I became the Father of the Male-Lead
Capitolo 1: So this sucks…
-Dio…non ti riconoscevo nemmeno Jake, sembri un’altra
persona…
-Vado con Alexei ora, ho avuto un incidente e…beh lunga
storia ma ho perso i miei documenti e già che c’ero me li sono fatti rifare e ho
cambiato nome
-Alexei? Ah forse è per quello che non ti ho trovato negli
ultimi mesi…Alexei…
-Alexei Wolkoff
L’avvocato lo fissò- russo…?
-Si
-Perché?
-Lunga storia
-Ok…comunque volevamo parlare della tua ex e…
-Ho un assegno per lei…per gli alimenti che non ho pagato in
questi tre anni, per lei e il bambino
-…
-Cosa?
-Sei…davvero cambiato
Certo che era cambiato, non era l’originale proprietario di
quel corpo dannazione.
Non era nemmeno lui sicuro di cosa fosse successo.
Era Alexei Wolkoff, un generale militare pluripremiato che
era in missione. Nulla più, nulla meno. Era una normale missione in territorio
internazionale e finì con l’avere un incidente. Salvò James, il suo migliore
amico, ma finì in…qualsiasi cosa fosse quel buco che era esploso dopo che lui
c’era finito dentro.
Era ancora confuso ed era in controllo da un mese.
Si era svegliato come “Jake Stuart”, il padre del
protagonista maschile di una novel che aveva letto durante una serata di
sorveglianza del confine.
Era una stupidamente irritante Novel, ottima per tenere il
suo sangue bollente e tenerlo sveglio per la pura rabbia. Jake era un
alcolizzato e drogato pezzo di spazzatura, la moglie lo lasciò e lui finì con
l’ammazzarsi in qualche buco di fogna come era giusto che fosse. Jake era
spazzatura, lo sarebbe sempre stato nei suoi occhi.
La novel sorvolava su tutto, l’unica cosa che si sapeva di
Jake era quello quindi non aveva altri dati su lui. Aveva dati sul resto. Dopo
la morte di Jake, Natasha crollò ancora di più. Natasha Black, una bellissima
rossa con occhi verdi, era la madre del protagonista della novel che ebbe la
sfortunata idea di sposarsi un ricco CEO di nome Ludovic che procedette a
diventare fisicamente e verbalmente abusivo verso sia Natasha che il
protagonista.
La novel finiva con Viktor che uccideva il patrigno a
diciotto anni dopo che la madre venne strangolata a morte da lui.
Che bella novel eh?
Si era svegliato in un magazzino, circondato da siringhe e
bustine vuote. Si alzò da lì e si portò all’ospedale più vicino. Aveva i suoi
documenti con sé ma non li avrebbe usati quindi li lasciò lì con il telefono,
l’unica cosa che portò oltre dei soldi fu un biglietto da visita dell’avvocato
di Natasha che per qualche ragione Jake aveva tenuto.
Non era stupido, sapeva benissimo che doveva iniziare da
capo e di sicuro non avrebbe rischiato di morire per colpa degli errori di Jake
ma non voleva nemmeno abbandonare chi Jake aveva abbandonato.
Chiese a un passante di chiamargli l’ospedale, aveva vestiti
rotti e segni sui polsi, tutti pensarono fosse stato rapito onestamente. I
medici fecero dei check e gli dissero che la droga datagli era sparita.
-Quanto non ricordi?
-Credo…un mese?
-Devi essere stato sedato per parecchio, il tuo nome?
-Non ho i miei documenti con me…
-Puoi cambiarli, devi riportare la cosa alla polizia e…
Dopo una doccia nell’ospedale e un cambio, gentilmente
datogli dalla polizia che era venuta a indagare, il suo aspetto era…strano?
