Capitolo 30: I do Remember
-Lady Katherine, una lettera da suo fratello
-Grazie Chantel –sorrise Katherine calma
Chantel e altre sue amiche avevano chiesto di diventare maid
nella sua dimora e Katherine aveva accettato a occhi chiusi.
Onestamente si fidava di loro.
Erano passati quasi due decenni dalle proprie nozze, il loro
primo genito era in accademia e la loro prima figlia sarebbe entrata l’anno
dopo.
Suo marito era ancora il dolce, buono e pieno di attenzioni
uomo che aveva sposato e di cui si era innamorata
Aveva ancora una stretta e forte amicizia con gli altri love
interest e il nuovo re la trattava come una sorella.
Era in grado di vivere adagiatamene con le proprie
invenzioni rivoluzionarie e grazie alla sua fantasia di scrittrice.
Aveva iniziato a scrivere mentre era incinta del primo
figlio piccole storie della buonanotte per lui e suo marito, dopo averle lette
senza permesso, era andata direttamente a pubblicarle per lei
Era nota come una donna di classe, talento e dalla bellezza
innata.
Era la donna chiamata la fata della società e l’angelo della
gentilezza.
I suoi figli non avevano ereditato i poteri della madre
purtroppo quindi il suo segreto sarebbe morto con lei come pensava.
Era incerta se nel futuro sarebbero apparsi ma con lei come
esempio…era certa che l’erede avrebbe potuto giocarsela sulla benedizione nata
dalla sua linea di sangue
Aveva scritto un libro magico per lui o lei quando e se
sarebbe servito.
Solo chi possedeva il suo sangue e i suoi poteri avrebbe
potuto trovarlo e leggerlo quindi era tranquilla.
Erik era crollato dopo tre mesi di prigione ed era lontano
dall’essere ciò che era prima. L’aveva visto con il marito venir portato al
confine del regno dove avrebbe vissuto per il resto della sua vita come un
normale popolano senza titolo o assistenza. Cosa fosse successo dopo non era
sicura ma sapeva che non era un uomo privo di talento, se avrebbe provato
avrebbe potuto vivere come un fattore o un altro tipo di lavoro manuale.
Diana era…uscita di testa. Avevano dovuto tenerla in
prigione per sei lunghi mesi prima che iniziasse a dire cose che non fossero
“sono regina” o “è colpa sua! Io sono la protagonista”. La soluzione che venne
poi applicata fu di farla esorcizzare da un prete, cosa che si rivelò inutile
ovviamente, e la rinchiusero in una chiesa di un regno sacro lì vicino come un
esempio di un forte demone vivente nel corpo di donna. Viveva bene ma nessuno
poteva contattarla o scriverle o vederla ora, era chiusa in una stanza con
tutto ciò che poteva volere ma zero modo di parlare con il mondo esterno.
Sapeva che però il sacerdote principale la visitava una
volta al mese nella speranza di poter vedere il demone morire ma fino ad allora
c’era scarso risultato. Sapeva che almeno non era maltrattata o abusata e che
nessuno la voleva morta.
-Tesoro, sono a casa
-Bentornato –sorrise Katherine al marito
-Lettera da Leon?
-Si –disse lei calma guardando il marito mettersi a leggerla
calmo
-Chiede ancora se la tua memoria ha ripreso ricordi…
-Lo so
-La risposta?
-Dirò sempre ciò che ho sempre detto, ricordo ciò che ricordo,
ho dimenticato ciò che ho dimenticato –sorrise lei
Aaron sapeva che ricordava Erik, non sapeva da quando ma
sapeva che l’aveva ricordato, lo stesso non diceva quello che era ora un
segreto. Non voleva che lei rimanesse ferita dalla cosa.
-È quasi ora di cena, andiamo mia cara?
-Si –disse Katherine prendendolo a braccetto tranquilla.
Non voleva una vita movimentata o avventurosa, voleva una
vita tranquilla con una famiglia felice, nulla più.
Ma se l’avessero mai chiesto…lei ricordava. Ricordava la sua
prima vita, la vita di Katherine e la vita che aveva adesso.
Ma nonostante tutto ciò che poteva fare con i propri poteri,
la vita tranquilla e pacifica che viveva ora era il miglior risultato che
potesse mai sperare di ottenere.
~The End~
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