Capitolo 15: No hope, no love, no glory
Quando Isabelle tornò nel suo studio si mise a leggere le
lettere della zia.
Amanti.
Amici.
Famiglia.
Confessioni di altri nobili.
Complotti verso gli amanti…
-Il diario…
Il diario era iniziato poco prima del matrimonio di lei con
l’Imperatore.
All’inizio era molto allegra o almeno positiva…
-…
“Caro diario,
Mio padre mi ha comunicato che ci sono problemi nel nostro
regno. Non capisco perché ci ha detto ciò, non abbiamo potere per aiutare
niente e nessuno. Spero solo che la situazione non degeneri”
“L’insegnante di musica è così affascinante. So che non
dovrei pensarlo, come principessa devo essere pura dopotutto…ma mi ha detto che
sono la più bella donna che ha mai visto…voglio dire ha 30 anni e io ne ho solo
15…sono certa che lo dice sul serio”
“L’insegnante mi ha fatto…suonare il suo flauto. Ha detto
che è il nostro segreto”
“Papà ha detto che l’insegnante di musica ha lasciato il
posto…si sta per sposare…”
“L’insegnante di etichetta mi ha stretto le mani alla gola
oggi…dice che sono una lurida puttana”
“L’insegnante di etichetta mi ha…mi ha…ma va bene…sono
ancora vergine…sono ancora pura…”
“Ha senso vivere?”
“Papà mi ha informato che mi sposerò”
“Mio marito è…accettabile”
Più leggeva più il quadro dell’impassibile sovrana diventava
debole.
Una ragazzina che voleva credere nella convinzione che la
sua vita fosse felice.
“L’unico motivo per cui vivo ora è i miei figli e mia nipote
Isabelle. Non ho niente se non loro in questo mondo”
Isabelle chiuse gli occhi.
-…
Sapeva già che la sua scelta di eliminare i figli avrebbe
rotto la connessione della zia a quel mondo.
Però non poteva fare altro.
-I sensi di colpa sono morti secoli fa…
Era morta troppe volte per avere pietà di quella donna.
-Devo solo fare le giuste mosse e potrebbe almeno tornare
utile…
Riaprì gli occhi senza nessuna emozione speciale passarle
attraverso essi.
-Sono poi così diversa da lei?
Le sue mani erano sporche di sangue peggio di quelle dell’Imperatrice.
Era priva di sentimenti che non fossero negativi.
Era un fantasma che camminava.
Doveva esserlo…
-Non ho scelta…
Se non lo era…non poteva correggere i propri errori.
-O me o loro…
Se fossero nate in un’altra famiglia sarebbe stato tutto più
semplice…quella era la verità.
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