Capitolo 3: A sacrifice
Leon sapeva benissimo che la moglie era un sacrificio, non
era un mistero per lui che lo trattassero come un degenerato né gli importava onestamente.
Si le sue mogli erano morte…per tradimento e stupidità loro
però
Le aveva portate nella sua camera ed erano pressoché corse
fuori dal castello o svenute e scappate in seguito
La sua fama di “killer” era più per il fatto che loro
morivano…
-Non ha colpe se sono idiote…
-Dillo alle voci
Era stupito però che Giselle non fosse spaventata da lui
Anzi…
-Leon! Mangiamo insieme?
-Si, perché no?
La sua mogliettina era estremamente coccolosa e attenta a
dargli attenzioni
-Posso farti un paio di domande?
-Su?
-La tua famiglia…
La famiglia di Giselle era in forti problemi finanziari e
Leon lo sapeva benissimo.
La povera ragazza era più un metodo per essi per far soldi
che altro.
La maggiore delle figlie era divorziata, il marito di lei
aveva sospetto che lo stesse tradendo e la donna era tornata a casa dai
genitori con un debito da pagare all’ex-marito.
Il primo figlio maschio era alcolizzato e funzionava appena
senza servi vicini, ed era chi avrebbe ereditato la famiglia…
Il secondo figlio era in grossi debiti a causa del gioco
d’azzardo e i creditori che aveva stavano iniziando a irritarsi
La seconda figlia infine aveva recentemente iniziato e
finito il quarto fidanzamento…
Era pressoché chiaro che la famiglia aveva bisogno di soldi
velocemente e Giselle era stata venduta
Lei lo sapeva benissimo ma…
-Sono libera e sono contenta di essere tua moglie
-Giselle…
-Non dar loro soldi se te li chiedono, hai pagato già per
sposarmi
Lui sorrise tirandola in braccio per coccolarla
Sua moglie era dolce e onesta
Non voleva dargli problemi e non gliene avrebbe dati
-Sta tranquilla, ti terrò al sicuro
-Davvero?
-Si
Non avrebbe permesso che qualcuno la ferisse
Non avrebbe permesso che quella famiglia avesse modo di
toccarla
-Giselle
-Si hubby?
-Il bordo del mio territorio è molto pericoloso
-Lo so
-Non uscire dal castello senza una scorta
-Perché?
-I barbari sono sotto la protezione di un dio molto forte
-Uhm…
-Non temere, ti terrò al sicuro
Lei sorrise serena- si hubby!
Tenere al sicuro…con le sue benedizioni?
Poteva spaccare un cranio umano a mani nude e poteva
facilmente vincere in ogni singola lotta fisica.
Era quasi finita a lavorare per la mafia dopotutto…
-Hubby, sono cute?
-Si lo sei -rise lui divertito
-Sono piccola, tenera e carina
-…?
Era incredibilmente adorabile guardarla cambiare vestiti per
lui
Per lei…era divertente il diverso corpo che aveva
Nella sua prima vita era una donna di due metri, magra,
muscolosa, tatuata, piena di piercing e con capelli tinti e un lato rasato. Ora
era una tenera, molto femminile, molto curvosa bambolina con occhioni da
cerbiatto e capelli lunghi e setosi.
Era pressoché giorno e notte come differenza ma…
-Cazzo, rotto di nuovo…
-Giselle, ho sentito un rumore -disse Leon entrando- che
diamine…
-Hubby, l’ho sfiorato e si è rotto…mi sono spaventata- disse
lei con gli occhi lucidi indicando il bordo del lavandino
Lui le controllò le mani- non sei ferita vero?
-No ma…
-Tranquilla, sarà stato montato male, l’importante è che
stai bene -disse lui coccolandola e sospirando
Poverina stava beccando sempre qualcosa che si rompeva…si
sarebbe spaventata ogni giorno…
-Farò controllare tutto tranquilla
-Grazie!
Per fortuna il marito non aveva notato che lei aveva rotto
un lavabo di marmo…
-Hubby
-Si?
-Che ne dici se ci laviamo insieme?
-Non…credo sia una buona idea…
-…-Giselle lo guardò correre e sorrise- ah…forse dovrei
legarlo…
Nessun commento:
Posta un commento