WitchandAngel : Capitolo 1: What did I do…

Capitolo 1: What did I do…

Invincible Lady

Capitolo 1: What did I do…

Quando era iniziato ad andare tutto male?

Nella sua prima vita era un mondo normale e viveva serena come moglie di un fantastico soldato…che morì in guerra. Morì poco dopo per una malattia. Era devastata e odiava l’idea di vivere senza suo marito quindi non fu triste per la cosa.

Incontrò gli dei dopo la propria morte e venne reincarnata in un mondo fantasy nel mezzo di una foresta. Il suo aspetto era ora di una sedicenne e decise di spendere tempo calma nella foresta. Fu il caso che spinse un ferito principe vicino alla sua dimora, fu di nuovo pura sorte che lei riuscì a salvarlo e decise di seguirlo nell’Impero per aiutarlo a prendere il trono. Lo supportò e mise sul trono, finendo con l’essere la sorella che lui aveva sempre voluto e adorata per ciò. Sotto ordine Imperiale però dovette sposarsi un generale che le stava facendo la corte, non era molto felice della cosa ma…finì con lo sposarlo. Era vedovo con un figlio piccolo e lei poteva capire il dolore di perdere un marito. Ebbe due figli maschi e una femmina dal marito e visse serena finché lui non andò in guerra. A quel punto divenne depressa e non voleva contatto con nessuno. Il ritorno del marito fu però peggio di qualsiasi cosa avesse vissuto nella sua seconda vita, era tornato con una donna, una nuova moglie. Da lì fu la peggiore delle situazioni e lei finì con l’essere uccisa da lui che poi procedette ad uccidere i propri figli e prendere il trono dopo aver instaurato la ribellione.

Quando riaprì gli occhi parecchi dei erano pallidi e si stavano scusando. Erano troppo in panico per esser chiari ma capì che il suo marito, il primo marito, aveva chiesto il terzo round di vita e stavolta sarebbe venuto da lei.

Si risvegliò nel suo letto e…crollò

Aveva perso l’amore della sua vita e aveva deciso di dare una chance a un uomo che aveva giurato di amarla e…e era finita male…

-Mamma? Stai bene?

Il figlio maggiore entrò quasi di corsa quando la sentì piangere, erano mesi che la madre non faceva suono e la cosa aveva terrorizzato il moro nel correrle vicina- mamma? Che succede? Mamma?

Lei lo strinse non smettendo di piangere per un secondo cosa che spaventò a morte il ragazzo. La madre non aveva mai e poi mai mostrato debolezza e…

-Va tutto bene, sono qui, va tutto bene…

Nei giorni seguenti fu più presente per i suoi figli e la cosa era…strana. Iris era notoriamente fredda e i ragazzi capirono che qualcosa non stava andando bene.

-Ho…deciso di divorziare vostro padre- disse di colpo Iris

La cosa prese…nessuno alla sprovvista. Onestamente quell’uomo era visto malissimo dai figli che erano estremamente attaccati alla madre nonostante lei fosse più fredda di lui.

Almeno lei era fredda ma non falsa.

-Mamma…- iniziò Veronica

Aveva quattro figli in quel momento, solo tre erano però suoi.

Il primo figlio era Jeffrey Julian, dai capelli biondi e occhi blu, di diciotto anni. Lui era figlio della precedente Contessa e avrebbe preso quel titolo visto che il titolo Arciducale era di Iris e sarebbe passato ai suoi figli biologici. Il cognome Julian era della defunta madre, il padre di fatto si chiamava Ludovic Miller ed era il figlio di un baronetto, di per sé l’uomo non aveva nulla infatti e si era sposato due volte per titolo secondo molti.

Il secondo figlio era Alexander Dragon, moro con occhi oro, di diciassette anni.

Il terzo figlio era Jonathan Dragon, moro con occhi blu, di sedici anni.

Infine l’ultima nata era Veronica Dragon, bionda con occhi blu, di quindici anni.

