WitchandAngel : Capitolo 1: I hope you will be happy

Capitolo 1: I hope you will be happy

 La pâtisserie magique

Capitolo 1: I hope you will be happy

Il treno si muoveva in fretta sui binari diretto a un villaggio sperduto nel nulla. Il rumore monotono era l’unica cosa che rompeva il silenzio del vagone. Riprese la lettera dalla sua borsa

“Mia cara,

Sono sempre stata convinta che la vita fosse destinata e che nulla fosse una coincidenza. Il nostro incontro non lo fu e lo sento ancora oggi. Sono sempre stata sola in questo mondo, specie dopo che mio marito morì in guerra venticinque anni fa. Non avendo mai avuto figli la mia intera fortuna sarebbe andata a qualche spocchioso parente che non si è degnato di venirmi a visitare nemmeno ora in punto di morte. Ho deciso di giocar loro un brutto tiro. Ho già modificato il mio testamento. Credo di averlo fatto poco dopo aver capito quanto tu fossi importante per me. Lascio a te tutti i miei averi, la mia villa, la mia adorata pasticceria sopra quel vecchio negozio di giocattoli che era di mio marito, i miei campi, le mie automobili e tutto ciò che ho sempre avuto. Lascio a te i miei animali da compagnia e i miei servi, sono certa che sapranno servirti a dovere. Lascio a te il mio titolo nobiliare e il mio ruolo. Lascio tutto a te, tu che più di loro sei stata la mia famiglia, la mia più cara amica e stretta alleata. Tu che non hai mai chiesto niente e che conoscendoti ora piangi disperata perché non puoi rifiutare nulla. Te l’ho fatta alla fine visto? Non hai mai voluto una moneta da me, non hai mai voluto essere mia debitrice perché sostenevi che le amiche vere erano quelle che non dovevano pesare. Che ti bastava potermi avere vicina e parlarmi. Devo dirlo, delle volte ero tentata di prendere i soldi e forzarti ad accettarli, ma conosco il tuo orgoglio e la tua forza di volontà. Odi avere le cose servite, ami lavorare per ottenere ciò che vuoi. Quindi ti ho fregato! Ora sei mia erede! Che ti piaccia o no! Scherzi a parte spero tu perdoni il mio egoismo, sei stata l’ultima persona che ho amato e la prima dopo mio marito, sei stata l’unica a starmi vicino fino all’ultimo mio respiro e non permetterò a niente e nessuno di dire il contrario. So che odi avere ora la mia eredità ma te lo chiedo come mio desiderio finale. Non posso permettere che quello per cui ho lavorato con tanta fatica vada in mano a quei viscidi dei miei parenti, sei l’unica di cui mi fido e so che farai il tuo dovere. La casa non è perfetta, ti toccherà sistemarla, stessa cosa per pasticceria e negozio di giocattoli, i campi vanno sistemati anche e così ogni cosa che ti ho lasciato. Visto che brava? Ti lascio da lavorare…questo è un addio eh? Non ho mai pensato realmente a dirtelo…ora che scrivo la lettera tu sei qui, accanto al mio letto d’ospedale, addormentata dopo aver passato l’ennesima notte in bianco al mio fianco. Dovresti riposarti, farti una vita tua e non badare a una vecchietta come me…ho più di quaranta anni di differenza da te…e tu sei sempre stata in grado di capirmi alla perfezione. Avevi diciannove anni quanto mi hai incontrata. Dovevo essere abbastanza patetica quel giorno eh? Avevo fatto una delle mie fughe e mi ero persa nel quartiere malfamato di una città che non conoscevo. Dei ladruncoli volevano derubarmi, non mi sarebbe pesata la perdita, come ben sai i soldi non sono mai stati pochi per me, ma ebbero sfortuna. Come un cavaliere in armatura d’argento la mia eroina venne in mio soccorso. Li spaventasti via con un semplice sguardo. Mi riportasti dalle mie guardie e te ne andasti via senza dirmi il tuo nome…neanche a dirlo ti ho subito rintracciata e fatta trovare. Mi sono presentata davanti casa tua senza che tu sapessi nulla e ti ho invitata fuori. Dal stare una settimana finii per starci due mesi in quella città, solo per poter stare un po’ con te. Poi iniziò la nostra corrispondenza di lettere e io ti invitai varie volte da me, anche se per farlo ti dovevo sempre iniziare a convincere mesi e mesi prima perché odiavi farmi pagare i biglietti per il volo. Ci conosciamo da dieci anni ormai. Sei la cosa migliore che mi è capitata in questa vita e non potrò mai scordare tutto ciò che hai fatto per me e non potrò mai ringraziarti abbastanza per tutto il tempo che mi hai dedicato. So che non ti scorderò mai e so che questi mesi di malattia sono stati meno pesanti di ciò che avrebbero dovuto essere grazie a te, se tu non fossi stata qui io ora sarei piena di rimpianti e rimorsi, ma ne ho solo uno. Non ho potuto fare di più per renderti felice. Non è un addio. È un arrivederci, e guai a te se ci rivediamo presto! Io non ci sarò più ma tu devi vivere una vita piena, così quando ci rivedremo avremo molto di cui parlare. Spero sarai felice. Non sarà l’ultima lettera mia che troverai nella tua vita, mi spiace ma nemmeno da morta ti liberi di me, ho imposto alcune sorprese per i prossimi anni. Non ti scorderò mai. Grazie di tutto.

Per sempre tua,

Jane

Ps. Sei sempre la mia eroina, ti amo”

-Madame

-Si?

-Vuole una tazza di thè? Caffè?

-Thè grazie

Il treno su cui era aveva un eccelso servizio, come da aspettarselo visto che Jane le aveva preso un biglietto in prima classe

Non che lei volesse essere lì

-Quella in prima classe è bellissima

-Vero?

-Peccato sia vestita di nero…

-Marito forse?

-Sembra molto giovane

-Di questi tempi è dura con le guerre e tutto…

-Già…

La bellissima dama indossava un lungo abito nero, tipico Vittoriano e tipico per chi piangeva un morto. Aveva un velo sul volto ma si poteva intravedere che era una bellissima donna.

Aveva lunghi capelli di un biondo platino quasi bianco, aveva due intensi occhi celesti e una pelle bianca come la porcellana

Era una bellissima donna che stava andando a casa della sua defunta migliore amica

Aveva…uno stato emotivo instabile

Chiamarla amica era un insulto onestamente

Non erano di un’epoca in cui potevano dichiarare cosa erano

Non che ci fosse qualcuno che avrebbe mai pensato che una giovane nei suoi vent’anni e una vecchia nei suoi sessanta fossero qualcosa oltre conoscenti

Amiche era già qualcosa di assurdo

-Tra poco arriveremo alla stazione madame

-Si

Non poteva però rinnegare il volere di Jane, avrebbe gestito l’eredità…e avrebbe punito quei dannati dei parenti di lei

 

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