Era chiaramente un biondastro dagli occhi blu ma il suo
volto sembrava più un filtro sul proprio che un nuovo volto. Era strano ma
sentiva che qualcosa si stava lentamente muovendo sotto la sua pelle…
Dopo il report la polizia fu estremamente utile e lo aiutò a
fare i nuovi documenti, il suo DNA venne letto dal sistema e…
-Ah! Alexei Wolkoff, russo? Non sapevo avevamo un generale
con noi
E a quanto pare Jake non esisteva più
Fu facile riavere i propri documenti, anche se la cosa non
aveva senso. Come faceva lui ad esistere in una novel? Oh beh…
Trovò lavoro facilmente e spese un mese di tempo a
sistemarsi, con il suo talento fisico divenne velocemente un bodyguard per un
nightclub molto popolare e ottenne abbastanza per coprire il costo del
mantenimento che doveva a Natasha e sostenersi allo stesso tempo. Non pensava
avrebbe chiamato così l’avvocato di Natasha
-Jessica Williams, come posso aiutarvi?
-Jessica? Sono Stuart
-…
-Possiamo vederci?
-Se sei ancora sotto droghe io…
-Puoi farmi il test, non ho più nulla nel mio sistema da
parecchio
-…Ok…vieni al mio ufficio, ricordi dov’è?
E ora era lì. Jessica prese la busta sospetta ma decise di
dargli una chance
-Non pensare che questo…
-Lo so, ciò che ho fatto non è perdonabile, voglio solo
correggere i miei errori e migliorare da essi, non voglio cancellarli
-…
Dopo ciò, tornò a casa e non si aspettò né chiamate né
messaggi. Onestamente sarebbe stato un miracolo se Natasha voleva vederlo o
sentirlo.
-Alexei Wolkoff
-Ehm…mi spiace…ho sbagliato numero io…oh dannazione Jake…
-Natasha?
-Si?
-Sono…ho cambiato nome -disse subito Alexei capendo- ho
perso i miei documenti parecchio fa dopo che mi hanno drogato quindi li dovevo
cambiare e ho scelto di iniziare di nuovo
-…sei…il mio ex marito?
-Si
-La tua voce è diversa
Anche l’anima dentro il corpo lo era…
-Ho ricevuto l’assegno da Jessica e l’ho incassato solo per
provare che era falso e…mi spiace…hai davvero…
-Che ne dici se ci vediamo? Così chiarisco ogni domanda che
hai
-Non porterò Viktor
-Va bene, so che non merito la chance di vederlo se non sono
prima ok con te. È mio figlio ma è anche chi ho ferito maggiormente con il mio
comportamento
-…
-Natasha?
-Scusami solo…nulla…ci vediamo alla statua al centro della
stazione Est?
-Si, volentieri, quando?
-Domani?
-Ok, sarà un piacere vederti.
***
Natasha in quel momento era un mare di emozioni
-Sei sicura di voler andare?
-Si, ha pagato tutto…erano oltre 30.000 dollari, voglio
almeno sapere dove ha preso i soldi e…Jessica ha confermato che gli hanno fatto
un test per controllare se era pulito, non ha nulla nel suo sistema da almeno
un paio di mesi
-Ok allora…chiama se servo ok?
-Si papà tranquillo
La verità era che…non sapeva come sentirsi.
Jake era l’amore della sua vita per un grosso periodo di
tempo ma quando iniziò a fare uso di droghe sapeva che non poteva rischiare di ferire
Viktor e lo divorziò. Fu uno stronzo durante il divorzio ma non fu mai
verbalmente o fisicamente abusivo, cercò più volte di ritardare il processo ma
non era…non era cattivo. Aveva un problema con alcol e droga, non era però mai
stato nemmeno lontanamente abusivo con lei, cosa che rendeva il stargli lontano
ancora più difficile per lei.
-Mamma, come mai ti vesti così?
-Vado…vado a incontrare il tuo papà
-Papà sta meglio?
-Spero di sì tesoro, se starà meglio lo andremo a vedere
insieme ok?
-Si!
Viktor era una copia del padre, biondo con occhi blu. Era
sempre stato il loro tesoro e Jake decise di divorziare solo dopo che lei gli
fece capire che poteva diventare un pericolo per lui. Jake non era cattivo,
tutti volevano renderlo crudele e cattivo ma non lo era…era solo drogato.
Era il tipo che sveniva non diventava violento, quando
beveva il massimo dell’abuso che le aveva mai dato era dover ripulire quando
vomitava…
Forse avrebbe dovuto provare di più a farlo andare a qualche
centro invece di tagliare i rapporti e…
No, era per suo figlio che l’aveva fatto.
