WitchandAngel : Act 1: Capitolo 2: First in the Fire: capitolo 1: A bad Omen

Act 1: Capitolo 2: First in the Fire: capitolo 1: A bad Omen

 

Act 1: Capitolo 2: First in the Fire.

Capitolo 1: A bad Omen

Quando entrò nella cabina trovò tutto sottosopra e la luce non funzionava. Simboli scritti con il sangue erano sui muri e fogli erano ovunque a terra con varie parole scritte sopra.

La cosa la lasciò di stucco. La situazione era andata da calma a pericolosa troppo velocemente per farla reagire.

Usò la propria torcia per guardare la stanza non riconoscendola per nulla. I vecchi divani erano a pezzi, il tappeto fuori posto, il tavolino di vetro distrutto, la tv completamente andata, le credenze, i cassetti e ogni altro mobile era aperto, oggetti in terra. La lampada era ancora intatta ma la corrente non era presente e anche lo fosse stata, qualcosa le diceva che non era una buona idea accendere la luce. Non sembrava una scena “nuova”, l’odore di sangue era minimo e vi era un grosso strato di polvere lungo tutti i mobili. Questa era una scena del crimine che nessuno aveva avuto la decenza di ripulire.

Immediatamente strinse la collana che portava al collo, la gemma chiara sembrò rossa riflettendo l’oscurità della stanza. Adesso cosa fare?

Se c’era un killer nell’isola lei doveva andarsene. Problema era che fuori era già buio e la barca non sarebbe tornata prima dell’alba. Erano ore di blocco che non poteva permettersi. Controllò il proprio orologio da polso scoprendo che erano appena scoccate le nove di sera. Era inverno quindi il buio totale fuori faceva molto più senso. Sapeva anche che l’alba il giorno dopo sarebbe stata verso le sei, sei e mezza forse. Allungò la mano contando, un dito alla volta: nove, dieci, undici, dodici, uno, due, tre, quattro, cinque, sei…dieci ore di tempo, forse più se la barca non tornava in orario. Forse più se una tempesta scoppiava…

Si rilassò calmandosi. E iniziò a cercare la casa, incerta per cosa ma lo fece lo stesso. Questa era una delle case vacanza, per essere precisi tutta l’isola lo era. Nessuno poteva entrare o uscire senza permesso ma…quanto vero era tutto ciò in presenza di quella scena?

Chiuse gli occhi calmandosi, qualsiasi cosa sarebbe successa doveva sopravvivere. Se era uno scherzo, cosa possibile con l’odiosa sorellastra che aveva, non era divertente e non aveva modo di saperlo ora come ora. Quello però non le pareva affatto sangue finto e questo perché lei aveva imparato a distinguerlo con il tipo di lavoro che faceva. Nel migliore dei casi era animale, per quanto la cosa fosse orribile da dire, nel peggiore…

Trovò un libro, nascosto sotto un divano capovolto, probabilmente dimenticato da chiunque avesse fatto quella scena. Era piccolo, le dimensioni di un cellulare massimo, qualcosa come una quarantina di pagine forse poco più poteva esserci all’interno. Il libretto era rosso con il simbolo della famiglia Johnson al di sopra, inciso sulla pelle con il motto di famiglia “Eterna vita ed Eterna gloria” scritto in latino al di sotto dello stemma. Non esitò ad aprirlo trovando una lista di nomi della sua famiglia all’interno. Conteneva il nome, il ruolo, colore di capelli, occhi, età, data di nascita, data di morte, come era morto e ruolo nel rito. Fu l’ultima cosa a lasciarla interdetta. Era un libro che conteneva parecchie generazioni. Vi erano simboli accanto alcuni, ad altri vi era una lunga serie di parole che dicevano in dettaglio come questa persona era morta. Riuscì a trovare parole chiave molto velocemente: fuoco, acqua, terra, aria, spirito, omicidio, seguite dalla parola “sacrificio” e un numero dall’uno al sei, un’altra parola chiave fu “direttore rito” che la lasciò interdetta. Non vi era molta spiegazione ma era di norma chi era segnato capofamiglia nella generazione successiva. Delle volte il nome era tolto e cambiato…qualche sacrificio pareva aver sottomesso il direttore e preso il suo posto.

