Capitolo 2: An Ice queen
and a cute puppy…
-Facciamo un patto allora- disse Bellrose guardando il rosso
vampiro.
Lui la guardò confuso- un…patto?
-Io ho soldi, ho potere, ho tutto ciò che tu hai appena
detto di non avere…-disse lei alzandogli il mento- quindi non ho assolutamente
intenzione di stare con un uomo che mi può offrire ciò che io ho già…
-Oh…
-Mettiti con me e richiederò tre cose- disse lei alzando la
mano e iniziando a contare- prima di tutto voglio essere l’unica che morderai e
porterai a letto, secondo dormirai con me e terzo…-si portò un dito alle labbra
e sorrise- mi morderai quando mi andrà e quando avrai sete…che ne dici? Ti sosterrò
economicamente, darò ogni cosa che desideri e renderò estremamente potente…basta
solo che accetti
-Ma…è solo a mio vantaggio –disse lui confuso- cosa
guadagneresti dall’avere un buono a nulla come me come ragazzo?
“Un cazzo di ventisette centimetri…” fu tentata di
rispondere Bell ma si trattenne
-Allora…sei un musicista giusto? –chiese lei
Lui annuì
-Che ne dici se mi scrivi una…canzone ogni tanto? –chiese lei
a caso. Onestamente parlando? Non le interessava molto se l’avrebbe o meno
fatto. Un toy boy era solo per piacere sessuale a suo parere.
L’aggiunta però sembrò dargli nuova vita e annuì subito con
entusiasmo- ok, va bene!
Lei sorrise dandogli un biglietto- per iniziare, scambiamoci
i numeri che dici?
Lui annuì prendendolo e congelandosi- Bellrose Enjel
Nightmare…
Come non poteva riconoscere il nome! O meglio lei!
Bellrose sorrise all’imbarazzo e stupore del giovane
vampiro. Rex era il secondo figlio della famiglia Moonlight, il fratello
maggiore, un trentenne di aspetto con più di trent’anni di età, Jacob Edward
Moonlight, capelli neri e occhi rossi, classico vampiro stronzo che non
accettava un no come risposta, era qualcuno che lei conosceva. Dopotutto ci
aveva avuto lunghe conversazioni con lui. Jacob era il proprietario e CEO della
Moonlight, una compagnia potente ma inferiore alla Nightmare. Girava sempre
intorno a Bellrose per affari ed erano all’incirca…quattordici anni o più che
ci provava con lei. Il fatto che lei avesse ventisei anni diceva tutto.
Bellrose aveva preso l’azienda di famiglia, la Night
company, dalle mani del padre a dieci anni di età dopo essersi laureata a otto.
Era considerata un prodigio al di fuori della normale definizione di tale. Nel giro
di cinque mesi, la Night Company divenne la Nightmare prendendo controllo
assoluto sul mercato Tecnologico in cui era immessa. Dopo? Beh…in meno di un
anno di tempo Bellrose rese la Nightmare la compagnia per eccellenza di ogni
settore. Era una donna spietata fin dall’infanzia e non si preoccupò di giocare
sporco o pulito, distruggeva chi voleva a prescindere da razza, famiglia o
etnia. Non vi era una singola compagnia che avesse irritato la donna ancora in
piedi o funzionante. Un’umana dall’aspetto vampiresco e carattere e
comportamento del più puro dei purosangue, unito al sangue unico…come poteva
non attirare ogni vampiro esistente? Purtroppo per loro, Bellrose era più tipo
da levarsi la V-card da sola che darla a qualcuno, letteralmente, e non ebbe
nemmeno il minimo scrupolo nell’iniziare a farsi un toy boy dietro l’altro.
Essere una sugar Mama le piaceva parecchio dopotutto.
Voleva il potere nella relazione, voleva essere in carica
per un semplice motivo…non voleva vivere sotto nessuno, maschio o femmina che
fosse.
-Ehm –Rex si schiarì la voce- p…potresti dirmi dov’è il bus?
Vorrei tornare a casa per cambiarmi e simili…
-Posso accompagnarti io –disse Bellrose- non sai guidare?
Lui scosse la testa- non ho molti soldi e non ho mai avuto
abbastanza per provare a fare la patente…o prendere un’auto…
Lei annuì, non erano affari suoi o cose in cui poteva
ficcanasare il rapporto che lui aveva con il fratello ma di certo Jacob non
aveva problemi economici- beh se mi dici dove abiti ti accompagno volentieri…
Dopotutto poteva andare a lavoro quando le pareva, ah i
privilegi di essere il capo.
-Vivo al 23 di Road Man Carillon 54- disse lui con un sorriso
Il sangue le si gelò nelle vene. Quella parte della città
non era esattamente…raccomandabile- da quanto vivi lì?
-Un paio di anni…
-Solo?
-Prima ero con i miei amici ma loro hanno trovato un posto
nuovo- disse lui
-E tu non sei con loro perché…- iniziò Bellrose
-Non volevo infastidire e il posto è piccolo, inoltre non è
un problema- disse lui- e ci hanno quasi derubato solo tre volte
-…
Bellrose non amava convivere. Ma quella situazione…
Prese il telefono velocemente e cancellò gli appuntamenti
della giornata prima di guardarlo- fatti una doccia su, andiamo all’appartamento…intanto
chiamo la ditta di traslochi…
-Traslochi? –chiese lui- ah ma non serve…
-Non ti lascio in quel buco- disse lei diretta bloccando
ogni protesta- vivrai qui con me, sarà più comodo per entrambi così, non credi?
Lui annuì rosso e andò a farsi una doccia. Quel ragazzino le
dava buone sensazioni…ok la sua spada le dava ottime sensazioni e di carattere
pareva onesto.
-Sebastian –disse al telefono con il suo assistente
personale mentre gli spiegava tutto vestendosi- hai 30 minuti
-Yes Boss
Sospirò chiudendo il telefono. Un coinquilino…non aveva
coinquilini, mai. Non viveva nemmeno con i suoi da quando era nata dannazione…
Si finì di vestire in fretta e guardò il vampiro uscire dal
bagno con un asciugamano in vita- quella doccia si illumina!
Si forzò a non ridere. Quel ragazzino era davvero…
-Dopo che abbiamo preso le tue cose, andiamo a fare due
compere, ok? –chiese lei
Lui annuì, ignaro che avrebbe sperimentato cosa significava
essere un toy boy con una ricca, molto ricca, sugar mamy.
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