7-Una triste storia
-Ero una bambina abbastanza debole allora, vivevo da sola, i
miei avevano altro di cui occuparsi, erano entrambi due eroi. Seguì i più
rigidi addestramenti fin da piccola. Dovetti rinunciare a parecchie cose, ma
non mi pesava, ero debole di salute, ma nemmeno questo mi impedì di continuare
a seguire i miei allenamenti. Se non erano i miei ad allenarmi era un altro
membro della famiglia
-Che intendi? -chiese Minos
-Nella mia famiglia siamo tutti eroi
-Aspetta che intendi?- disse Anti guardandola
-Ogni membro della mia famiglia è un eroe, figlio di eroe,
sposato con un eroe e con figli eroi. Della mia intera famiglia sono l'ultima
rimasta. I miei sono gli unici ad aver avuto una figlia, gli altri non sono
riusciti ad avere figli, sono l'ultima generazione
-Accidenti- commentò Serpy- e come farai?
-Dovrò sposare un eroe o un figlio di un dio o mostro, e poi
dovrò procreare- disse lei facendo diventare i tra viola.
-Ehm...continua- disse Antilos
-Ero ancora piccola, alcuni miei organi stavano cominciando
a collassare, ero viva per forza di volontà. Avevo tre amici, solo tre, erano
completamente mortali loro, facevano parte di un'orfanotrofio e non avevano
niente a che fare con il nostro mondo. Li incontrai per caso. Cominciammo ad
uscire. Divenni la migliore amica di Evie, le raccontavo tutto, anche con
Carlos e Jay ero molto legata. Passavo molto tempo con loro, gli allenamenti
purtroppo mi erano impossibili viste le mie condizioni di salute. Un giorno
rivelai ai tre chi fossi, non erano spaventati o non mi credettero, non mi
presero per matta, sorrisero e mi cominciarono a chiedere tante cose, mi
credevano, si fidavano ed erano felici che io mi fidassi. Collassai circa
quattro anni fa, di fronte a loro. Mi portarono di urgenza in ospedale, non
potevo sopravvivere secondo i medici. C'erano troppi organi danneggiati ed era
già un miracolo che io fossi riuscita ad arrivare fin lì viva. Fu allora che i
miei amici decisero di salvarmi. Fecero sì che diventassi la loro assassina...o
almeno mi sento io come tale. Ero incosciente, ma li sentii, mi dissero che mi
avrebbero salvata- delle lacrime cominciarono a rigare il volto di Mal-
chiesero al medico se potevano donarmi i loro organi, erano tutti e tre idonei.
Il medico non poteva rifiutare, ma disse che bastava solo che uno di loro si
sacrificasse, loro rifiutarono, così lui uso tutti e tre. Scoprimmo che alcuni
dei loro organi erano altrettanto danneggiati, forse per miracolo quelli che mi
avrebbero salvata erano gli unici perfettamente sani, anche volendo non
avrebbero potuto usare solo uno di loro. L'operazione costo loro la vita e
salvò la mia. Quando mi svegliai, mi misero su una sedia a rotelle e mi
portarono al cimitero, ero debolissima e poco lucida, ma volevano che
assistessi al funerale. Mi sembrava così irreale...loro erano morti. Iniziai a
piangere, rifiutai di parlare, volevo solo piangere. Mi portarono in un'altra
stanza. Tremavo, piangevo e non volevo vedere nessuno. La mia famiglia mi
capiva, dicevano che per un "eroe" era normale essere così triste per
non aver salvato qualcuno, ma non era solo quello. Avevo perso le uniche
persone che mi avevano accettata, che mi erano state accanto, che mi avevano
amata non come l'eroina ma come Mal, la loro amica. Per tre giorni rifiutai
tutto e tutti, mi trascinavo come un fantasma, evitavo di parlare, mangiavo
solo se costretta, non volevo vivere, volevo rivedere i miei amici, ma non
volevo nemmeno morire. Una notte ero allo stremo, fu allora che successe.
****
-Mal non piangere- la voce di Jay mi arrivava all'orecchio
ovattata
-Jay?
-Siamo qui! Mal siamo qui con te!
-Carlos?
-Mal ti abbiamo dato le nostre vite! Ora devi vivere per
tutti e quattro chiaro? Non farmi venire lì a prenderti a ceffoni perché lo
faccio! Ritorna subito la guerriera che tanto mi piaceva!
