WitchandAngel : Capitolo 1: A new Friendship

Capitolo 1: A new Friendship

Stronger than Blood

Capitolo 1: A new Friendship

Era una giornataccia e non erano nemmeno a metà di essa. Monique era già esausta a seguito dell’ennesima lite con Simon e dell’assenza di un possibile compromesso tra lei e la sorellastra. Cosa poteva farci? Quella ragazza aveva più volte dimostrato quanto infantile era e quanto la odiasse, non poteva mica andarci a ragionare se lei non ascoltava. Ora come ora odiava che era estate, andare a scuola era meglio, almeno non la vedeva per un paio di ore.

Ora che ci pensava cos’era quel trambusto ieri notte? Non che lei stesse dormendo ma dettagli.

Monique era all’ultimo anno della sua laurea base di medicina, una laurea di cinque anni che voleva seguire con due diversi dottorati e due specialistiche. Aveva diciassette anni, lunghi capelli mori con delle ciocche biondastre verso le punte. Per quanto innaturali sembrassero, erano i colori naturali dei suoi capelli. Non si era mai capito perché ma aveva sempre avuto i capelli così. Aveva due grandi occhioni verde lupo che attiravano molto l’attenzione delle persone. Era un tipo di verde foresta con particelle di oro all’interno di esse che ricordavano gli occhi dei lupi. Suo nonno la chiamava piccola lupa per quello.

Simon era invece naturalmente bruna con occhi castani, aveva però tinto così tante volte i capelli che ormai era un miracolo che ne avesse in testa. Era la figlia del padre di Monique, ma non della madre. La sua adorata mamma si era sposata con quel farabutto quando Simon aveva due anni e aveva avuto Monique quasi subito. Christine però aveva sempre detto che era figlia solo sua e mai del padre cose che portò sempre un dubbio nel cuore di Monique sulla paternità di Anthony.

Anthony era qualcuno che…onestamente Monique non aveva mai potuto chiamare papà o padre. Qualcosa in lei urlava che era sbagliato e che non era chi doveva esserlo. Anthony era bruno, occhi scuri, caratteraccio e per ciò che ricorda era più interessato ad altro che a sua madre. Onestamente aveva dubbi che avessero mai fatto qualcosa. Inoltre lo odiava per come trattava Wolfe come se fosse un esperimento.

Wolfe era il fratello maggiore di Monique. I due avevano zero sangue in comune, il moro dagli occhi di oro era apparso nella loro vita quando lei aveva 2 anni, il padre l’aveva adottato e la madre non sapeva nemmeno della cosa finché lui non l’ha presentato alla porta. Il volto di Wolfe non era per nulla contento all’epoca e aveva l’impressione che voleva uccidere Anthony. Wolfe aveva due anni più di Monique e aveva detto a Christine che i suoi genitori erano stati “rimossi” da Anthony. Né lei né la madre avevano mai avuto altre informazioni da lui ma conoscendo il marito…avevano parecchie teorie…e la mente di Monique era oscura delle volte. Era sicura che Anthony non era una brava persona dopotutto.

Se con Simon era guerra, con Wolfe era pace. Il suo fratellone l’amava profondamente e i due avevano un legame di fiducia e supporto totale. Simon era…innamorata di Wolfe…il che era disgustoso per tutta la famiglia. Christine non era affatto felice della cosa.

Christine era una brillante ricercatrice…che era finita a fare la bibliotecaria in quel buco di città per causa di Anthony. Il suo “adorato” marito l’aveva abbandonata con tre figli quando Monique aveva cinque anni. La madre si era spenta per un anno, non poteva dire di amare Anthony ma sentimenti c’erano altrimenti non l’avrebbe sposato. Era una bellissima donna, bruna, anche se con ciocche grigie dovute all’età, con occhi verdi e sempre un sorriso gentile. Si ammazzava di fatica per i suoi figli ed era soddisfatta da loro…circa. Monique era una brillante futura dottoressa, la fatica che faceva in ogni esame, la cura nei propri studi e le borse di studio vinte, le davano parecchie soddisfazioni. Wolfe era invece un eccelso studente dell’accademia militare lì vicino. Simon…Simon dava solo problemi, saltava le classi ed era indietro con gli studi di parecchio.

