Capitolo 8: I like him
*Anni prima*
-Cos’è successo? –chiese di nuovo il sovrano al fianco di
Raven che era appena stata visitata dal medico dopo essere svenuta.
-Con che mi hanno avvelenato? –chiese Raven più calma.
I due stavano insieme da due decenni circa, entrambi erano
felici della relazione come semplice piacere e basta.
Il vecchio Imperatore aveva una moglie sui quarant’anni e
la…esperta assassina aveva qualcuno che poteva impalarla la sera. Vi era una
grossa differenza di età tra i due superiore ai vent’anni ma nessuno si
lamentava.
Beh se lo facevano Raven uccideva quindi…
Alexander non era contrario alla relazione tra i due, per
cominciare lui stesso aveva già trent’anni ed era felicemente sposato con la
sua Sarah, stavano anche tendando di avere un figlio, inoltre non aveva una
figura materna dalla morte dell’Imperatrice quando lui aveva dieci anni per
complicazioni dopo una malattia.
-Sta bene? –chiese in ansia per la donna che aveva preso
ormai il ruolo di madre per lui.
-Parlando francamente, non vi è nulla di errato in
lady…-iniziò il medico
-Che lady? –chiese Raven
-Sua alt…
-Non mi sono sposata questo vecchiaccio –disse Raven
-Ehm…Ms Raven? –provò il medico e all’ok della donna
continuò- non è stata avvelenata
-Che vuol dire? Non sono mai svenuta in vita mia! –disse
Raven
-Che sia una malattia? –iniziò il sovrano, la cosa fece
partire la discussione con Raven e nessuno dei due dava retta al povero dottore
che perse le staffe
-RAVEN ASPETTA UN BAMBINO NON STA MORENDO! –urlò esasperato
il medico
Il silenzio calò nella sala.
-Cosa?! –chiese Raven- hai idea di che età io abbia? Di che
età ha lui!? Già è miracolo che gli si alza e mi vieni a dire che mi ha messo
incinta?!
Il medico annuì- sì…inoltre siete al quinto mese come minimo
Raven si guardò la pancia piatta- da dove?!
-L’Imperatrice era una mongolfiera quando aspettava Alex
–concordò il sovrano
-Aspettate che partorisca e vedremo chi ha ragione! –disse
lui esasperato- è incinta! Trattatela come tale o il bambino rischia danni!
-Come se fosse possibile –dissero in coro i due mentre Alex
era contentissimo all’idea di un fratellino.
Alcuni nobili volevano accusare tradimento ma
misteriosamente erano morti quindi…
-Non sono incinta! –disse Raven furiosa
***
-…- Raven guardò il neonato nelle sue braccia come se fosse
un alieno. Era troppo vecchia per avere figli ed ecco che un bebè maschio, in
perfetta salute, era uscito da lei un mese dopo aver ricevuto la nozione che
era incinta. Come diavolo doveva reagire?! Inoltre il piccolo era stato molto
calmo e pacifico finora, beh era nato da trenta minuti dopotutto, non doveva
dare problemi? Alex era indomabile da piccolo…
-Sire non può…
-E fatemi passare! –ringhiò l’imperatore entrando nella
camera e bloccandosi- davvero un…
-Già –disse Raven altrettanto confusa
Lui si avvicinò più lentamente e si levò i guanti per
sfiorare il volto del figlio. Era ossessionato dall’indossare guanti per un
marchio che portava sulle mani, il simbolo del suo potere magico, simbolo che
Alexander non aveva ereditato.
-Quanto è piccolo…- disse sedendosi al fianco di Raven. Come
se lo percepisse, il bambino aprì gli occhi e due rubini cremisi incontrarono
quelli del sovrano, era impossibile dire che fossero quelli di Raven, era il
rosso sangue della famiglia imperiale quello nei suoi occhi, i tratti dorati
vicino al cerchio nero ne erano la riprova- hey piccolino…
Ricordava ancora quando Alex l’aveva visto, il bebè urlò
disperato e spaventato. Il piccolo invece avuto illegittimamente era lì a
osservarlo curioso e privo di paura. Era la sua copia sputata. Ci era rimasto
molto male quando Alex non aveva ereditato i suoi occhi, i capelli era fesseria
ma gli occhi erano qualcosa che lui voleva riavere in un figlio, erano il
simbolo della sua famiglia. Avrebbe mentito se avesse detto che non si era
commosso nel vederli sul piccolo. Raven non ebbe modo di chiederlo, il vecchio
padre lo prese in braccio di sua iniziativa e spese l’intera giornata con lei e
il bambino…per il mese successivo.
Alex stesso adorava il piccolo e spendeva più tempo possibile
con il fratellino insieme a Sarah che ebbe molto istinto materno per lui fin da
subito. Raven aveva buona impressione della giovane principessa e aveva
acconsentito a renderla la madrina del bambino e seconda madre se le fosse
successo qualcosa.
