Mixed Blood
Capitolo 1: I can’t stay
still!
Non poteva che sospirare alla situazione in cui si trovava
ora. Era decisamente colpa sua se era finita nei guai però quindi…
Il nome della ragazza era Renée-Bell, che significava
“campana della rinascita”, era una scrittrice che pubblicava su un proprio sito
online e il uso più famoso lavoro era un libro chiamato “Mixed Blood” che si
concentrava sull’avventura di un ragazzo e su come avesse lentamente cambiato
il mondo.
Aveva creato otto razze in quel mondo, ognuna con un dono
particolare:
Gli “Undead” che erano appunto non-morti, erano esseri che
avevano controllo sui morti, che erano difficili da uccidere e che erano privi
di forti sentimenti, rendendoli quasi apatici al mondo. Non erano
necessariamente cattivi ma non erano nemmeno necessariamente buoni. Erano
egoisti e sopravvivevano a molte ferite, potevano salvarsi dalla fine se si
nutrivano dell’anima di qualcuno ed erano generalmente visti in cattiva luce.
Gli Gnomi, erano esseri di bassa statura con un aspetto
umano, avevano una grande sete di conoscenza e abilità tecniche, potevano
inventare e costruire di tutto e potevano diventare ossessionati dalla propria
creazione. Non erano crudeli ma erano molto egoistici, se non era qualcosa che
interessava loro non avrebbero aiutato nessuno.
I Beastkin, o Werebeast, che erano umani di aspetto ma con
parti di bestia in loro, ovvero orecchie, coda, ali, squame e cose del genere.
Erano forti e selvaggi, indomabili e molto istintivi. Non erano i migliori a
ragionare e seguivano l’istinto. Erano molto simili a delle bestie e vi era una
grande varietà nella loro razza.
Gli Umani, che erano appunto umani. Avevano grandi
conoscenze e potere magico, sapevano combattere con le armi ed erano furbi.
Tuttavia erano anche egomaniaci e credevano di essere il centro del mondo
quindi non erano esattamente le persone più amichevoli con cui avere a che
fare…erano poco tolleranti anche.
I Demoni, che erano appunto demoni. Erano parecchio forti e
il loro potere distruttivo era enorme. Avevano una grossa “sete” sessuale e non
erano restii nel prendere ciò che desideravano. Erano onesti, stranamente, e
preferivano prendere e fare ciò che volevano senza essere troppo nascosti nella
cosa.
Gli Angeli, che erano appunto angeli. Erano parecchio abili
a difendere e curare. Erano privi di desideri, per la maggior parte almeno, e
credevano di essere la razza “prescelta” dal dio creatore. Era una fortuna se
non ti facevano una predica di un’ora su come loro fossero i migliori. Erano
stranamente privi di compassione e umiltà.
Gli Elfi, che erano appunto elfi. Erano esseri con abilità
eccelse nelle foreste e con la natura, erano bellissimi e furbi, erano i
migliori con l’arco ed erano orgogliosi come pochi, erano purtroppo privi di
forti sentimenti e passioni perché credevano fosse meglio evitarne per essere i
migliori.
Infine vi erano i Draghi, che erano appunto draghi. Erano in
grado di prendere due forme, una semi-umanoide con corna e ali, e una
totalmente da drago. Erano forti e molto duri a morire, semi-immortali e molto
vicino a dei per gli standard che avevano, erano però in difficoltà con il
numero dei propri membri, di fatto faticavano a riprodursi per lo scarso numero
di draghi in vita. Era difficile per loro controllarsi se perdevano la calma e
se entravano nella stagione di amore o veniva dato loro un particolar
frutto…beh non avrebbero avuto difficoltà a prendere uno o più partner insieme.
