WitchandAngel : Capitolo 23: Don't try your luck

Capitolo 23: Don't try your luck

Capitolo 23: Don’t try your luck

Peter si sedette alla sua scrivania e controllò per l’ennesima volta la posizione dove i portali erano apparsi.
“Qualcosa…”
-Qualcosa non torna –finì per lui Peter ricontrollando per l’ennesima volta la mappa
La posizione di apparizione dei portali non poteva essere casuale
“Alex collega i punti”
-Questo simbolo… -mormorò Peter
“Non è il simbolo di quel tizio dai capelli neri? Com’era il nome?”
-Malachia –disse Peter
“Quel che è”
-Perché uno del suo rango dovrebbe apparire così? –chiese Peter
“Trappola?”
-Uhm…- mormorò Peter- non capisco il suo piano
“Perché quello agisce con un piano?”
-Beh…
“No aspetta, quello agisce con un cervello? Siamo sicuri sappia pensare?”
Peter sospirò- un tempo aveva buoni piani
“La sua partner ne aveva, lui agiva come lei voleva e tutti erano felici dei risultati”
Peter si bloccò- lei è ancora nelle nostre prigioni vero?
“Controllo”
Malachia era un…personaggio, se così si poteva dire. Aveva forma umana, un ragazzo dai capelli neri e occhi neri. Aveva un pessimo carattere e non era ciò che poteva essere descritto come un genio. La sua compagna era chi era pericolosa, era furba e intelligente e per abbatterla e catturarla ci avevano speso mesi di duro lavoro.
Anche se lo consideravano un “maschio”, Malachia era un essere senza sesso di teoria. Era un essere che aveva preso controllo di un umano, uccidendolo e usandone il corpo come un “vestito”. Più umano riusciva a sembrare più pericoloso era l’essere in controllo.
Per molti versi erano come le rose ma allo stesso tempo non lo erano. Le rose erano esseri che chiedevano una collaborazione, in cambio del rimanere nel corpo dell’host, entrambi i lati avrebbero collaborato al mille per mille. Diventando in sostanza un unico essere, l’host aveva ancora dei diritti di controllo e la loro relazione è quella di fiducia, amicizia e fratellanza. Non vi era una relazione più perfetta che tra i due, la rosa e l’host condividevano tutto e spesso le rose erano l’unica cosa di cui ci si poteva fidare. Erano partner, non erano oppressi.
Peter sapeva questo meglio di tutti. DK era più che un semplice partner, era l’unica persona che poteva capirlo in ogni occasione. Era semplice per lui dire che DK era la più meravigliosa cosa che gli fosse capitata. DK lo capiva, lo aiutava, capiva il suo dolore, la sua felicità, i suoi gusti…erano migliori amici, erano fratelli, erano la stessa cosa…
Aveva perso il conto delle volte in cui DK l’aveva salvato dai momenti più brutti della sua vita. C’erano parecchi momenti in cui DK l’aveva tenuto sano di mente, l’aveva fatto ragionare, l’aveva aiutato e consigliato…era stato una figura paterna delle volte, altre un fratello maggiore, altre un fratello minore…DK era tutto ciò che gli serviva. Aveva perso i conti delle volte che avevano speso tempo insieme come amici, vedere film, giocare insieme…
Se avesse avuto scelta in passato, se poteva scegliere se prendere o meno il siero…avrebbe detto sì. Si era sentito solo per anni prima di incontrare DK, non importava quanto amasse le persone al suo fianco, nessuno lo capiva come lo capiva DK. Non era solo con DK al suo fianco e non si sentiva solo con DK con sé.
Era felice di avere quella vita.
“Abbiamo tutto sotto controllo”
-Quindi non vuole la sua partner…chi potrebbe…
Un allarme si accese nel rifugio dove i ragazzi si erano rifugiati.
-Che succede? Contatta OR –disse Peter
“Sono sotto attacco”
-Cosa?
“Era una distrazione, avevi ragione” disse DK “ma non vuole la sua partner indietro, vuole prendersi la tua”
-Cazzo…- disse Peter alzandosi e attivando il sistema di emergenza- questa me la paga…



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