Capitolo 3: La mamma sa cosa fare
Lo spirito umano è
sorto come arma di morte e come tremendo strumento di vendetta, non già come
flemma dei democratici: serviva alla lotta contro i coccodrilli dei mari
preistorici e contro i rettili squamati delle caverne – non come piumino da
cipria!
(Gottfried Benn)
Il sentimento della
vendetta è così grato, che spesso si desidera d’essere ingiuriato per potersi
vendicare, e non dico già solamente da un nemico abituale, ma da un
indifferente, o anche, massime in certi momenti d’umor nero, da un amico.
(Giacomo Leopardi)
La più crudele vendetta di una donna è restare
fedele a un uomo.
(Jacques-Benigne
Bossuet)
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Avevo un piano, mi rendevo perfettamente conto di cosa
comportava ma dovevo riuscire a trovare i miei ragazzi. Calcolai ogni minimo
dettagli, ogni possibile problema, ogni causa effetto. Era passato un giorno
dalla loro scomparsa e avevo intenzione di scoprire che fine avessero fatto.
Fui più furba di lui. Lo aspettai sveglia, non avevo paura che mi uccidesse,
gli servivo, in qualche assurda maniera lui mi considerava davvero sua moglie e
forse anche mi amava.
-Ancora sveglia? –chiese lui vedendomi a letto a leggere
-Oh...-guardai l’orologio- non mi ero proprio accorta
dell’ora- lo facevo spesso quindi non se ne preoccupo anzi credo lo abbia
rassicurato- com’è andata a lavoro amore?
-Benissimo- mi sorrise lui cambiandosi- tesoro ti ricordi
quel progetto che avevo in mente?
-Uhm…scusami caro…non ricordo di nessun progetto…aspetta
dell’adottare i bambini o di averne di nostri?
-Esatto…ti va di iniziare ora? –mi si avvicinò e trattenni a
stento la voglia di colpirlo
-Amore…per stasera no…primo sei stanco dal lavoro e non
voglio che ti stanchi troppo, poi stavo leggendo proprio un libro su come avere
più possibilità- gli mostrai il libro
Lui sorrise, mi comportavo spesso così prima del primo
figlio- vediamo un po’…-lesse due o tre righe massimo poi scosse la testa- roba
da donne, non capisco nulla di questo libro…mi affido completamente a te cara-
mi baciò sulla fronte- mi vado a fare un bagno caldo amore, buonanotte
-Buonanotte- lo guardai uscire e mi misi sotto le coperte,
dovevo aspettare solo l’occasione giusta poi avrei avuto la mia vendetta.
Il giorno dopo gli feci la colazione e gli preparai il
pranzo- buona giornata amore
-Grazie cara…ah prima che mi dimentichi, stasera parto- mi
indicò le valige in macchina- dovrei tornare dopodomani, va bene?
Lo guardai contrariata- non hai un’amante vero?
Scoppiò a ridere- io? Con un angioletto come te? Mai- mi
baciò sulla fronte e entrò nell’auto- ti chiamo
-Ciao amore- lo salutai con la mano e aspettai che mi
chiamasse per dirmi che era sull’aereo. Fu allora che decisi di muovermi. Presi
coraggio e entrai di soppiatto nella pizzeria. Saranno state le 23:00
Mi suonò il cellulare era lui, finsi una voce addormentata-
p…pronto?
-Cara, ti ho svegliato eh? Mi spiace, sono arrivato in
hotel, il volo è andato bene. Ti volevo solo dare la buonanotte
-Buonanotte amore- dissi io chiudendo
Accesi la torcia e mi misi a cercare nel posto, sangue,
impronte…qualsiasi cosa. Ma presto, verso mezzanotte gli animatronix iniziarono
a muoversi da soli…questo mi inquietò abbastanza, ma non demorsi…dovevo trovare
i miei bambini.
Mi muovevo piano e cercavo ovunque una prova, ero vicino a
Pirate Cove quando mi accorsi che qualcosa mi osservava, guardai dietro di me e
vidi la volpe rossa chiamata Foxy, ispirata da mio figlio Fobia, fissarmi dalle
tende. Non era una sensazione, mi osservava la cosa mi inquietò abbastanza per
farmi allontanare dalla stanza correndo, quando poi sentii una risata
inquietante presi a correre verso la porta e uscii di fretta e furia. Ma dovevo
tornare e dovevo trovare i miei bambini. Passai così la prima notte alla
pizzeria…la seconda scoprii qualcosa che non credevo possibile…
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