WitchandAngel : Capitolo 4: In fondo al mar...in fondo al mar

Capitolo 4: In fondo al mar...in fondo al mar

Capitolo 4: In fondo al mar…in fondo al mar

Zaffiria stava per mettersi a piangere, ma notò che nonostante la freccia avesse rotto l’armatura di Rubin non usciva sangue o altro.
-Marcus…-sibilò Rubin- ti avevo bandito
-Beh sono tornato Re dei miei stivali…questo è il padre della tua sposa, divertente vero? Era qui per salvarla da te ma poi ha visto l’attaccamento di lei a te e ha deciso di rinunciare a ucciderti per amor di sua figlia…ridicolo-rise lui
Zaffiria si mise a ridere, cosa che lasciò tutti senza parole, era impazzita? Cioè il suo amato aveva una freccia nel petto e suo padre era nelle mani del nemico…
-Che hai da ridere? –chiese lui
Lei lo guardò divertita- sei davvero così idiota? Ma devo dirlo la tua mira è perfetta- con delicatezza rimosse la freccia e un liquido verde che profumava di gelsomino uscì dal buco- hai beccato il mio talismano da così lontano, complimenti davvero
Rubin toccò l’armatura e tirò su il talismano che presentava un foro di entrata, ma nessuno di uscita, aveva parato il colpo per lui…in nemmeno dieci minuti lei gli aveva salvato la vita ben due volte
Marcus puntò la spada contro il padre di lei- bene, sarà divertente…tu sei sua figlia no? Decidi, tuo marito o tuo padre?
-Non può essere serio- disse Opal
Zaffiria congiunse le mani e chiuse gli occhi
-Preghi cosa? Il nulla che c’è lassù non ti aiuterà! –rise Marcus
La terra tremò e una spaccatura si aprì ai piedi di Marcus facendolo cadere e perdere la presa sul padre di Zaffiria e Opal lo puntò con la sua spada.
Zaffiria aprì gli occhi e lo guardò- spero che gli dei della morte e Ade ti giudichino per tutte le tue azioni…ma non sono io a dover dire quando e come tu debba morire
Rubin guardò Marcus- prendetelo, buttatelo in cella e gettate la chiave- guardò Zaffiria, aveva uno sguardo sicuro ma le sue mani tremavano leggermente, aveva davvero avuto terrore di ciò che sarebbe accaduto. La strinse a sé- va tutto bene, tranquilla
Opal intanto aveva abbracciato il padre per poi sorridergli- non è poi così male il reuccio sai?
Il padre guardò i due, abbracciò la figlia e scrutò il re per poi tendergli la mano- ma trattamela bene chiaro?
Rubin sorrise e strinse la mano- non lascerò che a Zaffiria succede nulla
-Ci siamo anche noi a corte sai papà? –sorrise Opal
-A corte? –chiese lui incredulo
-Il re vuole Zaffiria in moglie- sorrise Opal
-Cosa?! –il comandante guardò Zaffiria e il re per poi scoppiare a ridere allegro- incredibile…aspetta ora che ti guardo meglio…tu sei il soldato che mi ha permesso di abbracciare mia figlia un’ultima volta quando ero ancora prigioniero ed è passato sopra a “voi sapete cosa”
-Beh avevo capito che lei ci teneva a salutarvi e mi sentivo in colpa per avervi tolto una figlia così ho pensato fosse il minimo- disse Rubin
Il comandante rise e gli batté una mano sulla spalla, facendolo quasi cadere a terra- sei un bravo ragazzo Re Rubin, ma prova a far male a mia figlia e fidati gli dei ti ammazzeranno
-Fossero solo loro- commentò lui divertito- qui Zaffiria è adorata da tutti, se la faccio piangere oltre che colpo di stato
-Che intende? –chiese il comandante ai figli
I due si misero a ridere
***
-Siete serio?! –chiese il comandante
-Beh non vedo perché no…infondo siete mio suocero- rispose lui- e poi la vostra città è durata per anni solo grazie alle vostre difese, mi parete più che adatto come mio consigliere
-Zaffiria ve lo ha chiesto per me?
-No, ma potrei dire che è il suo modo di cercare di far piacere al suocero papà- sorrise Zaffiria entrando- credo sia solo un modo per conquistarsi la tua simpatia così che tu lasci che io lo sposi
-Come se fosse una cosa che dipende da me- rise lui- e poi siete una bella coppia, non vedo perché non lasciarvi stare insieme…certo che domani vederti sposata…mi pare così assurdo
-Ti abituerai all’idea padre- disse Opal entrando
-Bene- il comandante prese Opal sotto braccio- andiamo a vedere questo regno su
-Eh cosa?! Ehi fermo! –protestò lui seguito da Achille e Ulisse
-Lascia i piccioncini soli figliolo- disse il comandante uscendo del tutto
Zaffiria e Rubin si misero a ridere, di certo il padre era contento all’idea che i due si sposassero
-Allora, futura regina tra meno di dodici ore, cosa vorrebbe fare?
-Oggi volevo andare con alcune ragazze del tempio alla sorgente per purificare il corpo come vuole la tradizione- disse lei lasciando che il futuro marito le cingesse la vita
-Solo dodici ore e sarai mia moglie ufficialmente…
-Solo dodici ore
***
Guardò le ragazze giocare nelle acque della sorgente e si allontanò nuotando verso un punto del lago più lontano. Aveva detto loro di non preoccuparsi se stava sottacqua o altro che facesse e di non badare a lei, le ragazze avevano accettato anche perché avevano capito che era qualcosa che aveva a che fare con una preghiera per gli dei.
Zaffiria raggiunse in centro delle acque pure e pulite e aspettò che succedesse ciò che sapeva sarebbe successo. Una mano le afferrò la caviglia e la tirò giù, un’altra le afferrò la mano e poi altre mani la presero e tirarono giù a una velocità che avrebbe ucciso chiunque ma lei no, lei era protetta da loro. Aprì gli occhi e vide le profondità di un oceano guardò i pesci e gli altri animali marini passarle accanto, si mosse piano, la sua veste bianca si muoveva piano per colpa delle onde. Guardò le creature che l’avevano tirata giù, sirene, le più crudeli delle creature secondo molti, le più meravigliose per altre, amiche per lei. Seguì il percorso dorato fino al castello che conosceva bene e che gli dei delle acque le avevano sempre detto che era un luogo che solo lei conosceva e solo lei poteva raggiungere. Mise le mani sul legno dorato della porta e spinse piano, le porte si aprirono lentamente permettendole di entrare nella grande sala che avevano preparato per lei. Un percorso di conchiglie la portò fino ad un altare, si inginocchiò in segno di rispetto e sfiorò un bracciale in perle che avevano creato per lei. Lo prese e se lo infilò. Si inchinò di nuovo, mentre la luce bianca si impossessava del suo corpo lentamente e una corrente la spinse da dove era venuta. Aprì gli occhi e guardò il polso con il braccialetto e lasciò che la corrente la spingesse verso la riva. Si unì alle ragazze nel rituale, ma con la mente si chiedeva cosa sarebbe successo in futuro, aveva visto una guerra e aveva paura delle possibili conseguenze, la causa? Era ovviamente…lei

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