The First and Last Rose
Capitolo 1: He is born
Quando aprì per la prima volta i suoi occhi non era che un
piccolo esserino.
-Oh?
Il suo creatore aveva creato centinaia di piccole rose, lui
fu la prima a svegliarsi ma non era una rosa come le altre. Il suo corpo era
diverso. I rovi avevano assunto una strana forma e la creatura era in grado di
muoversi su due gruppi di rovi intrecciati, altri rovi costruivano un robusto
tronco, dal tronco altri due gruppi di rovi creavano lunghi “rami” e dei rovi
creavano una sfera intorno a una rosa il cui colore non si sarebbe mai visto.
Questo aspetto non stupì il suo creatore poco, dopotutto era
il SUO aspetto quello che la sua creazione aveva preso. Il creatore fu molto
contento della cosa e favorì subito questa creatura su ogni altra rosa che
rimaneva semplice rosa. Il tempo non era un concetto che apparteneva ad altri,
gli umani consideravano il tempo, loro? Per loro non era differente visto che
non vi era modo per loro di morire. La sua creatura rimase la sola che si risvegliò
in quel modo, l’unica che imparò a parlare e che iniziò a mostrare un
intelletto. Sotto la sua guida piano piano le rose iniziarono a svegliarsi.
Fu la creatura a iniziare a dare agli altri nomi. Lo fece
dando loro una posizione di importanza, dopotutto non tutte le rose riuscirono
a svegliarsi subito come altre. Il suo creatore lo lasciò fare divertito,
dopotutto era lui l’unico a cui realmente teneva. Per questo motivo il creatore
gli diede un nome: Alexander. Perché quel nome? Era incerto anche lui ma
suonava…giusto.
Una rosa in particolare lo prese in simpatia, questa rosa
venne chiamata Dark King e si connesse con lui mentalmente più delle altre,
cosa che permise a questa rosa di “seguirlo” ovunque andasse.
Fu questa creatura a prendere interesse nel mondo dei vivi.
Gli esseri viventi erano particolarmente interessanti da osservare per lui.
-Non capisco il tuo interesse in questi infimi esseri- gli
disse il creatore- muoiono in un battito di ciglia
-Non sono interessanti per te? Sono così diversi che è
impossibile non trovarli affascinanti- disse Alexander
-Sono tutti uguali! –disse il creatore- non capisco come
distingui scimmia da scimmia
-Per me no, sono unici nei loro modi…
-Guardali! Strisciano per terra come piccole formiche!
-Si ma non trovi affascinante come confondo destino con mero
caso? –chiese Alexander divertito
-Non è ridicolo?
-Non è un peccato?
Il creatore fece una smorfia- pensano che ci sia qualcuno in
cielo a cui dar la colpa per ogni loro sfortuna
Alexander sorrise- sì ma anche se hanno fede nelle vite che
hanno, sperano nelle vite di cui hanno bisogno, per ciò pregano per chi li ha
creati
-Che saresti tu, non io
-Per questo voglio studiarli, chissà che possono fare se…
-Ah! Vivono ogni giorno, fino al giorno in cui muoiono. Non
avranno mai risposte…e saranno sempre e solo noiosi
-Eppure continuano a chiedere “Perché?” –disse Alexander
continuando a osservarli- andando avanti come se ci fosse un premio…e hanno
scoperto parecchio con poche idee che ho messo, come quell’arma di roccia e…
-Mentre noi siamo eternamente annoiati- disse il creatore-
loro vivono nel lusso di non sapere cosa sia l’eternità
-Sono solo Umani. Non vedono che ciò che sono è ciò che
sempre saranno…solo umani dopotutto…per questo voglio capire come pensano e vivono,
cosa provano come…
-Che si spingono e cadono…guardali! Sono bestie peggiori di
quei dinosauri con cui ti sei divertito a giocare non troppo tempo fa
-Che tu hai congelato e ucciso
-Erano inutili
-Hanno questa cosa chiamata amore che li fa vivere felici finché
non cadono nella disperazione–disse Alexander
-Non è una farsa? –chiese il creatore
-Non è uno spreco? Potremmo imparare moltissimo
-Avendo difficoltà ad affrontare ciò che non può essere
affrontato…cosa diamine dovrei imparare?
-Forse la morte può dar loro qualcosa di più forte di ciò
che condividiamo- disse Alexander
-Veramente non lo so e non mi interessa! Sono solo umani,
che stanno fermi. Condannati a spingere massi in salita. Solo umani
dopotutto…così prendono e danno…
-Sperando che qualcuno li aiuti a rompere la loro caduta…
-Loro pregheranno, malediranno, vivranno e moriranno, non
sapendo mai che la verità è la bugia di un altro uomo- disse il creatore
-Mangeranno, dormiranno, ameranno, odieranno…come una foglia
nel vento…non saranno mai in uno stato statico perché hanno cose che noi non
abbiamo e…
-Guardali venir spazzati via…sono solo umani, non possono
vedere tutti gli anni che potrebbero darci di intrattenimento perché non hanno
il pregio di avere una vita come la nostra! –disse il creatore
-Solo umani, dopotutto…quindi danno e riprendono…
-Finché il loro stupido cuore non si rompe…
Alexander rise- hai molte opinioni per non avere interesse
in loro…
-Chi è interessato? Sono solo un mero essere inutile che tu
hai deciso di far evolvere! –disse lui
-Hai ragione… -disse Alexander sorridendo e cambiando forma
sotto gli occhi del suo creatore. La forma che assunse fu di un essere umano
dagli occhi rossi e capelli neri, dalla pelle chiara come il latte e dal volto
molto affascinante- per questo voglio studiarli…
-Alexander dove diavolo pensi di andare? –chiese il creatore
-A sciogliere questa eterna noia…chissà, magari renderò gli
umani più intelligenti e potremo usarli per qualcosa in futuro…che dici? –rise
lui
-L’unica cosa per cui sono buoni è morire!
-Allora vedrò di rendere le loro morti interessanti!
Il creatore scosse la testa ma decise di osservarlo.
Alexander era chi aveva creato quel mondo dove gli umani vivevano, era come se
guardava il disegno fatto dal figlio. Nonostante lui fosse il creatore,
Alexander era il vero creatore di tutto il resto…
-Spero solo non ti penti del tempo sprecato…
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