The friendly guard
L’appartamento in cui l’uomo risiedeva era relativamente
nuovo. Aveva speso mesi fuori casa per lavoro e non aveva avuto modo di vivere
lì per più di un paio di mesi in totale sui otto anni che aveva avuto quel
posto.
Forse proprio per l’assenza della sua presenza non notò
inizialmente il rumore di qualcosa che grattava contro le pareti sottili della
sua casa. All’inizio attribuì la cosa a ratti, disgustoso pensiero ma come un
forte credente che nulla fosse paranormale non poteva di certo cedere alle superstizioni
su fantasmi o mostri.
Il rumore lo annoiò per due giorni prima che al terzo
iniziasse a cercare metodi per risolvere il problema da solo senza chiamare la
disinfestazione. La terza notte era una notte di tempesta e il rumore non si
fece sentire, soffrire di insonnia gli aveva causato un’ennesima notte insonne.
La sua insonnia però fu davvero utile ad altri.
All’inizio non sentì il rumore ma spegnendo la televisione e
mettendo un orecchio al muro sentì un debole “aiuto”.
Era una voce distante, ovattata, come se qualcuno avesse
urlato per ore e avesse perso completamente la voce o fosse in una stanza
semi-insonorizzata.
La cosa lo fece saltare. Aiuto? Qualcuno chiedeva aiuto?
Non era al corrente dei vicini che aveva ma da ciò che
sapeva i due appartamenti ai suoi lati erano vuoti, almeno non aveva mai visto
nessuno all’interno. Dopo aver risentito il richiamo, prese le chiavi e uscì di
corsa dall’appartamento, scese con l’ascensore e arrivò al piano terra dove una
guardia lo guardò confusa.
-Sta bene signore?
-Ho sentito del rumore nell’appartamento accanto al mio,
potrebbe vedere chi abita lì? –chiese mentre una strana sensazione si
diffondeva nel suo corpo.
La sensazione di essere in una situazione in cui non voleva
essere si fece molto presente per l’uomo e non gli ci volle che due secondi per
capire che era come la guardia lo osservava che gli dava quella sensazione.
Certo era nel cuore della notte, probabilmente le tre del
mattino oramai, lui era con un pigiama e senza niente ai piedi…diciamo che non
era esattamente anomalo venir osservato straniti. Ma la sensazione comunque non
sembrò passare e rimase in guardia contro la guardia.
-La zona è vecchia, saranno rumori di assestamento
L’uomo alzò un sopracciglio, non era sicuro che un rumore di
assestamento avrebbe chiesto aiuto.
-Può controllare?
-Numero? –chiese lui rassegnato
-504 e 506- disse l’uomo e non gli sfuggì il cambio della
guardia. Un leggero panico era quello che aveva letto ma non poté leggere oltre
che la guardia aveva forzato la sua faccia a calmarsi.
Dopo un paio di minuti scosse la testa- non sono abitati
signore
-So cosa ho sentito –disse l’uomo mentre mentalmente stava
cercando di decidere se chiamare la polizia o meno fosse una buona idea.
-Vuole andare a controllare? Potrebbe essere un fantasma-
disse la guardia
Lo sguardo dell’uomo non gli sfuggì affatto e con un sorriso
disse- sì, preferirei controllare
La guardia sbiancò un secondo prima di tentennare e
accompagnarlo all’ascensore.
-Il mio nome è Michael, lei è? –chiese la guardia giocando
con le chiavi
-Damon –disse l’uomo con un sorriso
A quel nome la guardia si girò a guardarlo leggermente
preoccupata- che…nome particolare…
Arrivarono alla porta di 504 molto velocemente. La guardia
aprì e lasciò che Damon entrasse. L’appartamento consisteva in una cucina
openspace, una camera da letto e un bagno. La struttura era completamente vuota
e dopo un veloce sguardo non trovò nulla.
-Gliel’ho detto che è vuoto –disse Michael chiudendo la
porta quando Damon uscì.