Era ironico che avessero quell’aspetto onestamente. L’attuale marito, Ludovic, era bruno con occhi verdi. Il suo adorato defunto marito era però una copia di Alexander…o meglio Alexander era una sua copia. Lei aveva capelli bianchi e occhi blu e portava il lungo nome di Iris Evelyn Dragon, unica Arciduchessa e attuale moglie di un nobile minore, dopotutto non permise mai al marito di prendere l’Arciducato. Ripensandoci, il suo istinto le aveva già detto che qualcosa non andava…

-Si?

-Perché…sei così…?

-Così?

-Perché sei…cambiata? Perché per anni non hai…provato a diventarci più vicina…

-…

-E…chi è Alexander? -chiese Alexander diretto- ti ho sentito mormorare quel nome e dubito ti riferissi a me…

Ovviamente si era fatta beccare…era così simile però…

Lei sospirò piano alla domanda che non credeva i suoi bambini avrebbero mai fatto. Sorrise amaramente al ricordo di qualcuno che non era sicura di poter dire di aver mai potuto dimenticare. Qualcuno dalla sua prima vita. Era ironico che nessuno in quel mondo poteva sapere chi lei fosse realmente, che non era qualcuno di quel mondo dall’inizio ma che era diventata qualcuno che aveva altrettanto potere quanto quello della famiglia reale. Da CEO senza cuore si era ritrovata davanti a un dio che le aveva offerto una possibilità con un corpo più giovane in un nuovo mondo e lì aveva dato il mille per mille per farsi una vita in cui nessuno avrebbe avuto da ridire. Il titolo nobile l’aveva ottenuto salvando il giovane imperatore che al tempo era solo un principe, poco più grande di lei, per ripagarla lui le aveva dato il ruolo di arciduchessa e una posizione di potere così forte che nessuno osava dirle nulla l’istante in cui aveva preso la corona. Oltre che essere la benefattrice dell’Imperatore però nessuno sapeva nulla. Era solo una donna che aveva salvato l’imperatore e l’aveva aiutato a salire sul trono. Una donna che era diventata qualcuno così importante che veniva considerata al pari della sorella di sangue dall’Imperatore e che se veniva offesa era lui stesso ad uccidere per lei. Una donna in una posizione così elevata che veniva chiamata dai figli dell’Imperatore “Zia paterna” e che in molti avevano dimenticato che il sangue in comune tra i due non esisteva. In quei quattordici anni però aveva smesso di fare apparizioni in pubblico e stava solo chiusa in casa a fare il ruolo di moglie devota, cosa che aveva portato spesso l’Imperatore a minacciare di mandare le truppe a prenderla per fargli visita. Non poteva però spiegare quella storia così né dire che sapeva come il suo attuale marito l’avrebbe uccisa…

Posò la tazza dal liquido ormai freddo sul tavolino e si alzò piano camminando verso la finestra. I suoi figli, alcuni soldati fedeli e il suo maggiordomo erano lì.

Tanto valeva dar a tutti modo di odiare Ludovic e darsi una buona giustificazione per gli anni passati e il divorzio futuro.

Iniziò a giocare con l’anello nuziale incerta se rimuoverlo, era scomodo come sempre dopotutto- non ho intenzione di rispondere a chi fossi prima di diventare “Arciduchessa Dragon”, ma risponderò alla domanda fatta su chi è Alexander…era mio marito.

La confessione fece aprire le bocche di tutti. Il padre dei ragazzi l’aveva sposata a diciassette anni, l’età di consenso era quindici quindi…- che è successo?

