WitchandAngel : Capitolo 1: Una famiglia felice?

Capitolo 1: Una famiglia felice?

Fanfic: Five nights at Freddy's
Attenzione: i personaggi non sono miei, la storia è solo ispirata a essi. Buona lettura

La storia di una madre

Capitolo 1: una famiglia felice?

Vendetta, il boccone più dolce che sia mai stato cucinato all’inferno.(Walter Scott)
La vendetta è un bisogno, il più intenso e profondo che esista, e ognuno deve soddisfarlo, non fosse che a parole. Se lo soffochiamo, ci esponiamo a turbe gravi. Più di uno squilibrio – forse addirittura tutti gli squilibri – scaturisce da una vendetta che abbiamo troppo a lungo differito. Osiamo esplodere! Qualunque malessere è più sano di quello provocato da una rabbia accumulata.
(EM Cioran)
Concepire e porre in atto un pensiero di vendetta significa essere presi da un violento accesso di febbre, che però passa; ma avere un pensiero di vendetta senza la forza e il coraggio di porlo in atto, significa portarsi addosso una sofferenza cronica, un avvelenamento del corpo e dell’anima. La morale, che tiene conto solo delle intenzioni, giudica i due casi in modo uguale; comunemente si giudica il primo caso peggiore (a causa delle cattive conseguenze che l’azione della vendetta porta facilmente con sé). Entrambe le valutazioni sono miopi.
(Friedrich Nietzsche)
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-Si sieda pure- dice una voce di un agente
Mi siedo
-Vuole qualcosa da bere?
-Dell’acqua se è possibile- chiedo io
-Ecco a lei –mi porge un bicchiere d'acqua
-Grazie
-Se la sente di dirci cosa è successo? Sarebbe davvero d'aiuto- dice un’agente donna
-Sono qui per questo no?
Loro annuiscono.
-Cosa dovrei dirvi? Da dove volete che inizi questa storia?
-Perché non ci racconta com'era suo marito? Com'era prima di tutta questa storia?
Sospiro- era...il marito perfetto- dico con una smorfia- o almeno lo credevo, mi chiese di sposarmi che avevo solo 16 anni, ero giovane ma ero davvero innamorata di lui e sentivo che avrei potuto essere felice con lui al mio fianco. Al tempo aveva già un lavoro, era più grande di me dieci anni, non mi stupisco ora come ora i dubbi dei miei tutori
-Tutori?
-Sono orfana
-Oh mi spiace signora- dice la donna
-Non si preoccupi-dico io- forse anche per me questo quando mio marito mi chiese di adottare qualche bambino io non mi opposi, ne ero davvero felicissima, dare una possibilità a un orfano, ciò che io avevo sempre sognato
La donna mi sorride gentile
-Mi dica quanti figli ha? –mi chiede il poliziotto maschio
-Di sangue o adottivi?
-Entrambi- dice la donna
-Otto- dico io- tutti più o meno della stessa età. Ma solo due di loro sono miei figli di sangue, ne abbiamo adottato sei ma sono sempre stati i miei bambini...lo sono anche ora...anche dopo tutto questo
-Come si comportava suo marito con i suoi figli?
-Era perfetto, tornava dalla sua pizzeria tardi e stanco eppure aveva la forza di giocare con loro e coccolare me…era perfetto, in tutto...poi è cambiato, molto
-Ci descriva come andava la vostra vita prima del suo cambiamento- dice l'uomo
-Va bene- rispondo io- va bene
Era Lunedì mattina, l'ultimo giorno che lui era...l'uomo che io conoscevo, poi lentamente ha iniziato a cambiare...
Mi sono svegliata come al solito alle 5, lui iniziava a lavorare verso le 5:30...le sei massimo, quindi mi svegliavo poco prima di lui per fargli la colazione e salutarlo. Lui però quel giorno era già in piedi, non era nel letto con me. Mi alzai piano, non volevo svegliare i nostri figli, anche se le stanze erano lontane e insonorizzate, il vantaggio di vivere in una villa. Scesi le scale con solo l'accappatoio addosso e lo ritrovai in cucina a preparare la colazione