-Sono sola in casa…?

Wolfe era a lavoro, Simon…a fare qualcosa e la madre era di turno nella libreria.

-…

Non aveva appena visto qualcuno nella villa vicino vero?

C’era una ragazza della sua età seduta sul dondolo sotto uno degli alberi del vicino che leggeva.

Avevano vicini?!

Ora che ci pensava…la madre aveva detto qualcosa su vicini e…

-Suppongo sia il caso che vado a presentarmi…?

In cucina trovò un piatto con biscotti e un biglietto dalla madre che chiedeva a lei e Wolfe di andare a presentarsi ai vicini

Ovvio che non chiedeva a Simon, la ragazza era buona solo a creare liti quindi…

Monique non era esattamente abile a fare amicizie quindi era nervosa ma…

-Buongiorno

La ragazza si avvicinò al cancello dopo poca esitazione- buongiorno…ehm…?

-Io sono Monique, sono la vicina- sorrise lei in imbarazzo sentendosi morire

Perché doveva essere così impacciata nel presentarsi?

La ragazza spostò il cappuccio della felpa e le sorrise- io sono Enfys, piacere

Era…bellissima. Aveva due grandi occhi argentei e capelli che sembravano quasi bianchi per la tonalità

-Vuoi entrare?

-Non…disturbo?

-No tranquilla -disse lei aprendole il cancello e accompagnandola in casa.

La villa di Enfys era in pieno stile vittoriano e aveva centinaia di piccoli decori di epoca

-Mi spiace per l’eventuale polvere, nessuno ci veniva qui da mesi -disse calma Enfys posando i biscotti in cucina

-Va bene, tranquilla

-Come mai ti sei trasferita qui?

-Mia madre non sta bene…mentalmente…pensavamo che portarla vicino all’ultima amica che ha potesse cambiare le cose

-Ultima…posso chiedere che è successo? Ehm…io studio medicina, non sono esperta sia chiaro ma…

Enfys sorrise offrendole del caffè- un paio di anni fa mio padre è uscito di zucca dopo essere stato drogato e ha provato ad uccidere me e mamma, ha anche ferito alcuni dei lavoratori a casa nostra

-Dio santo…

Enfys non sembrava onestamente allegra, era chiaramente esausta. Lo sguardo che aveva era di qualcuno che aveva dovuto prendere un ruolo adulto prima di ciò che di norma era normale.

Probabilmente voleva solo sfogarsi con qualcuno e Monique sembrava il tipo di persona che non giudicava, non era la prima volta che le succedeva che estranei si sfogassero con lei.

Era la prima volta che però stava piangendo per ciò che stava sentendo

-Mi spiace così tanto…

-Va bene, è qualcosa che dovevo fare e…

-No che non dovevi, avevi cinque anni!

A cinque anni Enfys sentì delle urla nella sua casa. I suoi erano ricchi abbastanza da avere lavoratori in casa 24 ore su 24, cose come cameriere e giardinieri e simili. Era scesa e aveva trovato il padre in uno stato di delirio che cercava di uccidere la madre dopo aver ferito alcuni lavoratori gravemente. Enfys venne poi aggredita e per difendersi lo dovette colpire con qualcosa che lo fece rinsavire per il dolore. L’uomo procedette a scappare in panico e la polizia e i medici vennero chiamati.

-Che è successo dopo?

-Mia madre mi dà colpa della cosa

-…

Katherine, la madre di Enfys, aveva deciso che la colpa della pazzia del marito e della sua sparizione erano di Enfys che l’aveva colpito. L’aveva quindi mollata a tutori ed Enfys era finita con il dover gestire la famiglia a cinque anni con l’aiuto di alcune persone amiche di famiglia. Katherine non rispondeva più se Enfys le parlava e quando lo faceva le urlava contro.

Era malata mentalmente e si capiva, Enfys doveva gestire lei e doveva gestire la famiglia.

Era…di sicuro qualcosa di ingiusto da gestire per una bambina

-Quanti anni hai?

-Diciassette

-Abbiamo la stessa età…

Si era confessata quindi…

-Io…non è grave come te ma…

Monique le raccontò di suo padre.

