrabbiare
Lei sorride- ci proverò cowboy
-Hai fratelli o sorelle? –chiedo io
-Di sangue no –dice lei- ho però acquisito un fratello e una
sorella maggiore, sono entrambi più grandi e iperprotettivi. Mio fratello
voleva andare a spaccare la faccia al mio ex quando ha scoperto che ha fatto
-E con ragione- dico io- non credo lascerei passarla liscia
a uno stronzo che ferisce mia sorella, che sia o meno di sangue
-Hai sorelle?
-No- dico io- ma ho sei fratelli
-Sei!? –esclama lei- i tuoi si sono dati da fare…
Scoppio a ridere- già. Ma ora siamo solo noi da anni. I miei
sono all’altro mondo quindi siamo solo noi sette. Sette maschi in una casa
molto grande, puoi immaginare il caos che regna in casa nostra
-Mi spiace per i tuoi…deve essere bello avere tanti fratelli
-Dipende dai giorni- le dico io- sono il maggiore e il loro
tutore legale, puoi immaginare quanto mi amino quando li riprendo e grido
perché fanno cose che non dovrebbero- dico io passandomi una mano tra i capelli
castano scuro. Lei ridacchia e la guardo con i miei occhi verdi per poi tornare
a guardare la strada- perché ridi?
-Perché è carino ciò che hai detto- mi risponde lei- devi
voler loto molto bene se riesci a pensare a loro e lavorare. Dovresti essere
orgoglioso di te stesso Jae
Sorrido- grazie
-Allora, come si chiamano?
-I miei fratelli? –chiedo io
Lei annuisce- allora?
-Dunque…ci sono io con i miei 28 anni di vita e muscoli-
ridacchia al mio commento- poi è nato Logan, ha capelli biondo scuro e occhi
verdi, ha venticinque anni. Poi Alex, biondastro con occhi verdi, ha ventidue
anni. Poi c’è Frederick e George, gemelli, bruni con occhi verdi, diciotto anni
di guai viventi. Poi c’è James, bruno con occhi verdi, quindici anni e non mi
ubbidisce nemmeno per errore. Fase ribelle sai?
Lei sorride e annuisce- tutti ci passano
-Per ultimo c’è Theodor, il piccolo Teddy, capelli biondo
scuri e occhi verdi, ha cinque anni. Per lui sono il grande eroe delle storie,
tranne quando decide che sono un forte paladino della giustizia.
-Cinque? I tuoi quando…scusa non dovrei chiedere
-Tranquilla- sorrido io- aveva due anni all’epoca
-Due…sono tre anni che ti occupi solo di loro?
-Già. I servizi sociali li avrebbero presi se non riuscivo a
mantenerli. È stata dura ma ci sono riuscito- dico io
-Deve esserlo stato parecchio- dice lei- tre anni…stavi
finendo l’università?
-Ho lasciato stare, era più importante la mia famiglia.
Logan voleva aiutare ma glielo impedii, sta per prendersi la laurea in
economia, Alex sta studiando legge, Frederick e George finiscono il liceo
quest’anno, James fa il secondo anno di liceo e Theodor fa le elementari
-E tu lavori come un matto per mantenerli- dice lei- sono
parecchie spese
-Già, ma ormai ci ho fatto il callo- dico io- e poi tutti
aiutano a tenere il ranch che ci porta qualche guadagno
Lei mi osserva- sei davvero uno stacanovista vero?
-Probabile- sorrido io- tu?
-Mi sono laureata da un pezzo- dice lei
-Quanti anni hai? Sembri molto giovane- dico io, avrà sui
vent’anni probabilmente
-Ho Ventiquattro anni- dice lei stupendomi
-Non ne mostri più di venti- dico io
Lei sorride- mi sono laureata a diciotto anni
Freno e accosto- 18?!
Scoppia a ridere- non è normale vero? Ho saltato cinque anni
in totale
-In cosa sei laureata? –chiedo io
-Ho una laurea per informatica, programmazione e tecnologia
elettronica- risponde lei
-E io che nemmeno so accenderlo il computer- dico io
Lei sorride- ti posso insegnare se vuoi
Annuisco- quindi lavori?
-Si, lavoro da casa, quindi potrò lavorare anche da qui
volendo
-Abbiamo internet- dico io- se ti serve collegarti- riparto
con calma
-Grazie- dice lei- vi serve una mano in casa?
-Sinceramente sì- ammetto io
-Facciamo così allora- dice lei- io vi aiuto in casa in
cambio posso restare
-Sarebbe grandioso- dico io- ci serve una mano
****
-Non scherzavi quando dicevi che la casa era grande- dice
quando la faccio entrare nella sua camera- grazie per questo
-Figurati- dico posando le valigie- io devo tornare a
lavoro, avverto i miei fratelli che sei qui e vado. Puoi farti un bagno caldo
se vuoi. Quella porta conduce a un bagno privato
-Grazie- dice guardandomi uscire- buonanotte Jae
-Notte Amethyst
****
Chiudo la porta e sospiro. Questo sarà un bel cambio di
rotta…
Guardo la stanza degli ospiti. Ha mobili in legno, un letto
matrimoniale, un grosso armadio e un bagno privato. La camera è pulita, segno
che non la usano da parecchio. Mi serve un bagno caldo…meglio una doccia.
Sciolgo il fiocco del corsetto e il vestito cade a terra lasciandomi in intimo.
Tolgo le scarpe, apro le valigie per prendere un cambio e mi faccio una doccia
veloce, levando anche il trucco. Mi vesto in fretta e tampono i capelli. Sono
stanca…ma ho da fare. Il clima qui è caldo per fortuna e posso stare con solo i
pantaloncini di jeans e la canottiera extralarge. Tiro fuori il pc e lo collego
alla presa. Attivo la ricerca Wi-Fi e hackero il router. Subito arrivano le
richieste di lavoro, è mezzanotte…due ore di lavoro. Devo avvisare il boss che
sono qui…
Il cellulare vibra e vedo che John mi ha scritto un
“Buonanotte sorellina” e Jane un “Notte, chiama se ti serve qualcosa” tre ore
fa circa.
Sorrido e mi metto a lavorare. Posso farcela. Devo farcela.
Posso ricominciare da sola.
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