Quando lo vide in distanza si congelò un secondo. Era
cambiato parecchio, non abbastanza da non essere riconoscibile ma abbastanza
che poteva scambiarlo per un estraneo.
-J…Jake?
I suoi occhi erano più chiari di quello che ricordava, era
sicura fossero blu scuro ma sembravano quasi ghiaccio e…
-Natasha
No…era lui. Il sorriso era il suo, il suo di prima delle
loro nozze.
-Sei…stai meglio -disse lei guardandolo, era sempre stata
più bassa di lui…? Forse aveva smesso di usare lo stesso numero di tacco…no ora
che ci pensava aveva rimosso parecchi dei suoi tacchi alti per correre dietro
Viktor e ora con tacchi bassi non arrivava nemmeno alla spalla di Jake…
Era strano, sentiva che era diverso ma il cervello
correggeva che non lo era.
-Andiamo al bar? Così parliamo
-Si
Era così…diverso.
-Come…mai sei cambiato?
-Non so benissimo come la prenderai quindi sarò onesto…ho
zero ricordi di ciò che è successo dal nostro divorzio a quando mi sono
svegliato in un magazzino con polsi legati e siringhe intorno
-…tre anni…sono tre anni che non mi contatti, mi stai
dicendo che…
-Sono andato da un amico dopo il divorzio, almeno lo
consideravo tale ma…beh ora è in carcere per rapimento, traffico e spaccio di
droghe quindi…
Era in imbarazzo a dover confessare cose che non aveva fatto
ma per Natasha era rimorso per le proprie azioni
-Ti ha drogato?
-Mi ha introdotto e mi ha drogato abbastanza che sono andato
k.o. abbastanza tempo che mi volevano aprire -disse Alexei calmo- ho perso i
miei documenti, la polizia dice che volevano probabilmente vendermi e senza
quelli era meglio quindi…
-Oh mio dio…
-No, non provare pietà e non provare sensi di colpa. Le mie
azioni hanno avuto le conseguenze che hanno avuto, non hai nulla di cui
sentirti colpevole e soprattutto non devi pensare che non ho colpe. Ho scelto
io di andare a prendere quelle dosi e di bere, cosa ho fatto è SOLO colpa mia,
ok?
-Si…
Era…aveva davvero voglia di piangere e farsi consolare. Era
così diverso…
-Sono pulito -le assicurò lui mostrandole i risultati dei
test
-Lo so, Jessica me l’ha detto
-E non tocco alcol da quando mi hanno dimesso dall’ospedale
e se lo tocco non è mai abbastanza per essere alticcio
Lei annuì stringendo i risultati. Stava…facendo progressi,
stava cambiando.
-Non voglio chiederti di tornare con me, non merito seconde
chance, ma voglio provare ad esserci sia per te che per Viktor.
Lei annuì di nuovo cercando la mano di lui e stringendola
quando lui gliela prese.
Dopo ciò parlarono di tutto e di più. Del lavoro di lui al
nightclub, di come era diventato un buttafuori abbastanza di successo, della
scuola di Viktor, delle mamme con cui lei litigava, di come le andava il lavoro
di scrittrice, di come il padre di lei aveva un nuovo fucile da caccia di cui
vantarsi, di come Viktor chiedesse di lui
-Gli ho detto che eri malato…
-Lo ero, non devi sentirti colpevole
-Ho tenuto tuo figlio lontano da te
-E io mi sono andato a drogare e alcolizzare quindi direi
che me lo merito
-Jake
-Alexei
-Alexei? -chiese lei divertita
-Si, Alexei Wolkoff
-Russo? Sul serio? -rise lei
-Cosa posso dire? Suonava…eroico
-Oh andiamo
Non ci voleva un genio per capire che Natasha non voleva
divorziare da Jake. Bastava guardarla, era una donna devota al marito che se
avesse potuto sarebbe rimasta con lui, il padre di lei e la famiglia di lei
fecero lo sforzo di convincerla a lasciare andare Jake. Per lei però non era
finita dopo il divorzio, spese mesi a cercare dove Jake fosse finito e…fu lei a
scoprirne la morte per prima e crollare.