-Evie...- guardai ovunque nel buio della stanza- vorrei così
tanto vedervi...
-Mal- li vidi come un flash, erano lì con me.
***
Stavo cominciando a sviluppare i poteri che avevo ereditato.
Erano sempre stati là con me, ero io che non li vedevo, ma cominciai a
sentirli, all'inizio pensavo di essere impazzita ma se erano con me mi andava
bene così, pazza e felice. Dopo circa una settimana mi dimisero, non avevo
cicatrici o malori così potei tornare a casa. Mi rifiutavo ancora a parlare ma
avevo ripreso a vivere la mia vita, facevo tutto con il triplo dell'impegno,
sviluppai vari poteri e nuove abilità. Dopo due settimane cominciai a rendere
la loro presenza più lunga. Riuscivano a spostare oggetti, si muovevano, ma non
potevano superare una certa distanza da me. Fu la mamma a vederli, mi trovò a
ridere e scherzare con loro. Si portò le mani alla bocca e chiamò il resto
della famiglia, ero in grado di ridar vita a quei tre, avevo ereditato anche
dei poteri da tempo perduto nella mia famiglia. Ci trasferimmo, io non andavo a
scuola, giravo con loro per la città, c'erano altri come me, ma li evitavo,
volevo solo stare con loro tre. Scoprimmo, durante una rissa con i figli di
mortali, che anche i miei tre amici avevano accesso ai miei poteri, non alla
stessa mia potenza, ma era abbastanza per renderli capaci di sconfiggere un
eroe o due. Decisero di evitare di farsi vedere, io non li potevo far apparire
a mio piacimento e tuttora non posso, è una cosa casuale, comunque preferivano
stare a disturbare nella mia testa che fuori, si divertivano di più. Prima di
venire qui, due anni fa, un essere attaccò la mia famiglia, da allora voglio
trovarlo e ucciderlo. Non so chi sia questo essere, so solo che vuole ME, gli
servo per un rituale, è più facile prendere una ragazza con il DNA di tutti gli
eroi, mostri e dei esistenti che un ragazzo per ognuno no? Sono venuta in
questo campo per scappare a lui.
I tre tacquero e la guardarono, Antilos si alzò e
l'abbracciò di istinto prendendola letteralmente di sorpresa, non era abituata
a essere colta alla sprovvista- noi siamo qui Mal, siamo qui per te, siamo una
squadra e come tale ti staremo sempre vicina. Ti starò sempre vicina.
Serpy e Minos annuirono e poi si alzarono- noi ci siamo
dimenticati una cosa
-Già una cosa- disse Serpy- ci vediamo dopo
Se la filarono senza troppe cerimonie, volevano lasciarli un
po' soli, non erano bravi a consolare le ragazze e poi sembrava che Antilos
volesse parlare a Mal.
Mal
Ricambiò l'abbracciò- Grazie...Anti
Nella sua testa c'era un vero e proprio uragano, ricordava
le parole detta da Anti al padre e in quel momento era sola con lui. Il cuore
cominciò a battere più forte.
-Sono un soldato, starò sempre vicino al mio leader- rispose
lui, sempre stretto a lei, voleva restare così per sempre, tenerla fra le
braccia e proteggerla. Si distanziarono con riluttanza entrambi, gli piaceva
quella sensazione, Mal si sentiva al sicuro, cosa che non le era mai capitato.
-E i tuoi Anti?
Sapeva che Serpy era figlio di un ragazzo e Medusa, Minos di
una ragazza greca e del Minotauro, entrambi sapevano chi erano i due e facevano
parte di quel mondo.
-Mia madre...era figlia di due eroi, credo fossero i
discendenti di Ulisse e Ercole, ma non ne sono sicurissimo so che erano eroi,
ma lei non aveva nessuna dote, mentre mio padre è Ares. Come alcune delle mogli
di Ares, non è sopravvissuta al parto, così sono stato cresciuto da lui, beh
era severo ma...diciamo che infondo è un buon padre, tolta la corazza da
generale, ma molto ma molto ma molto infondo- scherzò lui facendo ridere lei-
visto? Sei più carina quando sorridi
Mal poggiò la testa sulla spalla di lui, facendolo diventare
rosso, e gli strinse la mano, chiudendo gli occhi- Antilos
-Si?
-Tra i figli degli dei, sei di sicuro quello che mi piace di
più
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