Lei sorrise giocando piano con la fede- il giorno in cui divenni legalmente adulta mi chiese di sposarlo, i miei genitori non erano in vita e non avevo famiglia oltre che lui quindi fu veloce per me dirgli di sì. Era un soldato, non era ricco, non era il più seducente degli uomini ma…era una persona che aveva un cuore d’oro e che avrebbe dato la sua vita per chiunque avesse di fronte. Il giorno delle nozze ero la donna più felice del mondo. Avevamo detto sì, scambiato i voti e iniziato il ricevimento…poi soldati sono entrati- un sospiro fece capire che non era facile per lei parlarne- era scoppiata una guerra e ogni soldato doveva andare immediatamente a combattere. Aspettai il suo ritorno senza averle mai consumate quelle nozze, un mese, due mesi…quasi un anno e non avevo più sue notizie. Un giorno alla mia porta bussò un soldato in uniforme che mi diede una lettera. Era morto in guerra. Non credo di aver sentito una singola parola di ciò che mi dissero dopo o almeno non lo ricordo. Ricordo solo molto dolore e che non smettevo più di piangere. Gli assegnarono medagli, titoli, ricompense…che importanza aveva se non potevo più averlo al mio fianco? Mi trasferii dopo quello che successe, non volevo restare nel luogo che mi ricordava solo cosa non avevo più. Viaggiai per parecchio tempo finché non…finché non giunsi in quella foresta dove mi costruii una casa e mi nascosi al mondo. Caso volle che lì ci fu il tentativo di assassinio del principe alla corona di Imperatore. Salvai quello che per me era un estraneo e mi ritrovai presa a corte come sua alleata. Non avevo nulla di meglio da fare e le lotte per la corona erano qualcosa di molto più facile da gestire rispetto al dolore della morte di mio marito così…lo aiutai. Forzai la mia mano con le conoscenze che avevo e nel giro di sette lunghe settimane lui divenne non solo il favorito alla corona ma l’unico con legittima eredità ad essa. Due mesi dopo ed ero alla cerimonia di coronazione del nuovo Imperatore. Credo che tutti si aspettassero che lui mi sposasse ma eravamo sempre stati fratello e sorella noi due. Quando mi diede il titolo di Arciduchessa e il territorio nessuno si aspettava che io non sarei diventata sua moglie. La sua fiancé stava gettando la spugna ma fui la prima a sostenere che non vi esisteva migliore ragazza come Imperatrice, non aveva mai avuto cattiveria nei miei confronti, gelosia? Probabile ma mai mi era stata nemica, era arrivata al punto in cui aveva detto che potevamo sposarci con la sua benedizione. Divenne rossa quando entrambi siamo scoppiati a ridere per l’assurdità dell’idea. L’Imperatore sapeva che ero vedova ma disse che non sarebbe cambiato molto visto che ero ancora pura e mi forzò parecchio a incontrare i suoi più fedeli, tra cui vostro padre. Quando lui mostrò interesse nei miei confronti il ficcanaso che era e sarà sempre l’Imperatore decise di mettermi come fiancé e prima che me ne accorgessi ero già sposata. Mentirei se dicessi che sono stata innamorata a prima vista e tuttora non sono sicura dei miei sentimenti per vostro padre. Parte di me sta solo aspettando di ricevere di nuovo la notizia di un decesso…

Posò una mano sulla finestra guardando fuori- non avrei dovuto estraniarmi dalle vostre vite per gli ultimi mesi e ciò non avrà mai giustificazioni…spero solo che d’ora in poi possa rendermi una madre decente nei vostri occhi

-C…com’era il tuo primo marito? –chiese timidamente Veronica

-Aveva capelli neri come la pece e occhi così chiari che sembravano di oro- disse lei con un sorriso calmo rimuovendo la fede e posandola sulla finestra. La genuina sensazione di amore che si leggeva nei suoi occhi era forte…era chiaro che lo amava ancora come il primo giorno- era un uomo alto sui due metri e sembrava un armadio di muscoli. Aveva così tante cicatrici di guerra che non aveva un centimetro di pelle privo di segni, un volto molto duro e aveva molta difficoltà ad esprimere le proprie emozioni, era severo con chiunque e spesso diceva il contrario di ciò che pensava ma era amato da tutti.

