Capitolo 7: It has been a
long time
Quando si era risvegliato dopo essere stato morso
era…dolorante. Era confuso anche perché non sentiva molta fame e sentiva solo
fastidio nel corpo. Quando vide la propria mano entrò in panico.
Una mano scheletrica che riusciva a muovere anche senza
nemmeno un muscolo o nervo…era inquietante
Notò poi che gli zombie non lo attaccavano ma che poteva in
qualche modo manipolarli e usarli…
Era un anomalo. Uno zombie ma con la mente ancora di se
stesso…
-Cahira…
Gli venne istintivo pensare alla bella mora e a muoversi per
trovarla. Dopotutto la sua cotta era da anni lì e se poteva tenerla al sicuro…
Per essere onesti…l’aveva trovata settimane prima e la stava
stalkerando.
Doveva solo avere la giusta occasione
L’occasione per prenderla
E Chris qual genio che era…
-CAHIRA!
Gliela aveva data l’occasione…
****
Quando Cahira aprì gli occhi si ritrovò stesa su un letto di
una camera molto lussuosa di un hotel. Subito si controllò il polso per un
battito, controllò di non essere stata morsa e di essere tutta intera. Quando,
con sollievo, si accorse di essere ancora tutta intera e soprattutto viva, si
iniziò a guardare intorno. Era nella suite di un hotel, una suite molto costosa
e in ottime condizioni, cosa fuori posto visto che erano in una apocalisse. Si
alzò e andò a guardare dalla finestra. La città era ancora semi distrutta e
vedeva ancora zombie in giro per le strade. Non stava sognando quindi.
Un’altra anomalia che trovò era se stessa…era caduta da
quell’altezza ma non aveva dolore o ferite…qualcosa era anomalo…
Beh non poteva sapere che il virus che aveva in corpo si era
messo a curarla o che aveva dormito per un paio di giorni.
Un suono di uno zombie la fece voltare verso l’anomalo che
l’aveva salvata. Si fermò a guardarlo. Era un ragazzo alto, muscoloso e
decisamente da vivo era un bel ragazzo. La mano destra era scheletrica, aveva
un taglio che mostrava i denti del lato sinistro del volto, che partiva dal
lato della bocca e arrivava a metà guancia, e una cicatrice sopra il
sopracciglio sinistro che scendeva sotto l’occhio, ma sembrava vecchia di anni
e a giudicare dalle condizioni l’occhio funzionava prima della morte, entrambi
gli occhi erano al loro posto e concentrati sull’osservarla. Aveva folti
capelli neri e occhi color smeraldo, se tolte le parti mancanti, era davvero un
bel ragazzo. Un bel ragazzo vestito di jeans neri, stivali in pelle, una
canottiera rossa sangue e una giacca in pelle nera. Un bel ragazzo che era uno
zombie. Un bel ragazzo che era uno zombie anomalo che ora la stava fissando.
-Ehm…ciao? –provò lei
Lui tirò fuori un cellulare e scrisse qualcosa che la voce
elettronica lesse con un “ti sei svegliata”
-Sì…ehm…perché il cellulare? –chiese lei
-Il mio linguaggio è regredito a una forma non comprensibile
per l’orecchio umano se non per versi privi di senso. Questo facilità la mia
comunicazione con te- rispose lui con il cellulare
-Capisco…grazie…per avermi salvata dall’orda- disse lei
-Nulla
Era un anomalo. Un anomalo che aveva ancora capacità
intellettive e logiche, che ora la stava osservando curioso della sua prossima
mossa o di una domanda a cui rispondere. Era evidente che agognasse quella
conversazione con lei da molto tempo…
-Per…per caso…-iniziò lei- eri…ecco…per caso…
L’anomalo alzò un sopracciglio divertito, se non fosse stato
per il fatto che era morto, aveva una mano scheletrica e il taglio sul viso,
sembrava un normale ragazzo…molto grosso e parecchio muscoloso ma un normale
ragazzo.
-Ecco…eri per caso…a scuola con me?
Lui la guardò sinceramente stupito dalla domanda- non
pensavo ti ricordassi di me Cahira
Lei lo guardò rilassandosi, allora non era una
coincidenza…era il ragazzo che l’aiutava spesso se in difficoltà- eri in classe
con me da anni, è normale che mi ricordi di te. Facevamo la strada insieme per
il bus e io scendevo prima di te vicino al parco. Facevi boxe con il club della
scuola e poi a livello professionale, mentre andavi ancora a scuola e avevi la
reputazione di essere un tempista e…stavi sempre per conto tuo…
L’anomalo la guardò confuso, non credeva che lei lo avesse
mai notato, invece non solo esisteva ai suoi occhi, ma era qualcuno che valeva
la pena di ricordare e tenere in mente per anni- non credevo mi avessi mai
notato
Lei arrossì un secondo per poi sorridergli- Einar Duncan
Wright, non sei non notabile temo
Ducan sorrise a come lei pronunciava il suo nome. Era
innamorato di lei dal primo anno in cui l’aveva vista. Non era amore a prima
vista, ma amore nato da rispetto. Lei era l’unica ad averlo trattato da essere
umano al tempo e lui si era invaghito di lei fino al punto di osservarla da
lontano. Abitava a una fermata da lei e durante i viaggi cercava il coraggio,
mai trovato, di parlarle e dirle ciò che mai avrebbe detto alla fine. Non
voleva una grande conversazione, ma anche un semplice “ciao”, eppure il suo
cervello andava in pappa quando ne aveva avuto l’occasione. Era noto per
intimorire la gente, ma era lei a intimorire lui, aveva paura del rifiuto di
lei, di intimorirla o spaventarla. Eppure ora lei era davanti a lui, un lui
zombie per di più, e non era terrorizzata o almeno non sembrava esserlo.
-Come mai eri lì? –chiese lei
Lui tentennò nel risponderle, poteva dirle che da una
settimana circa la teneva d’occhio più del solito, o che da quando l’apocalisse
era scoppiata lui la voleva trovare, in un modo o nell’altro, o che stava
progettando di uccidere il ragazzo di lei per come la trattava? –ero poco
distante e ho visto l’orda dirigersi lì da voi, così l’ho seguita per vedere
che succedeva…
-Menomale l’hai fatto o…o io…- si strinse nelle spalle
percorsa da un brivido- io…non sarei qui…o almeno non…
Lui si avvicinò e le mise una mano sulla spalla- rilassati
sei al sicuro
Lei sorrise- grazie
Lui sorrise alla cosa- cerca di riposare, devi essere
esausta…le tue cose sono sul tavolo e ci sono dei vestiti nell’armadio. Vado a
vedere per provviste, non serve che io mangi più di tanto ma credo tu debba
mangiare per riprenderti
-Grazie…
Quando lui uscì Cahira crollò sul letto…cosa stava
succedendo?
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