Erano infondo doppiamente dotati là sotto i maschi, il che rendeva la
copulazione con altre razze abbastanza…dolorosa per le prime volte…
Le razze erano state create per convivere ma per vari motivi
gli dei assegnati alle razze decisero di andare uno contro l’altro creando
quella che era la situazione nella storia, ovvero ogni razza stava per cavoli
propri e figli con membri di altre razze erano o uccisi o scacciati perché
diversi e sbagliati. La cosa comportava che pochi nascevano con sangue misto e
ovviamente quelli che nascevano con sangue misto avevano una vita breve e
dolorosa. Come potevano in fondo vivere se tutte le razze erano abbonate al
purismo di sangue?
Otto Dei minori però, uno per ogni razza, finirono con il
rompere il tabù che vi era stato posto e in segreto diedero alla luce quattro
figli. Una delle dee degli Undead e un dio degli gnomi ebbero un maschietto, un
dio dei Beastkin e una dea degli umani ebbero una femminuccia, un dio dei
demoni e una dea degli angeli ebbero un maschietto, infine un dio degli elfi e
una dea dei draghi ebbero una femminuccia…come alcuni di loro abbiano avuto
figli era un mistero ma dettagli. I quattro nati erano stati nascosti nel mondo
dei “mortali” e i genitori finsero di non averli mai avuti, nascondendo la loro
esistenza e tranciando ogni relazione tra loro. Il maschio mezzo-gnomo e
mezzo-Undead incontrò per caso la femmina mezza-Beastkin e mezza-umana,
innamorandosene e facendo con lei un maschietto, nel mentre il maschio
mezzo-demone e mezzo-angelo si innamorò della femmina mezza-elfa e mezza-drago,
ottenendo una femminuccia dalla loro unione. I due nuovi nati finirono insieme
e diedero alla luce un maschietto che poi abbandonarono in orfanotrofio quando
vennero scacciati e inseguiti nella speranza che il figlio sopravvivesse.
E la cosa fu così.
Karma, il bambino nato dall’unione dei due e di aspetto
umano, era il protagonista della storia Mixed Blood che Bell aveva scritto.
Nella storia Karma cresceva come umano ed era popolare ed amato, finché il suo
DNA non si risvegliò e si trasformò in un’altra razza per errore. Venne
cacciato come un mostro, abbandonato da amici e primi amori, tradito da tutti e
alla fine si ritrovò nel regno di mezzo, quello dei non-morti, dove riuscì a
sopravvivere solo perché il suo lato Undead si era risvegliato e aveva preso il
controllo, lasciandolo in fin di vita. Nella storia incontrava un gatto a nove
code da cui prendeva l’energia vitale e si salvava, purtroppo il gatto era
portatore di sfiga e lo forzò a vivere una lunga serie di disavventure. Durante
il suo viaggio scoprì le varie razze che possedeva e i suoi poteri aumentarono,
creò un harem e mostrò al mondo chi era il più forte, sfidò gli dei e vinse su
tutti. Vivendo per sempre felice e contenti…
Le otto dame che Bell aveva creato per lui erano diverse in
aspetto, razza e personalità, creando una preferita per ogni fan dell’opera e
dando a Karma, dotato di otto volte più stamina a letto di qualsivoglia essere
vivente, una bella scelta per ogni notte. Lo scopo di Bell era renderlo felice,
era sinceramente innamorata di Karma e di come era uscito e aveva ogni
intenzione di dargli un finale felice, rompendo la sua credenza che la vera
coppia dovesse essere formata solo da due. Più che altro Bell non sopportava
l’idea di fare un harem, ironicamente però creò per il suo preferito un harem.
Non era la coerenza fatta persona Bell, anche perché nonostante odiasse mettere
Karma in difficoltà non gli dava nemmeno mezzo secondo di pace fino alla
fine…era abbastanza contraddittoria…
Come allora l’autrice era finita in quel posto? Beh…era
leggermente morta…diciamo che aveva leggermente sovraccaricato la propria vita
ed era morta di troppo lavoro…
Era nervosa in quel periodo, la sua famiglia continuava a
ricordarle che doveva sposarsi, che come sua sorella maggiore, suo fratello
minore e ogni dannato membro della famiglia doveva fare figli e trovare
partner…e lei che voleva farsi i cazzi suoi non andava bene apparentemente…
La cosa la portò a lavorare più della norma per avere una
scusante per evitare la famiglia e per levarsi dalla testa i problemi che aveva
e alla fine…era morta.