Era ironico vero? Entrambe abbandonate e…

-Mi dispiace così tanto tesoro

Venir abbracciata da una completa estranea era strano ma…si sentiva al sicuro. Era come se avesse aspettato quel momento…era stranamente…a suo agio.

-Mi spiace…sono venuta a presentarmi e sono finita con il piangere come una fontana -disse Monique dopo essersi calmata

Era la prima volta che qualcuno le diceva che suo padre era orribile e che era ok odiarlo. Probabilmente era anche la prima volta che per Enfys dicevano lo stesso.

-Oh mi va bene -rise lei sembrando davvero più serena- sarò sola per un altro paio di giorni

-Quando arriveranno gli altri?

-Liam in due giorni e in cinque arriverà Sebastian con mia madre

-Sebastian e Liam sono…?

-Sebastian era il braccio destro di mamma, mi ha pressoché cresciuta insieme ai rivali di mio padre biologico. Liam è un parente lontano, i suoi sono morti quando era piccolo ed è cresciuto con me. Pressoché è mio fratello…

-Hai una foto?

-Si certo… -disse Enfys prendendo il telefono

Monique divenne viola quando lo vide. Era un rosso con occhi di un intenso verde ed…era il suo tipo.

-Età…?

-Ha diciannove anni -disse calma Enfys

-Ha l’età di Wolfe -disse lei facendogli vedere una foto di Wolfe

-Però…messo bene il lupetto -sorrise Enfys

-Vuoi fare a scambio…?

-Volentieri -rise lei

Avevano iniziato nella maniera più strana onestamente ma…sembravano andare d’accordo. Enfys era molto diretta e se le chiedevi qualcosa te la diceva in faccia mentre Monique era più timida ma era molto empatica, se le chiedevi supporto ti avrebbe supportato. Erano una buona coppia.

-Sono a casa- disse stanca Christine guardando Wolfe scendere- appena tornato?

-Si, tu? -chiese lui

-Anche, Monique è sopra?

-Non era con te…? -chiese lui confuso

Non c’era nemmeno da chiedere su Simon, era sempre fuori a farsi qualcuno…

Era strano che Monique fosse fuori casa però…

-Sono tornata

-Dov’eri? -chiese Christine guardando la figlia sembrare…più rilassata. Era come se avesse perso qualcosa che la stava stressando e sembrava aver pianto

-Ero dalla vicina -disse Monique con un sorriso- sono andata stamattina e siamo finite con parlare a giornata

-Strano per te che sei timida come non so cosa- disse Wolfe prendendosi da bere

-Mamma conosci per caso una donna chiamata Katherine?

-Si, era una mia amica in college e le scrivo per…

-Enfys è la figlia -lo sguardo di Monique diceva tutto di cosa pensava di Katherine

Christine si congelò alla cosa- tesoro?

-Ne parlerete tu e lei ma…onestamente quella donna non merita di essere chiamata madre per quello che ha fatto negli ultimi dodici anni -disse Monique calma

-Quanto grave? -chiese lei

-Anthony non è stato così tanto aggressivo

-…

La cosa congelò sia Christine che Wolfe

Non era una buona cosa se Monique, che odiava Anthony, la considerava peggio di lui…

-Com’è? Carina? -chiese Wolfe cercando di rilassare l’aria e bevendo calmo

-Ha la mia età, è davvero bellissima…ah ti ha anche chiamato sexy quando le ho mostrato una foto di te

Wolfe si strozzò- cosa?!

Monique sorrise- abbiamo scambiato foto, io avevo una di te e lei mi ha dato una di lei con Liam

-Posso vederla…?

-Oh curioso? -chiese divertita Christine guardando- però è bellissima…anche Liam non scherza

-Vero?

Wolfe arrossì leggermente guardando la foto, era una bellissima ragazza, poco ma sicuro.

-Vuoi che ti giro la foto?

-Si…cioè no!

-Si o no?

-…

-Allora?

-Manda… -disse lui guardando la foto con un leggero sorriso.

Per qualche motivo non riusciva a smettere di sorridere quando la guardava…

Poco sapevano che quello era ciò che si chiamava “Destino”.

 


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