Controllò fino alla sua linea famigliare, ogni linea aveva almeno 13 membri in totale. La sua però era composta da dodici membri, il suo nome era stato aggiunto in penna. La scrittura era quella del nonno, la riconobbe subito. Riconobbe anche che qualcosa non andava. Zia Melissa era morta per complicazioni a seguito del parto, cosa che era scritta nel libretto, ma Zia Judy era morta per un incidente secondo il libretto. La cosa stonò subito nella mente di Rachel. La data di morte di Judy era di diversi anni prima che lei lasciasse la famiglia e si trasferisse. Perché non lo sapeva? Perché era qualcosa di nuovo…non era nuovo però. Non vi erano specificazioni sulla morte di Judy oltre a “incidente nella villa”. Loro chiamavano la villa quella casa…Judy era morta lì?

La scena sembrava di parecchi anni vecchia e lei non aveva messo piede in quella dimora in oltre un decennio ora che ci pensava, forse era venuta qui tre volte in totale, a un certo punto nessuno voleva andarci e lei sinceramente non avrebbe voluto rimanere bloccata lì per settimane come solito quindi…non ci aveva mai fatto caso.

Non ci pensò due volte a chiudere il libretto e ricontrollare la casa. Alla fine trovò una cosa che aveva lasciato in precedenza senza darci troppo peso. Vi era una stanza sigillata che, se la memoria non faceva cilecca, era una macelleria. Forzò la serratura con una forcina e quando la porta si aprì venne accolta dal fantastico odore di putrefazione che aveva impregnato l’aria. Sangue era ovunque al punto che era impossibile capire cosa fosse successo di preciso o chi fosse il colpevole ma…riconobbe il corpo che aveva davanti. Indossava una grossa collana di oro con diamanti, la collana che zia Judy non avrebbe mai levato e che il suo killer aveva mollato con lei, probabilmente colto dal panico. Vi era ancora traccia del volto della donna, crederci o meno, forse perché la macelleria era una sala fredda, preservava quindi parte del corpo e di fatto non vide insetti, larve o vermi nel cadavere, probabilmente perché non era stato esposto al clima esterno. Una cosa era certa, non era stato un’incidente che aveva ucciso sua zia, il coltello da macellaio conficcato nel suo cranio era prova di ciò.

 

Family Status:

1. Nonno: Thomas Erik Johnson- capelli bianchi e occhi neri. Stato noto: In fin di vita. Verità: ?

2. Padre: Jeffrey Stephan Johnson- capelli neri e occhi neri. Stato noto: Vivo. Verità: ?

3. Matrigna: Katherine Johnson- capelli biondi e occhi blu. Stato noto: Viva. Verità: ?

4. Sorellastra: Megan Johnson- capelli biondi e occhi blu. Stato noto: Viva. Verità: ?

5. Fratellastro: Stephan Erik Johnson- capelli neri e occhi neri. Stato noto: Vivo. Verità: ?

6. Zio 1: Jake Johnson- capelli neri e occhi verdi. Stato noto: Vivo. Verità: ?

7. Zio 2: John Johnson- capelli neri e occhi verdi. Stato noto: Vivo. Verità: ?

8. Cugino 1: Henry Thomas Johnson- capelli rossi e occhi verdi. Stato noto: Vivo. Verità: ?

9. Cugina 1: Jessica Johnson- capelli rossi e occhi verdi. Stato noto: Viva. Verità: ?

10. Cugina 2: Jean Johnson- capelli neri e occhi verdi. Stato noto: Viva. Verità: ?

11. Zia 1: Judy Johnson- capelli rossi e occhi verdi. Stato noto: Viva. Verità: Morta.

12. Zia 2: Melissa Johnson- capelli neri e occhi blu. Stato noto: Morta. Verità: Morta.

13. Rachel Nicole Black ex-Johnson- capelli castani e occhi verdi strega. Stato noto: Viva. Verità: Viva.

 

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