Capitolo 2: nel frattempo
Non poteva non pensare alla
sua sorellastra nelle mani del nemico, Opal guardava il mare pensieroso, grazie
a lei erano fuggiti, senza il pugnale che lei aveva lasciato al padre non
sarebbero mai riusciti ad uccidere quei soldati, liberare i compagni e
scappare. Purtroppo la nave di lei era salpata per chissà dove e nessuno sapeva
chi diavolo aveva avuto l'onore di avere la bella Zaffiria in premio. Sospirò,
lei era la figlia adottiva, una trovatella trovata davanti alla porta della
loro casa, ma era stata per lui come una vera e propria sorella. Il padre la
considerava come l'unica figlia femmina che aveva, infatti erano solo loro due
i "figli" di quell'uomo e visto che avevano la stessa età aveva
inventato, sotto suggerimento della madre morta qualche anno dopo, che lei era
la gemella che non era stata molto bene da piccola e che per quello era stata
tenuta nascosta, bugia verosimile visto che non era raro che un figlio malato
stesse chiuso in casa per guarire. Le mancava, non le aveva nemmeno detto addio
e l'idea che lei fosse nelle mani di qualche rozzo nemico che le faceva chissà
cosa lo faceva tremare di rabbia, non che il promesso sposo della ragazza gli
piacesse eh, ma l'idea di non sapere chi cavolo aveva la sorella era quasi
peggiore...quasi.
-Figlio pensi che il mare ti
darà un segno di dove sia Zaffiria se lo fissi in questo modo? -chiese il
comandante avvicinandosi
-Sento che sta bene- rispose
lui continuando a guardare il mare e a stringere il ciondolo donatogli dalla
bionda fanciulla- mi diede questo ciondolo quando eravamo piccoli, disse che la
pietra era magica e che se uno dei due moriva la pietra si sarebbe rotta, io ci
credo, lei è la sacerdotessa del tempio della nostra città...so che sta bene-
mise il ciondolo al collo mentre la pietra color oro riluceva serena, lui era
un uomo alto, muscoloso e molto attraente, aveva capelli neri e occhi color
ambra.
Il padre gli mise una mano
sulla spalla- vieni dentro, il messaggero ha tanto da dirci
Lui annuì e rientrò, il
soldato cominciò una lunga lista di dove fossero tutte le donne, una lista
infinita ma la maggior parte era divisa per dieci isole, Zaffiria non era stata
ancora accennata
-Infine...La ragazza dai
capelli d'oro e occhi di mare, è stata presa dal sovrano in persona, da ciò che
mi hanno detto lui l'ha portata al palazzo reale e non se ne separa mai, pare
abbia fatto sì che lei fosse l'unica donna a restare in camera la sera con lui
e...
-Basta così, non voglio
sentire- la voce di Opal era incrinata, non voleva sapere cosa quel mostro
aveva fatto alla povera Zaffiria
-Dove si trova dunque?
-chiese il padre capendo bene le preoccupazioni del figlio
-Nell'impero, al castello
con il re e il suo esercito invincibile- disse l'uomo- sarà dura
-Ma io la riprenderò e
sposerò come mi è stato promesso- disse un uomo alto, muscoloso e tanto tanto
rozzo, era sui trenta/trentacinque anni, con capelli neri e occhi scuri,
d'aspetto era bello, ma il carattere era pessimo. Opal guardò Anton, un tipo
che se fosse morto gli avrebbe fatto solo un piacere, il futuro marito della
sorella.
Mentre l'uomo discuteva con
i suoi soldati, era sovrano di un'isola in cui si erano rifugiati per un po',
il padre di Zaffiria prese in disparte Opal e i suoi due migliori amici,
Achille e Ulisse, che come i due eroi leggendari erano molto abili nei loro
campi.
-Vai da tua sorella e
avvertila, dobbiamo evitare che quello la sposi figlio mio
-Andremo e c'è la faremo
padre- e quella sera i tre partirono di nascosto per raggiungere il grande
impero nemico.
-Certo che tuo padre è
strano, prima la promette e ora non la vuole far sposare- commentò Achille a
bassa voce
-E gli dai torto? Zaffiria è
come un diamante, farla avere a quel porco è un peccato...anzi è una perla e
lui non vuole dare perle ai porci- disse Ulisse reggendo il timone di quella
barca in cui erano solo loro tre
-L'ha promessa per modo di
dire, non voleva ma serviva una mano ed è stata Zaffiria a dirgli di fare così,
che tanto non l'avrebbe sposato alla fine- rispose Opal
-Tua sorella mi mette i
brividi, prevede sempre tutto- commentò Ulisse- ma l'adoro anche per questo, da
piccolo mi ha salvato da mio padre incavolato non so quante volte, una vera
salvatrice
-Anche a me ora che ci
penso, potrei benissimo venerarla come dea in terra, mi è più vicina lei che
loro infondo- concordò Achille
-Se nasce il culto di mia
sorella, io faccio da sacerdote sia chiaro
I tre si misero a ridere.
-Sta bene ne sono sicuro-
disse Ulisse sorridendo all'amico
-È furba lei, se si è
concessa al re lo starà già manipolando- rise Achille- è una strega lei, faceva
innamorare tutti con uno sguardo, se il re ne chiede la mano non mi stupirei
molto
-Beh questo è vero- rispose
sorridendo Opal- mia sorella sa essere molto persuasiva eh...aspetta con faceva
innamorare tutti...voi due che mi state nascondendo eh?
