Capitolo 5: Trust problems
-Che ne dite se stasera facciamo una piccola festa? –chiedo
io guardando i ragazzi
-Festa? –chiede Teddy
-Invitiamo un paio dei vostri amici, io cucino e voi vi
passate una serata di pace –rispondo io
Jae mi sorride- si perché no?
-Ma prima…-dice Alex- ti devi fare una nuotata con noi su
-Non so nuotare ragazzi…-dico io
-Ti aiutiamo noi –dice Logan
Esito. Non è per essere cattiva ma…
Jae mi prende la mano- l’aiuto io, voi divertitevi e badate
a Teddy
Sorrido a Jae- grazie
Lui si leva la maglietta e mi sorride- oh quindi anche tu
sai arrossire…vuoi nuotare?
Io annuisco togliendomi prima i pantaloncini e poi la
maglietta- noto con piacere che non sono l’unica a godersi la vista
Lui distoglie lo sguardo rosso- se sei una bella donna non è
mica colpa mia- mi offre la mano e insieme entriamo in acqua
-Relax- dice vedendomi agitata- non lascerò che nulla
succeda
Annuisco piano. Non direi che ho una “fobia” dell’acqua ma
sono molto nervosa nell’entrare in mare o in laghi o qualsiasi fonte di acqua
con possibili animali dentro. Nella mia testa vedo sempre squali o coccodrilli
mangiarmi viva e…di solito sto a riva, gioco a riva dove tocco con mia sorella
o mio fratello, dove posso uscire di corsa e se sono sola sono in ansia totale.
Se so che c’è altra gente in acqua non ho paura, se posso parlare con loro ovvio,
ma stare sola senza altri in acqua è…
-Hey, ci sono io ok? –mi dice Jae
Io annuisco- scusami è che…
Lui mi sorride e mi tiene più vicina- cerca di non pensare a
cosa c’è in acqua e pensa a altro
Poggio una mano sul suo petto- ok…una cosa che non ti ho
chiesto e di cui sono parecchio curiosa…
-Dimmi
-Sei…single? –chiedo io
Lui annuisce- sì, la mia ultima ragazza l’ho avuta circa due
anni fa. Si lamentava di come passassi ogni secondo a lavoro e con i miei
fratelli e non con lei
-Da quanto stavate insieme? –chiedo io
-Due anni. Ai miei non piaceva come persona, alla fine credo
che mi abbiano guidato a lasciarla. Per quanto possa amare una donna la mia
famiglia viene prima di tutto- mi dice lui
-Sono sicura che sono fieri di ciò che fai Jae- gli dico io
-Sono convinto di una cosa
-Cosa? –gli chiedo guardandolo negli occhi
-Che in qualche modo sono stato guidato a trovarti quella
sera- risponde lui
Mi poggio a lui rossa come un pomodoro- sei ingiusto, non
giocare sporco per vedermi rossa!
Lo sento ridere- su…proviamo a farti nuotare
****
Sorrido agli amici di Jae e dei ragazzi, è bello vederli
così allegri
-Saphy ci racconti una storia dell’orrore? Tocca a te! –dice
Alex
-Storie non ne ho ma…posso raccontarvi una cosa che mi è
successa da piccola se volete- dico io
-Spaventosa? –chiede Fred
-Direi di sì- dico io accanto a Jae
Tutti stanno in silenzio
-I miei genitori sono sempre stati separati. Non ho mai
realmente visto mio padre o almeno non ne ho memoria e come molte madri single
mia madre iniziò a vedere degli uomini- nessuno fiata e tutti mi ascoltano-
questo era prima che mia madre incontrasse il mio attuale patrigno ed è grazie
a questo che ha incontrato lui ma non nego che fu una delle cose peggiori che
ho mai vissuto. Avevo quattro anni credo o giù di lì, mia madre stava vedendo
quest’uomo…chiamiamolo X. X era l’ideale di uomo, dolce, gentile,
amichevole…qualcosa in lui però mi…mi inquietava. Sapete quella sensazione a
prima vista che qualcosa non è totalmente corretto in quella persona? Quel
senso di inquietudine che ti dà e che tu senti anche sola alla vicinanza? Per
me X era qualcuno che non riuscivo a vedere in positivo. Dopo poco capii
perché…
I ragazzi mi guardano fissi
-X beveva, beveva molto. Iniziava a dire cose insensate e
tentò di farmi del male. Mamma non è esattamente indifesa ma nemmeno la donna
più forte del mondo. Tuttavia mio nonno era in casa, ex generale militare che
ha sempre un fucile o una pistola o un’arma con sé. Lo spaventò via. Mia madre
chiuse la relazione subito e sembrò tutto finito lì…
-Ma non lo era- disse Fred
-Iniziò a seguirci. Bussava alla porta nel cuore della
notte. Chiamava ripetutamente e mia madre era terrorizzata da lui. A un certo
punto iniziò a essere meno presente e dopo due mesi che non succedeva nulla
mamma era tranquilla. Mi aveva comprato un pc…ripeto ero ancora molto piccola
ma sapevo già usarlo per giocare e sapevo fare una chiamata al 911 se qualcosa
succedeva. Mamma doveva correre di urgenza a casa di mio nonno perché doveva
dirle qualcosa, lui sperava che io fossi con lei…destino volle che mamma mi
diede la grazia di continuare a giocare, era a poca distanza il nonno e ci
avrebbe messo quindici minuti massimo, non era la prima volta che ero sola e
non sarebbe stata l’ultima. Appena l’auto di mamma esce dal viale cade il
silenzio in casa…poi qualcosa parcheggia.