-Oh buongiorno Cara
-Tesoro, che ci fai sveglio?
-Volevo farti una sorpresa e portarti la colazione a letto- rise lui- ma credo che non sia più tanto sorpresa
Io risi e lo baciai- sei dolcissimo, ma lascia a me la cucina, questo è il mio regno chiaro?
-Si signora- rise lui e mi strinse la vita avvicinandomi al suo petto
-Ehm...volete che facciamo finta di nulla e vi lasciamo soli oppure possiamo fare colazione tutti insieme? –disse il mio figlio di sangue dai capelli rossi e gli occhi color ambra, erano tutti svegli e ridevano della scenetta
-Oh ma guarda qui...ora vi prendo e vi faccio sparire- rise mio marito iniziando a inseguirli, adoravano giocare così con lui come il cattivo e io come la salvatrice.
Feci la colazione per tutti, poi mi misi a preparare la colazione per la ricreazione dei bambini e il pranzo per mio marito. Verso le 5:30 mio marito uscì di casa per andare al Fazbear, la sua pizzeria, io rimasi in casa ad aiutare i ragazzi a prepararsi e poi li ho accompagnati a scuola. Lì ho visto le altre madri, per loro era una pazzia che io avessi così tanti figli, per me erano anche pochi...
-Scusate- mi asciugo una lacrima
-Stia tranquilla e si prenda il suo tempo signora- dice la donna
-Grazie...-dico io bevendo un sorso d'acqua
Martedì ho cominciato a vedere un cambiamento in lui...il nostro altro figlio di sangue, che lui chiamava pupazzo a volte oppure marionetta, quel giorno non voleva andare a scuola così mio marito, anche se seccato, decise di portarlo con lui a lavoro, anche perché io quel giorno avrei avuto una visita medica.
-Come l'ha presa? –chiede l'uomo
-Era chiaramente stufo di nostro figlio, piangeva spesso, era molto timido e la sua salute era molto cagionevole, in più sosteneva che io lo viziassi
-Avete mai litigato? –chiede la donna
-Si, più volte dopo che abbiamo iniziato ad adottare i bambini e abbiamo avuto i nostri figli...
-Quindi dopo l'arrivo dei ragazzi avete iniziato ad avere problemi? Cioè solo dopo quello?
-Si, prima non avevamo mai litigato, poi ha cominciato a dire che io li viziavo, che dovevano cavarsela anche da soli...ma lo faceva raramente solo in periodo di forte stress e...e poi era lui a volerne adottare altri...tanti altri
-Quindi amava i bambini?
-Non credo...sinceramente, per quanto un ottimo padre, quegli scatti di ira mi avevano fatto capire che i bambini non li adorava più di tanto
-Perché averne otto allora?
-Credo...o meglio credevo lo facesse per me...ma non era così evidentemente
-Continui
Lo portò in pizzeria, non so cosa accadde ma mio figlio tornò a casa da solo, piangendo e urlando che suo padre lo voleva uccidere. Ovviamente chiesi spiegazioni a mio marito che disse che era solo stato uno scherzo e che lui l'aveva presa male...
-Credette a questa spiegazione?
-...Non più di tanto...ma...era suo padre pensavo...non potesse volergli fare del male...sta di fatto che non lo lasciai più solo con Peter...ne aveva paura e io non volevo rischiare
-Quindi che succedette?
Diventai molto più protettiva con i ragazzi, mercoledì feci attenzione a cosa faceva mio marito e cominciai a studiare ciò che diceva con più attenzione...doppi sensi parole ambigue...
-In che senso ambigue?
-Diceva cose come “Ti ucciderò se fai così” “Ti mangerei dal bene che ti voglio” “saresti un robot adorabile”
-Abbastanza inquietanti direi
-Lo diceva molto spesso quando io non c'ero pare, ma lo diceva sempre con tono scherzoso
-Continui
Approfittai quel giovedì, visto che mio marito era in viaggio per lavoro per tenere i ragazzi a casa e chiesi loro se mio marito gli avesse mai fatto del male
