Capitolo 5: Who are you?
Lisette guardò quella che poteva solo descrivere come una partita
di carte. Le sembrava un crudele gioco. Poteva vedere Ares evocare animali o
mostri dedicati a lui oppure semidei in vita collegati a lui. Ray fu evocato
nel primo turno e lei si sentì avvolgere dall’ansia. Ade era stato corrotto. Fu
Era a spiegarle cos’era successo.
Nel momento che gli dei furono costretti alla fuga, chi
rimase si nascose e venne ucciso e quindi rispedito dagli altri dei. Quando alcuni
dei tornarono nel mondo mortale vennero infettati da qualcosa che li possedeva
e forzava a cercare gli altri dei e infettarli o ucciderli, distruggevano i
tempi e cercavano di distruggere il mondo.
Era letteralmente un gioco di carte in cui il lato di chi
non era infettato era notevolmente in svantaggio.
Ares venne velocemente sconfitto e rispedito nella platea. Per
fortuna la sconfitta non equivaleva alla perdita immediata del dio al lato
oscuro e anche se i semidei sul campo di battaglia venivano colpiti
mortalmente, quando la partita finiva erano semplicemente privi di energie.
Dopo Ares salì Zeus per provare a vincere contro il corrotto
Ade.
Lisette si sedette vicino all’esausto Ares e gli diede una
bottiglia di acqua che aveva nella borsa- stai bene?
Lui le sorrise e posò una mano sulla testa- tranquilla
piccola, ci vuole più che una sconfitta per distruggermi…
Lisette annuì e guardò gli dei rimanenti prepararsi in caso
dovessero andare dopo di Zeus: Era, Poseidone, Atena, Bacco e Ermes furono i
primi che riconobbe.
-Siamo dodici- disse Ares- gli altri sono ancora a
recuperare dopo ieri…
Lei annuì piano e portò la mano al petto guardando Zeus
venir scagliato contro il muro dietro di sé- non è imbrogliare attaccare il dio
sulla postazione?
-Non se ne fregano delle regole –disse Ray tranquillo, aveva
scoperto che Ray era figlio di Ares tra parentesi- noi siamo forzati a
rispettarle…inoltre quello è uno dei grandi tre, è difficile vincere contro Ade
di norma, figurarsi se potenziato da quella dannata sostanza.
-Come evocate gli eroi? –chiese Lisette
-Eroi- rise Ares- non dargli troppo credito o si montano la
testa ragazza
Ray ruotò gli occhi- grazie papà
Ares gli sorrise e guardò Lisette- io uso la mia spada. Ogni
dio ha un oggetto a cui è legato e di solito è rappresentato con, Zeus usa la
saetta come vedi
Lei annuì guardando l’uomo tornare da loro sconfitto e Era
prendere il suo posto.
-Se solo non ricaricassero l’energia di quelli che
abbattiamo… -mormorò Zeus crollando su una delle sedie.
Un aquila planò dal nulla e si posò sulla spalla di Lisette,
facendo prendere un colpo a tutti.
-Dove diavolo eri finita tu!? –chiese arrabbiato Zeus, era
difficile prenderlo sul serio quando sembrava un trent’enne e non il sovrano
degli dei
L’aquila lo ignorò e si strofinò contro la guancia di
Lisette cercandone le coccole- dov’eri?
L’aquila rispose in un verso che nessuno sembrò capire
eccetto Zeus- a caccia…perché è con te?
-Oh…poco dopo che sono andata a sbattere contro Ray questa
piccolina mi è venuta incontro e mi è rimasta accanto tutto il giorno mentre
facevo compere- disse Lisette tranquilla
Sinceramente non era tranquilla per nulla…era strano ma la
cosa ancora non le sembrava vera…eppure sentiva di non essere totalmente
estranea a tutto quello che stava vedendo.
-Solo gli dei possono salire sulla postazione –disse Ray
togliendola dai suoi pensieri
-Perché? –chiese lei
Lui scosse la testa- non lo so
Lisette strinse piano la mano sul petto e guardò l’arena
scollegandosi da tutto.
Doveva decidere come cooperare con le nuove informazioni
ricevute e poté solo sperare che finisse tutto bene…
Prima che quel pensiero finisse però si accorse che gli
altri dei erano già stati eliminati dalla partita e Atena, ora ultima rimasta,
era appena stata eliminata. Il panico passò negli dei e Ade rise feroce- ho
vinto!
La partita non si chiuse però e Lisette venne avvolta da una
luce dorata e si ritrovò sul podio opposto a Ade.
-Che diavolo… -mormorò Ares confuso quanto Lisette e gli
altri
Ade ringhiò- chi diavolo sei!?
Lisette sfiorò la ringhiera e guardò l’altezza in cui si
trovava…e il senso di déjà-vu tornò in lei…
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