Capitolo 2: Luisa
Ero nel panico. L’acqua o meglio
nuotare era sempre stata una cosa che odiavo, affogare, non sapere cosa
nascondeva il fondale sotto i tuoi piedi, il pericolo di mostri marini o
squali…non avevo mai voluto imparare a nuotare, era una mia paura e il mio
nemico lo sapeva. Ma perché usare lei? Perché mettere Luisa in pericolo per
farla pagare a me? Perché Luisa che sapeva nuotare meglio di tutte quante e non
io che stavo appena a galla?
Cercai di rompere il vetro con
una sedia ma nulla, cercai ovunque nel locale, qualcosa e lo sguardo di Isy mi
seguiva mentre l’acqua continuava a salire. Non riuscivo a trovare nulla, non
riuscivo a trovare nulla di utile. Poi un fischio, mi girai verso una finestra
e una mano guantata di bianco mi indico un muro, o meglio un cartello,
“Attenzione barista armato”. Corsi dietro il bancone e iniziai a cercare l’arma
del barista, intanto il tempo stava finendo. Trovai un fucile, lo caricai in
fretta, un solo proiettile, una sola possibilità.
Mi avvicinai alla vasca e puntai,
Luisa si tappò le orecchie pronta al rumore, era abituata a vedermi sparare al
tiro al piattello, odiava il rumore delle mie armi, ma mi accompagnava sempre
per passare del tempo con me
-Ti prego…ti prego…-supplicai,
presi un respiro profondo e sparai. Il contraccolpo mi fece volare a terra, la
mia spalla non era abbastanza in salute per supportare il peso del fucile e il
colpo mi aveva fatto perdere il poco equilibrio che avevo. Il vetro in compenso
venne forato e la pressione dell’acqua fece il resto spaccando completamente il
vetro e facendo cadere l’acqua di fuori e ruzzolare Luisa a terra. Mi alzai in
fretta e la raggiunsi, per fortuna era incolume, nemmeno un graffio ma non
respirava.
-Ti prego- iniziai a fare la
manovra di rianimazione, premendo ritmicamente sul suo petto per tentare di far
ripartire il cuore e farla rinvenire- ti prego…
Dopo poco iniziò a tossire, mi
spostai, lei si piegò di lato e sputò l’acqua che aveva bevuto, prese grossi
respiri
-Isy…-mi veniva da piangere, lei mi
sorrise
-Sapevo che saresti riuscita a
rompere il vetro…-l’abbracciai stretta
-Cos’è successo? –chiesi a lei
-Non lo so, dopo la collisione
sono volata in strada e poi mi sono svegliata in quella teca di vetro e l’acqua
ha iniziato a salire lentamente mentre il tizio inquietante mi guardava…mi ha
dato questo- mi diede un biglietto per un cinema- non so a cosa posa servire ma
ha detto “Dallo all’angioletto” e…-si guardò la mano con la quale mi aveva
sfiorato la spalla destra- sangue?
La guardai- sei ferita?
-No…oddio…sanguini! –mi guardai
il braccio- il vetro o il fucile ti ha…
-No- scossi la testa- non è
nulla…si è solo riaperta la ferita…devo solo ribendarmi…tu piuttosto, stai
bene?
-Non mi ha sfiorato, Angel cos’è
successo? –mi guardò –sei pallida…le altre?
-Non so dove sono…-sospirai- non
iniziare a fare la mamma chioccia se ti dico cos’è successo va bene?
-Angel…
-Promettilo, ora come ora è
l’ultima cosa che ci serve- dissi io
-Prometto di non fare la mamma
chioccia- disse lei
Le dissi in fretta del taglio
sulla gamba e sul braccio e che dovevamo trovare le altre- forse una di loro è
al…
-Ti ha colpita?! –mi chiese
guardando la ferita- oh cielo Angel…
-Hai promesso…- mi alzai in
piedi- riesci ad alzarti?
Scattò su- sto bene...fatti
fasciare il braccio almeno…
Sospirai- non abbiamo tempo da
perdere…
-Ci vorrà poco! –disse lei
prendendo il kit dal mio zaino e iniziando a fasciarmi- come sapevi dell’arma?
-Non lo sapevo…quell’uomo me l’ha
indicata
-Uomo?
-La mano guantata di bianco che
era fuori dalla finestra- dissi io- non l’hai vista?
-Angel non ho visto niente…forse
il vetro o il panico…comunque sono felice che l’hai trovata
-Anch’io…-non aveva visto
l’uomo…forse era in una posizione che glielo nascondeva?
-Finito…stai bene?
-Si…troviamo le altre –dissi io
sorridendole- non sai quando sia felice di averti con me
-Anch’io…su andiamo- disse Isy
Chi era l’uomo? E perché mi aveva
aiutata?
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