WitchandAngel : Capitolo 20: Don’t you dare

Capitolo 20: Don’t you dare

Capitolo 20: Don’t you dare

-Sta qui due minuti ok Jonathan, papà torna subito –disse l’Imperatore posando il bambino sul divano con il suo peluche e dando l’ordine ai soldati di tenerlo d’occhio

Il moro dagli occhi oro rimase innocente a giocare sul divano…finché il padre non sparì dalla stanza.

-Bene principe Jonathan, le terremo…compagnia…- il soldato guardò il peluche abbandonato sul divano e sbiancò- dov’è il principe!?

-Cercate!

Ovviamente il figlio del sovrano non era calmo e tranquillo

***

-Non si preoccupi lady Amphelicia, lei non avrà problemi con l’evocazione –disse l’istruttore con un sorriso

Mentre il rito iniziava in molti osservavano curiosi

Amphelicia era già stata selezionata dai due principi maggiori come madre

L’Imperatore non l’aveva ancora incontrata così come il minore dei principi

Ma potevano presupporre che l’effetto sarebbe stato lo stesso

Se aveva il partner del famiglio dell’imperatore allora…

-Per gli dei…

Una maestosa fenice bianca dagli occhi gemma apparve nel cerchio di evocazione davanti a Phely

Dopo un paio di secondi di confusione negli occhi del famiglio, si lanciò in picchiata su Phely e si accoccolò intorno alle sue spalle rifiutando di muoversi di un cm da lei, erano secoli che aspettava di poter tornare con il suo partner.

-Icy? –provò Phely curiosa

La fenice annuì accettando il nome e strofinandosi contro di lei, era contenta di essere di nuovo con un master, dopo tutto quel tempo avrebbe incontrato di nuovo il suo draghetto

Perché dopotutto quella fenice bianca era la partner di quel grosso drago nero che l’Imperatore aveva evocato come proprio famiglio secoli prima

Non poteva più aspettare di vederlo

****

-Grazie di essere venuto –disse il preside contento

Il moro dagli occhi oro annuì appena leggermente distratto.

Non gli piaceva lasciare soli i bambini, specie quando erano di pochi anni come Jonathan

Inoltre erano suoi figli…non avrebbe sopportato le guardie per più di pochi minuti

Non capiva nemmeno perché aveva accettato di venire in accademia

Parte di lui sapeva perché ma si rifiutava di pensarlo

Viktor e Damon erano un mal di testa costante nel parlargli della figlia del suo migliore amico

Al punto tale che aveva iniziato a pensare all’argomento quando era solo

Se era davvero la sua partner che avrebbe fatto?

Si ricordava da giovane, quando Aaron gli presentò sua moglie Roze, all’epoca fiancé, che aveva detto ad Aaron un “è molto bella e molto simile al tipo di donna che vorrei ma non mi istiga più di tanto se non per l’aspetto”

Di norma poteva essere visto come cattivo se diceva così, ma Aaron era sollevato della cosa

Dopotutto se l’aspetto lo intrigava…poteva dire solo una cosa e sia lui che Roze iniziarono a fantasticare su una figlia femmina da allora

Lui stesso sperava di vedere una figlia loro

La immaginava parecchio allegra e gentile, con un carattere forte e deciso, un cuore buono e un sorriso che scioglieva qualsiasi problema, calma e serena…

E poi l’incidente accadde…ci era…rimasto molto male e non era sicuro fosse solo per Roze e Aaron

E ora si ritrovava la figlia adottiva di Roze, che si diceva fosse identica alla madre per certi versi, che veniva chiamata mamma da Damon e Viktor e che aveva avuto il tempismo di diventare adulta quando suo figlio minore era nato…erano belle coincidenze

Quando vide il suo famiglio, un drago nero, apparire dal nulla tutti si congelarono

-Flame? –chiese confuso

Il suo famiglio scattò in avanti e iniziò a volare fuori dalla stanza

-Jonathan! –capì l’Imperatore correndogli dietro e chiamando le guardie- dov’è Jonathan?!

-Sire…è sparito

-E nessuno ci pensa ad avvisarmi!?

Era ovvio che il famiglio fosse corso in azione! Erano i suoi piccoli in pericolo…

Quello…e la sua partner era stata evocata ma dettagli

****

Jonathan era contento a barcollare per i corridoi seguendo l’istinto draghesco che possedeva. Dopotutto l’istinto diceva che se papà era impegnato si doveva andare dalla mamma e secondo ciò che Damon e Viktor dicevano, la mamma era in quell’edificio grosso e tanto rumoroso.

Voleva vederla perché l’istinto diceva che era lì e che lo voleva coccolare.

-Questo…è il figlio dell’Imperatore? –chiese Elly entusiasta

Perché quella brutta persona lo guardava così…?

-Vieni qui piccolo…dobbiamo fare conoscenza…

 

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