Nella novel era chiaro che uno dei motivi per cui l’abuso
del patrigno continuò così tanto era perché lei si incolpava di non aver
salvato Jake.
-Ho una foto di Viktor, di oggi…
-Posso?
-Si
-Ma guardalo…è cresciuto -sorrise Alexei
-Ti somiglia moltissimo
-Davvero?
-Si…i tuoi non lo stanno vedendo
-Se i miei si avvicinano tu chiami la polizia e gli dici che
loro figlio ha chiesto di chiamarli a vista
-Sei sicuro…?
-Non so bene cosa pensavo quando ero sotto sostanze ma…erano
sempre stati crudeli con te no?
-Si
Prima di sposarsi con Jake, Natasha ebbe una delle peggiori
relazioni con i suoi genitori. Una delle cose che Jake mostrò saper fare in
maniera corretta, una delle poche secondo il padre di lei, fu immediatamente
chiudere i ponti con i propri genitori. Erano abusivi verbalmente e la madre di
lui voleva comandare Natasha come una schiava, Jake per quanto idiota non
l’avrebbe mai permesso.
-Inoltre, sei sua madre
-…?
-Hai il diritto di dire a chiunque, me compreso, un bel “No,
non avrai rapporti con mio figlio, non lo vedrai e non sarai nella sua vita”
-le assicurò Alexei
Lei annuì stringendogli di nuovo la mano
Si sentiva così…instabile. Voleva solo piangere. Era quel
pianto di quando tutto era andato storto per mesi e finalmente qualcosa andava
correttamente, quel tipo di pianto.
Aveva vissuto tranquilla senza il marito, per carità la sua
vita era stata calma e pacifica e nessuno osava menzionarlo. Era però l’uomo
che amava che per tre anni non sapeva se era vivo o morto, un agente le aveva
anche detto che c’era più del 80% di possibilità che era morto in qualche
vicolo infestato da ratti.
Era terrorizzata di ricevere qualche chiamata su quello e
ora…e ora era davanti a lei, in salute e pulito. Era come se per tre anni
l’intero incubo era solo quello, un incubo. Era così felice…
-Possiamo rivederci? Con Viktor
-Sei sicura? -chiese lui sorpreso dopo che aveva pagato
-Si…voglio darti una possibilità di essere un padre ma se
osi fare qualsiasi cosa…
-Sarò di diamante e se oso buttami fuori a calci e fammi
sparare da tuo padre- le assicurò lui
Lei sorrise e cedette al tirarlo in un abbraccio- non hai
idea di quanto io sia felice di vederti vivo J…Alexei
-So che è da vigliacchi cambiar nome ma volevo iniziare
nuovamente, voglio iniziare come se fossi una completamente diversa persona e…
-Lo so…andrà bene -sorrise lei sfiorandogli il volto- ti
scrivo ok?
-Si, fammi sapere quando e dove vuoi vederci, puoi chiedere
a tuo fratello di venire se ti senti più a tuo agio…
-Sicuro?
-Onestamente mi semi-aspettavo di vedere una canna di fucile
in faccia oggi quindi sono sicuro -sorrise lui
Lei gli sorrise- ok, vedrò che fare allora
Alexei l’accompagnò al taxi e la salutò prima di andare a
casa e prepararsi per il turno quella sera. Non era la sua vita, non era la sua
ex-moglie e non era suo figlio ma…ora lo era. Jake era un idiota che aveva
perso una perfetta moglie per una bottiglia, non voleva rubargli la moglie ma
voleva essere lì per fare ciò che lui non aveva fatto e proteggere la famiglia
di lei.
Onestamente parlando non sapeva nemmeno se era stato mai
violento con lei in qualsiasi modo, non aveva i ricordi di Jake a parte vaghi
“lui X, ha un fratello chiamato Z e una moglie chiamata Y”. Erano troppo vaghi
e per quello che ne sapeva, Jake era un abusivo, molestatore e violento uomo
che non meritava di vivere.
Non voleva farsi perdonare, non meritava perdono anche se
non erano cose fatte da lui il problema, voleva solo aiutare Natasha a trovare
un nuovo inizio, a stare meglio e a crescere Viktor con una buona figura
paterna.
In pratica? Voleva solo aiutare Natasha e Viktor, il resto
non contava.
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