Capitolo 7: We can do
anything together
-Emilia, Ophelia, non correte -disse esasperata l’arciduchessa
-Si -disse Ophelia ignorandola- andiamo a caccia insieme?
-Sicura di star meglio?
-Si Lia, tranquilla
Avevano ormai sei anni e mezzo e nessuno poteva negare
quanto bene si volessero. Erano sempre insieme, erano sempre l’una la priorità
dell’altra ed erano sempre legate e allegre se vicine. Emilia iniziò a
partecipare ai tornei di caccia per volere di Ophelia e ottenne spesso il primo
posto, Ophelia adorava seguirla in giro per la foresta quando stava bene e
aspettarla con la madre quando era meno in salute. Era purtroppo un costante di
alti e bassi per lei e con quelli anche Emilia era in un costante alto e basso
emotivo.
Ophelia iniziò a capire quanto fragile Emilia fosse quando
iniziò a notarla pensierosa mentre lei fingeva di dormire.
Emilia ancora desiderava morire, quella nozione la
terrorizzava perché sapeva benissimo che quando sarebbe morta, Emilia l’avrebbe
seguita.
Parte di sé temeva più quello che la morte stessa, l’idea di
vedere Emilia soffrire era la cosa peggiore che poteva immaginare ma non sapeva
come risolvere il problema che ormai era incurabile.
Erano insieme costantemente e per curare Emilia servivano
mesi se non anni di distacco da lei, dall’Arciducato e da quegli idioti che
continuavano a riportare “Ophelia questo” e “Ophelia quello”.
Più ci pensava, più capiva che aveva bisogno di un alleato
al di fuori dell’Arciducato e purtroppo quella persona la odiava e non avrebbe
mosso muscolo per aiutarla, era fortuna che avrebbero incontrato i due al loro
ottavo compleanno però.
Un’altra cosa che era successa che aveva aiutato Ophelia a
capire che aveva causato danni irreparabili a Emilia…
-Va bene, dovevamo farlo
Era che l’aveva forzata ad uccidere.
Erano state rapite durante un viaggio in carrozza ed Emilia
usò la spada sacra per uccidere i rapitori. Era fredda e priva di rimorso
mentre lo faceva cosa che fu una doccia fredda per Ophelia.
L’aveva rotta del tutto.
In quel momento le uniche emozioni positive verso la vita che
Emilia aveva era letteralmente la sola esistenza di Ophelia, era stata
manipolata e maltrattata per anni nella sua prima vita e poi nella seconda.
Abuso emotivo era sempre abuso dopotutto e Ophelia era
l’unica che le dava amore…
La realizzazione di ciò la terrorizzò perché capiva quanto
Emilia fosse ferita
Ma capiva anche quanto lei fosse egoista nel non voler che
Emilia si curasse…
-Primo posto di nuovo
-Ovvio, siamo le migliori -sorrise Ophelia
Emilia rise alla cosa lasciandosi abbracciare
Potevano fare tutto insieme
-Lia
-Si?
-Grazie
-Per?
-Essermi vicina- disse Ophelia
Emilia la strinse- dovrei esserti io grata…
Potevano andare male molte cose in futuro ma...per ora
voleva godersi il presente con Lia…
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