*nel frattempo*
-Zaffiria questo è il tempio
di cui ti parlavo- disse il re seguito dalla giovarne, da Draven e da due
guardie fidate. Un sacerdote dai capelli bianchi la guardò incredulo e le si
avvicinò.
-Salve sire, lei è? -la
guardava con gli occhi che brillavano
-La mia futura moglie- disse
lui sorridendo, aveva deciso così alla fine, la voleva come moglie e l'avrebbe
ottenuta come tale.
-Zaffiria, sacerdotessa del
regno caduto sotto mano del re- si presentò lei facendo un lieve inchino al
sacerdote come segno di rispetto per la sua autorità
-Io sono Brimante, sacerdote
del tempio, cosa vi porta qui lady dagli occhi azzurri- disse lui mentre altri
la osservavano
-Volevo mostrarle la dea
Atena- si intromise il re- è possibile?
-Ovviamente, mi segua- disse
lui allegro, era identica
-Wow...è davvero bellissima-
disse Zaffiria inchinandosi come segno di rispetto verso la dea
-Ti somiglia molto- disse
Rubin imitandola- mentre dicono che io somigli a Marte, dio della guerra, tu
somigli a Atena, dea della sapienza e delle arti, ma anche un po' ad altre Dee
della nostra cultura
-Non sono così bella- disse
lei sorridendo sincera- ma grazie
-Vuoi che ti parli della
nostra cultura? -chiese il sacerdote
-Sarebbe magnifico- rispose
lei
*nel frattempo*
Opal scese dalla nave
seguito dai due e si diresse alla prima locanda aperta, oltre a volersi
riposare volevano raccogliere informazioni su Zaffiria e quale luogo migliore
di un posto dove non si fa che spettegolare di tutti?
-Oh sì la conosco, una
bellissima fanciulla- commentò l'oste panciuto e dall'aria simpatica- è sempre
con il re, non lo lascia mai o forse è lei che non lascia lui? Comunque ora che
io sappia sono a letto insieme per la seconda volta, dicono che lui non l'abbia
fatta sua ieri sera ma una serva ha udito gemiti poco fa quindi direi che ora è
sua di sicuro! -rise- ah è proprio fortunata la ragazza, il re sta organizzando
una cerimonia di fidanzamento con ella e vuole il consenso della famiglia di
lei, chissà dove si trovano dico io! Cioè l'ha presa come bottino, che permesso
vuole! -rise ancora
Opal pagò e insieme agli
altri andò a dormire nella nave. Chiuse gli occhi e percepì un po' di serenità,
stava bene, non era schiava, stava per sposarsi con il suo rapitore...troppe
cose e troppo poco tempo per immagazzinare tutto. La mattina, verso l'alba
insieme ai tre camminò in cerca di Zaffiria, sapevano dove si sarebbe di sicuro
recata, il tempio, era una sua abitudine fin da piccola pregare molto e di
sicuro avrebbe chiesto di poterci andare.
*nel frattempo*
-Dai non ci vede nessuno-
disse Rubin pregandola poggiato a un albero lontano dal tempio e fuori dagli
occhi indiscreti, lei era bloccata tra lui e il tronco e lo guardava
imbarazzata- non ci vede nessuno promesso e poi è solo un bacio
-Non è quello il problema-
rispose lei poggiandogli le mani sul petto e tirandolo leggermente verso di
lei, lo guardò negli occhi- e che non voglio solo un bacio
-Possiamo tornare a casa se
vuoi, non è un problema per me- sorrise lui, figurarsi se per un uomo era un
problema amare la propria amata.
-Uhm...però mi sento in
colpa, ti costringo sempre a fare qualcosa fuori dal programma- gli mise un
braccio intorno al collo mentre con l'altra mano giocava con i suoi boccoli
biondi.
Lui la baciò- farei di tutto
per te sai? E poi l'idea non mi dispiace per nulla- le sorrise- anzi non
tornerei nemmeno a casa se fosse per me
Lei lo baciò- ci potrebbero
vedere
-E allora vieni a casa con
me- disse lui prendendola per il polso
*nel frattempo*
-Ok vediamo se troviamo tua
sorella- disse Ulisse
Dopo pochi secondi videro
Zaffiria tra le braccia di un uomo. Il primo istinto di Opal fu quello di
andarlo a fare fuori, per fortuna Ulisse e Achille lo bloccarono.
-Smettila dai Rubin, ci
potrebbero vedere- diceva lei ridendo tra le braccia di Rubin, non era normale
che un re venisse chiamato per nome, soprattutto da una schiava
-Non ci vede nessuno
Zaffiria e sono il re, figurati se dicono qualcosa a me- rise lui
abbracciandola di più
-Sei un bambino viziato-
sorrise lei dandogli un bacio- andiamo a casa?
-Ogni tuo desiderio è un
ordine per me- disse lui stringendola a sé
-Mi sa...che interrompiamo-
disse Opal uscendo allo scoperto, seguito da Ulisse e Achille
-Opal?!
-Li conosci? -le chiese
Rubin
-Lui è Opal, il mio
fratellastro, mentre loro due sono Ulisse e Achille, due suoi cari amici-
rispose lei ancora tra le sue braccia, rossa come un pomodoro
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