-Cosa risposero?
-Che a volte...specie di notte, lui si comportava in maniera...inquietante, girava per casa con un coltello o canticchiava una strana canzone...qualcosa come “I’m the Purple Guy” o una cosa così
-Cosa rispose ai ragazzi?
-Di non avvicinarsi al padre da soli, che avrei indagato e che...li avrei protetti...-stringo i pugni
-Non è colpa sua...
-Lo so...ma se me ne fossi accorta prima...
-Se la sente di continuare?
Annuisco- sono qui per questo
Venerdì cominciai a frugare tra le cose di mio marito, trovai dei progetti strani...inquietanti, voleva creare dei robot...animatronix li aveva chiamati, per usarli al posto del personale...erano otto in tutto...più due che ancora non erano che parole per idea...nulla di concreto. Sabato gli chiesi spiegazioni, sui progetti c'erano i nomi dei nostri figli, lui disse che doveva essere una sorpresa ma che quegli animatronix erano dedicati uno a ogni membro della famiglia...
-Una cosa carina
Sorrido amaramente- lo pensavo anch'io...ma non sarei qui se fosse stato un gesto carino no?
-Continui
Sabato ci portò al locale e ci mostrò il suo lavoro completato, pare avesse iniziato ogni animatronix in contemporanea con il figlio o la figlia che adottavamo...la cosa mi inquietò parecchio
-I suoi figli come la presero?
-Li adoravano, ognuno aveva il suo preferito
-Poi che è successo?
Mio marito sorrise in un modo che mi diede i brividi e che solo ora capisco, disse- ognuno di loro è dedicato a uno di voi
-Ma mancate tu e la mamma- la mia figlia maggiore, una bambina dai capelli biondi e gli occhi violacei, glielo fece notare
Lui rise- perché io e lei siamo...
-Cosa? –chiede l'agente
-Siamo “insostituibili”
-Cosa successe dopo?
Tornammo a casa, lui rimase lì a lavorare, ormai passava tutto il suo tempo lì e la cosa mi faceva solo piacere, non era più l'uomo che io avevo conosciuto. Domenica...chiese che io portassi i bambini da lui e glieli lasciassi...accettai, ma quando tornarono a casa erano terrorizzati
-Cos'è successo?! –chiesi allarmata, erano soli, probabilmente erano scappati da lui o li aveva mollati davanti casa per tornare a lavoro
-Papà ha cercato di ucciderci mamma- disse l'altra mia bambina, una ragazza dai capelli bianchi e gli occhi rosa chiaro
Rimasi paralizzata e potei solo stringerli a me, non sapevo cosa pensare e questo loro lo avevano capito.
-Mamma, quell'uomo aveva dei progetti su come trasformare te in un animatronix...-disse uno dei miei ragazzi, lo strinsi a me, non sapendo che dire o fare. Quella notte non chiusi occhio e presi la mia decisione.
Decisi che non l'avrebbero più visto, chiesi il divorzio il giorno dopo, mi trasferii con loro prima che la notizia gli arrivasse e chiesi la tutela dei ragazzi per “maltrattamento da parte paterna”
-È riuscita ad averlo?
-Si, ero la loro tutrice legale, li avevo adottati con il mio nome e riuscii anche a ottenere un sistema di sicurezza intorno a casa nostra che controllasse che mio marito non si avvicinasse
-Provò a contattarla? –mi chiede l'agente donna
-Più volte
-Cosa faceva?
-Stavo zitta, non rispondevo o facevo altro, non lo volevo vedere mai più...
-Ma?
-Ma non sempre si ottiene ciò che si vuole.
-Che successe?
-Per tre giorni filò tutto liscio, poi...lui venne a casa nostra lasciandoci un invito a una festa alla pizzeria per “scusarsi” e per far sì che i bambini si potessero divertire
-Che fece?
-Lasciai ai ragazzi la scelta
-E loro?
-Accettarono- poggio la testa tra le mani- non dovevo lasciarli soli...non dovevo



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