-Papà sa…che Alexander era il nome di tuo marito? –chiese Alexander

Lei annuì- lo sa. Disse che un uomo del genere sarebbe stato un ottimo esempio da seguire per i suoi figli ma mi chiese di non parlarvene mai se possibile. Quando scoprii che tu avevi talento nella lotta mi venne da ridere a dirla tutta…hai molte cose simili a lui. È un po’ una presa in giro nei miei confronti avere avuto voi come figli sapete? –chiese guardandoli con sorriso amaro ma non cattivo- i nomi che avete erano di mio padre Jonathan, mia madre Veronica e mio marito Alexander. Avete i nomi di una donna che veniva considerata la regina della sua società e che chiunque tremava alla sola idea di offendere, un uomo che era così intelligente che veniva considerato un genio da prima che fosse maggiorenne e che aveva l’intero mondo ai suoi piedi, e di un uomo che aveva più medaglie di onore e al valore che vestiti, che è morto in guerra e che viene considerato un eroe degno di libri su di lui e lunghi paragrafi che ne descrivevano il valore. Quando abbiamo scelto i nomi fu vostro padre a proporre quelli, gli dissi cosa quei nomi erano per me ma decise lo stesso di affidarveli nella speranza che sareste cresciuti seguendo i loro esempi…

Sospirò piano rimanendo in silenzio per un paio di minuti.

Lei sorrise stancamente- scusatemi…credo andrò dormire prima stanotte…buona notte ragazzi

I figli stettero in silenzio per ore.

-Questo…era inaspettato…- mormorò Jeffrey

Alexander batté un pugno sul tavolo stringendo i denti arrabbiato- è colpa sua…

-Alex…- iniziò Jonathan

-Se papà non avesse forzato su di noi questi nomi mamma non ci avrebbe mai lasciato soli per anni! Era lì certo ma era distante e poco affettiva con noi per colpa sua! –disse Alexander alzandosi in piedi e alzando la voce

-Che vuoi dire? –chiese Veronica

-Non è ovvio? Papà voleva cancellare dalla memoria di mamma chi portava questi nomi. Voleva che quando pensava ad Alexander pensasse al proprio figlio e non all’uomo che amava- disse lui con rabbia- e visto che noi siamo cresciuti simili a loro di carattere e forse anche di comportamento per mamma era un continuo ricordo di chi non potrà più vedere nella sua vita! Se non avessimo avuto questi nomi mamma avrebbe forse…forse avremmo avuto questo rapporto con mamma anche anni fa…

Il maggiordomo non poté che annuire, era tipico del padre fare una cosa del genere, sarebbe stato più che probabile che avesse fatto la cosa per pura convinzione di eleminare quei tre nomi dal cuore della moglie- e poi arrivò la guerra…

A quelle parole tutti annuirono. Di nuovo si ritrovava in una posizione in cui doveva solo aspettare una notizia. Ogni giorno per dieci anni avevano visto lo sguardo sempre più assente e privo di vita, era chiaro che stava rivivendo le stesse emozioni provate nell’attesa del suo primo marito.

-Però…il primo marito sembra davvero ammirabile… -mormorò Jeffrey

Alexander annuì piano e assunse uno sguardo deciso- diverrò meglio di lui, diverrò qualcuno che possa venir descritto in quel modo o anche in modo migliore, qualcuno che mia madre potrà dire di essere fiera di avere al suo fianco!

Veronica si alzò anche decisa- diverrò la perfetta lady, qualcuno come la nonna così che nessuno si dimentichi di chi siamo figli allora

Jonathan si aggiustò gli occhiali- beh diventare un genio a livello mondiale sembra un’ottima idea

Jeffrey rise- e io che dovrei fare? Diventare il perfetto lord?

-Può diventare qualcuno di cui Lady Iris possa vantarsi –suggerì una maid

Lui annuì piano- non è male come idea

***

Il giorno dopo Iris scese le scale con un sorriso allegro e si sedette a tavola con i figli come se la sera precedente non avesse rivissuto il suo passato- Sebastian oggi abbiamo impegni particolari?

-No madame- disse lui

-Bene… -guardò i figli- vi andrebbe di andare a conoscere l’Imperatore?

Le posate che i ragazzi avevano in mano caddero- COSA?!

-Devo chiedere un divorzio dopotutto -sorrise lei calma

Era ora di cambiare la storia che aveva subito in precedenza no?

 

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