-Abbiamo ancora 506- disse Damon calmo
-Signore, non posso lasciare il mio posto di guardia per
troppo tempo e…- iniziò Michael
-Non ci dovrebbe essere problema se controllo un minuto
vero? Sono stato molto veloce dopotutto –disse Damon con un sorriso
La guardia tentennò ma annuì aprendo la porta per l’uomo.
506 era diversa da 504, era piena di scatoloni e vi era poca
polvere su di essi, come se qualcuno viveva lì. Damon entrò e di nuovo la
guardia rimase alla porta. Non trovò nulla nella camera da letto o nella stanza
principale. Stava per tornare quando sentì un lievissimo “bagno” nel suo
orecchio quando passò dalla porta.
Senza pensarci troppo entrò in bagno e chiuse la porta
dietro di sé. Non vi erano molti nascondigli e l’unica zona che poteva
nascondere qualcuno era…
Aprì senza esitazioni l’armadio del bagno e trovò, con suo
orrore, una ragazzina senza vestiti nascosta all’interno, raggomitolata su se
stessa. I capelli erano completamente fuori posto e dall’aria sporca, era piena
di ferite e priva di vestiti. Aveva occhi rossi e segno che aveva pianto. Fece
per dire qualcosa ma Damon le fece segno di star zitta.
Un rumore di passi venne sentito e lui chiuse velocemente
l’armadio prima di premere lo scarico del gabinetto e aprire l’acqua fingendo
di essersi lavato le mani.
-Tutto bene signore? –chiese la guardia
Damon annuì uscendo, mantenendo la più calma delle facce-
si. Mi spiace ho mangiato pesante e mi sa che né sto per pagare le conseguenze.
È meglio se usciamo.
Damon uscì prima di Michael che dopo un momento di
esitazione lo seguì e chiuse la porta a chiave. Si diresse verso il proprio
appartamento quando sentì Michael seguirlo e chiedere- vuole controllare
altrove?
-No –disse subito Damon- avrò sentito sicuramente la tv di
qualcuno al piano di sotto o di sopra, mi spiace per il disturbo
La guardia annuì guardandolo rientrare nel suo appartamento.
Damon aspettò di sentire i passi verso la direzione dell’ascensore prima di
prendere il telefono e chiamare la polizia. Dovette ammettere che la polizia fu
stranamente svelta ad arrivare e come gli aveva chiesto disse di essere venuto
per qualcuno al piano inferiore che aveva urlato al proprio marito. Le liti
domestiche erano cosa di tutti i giorni quindi la guardia non disse nulla e li
lasciò salire. Arrivati al piano inferiore i poliziotti trovarono Damon alle
scale che fece loro segno di seguirlo.
-Appartamento 506- disse subito Damon indicandolo
-Lei è sicuro di ciò che ha visto? –chiese un poliziotto
mentre l’altro buttava giù la porta. Erano un totale di cinque agenti ma
avevano i rinforzi già pronti.
Damon non dovette nemmeno dirlo che quando la porta si aprì
trovarono la ragazzina vicino l’ingresso. Quando lo vide della gratitudine e
del sollievo le riempirono gli occhi- io non sbaglio mai agente
Il poliziotto guardò lo stato della ragazza e subito chiamò
rinforzi
-La guardia- disse lei tremante- la guardia Michael mi ha
messo qui
-La guardia di ora- disse subito Damon e lasciò che l’agente
corresse all’arresto mentre lui prese dal proprio appartamento una coperta e
degli abiti per la ragazza.
-Grazie- disse lei.
La ragazzina si chiamava Melody, aveva quindici anni ed era
una delle 200 donne che trovarono nei vari appartamenti vuoti dell’edificio. Le
condizioni erano varie tra loro, segni di tortura, di stupro, di abusi…una era
stata trovata in fin di vita e fu portata al pronto soccorso alla velocità
della luce.
-Il suo nome? –chiese Melody quando si calmò. Visto che Damon
era il motivo per cui le donne erano salve, gli agenti l’avevano portato per
fargli delle domande.
-Lucifer- disse lui con un sorriso- Lucifer Damon Von
Diablo…
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