-Almeno non mi possono chiedere se mi sono trovata un
fidanzato ora…- mormorò sospirando leggermente e rialzandosi dal pavimento
non-pavimento che era la zona dove si trovava.
Il regno di mezzo era uno specchio che guardava a uno
specchio se si voleva. Era un cielo perennemente sereno che veniva rispecchiato
dal suolo, la cosa dava l’impressione di fluttuare nel nulla, non vi era sole o
luna, vi erano stelle e nuvole. Era impossibile distinguere dove si camminava e
se vi era o meno una direzione. Era impossibile dire se si stesse avanzando o
girando intorno…era snervante a dirla tutta e l’unico punto di riferimento era
un raggio di luce nella distanza che era l’equivalente di un arcobaleno nel
mondo normale, era una illusione e non potevi mai sapere se fosse o meno vicino
o lontano perché non era lì.
Sospirò guardandosi intorno e decise di camminare verso il
raggio. Non aveva molto da fare a prescindere se non camminare.
Il regno di mezzo non era privo di strutture, vi era una
struttura di fatto, un vecchio tempio semi distrutto con un albero in mezzo, il
luogo dove il nuovo Undead Karma si andò a coricare mentre le sue forze lo
lasciavano. Il problema era che le strutture erano invisibili finché non eri
vicino ad esse. Finché non eri molto vicino non potevi vederle. Di fatto ciò
era un modo per gli Undead di sbarazzarsi dei vivi. Lasciali girare in eterno
nel nulla e moriranno di fame e sete, dopotutto lì il tempo continuava a
scorrere.
Bell non era preoccupata, era già morta dopotutto. Se era o
meno nella sua storia era irrilevante, si sarebbe goduta l’esperienza e avrebbe
fatto il suo viaggio poi nell’aldilà o quel che era quando sarebbe stato
deciso. Per questo iniziò a camminare con calma verso il raggio di luce.
Nel mentre la sua mente tornò alla sua storia. Forse questa
era una illusione della sua mente che le dava la possibilità di vedere il suo
mondo per un’ultima volta…poteva essere quello in fondo.
Continuò a camminare per un tempo indefinito. Poteva essere
un’ora, poteva essere un giorno, poteva essere una settimana.
Il tempo era difficile da identificare, il cielo cambiava
colore ma era impossibile da distinguere il “giorno” dalla “notte”. Ma sapeva
che nella sua storia Karma spese tre lunghi mesi a studiare dal suo libro e
imparare le strade dei Undead prima di uscire dal regno.
Karma era il protagonista, aveva intorno a sé la benedizione
del ruolo, era immortale fintanto che il plot non diceva che poteva morire, era
impossibile venir battuto se il plot diceva che avrebbe vinto…era un cheat,
sfortunato e difficile ma un cheat rimaneva. Bell era particolarmente abile nel
rendere il tutto meno “forzato”. Le vittorie erano meritate, un misto
dell’ingegnosità del ragazzo e di buona fortuna datagli dal suo ruolo. Erano
credibili i risultati e i personaggi erano tutti amati ma non era certa di come
avrebbe ora reagito lei di fronte al suo prediletto. Era di parte, avrebbe dato
fuoco all’intero mondo se Karma glielo avrebbe richiesto, era quel tipo di
persona che avrebbe favorito il protagonista se avesse voluto una storia nel
suo modo ma voleva dargli vita, non poteva farlo vincere senza lottare in fondo,
no?
Per questo il suo cuore si fermò quando vide le rovine. Era
una vecchia chiesa di qualche dio crollata per colpa di un albero che era
cresciuto al centro di essa. La terra era fredda, umida e sporca, non era segno
di vita intorno a loro, solo macerie, distruzione e un vecchio salice che
sembrava piangere le memorie passate.
Poggiato al tronco uno scheletro coperto da un mantello nero
rovinato dal tempo con un libro stretto debolmente nelle sue mani scheletriche.
