Capitolo 4: i miei bambini e la mia vendetta
Un torto si perdona. I
torti si vendicano.
(Roberto Gervaso)
Dobbiamo perdonare i nostri nemici, ma non
prima di impiccarli.
(Heinrich Heine)
La vendetta – si dice –
è un piatto da servire freddo. Purché poi si abbia ancora appetito.
(Roberto Gervaso)
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Entrai in quel locale e iniziai essere inseguita da quei
animatronix. Ero nel panico più totale così cominciai a correre dove potevo per
nascondermi o sfuggire a loro. Li ricordo i loro occhi erano vuoti, morti. Mi
ricordo che il più veloce era Foxy, così come lo era mio figlio Fobia, una
volpe dal pelo rosso con un uncino e una benda sull’occhio, poi c’erano Chica e
Mangle, che mi ricordavano Charlene e Myra, loro spuntavano sempre dai
condotti, poi Ballon Boy, usciva anche lui dai condotti e mi ricordava molto
Bruce Ben, poi c’era Freddy, che mi ricordava Frederick che mi inseguiva
spuntando dal nulla, Bonnie, che somigliava a Ben, che mi fissava da dietro i
muri, e infine il più piccolo, Puppet…che mi ricordava il mio piccolo Peter.
Ero…ero sconvolta di come loro, mi avessero fatto ritornare la confusione e la
tristezza che avevo quando ho scoperto della loro morte. Mi sedetti in una
stanza in un angolino e portai le gambe al petto, non avevo più voglia di
correre o di fare altro, ero di nuovo nello stato di depressione che mi
impediva di muovere un singolo muscolo. Strinsi il mio ciondolo, avevo solo la
foto dei ragazzi e di me dentro, era l’unica cosa che mi ero portata dei
ragazzi. Iniziai a piangere, sentii i passi e in breve, uno dopo l’altro, gli
animatronix entrarono nella stanza dove mi ero nascosta. Alzai lo sguardo e
vidi avvicinarsi a me la volpe rossa, il suo sguardo era ancora morto, ancora
spento. Alzò il suo uncino minacciando di colpirmi.
Io sorrisi amaramente- fallo…
Si fermò, così come gli altri a guardarmi
-Avanti…uccidimi…non ho…non ho più un motivo per
vivere…senza i miei bambini…senza di loro…senza i miei figli…io non ho motivo
per rimanere viva…-ripresi a piangere in silenzio aspettando che la mia vita
fosse presa da quell’uncino affilato.
Sentii che lo alzava e che lo scagliava contro di me ma un
rumore metallico lo fermò. Alzai gli occhi e gli animatronix Freddy e Bonnie
tenevano fermo Foxy mentre Puppet si era messo di fronte a me. Li sentii
parlare e non potei che star zitta e ascoltare
-Fermo! –gli diceva Freddy- Puppet levati così la finiamo
-Foxy potresti colpire Puppet, calmati- Bonnie faceva fatica
a tenerlo fermo
-Puppet avanti levati- gli dicevano Mangle e Chica
-Puppet levati- gli intimava Foxy
-Puppet perché la proteggi? –BB si avvicinò alla marionetta
e provò a spostarla ma Puppet lo spinse a terra facendolo indietreggiare, tutti
lo fissavano come se fosse impazzito- che diavolo ti prende?!
-Ma siete tutti impazziti?! – urlò lui- guardatela! Non la
riconoscete?!
Nessuno parlava ma mi guardavano tutti, la luce nella stanza
era pochissima e io ero in un angolo davvero molto buio. Puppet mi si avvicinò
di più e si abbassò alla mia altezza. Mi prese la mano e se la portò alla
maschera. Lo guardai negli occhi e vidi della vita.
-P…Peter? –mi portai le mani alla bocca mentre lui annuiva-
sei…sei il mio Peter?
Lui annuì piano- sono Peter…ciò che resta di Peter
Lo strinsi a me- Peter…Peter…- scoppiai a piangere,
incurante di ciò che potesse succedermi- il mio Pete
-Mamma ti prego calmati- mi rispose lui allontanandosi- sai
che è imbarazzante quando fai così
-Mamma? –chiese Freddy avvicinandosi- è davvero la mamma?