-Tua madre? –prova James
-Sono andata dalla finestra di mia madre, al secondo piano,
nel vialetto c’era il furgone di X. Iniziò a bussare. Poi smise, prima del
solito e lo vidi muoversi lontano dalla porta…
-Se ne va vero? –chiede uno degli amici di James
-La nostra casa aveva un garage che potevi aprire dall’esterno
e caso volle che quel giorno non era stata chiusa con il lucchetto. La casa era
silenziosa e ho sentito la saracinesca del garage alzarsi e i passi di lui che
entrava in casa. La camera di mamma aveva una cabina armadio con le ante
pieghevoli, due porte, una che dava sul corridoio una al bagno privato di mia
madre. Mi nascosi nell’armadio e inizia a compore il numero di mia madre e
mandarle messaggi come un’ossessa. Mamma non guida e legge quindi sapevo che li
avrebbe visti solo quando avrebbe parcheggiato l’auto. La casa era vuota e
sentivo ogni suo movimento. Muoveva oggetti, accendeva il pc di mamma per
vedere qualcosa sopra di esso e poi…iniziò a salire le scale. Ero terrorizzata
e non potevo uscire dalla camera di mia madre almeno non finché non avrebbe
superato la camera per la mia o lo studio…invece andò dritto nella camera di
mia madre. Lo vedevo muoversi tra i piccoli fori delle ante della cabina, non
mi vedeva ma ero terrorizzata. Il cuore mi batteva all’impazzata e avevo
seriamente paura che lui lo sentisse. Iniziò a frugare tra i cassetti di mamma,
rimettendo poi tutto in ordine, controllò sotto il letto, nel bagno privato e
poi si avvicinò alla cabina armadio. La aprì piano per non rovinare i vestiti
probabilmente. Non ho mai ringraziato così tanto di essere così minuta. Aprì le
ante quel che bastava per esser certo che nessuno fosse dentro l’armadio. Lo
vidi chiuderlo di botta e muoversi verso le scale. Lo sentii scenderle e uscire
dalla porta. Sentii un’auto e delle urla e in quel secondo vidi le chiamate di
mamma e i suoi messaggi.
Nessuno fiata
-Mia madre disse qualcosa sulle linee di “dov’è mia figlia?!
Che ci fai qui!? Cosa lei hai fatto!?” lui continuava a dire che era arrivato
da pochi secondi che non ero lì. Io sono corsa fuori in braccio a mia madre
mentre mio nonno stava arrivando con la polizia. Ricordo che mi ha guardato e
ha detto “eri in casa? Non volevo spaventarti piccola mia”. Provò ad
avvicinarsi ma il dito di mio nonno sul suo fucile da caccia fu più veloce. Non
lo uccise. Lo colpì alla spalla…venne rinchiuso in carcere e lì fu trovato
impiccato da altri prigionieri. Non so cosa sia successo ne lo voglio sapere.