La sua arma, il suo adorato capolavoro, il cheat per eccellenza… “Gods’ Killer”.
Un’arma che assorbiva le abilità di armi più forti e le univa. Era l’arma che
cambiava con il proprio padrone.
Karma era un Undead? Diventava un libro di necromanzia con
la più grande conoscenza esistente al mondo sulla materia.
Karma era uno Gnomo? Diventava un guanto in ferro con
abilità telecinetiche e la capacità di trasformarsi in qualsiasi strumento
esistente per aiutarlo con la sua manualità.
Karma era un Beastkin? Diventava una lunga e pesante arma di
combattimento corpo a corpo.
Karma era un Umano? Era una spada lunga e possente con
poteri impareggiabili.
Karma era un Demone? Diventava una spada con capacità
demoniache imbattibili.
Karma era un Angelo? Diventava un bracciale con la miglior
difesa esistente.
Karma era un Elfo? Diventava un arco dall’imbattibile
precisione.
Karma era un Drago? Diventava qualsiasi tipo di arma che
potesse aiutarlo.
Erano le forme base quelle ma non erano certo le forme
obbligatorie! Più armi Karma otteneva, più le sua scelta aumentava nel evocare
il potere di Gods’ Killer, o GK per brevità.
Vederlo così le ruppe il cuore e aspetto, osservandolo per
un paio di momenti per l’arrivo del gatto. Era distrutta mentalmente, perché
aveva messo il suo bambino in quella situazione? Non poteva essere meno
crudele? Minuti passarono e la luce negli occhi di Karma iniziò a spegnersi.
Alla fine…Bell non poté star ferma e avanzò in fretta.
Il rumore di passi e di leggeri campanelli fece alzare la
testa di Karma il più che poteva, la vista oscurata non permetteva lui di
vedere ma non era il gatto quella creatura che si era avvicinata. Era confuso a
dirla tutta. Era morto per mano delle sue “adorate” mogli e ora era di nuovo
lì…era di nuovo all’inizio della sua dannata condanna. Il suo viaggio era
tornato al primo giorno. Era più calmo però. Le conoscenze le aveva, aveva le
basi, sapeva cosa dire e fare per salvarsi, sarebbe stata più facile e
soprattutto…non avrebbe sposato quelle otto megere.
Ciò che Bell non sapeva erano tre cose: la prima era che
Karma si era reincarnato e si era risvegliato nel secondo in cui era crollato a
terra vicino all’albero; la seconda era che le otto dame che avrebbero dovuto
aiutarlo, sostenerlo e amarlo erano diventate delle complete donnacce alla fine
della storia, che voleva dire? Diciamo che le otto erano state “perfette”
fintanto che la storia era sotto le mani di Bell, lasciate libere però, dopo il
“fine” della storia, loro erano tornate alle personalità originali, lentamente
ma avevano annullato ogni progresso, facendo pentire Karma di averle amate; la
terza era che il Karma attuale non era il suo “Karma”, il Karma di quella linea
temporale era, in teoria, ancora puro, mancava di tutte le cattiverie che
doveva ancora subire…ma lui era il Karma della fine della storia, quello
tradito, colpito, ferito…quello che di puro ormai sapeva solo il termine.
Era un uomo adulto, non era un ragazzino come in teoria
doveva essere. Non aveva diciotto anni, ne aveva più di cento. Era un uomo che
non aveva solo esperienze nella vita, aveva anche una grossa conoscenza
sessuale, il che lo rendeva ora immune a praticamente ogni bella donna
esistente. Che poteva farci? Dopo un po’ anche il dolce più buono diventava
stancante.