-Frederick? –chiesi io alzandomi piano e guardandolo negli
occhi, rivedendo il vivo degli occhi di mio figlio, guardai gli altri
animatronix- Ben? Myra? Charlene? Bruce? Fobia?
Loro mi guardarono, i loro occhi tornarono vivi e rividi in
loro i miei bambini
-Mamma…-Foxy guardò il suo uncino- oddio cosa stavo per
fare…
-Cosa stavamo per fare- corregge Freddy- mamma…oddio…se Puppet
non ci avesse fermato…
-Come l’hai riconosciuta? –chiese Bonnie avvicinandosi- era
la buio completo, non riconoscevo che i contorni di una donna io
-E lo chiedi anche? –chiese Chica- lui le sta sempre
incollato! Se non la riconosceva lui…
Puppet mi abbracciò- perché lei è la mia mammina e mi vuole
tanto bene e perché…mi sono ricordato di averla vista così…quando papà ci ha
uccisi…prima di prendere questo corpo, l’ho vista così a casa…
-Il sogno…-sussurrai io-…non importa…va tutto bene ora…ora
siete di nuovo con me
-Non del tutto…-sospirò Mangle- quel mostro che ci ha
infilati qui dentro ha messo a questi corpi un timer che ci permette di
muoverci solo da mezzanotte alle sei…poi siamo intrappolati e ci muoviamo
secondo ciò che vuole lui
Strinsi i pugni.
-Mamma? –chiese un po’ preoccupato BB
-Io lo ammazzo…-dissi io in un sibilo
-Ah ecco allora da chi ha preso Foxy il carattere
inquietante…-commentò Bonnie
Foxy mosse l’uncino- lo vuoi provare?
-Non ci tengo grazie- rispose Bonnie indietreggiando- Mamma Foxy
vuole uccidermi…
-Fobia- lo sgridai io
-Ma mamma…-protestò lui
-Lascia subito in pace tuo fratello giovanotto
-…Mi era mancato anche mi gridassi sai? –disse Foxy- ti
abbraccerei ma sai com’è…l’uncino…la forza da animatronix…non voglio rischiare
di ucciderti io
-Bene…-dissi io- ora dov’è la stanza con i vari strumenti di
quello stronzo?
-La mamma che usa parolacce…-sbarrò gli occhi Freddy
-Allora? –chiesi io a Puppet
-Ti ci posso portare, ma a far cosa? –mi chiese mio figlio
-Ho tre laure e un dottorato in elettronica, meccanica e
medicina…penso di poter fare qualcosina per i vostri circuiti- risposi io
guardai Puppet- …
-Cosa? –chiese lui
Sospirai- non posso più prenderti in braccio…siete tutti più
alti di me…uffa…il mio piccolino…
-MAMMA! –protestò lui
-Mi portate alla famosa stanza o no? –chiesi io- prima che
quello torni dal viaggio di lavoro
-Aspetta come lo sai? –chiese Bonnie
-Perché è stato a casa ieri sera…-un brivido mi percorse la
schiena- la voglia che avevo di ammazzarlo…gli ho fatto credere che non mi
ricordassi nulla né di voi né dell’omicidio…
-Brava così forse ti sei salvata- dice contento Freddy
-No, così lo posso ammazzare senza che se ne accorga…ero
tentata di mettergli l’arsenico nel pranzo a dirla tutta- dissi io uscendo
seguita da loro
-M…mamma mi stai inquietando…-commentò Mangle
-Cara, nessuno deve azzardarsi a toccare i miei figli,
stanne certa…si pentirà di essere nato- riposi io
Li avevo trovati, passai tutta la giornata a modificare i
loro corpi, feci qualcosa, mossi qualcosa, ma sta di fatto…che si muovevano di
giorno…in una versione del loro corpo umano…solo che sotto l’apparenza umana
erano animatronix…una specie di maschera…ma sono i miei bambini…anche da
animatronix, li avrei sempre amati
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