Poco dopo mia madre ci ha fatto trasferire in casa del nonno e poi dopo che ha
incontrato il mio patrigno con lui. Ricordo di aver avuto problemi a dormire
dopo. Una delle sere che ero sveglia ero solo seduta sul letto a guardare Jane
dormire visto che quella sera ero in camera con lei. All’improvviso sento dei
rumori da sotto e la sveglio facendole segno di star zitta e sentire. Da come
sbiancò non ero l’unica a sentirli quei rumori. Le feci segno di andare dal
fratello visto che era il più vicino mentre io mi sbrigai a correre da mamma e
dal mio patrigno. Li svegliai entrambi e li feci zittire per ascoltare il
rumore. Dopo pochi secondi il mio patrigno aveva preso la mazza da baseball e
mia madre era corsa nello studio a recuperare il fucile. La porta del retro era
stata rotta ed erano entrati alcuni uomini. Non so che è successo so solo che
erano alcuni colleghi del mio patrigno che avevano perso il lavoro per la loro
condotta. Per fortuna riuscirono a sottometterli mentre io chiamavo la polizia
visto che Jane e John erano terrorizzati. Ricordo che l’agente mi disse che se
non fosse stato per la mia insogna era dura dire cosa sarebbe successo.
-Ok questa era legittimamente creepy…- commenta George
Io alzo le spalle- ero piccola e non avevo in testa il
quadro di quanto pericoloso fossero effettivamente quei due eventi ma mi hanno
lasciato due cose dietro. Problemi a dormire e un forte senso di paranoia per
chi non conosco
-Vuoi fare due passi? –mi chiede Jae
Annuisco- torniamo tra poco
****
Le metto la giacca intorno alle spalle
-Grazie
-Perché? –chiedo io
Lei mi guarda
-Perché quella sera ti sei fidata di me? –chiedo io
Lei mi osserva e alza le spalle- non…non lo so…ho solo…sei
la prima persona dopo la mia famiglia con cui riesco a stare completamente
calma. Quando ti ho visto non ti ho visto come un pericolo…ero terrorizzata
quella sera, ero sola, non sapevo che fare e ero sentimentalmente a pezzi. Poi
sei spuntato tu come un cavaliere dall’armatura d’argento. Mi hai preso dalla
strada, dato un luogo che posso chiamare “Casa” e mi hai dato un senso di
sicurezza che provo solo con la mia famiglia. In quel secondo ho capito che
potevo fidarmi di te, so che non ha senso per te ma…
Le sorrido e le metto un braccio intorno alle spalle- ti
proteggerò io allora. Specie ora che so quanto poco ti fidi farò ciò che posso
per essere degno della fiducia
Lei mi sorride accoccolandosi- tuo fratello ha proposto che
tu mi sposi sai
Arrossisco, per fortuna è notte- ah…ah sì?
-Se sei tu…va bene- mi dice lei
La guardo- ma…
-Non sto dicendo di sposarci- dice lei subito- solo…che se
sei tu a provarci con me…non credo mi darebbe fastidio…
Annuisco contento- è una bella serata
Lei annuisce- sai perché ho scelto il lavoro di Hacker?
La guardo- paga bene?
Scuote la testa- avrei potuto fare la modella o l’attrice
-Allora perché?
-Non devo avere a che fare con le persone…so che non sembra
ma ho seri problemi a stare per lunghi periodi di tempo con gente che non
conosco o che non mi riesce a calmare abbastanza. Ho amiche ma ho avuto una
strada veramente lunga da fare per portare me stessa a fidarmi di loro. Soffro di
paranoia e penso sempre al peggio prima che al meglio e molte persone non
sopportano la mia personalità…se sto bene con le persone intorno a me sono
allegra e attiva ma…se le persone intorno a me non mi fanno stare bene sono…sono
patetica, silenziosa e non rispondo più di tanto. Lavorare come Hacker significa
per me stare in un luogo confortevole senza dover incontrare qualcuno che non
conosci. Sono un numero che tu chiami per un servizio che oltre quei minuti non
vedrai o sentirai mai più. Mi sento protetta nel mio lavoro anche se è
rischioso ciò che faccio, ma almeno ho la sicurezza che non avrò a che fare con
altre persone e che vivo come decido io…
La stringo di più a me senza dire nulla. Il fatto che lei si
fidi così di me mi rende…davvero felice- sai cosa?
Lei mi guarda
-Domani ti andrebbe di uscire con me…possiamo vederci un
film o qualcosa del genere se ti va…ho la mattina libera e alle 9 inizio il
turno…se vuoi…
-Sì- sorride lei- volentieri
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