Le due fiammelle si stavano spegnendo ma vide una luce
dorata intorno alla creatura che senza esitazione gli sostenne la testa e lo
baciò. Poteva sembrare una strana mossa da fare ma per un Undead un bacio era
abbastanza per permettergli di prendere l’anima dell’essere vivente e
rinforzare la propria vita. Nel secondo in cui le labbra della donna sfiorarono
lo scheletro immediatamente le fiamme si ripresero e il suo corpo iniziò a
rigenerarsi. Il corpo di un Undead era umano di aspetto, pallido e cupo, ma
umano. Dopo pochi secondi la donna poté sentire delle labbra baciarla e
forzarle la bocca aperta. Il suo corpo venne spinto e incontrò il freddo
pavimento mentre le mani di lui sfioravano e bloccarono quelle di lei,
impedendole di scappare. Era abitudine probabilmente la posizione e la
dominanza che Karma mise nel bacio, dopotutto era normale per lui avere quel
tipo di situazione, non pensò nemmeno al fatto che la stava uccidendo. Voleva
solo mangiarle l’anima e rigenerare la propria forza.
Stava per divorarla totalmente, sentendo la donna diventare
meno reattiva sotto di sé ma non ebbe modo di divorarla completamente.
-Miao
Una peste era venuta a interrompere il suo pasto. Si spostò
dalla donna e guardò il gatto che in passato lo aveva salvato e condannato. Il
gattaccio era la sua sfiga più grande…era davvero tentato di ucciderlo…
Lasciò la donna in pace trasformando il libro in falce. Non
aveva il massimo di poteri ma sapeva ancora come usare la sua arma! Senza
esitare tagliò tutte le code del gatto, questo non sembrò aspettarsi quella
reazione e venne ucciso miserevolmente. Alla fine Karma non esitò a raccogliere
il cristallo che era caduto dall’animale, era l’unica cosa buona oltre a
salvarlo inizialmente che quel gattaccio gli aveva dato.
Sentì del movimento e si girò, pronto per vedere un cadavere
ma venne bloccato da ciò che vide.
-Mai incontrato un ragazzo così aggressivo…- si lamentò Bell
a bassa voce alzandosi a fatica dal pavimento e spolverandosi la gonna. La sua
anima? Intatta. Cosa? Era pur sempre l’autrice, il mondo era sua creazione,
come poteva morire facilmente? Non necessitava cibo, acqua o altro. Era anche
impossibile ferirla con normali mezzi…la situazione di prima? Imbarazzante ma
non impossibile da accettare per lei. Dopotutto il suo bambino era ferito!
Karma non seppe come reagire di fronte alla donna. Era certo
che la conoscesse, magari una delle sue future mogli, ma no. Era la prima volta
che la vedeva. L’avrebbe ricordata una così!
Indossava una gonna nera dai bordi di pizzo che arrivava al
ginocchio aderente e dal taglio professionale, con un leggero spacco ai lati,
scarpe nere con tacco, una maglia aderente nera a collo alto e maniche lunghe,
con maniche di pizzo. Aveva lunghi boccoli che erano color oro con tracce di
altri colori quando la luce li colpiva, i grandi occhi erano di un calmo
argento che rifletteva della luce, le sue labbra erano rosse e invitanti, il
suo corpo era snello, alto ma con curve che attiravano l’occhio…era davvero
bellissima negli occhi altrui. Aveva il portamento di una regina ma Karma non
ricordava che un essere del genere esistesse sulla faccia della terra, in
secoli di vita che aveva, perché non aveva mai visto una donna del genere?
-Ti senti meglio? –chiese lei con un sorriso cordiale che
avrebbe aumentato il battito di chiunque, Karma stesso ebbe difficoltà a
calmarsi, il corpo era di un ragazzino in fondo, non aveva l’abilità di
controllare gli istinti che aveva per ora. Anche se probabilmente avrebbe avuto
problemi persino con il suo corpo maturo e con esperienza.
-Chi sei? –chiese lui ostile, come sempre. Non era qualcuno
che conosceva, poco ma sicuro
Lei sorrise- il mio nome è Renée-Bell, Bell va bene…
-Campana della rinascita…- mormorò lui guardandola- tu…
-Io sono qui per guidarti e darti una mano nel tuo futuro
cammino Karma- disse lei con un sorriso- spero andremo d’accordo.
Nel suo primo giorno di rincarnazione, Karma aveva
incontrato un’anomalia che non sapeva come gestire.
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