Chiamarono il bambino Leonhardt Noir Damon per un motivo:
Leonhardt era il nome del padre dell’Imperatore, Damon era il nome del più
grande Imperatore della loro famiglia esistente e Noir…beh era il nome
dell’attuale Imperatore, padre di Leo e Alex. Sapendo che sarebbe morto presto
voleva che il figlio portasse il suo nome nel più vero senso della parola.
Dopotutto lui era Noir Leon Demon, come meglio chiamare il figlio se non
Leonhardt Noir?
Leon era un bambino di oro. Calmo, cortese, facile da
istruire…un sogno per chi aveva avuto a che fare con il tremendo Alex da
bambino. Se avessero chiesto di cosa Noir era più orgoglioso era proprio Leo la
risposta. Nei suoi anni di Impero non aveva mai avuto più orgoglio che nel
vedere il piccoletto in vita.
Quando Noir morì si ritrovò bloccato come fantasma ad
osservare il casino ambulante che suo figlio maggiore era.
-Non piangere dannazione! –urlò davanti alla propria bara al
maggiore che era in lacrime e distrutto. Quando sentì i commenti sul proprio
figlio minore poi- DEI SANTI IO…
-Sono ANCORA il principe imperiale Leonhardt Noir Damon
Demon, se avete tanto da bisbigliare alle mie spalle venitevi a far vedere in
faccia! Solo perché ho dieci anni non vuol dire che non possa condannarvi a
morte! Ricordatevi chi tra noi è al comando e chi può finire alla ghigliottina!
Lo guardò e si calmò, come c’era da aspettarsi dal suo Leo.
-Va a riposarti Alex- disse Leo- vedo io la situazione
-Ma…
-Va da Sarah e da tuo figlio, ci penso io- disse Leon fermo
sulla cosa
Noir sospirò rimanendo accanto al figlio che aveva preso in
mano la situazione come sperava Alex facesse- che ho cresciuto a fare
quell’idiota dannazione…proprio ora che doveva supportare il fratellino mi…oh
beh…per fortuna sei più forte di ciò che tutti pensano.
-Tesoro- disse Raven- se serve…
-Voglio rimanere con l’Imperatore per un altro po’ mamma,
puoi controllare Alex? Ha più bisogno lui che io…
-Ok –disse la donna- sei proprio nostro figlio, duro fino
all’ultimo…quel dannato moccioso troppo cresciuto le sente ora…
Noir annuì con la donna ma quando rimase solo Leo notò una
piccola luce cadere a terra- Leo…
-Perché non sei potuto rimanere di più…- dopo ore e ore a
fare da adulto, il bambino era scoppiato a piangere in silenzio. Persino Noir
faticava a capire cosa stesse dicendo e se non l’avesse visto non avrebbe mai
detto che aveva pianto- hey papà…perché non vuoi passare più tempo con me? Sono
così cattivo che hai deciso di abbandonarmi così in fretta?
-No no Leo…- disse lui maledicendosi per non poterlo
consolare- Leo…
Sentì il bambino sfogarsi per qualcosa che parve un’ora ma
erano solo pochi minuti. Non maledisse nulla, non disse nulla di anomalo, nulla
che non fosse vero in parte o almeno per un bambino. Poi iniziò a promettergli
che avrebbe tenuto l’Impero in ordine e che si sarebbe assicurato che nulla
facesse perdere onore alla loro famiglia.
-Lo prometto papà…
Noir voleva tanto abbracciarlo in quel momento- Leo…
Lo guardò alzarsi e fare un respiro profondo. Rimosse il
guanto destro, aveva preso dal padre la mania dei guanti anche se nessuno l’aveva
mai capito perché. Quando si ripulì il viso con la magia Noir capì perché.
Aveva il marchio della famiglia Imperiale, ciò che lui aveva fino alla morte e
anche ora da spettro. Quello soltanto era già segno che lui era erede al trono
negli occhi del vecchio sovrano.
Quando rimise i guanti non sembrava aver versato una lacrima
e controllò la bara prima di andare a controllare Alexander e consolarlo. Non solo,
Noir poté vedere come Leon si occupò di tenere tutto in regola. Quando sentì
proteste per il titolo di Arciduca Imperiale voleva uscire dalla propria tomba
per farli fuori tutti…
Alla fine suo figlio era più pericoloso di lui quindi…
Era divertente osservare il figlio crescere e guardarlo
senza avere il lavoro in mezzo ai piedi…era anche divertente casualmente
sfiorare Raven in luoghi non proprio casti e vederla reagire come se l’avesse
davvero sentito. Una volta le aveva fatto anche urlare il suo nome…ehm quello
era altro argomento…non che Raven avesse subito rapporti con un fantasma…o che
lei sapesse e avesse proposto la cosa o…
…
Tornando all’argomento figlio. Era davvero felice che il suo
Leo avesse trovato qualcuno con cui spendere la propria vita. Era anche felice
che avesse iniziato a muoversi più serenamente ora.
Dopotutto la felicità di suo figlio era la sua, lo era
sempre stato.
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