Capitolo 2: When I saw her
the first time
La prima volta che le due si incontrarono, Ophelia sapeva
benissimo che Emilia era solo sua.
Ophelia era una bellissima bambina dai lunghi capelli
bianchi e occhi rosso sangue, aveva vari poteri tra cui uno di previsione del
futuro e visione del passato. Vide chi Emilia era e si agganciò a lei come un
parassita, non l’avrebbe lasciata andare nemmeno da morta e lo sapeva, come
sapeva che Emilia era disposta a seguirla nella tomba su sua richiesta.
Emilia era una bellissima bambina dai lunghi capelli neri e
occhi verde foresta, era identica a Ophelia in aspetto al punto che potevano
essere gemelle. Erano nate nello stesso giorno di Primavera, nello stesso luogo
e orario, era uno dei motivi per cui i genitori di Ophelia l’avevano comprata.
Quando gli occhi di Emilia incontrarono Ophelia, lei era
l’unico colore che poteva percepire nel suo mondo, il sorrisetto malefico di
Ophelia che aveva per anni preoccupato tutti era uno angelico negli occhi di
Emilia.
-D’ora in poi tu sei mia!
-Ophelia… -iniziò la madre in ansia ma a sorpresa Emilia
accettò la mano della bambina senza esitazione.
Da allora, le due erano sempre insieme e Ophelia forzò i
suoi gusti su Emilia.
-Voglio due di tutto mamma
-Perché tesoro?
-Così io ed Emilia saremo gemelle ovvio -disse Ophelia
allegra
La presenza di Emilia aveva notevolmente aiutato Ophelia a
calmarsi, era ancora crudele e isterica ma era più dolce se Emilia era con lei.
Emilia perciò era sempre con lei a supportarla. Giocavano
qualsiasi cosa Ophelia volesse giocare, si vestiva uguale a come Ophelia si
vestiva, spesso solo con colori diversi ma stesso vestiario, dormivano nello
stesso letto, si lavavano insieme…erano sempre insieme.
Quando Ophelia ebbe una crisi nella notte, vomitando sangue
e avendo convulsioni, Emilia fu chi l’aiutò a ripulirsi e tenne d’occhio per
assicurarsi che stesse bene. Chiamò poi il medico con una delle campanelle ma
non lasciò la mano di Ophelia.
Fu allora che Ophelia decise di fare tutto ciò che poteva
per essere l’unica cosa che Emilia voleva nella sua vita.
Era crudele? Forse…ma Ophelia aveva visto che Emilia era
ancora rotta e purtroppo era l’unica persona che all’epoca l’aveva notato,
Emilia aveva bisogno di un terapista e qualcuno che l’aiutasse a uscire dalla
propria depressione ma nessuno intorno a loro notava la cosa oltre Ophelia.
Ciò andava bene no? Ophelia era lì a supportarla e l’avrebbe
portata via con sé al momento della morte, così erano sempre insieme no?
Ophelia era e sarebbe sempre stata la più grande disgrazia
che Emilia avrebbe mai conosciuto, peggiorando di molto il proprio stato
emotivo e causandole peggiori sintomi di ciò che aveva mai avuto nella sua
prima vita…ma era anche la prima fonte di supporto emotivo incondizionato che
Emilia aveva mai avuto, cosa che rese ancora più difficile per lei superare la
morte di Ophelia. Fortuna volle però che in futuro Ophelia iniziò a cambiare
idea sul proprio piano per Emilia
-Emilia
-Si?
-Mi spiace di averti lasciato sola a badare ad Ophelia tutta
la notte
-Non importa arciduchessa, mi piace stare con Ophelia- disse
Emilia tranquilla, il finto sorriso di sempre sul volto
Non sorrideva genuinamente con nessuno che non fosse
Ophelia, lei lo sapeva, Ophelia lo sapeva…gli altri non l’avevano notato e non
importava.
Per tutti Emilia era un agnello sacrificale che avrebbe
preso il peggio di Ophelia e gestito le sue crisi isteriche distruggendosi per
il bene comune.
Era onestamente disgustoso per chiunque avesse
effettivamente capito il danno che stavano volutamente infliggendo a Emilia,
purtroppo l’unica che aveva capito ciò era Ophelia per ora…e lei non si sarebbe
ribellata.
Era sicura di avere tutto in regola e che Emilia l’avrebbe
amata dopotutto, doveva solo isolarla da ogni altro essere vivente no? Era
fattibile…doveva solo giocare bene le proprie carte di vittima…
Nessun commento:
Posta un commento