Capitolo 8: A family picture…
Demy guardò il camino prima di uscire dallo studio, aveva del
lavoro da fare ma un raggio di luce aveva attirato la sua attenzione nel
camino. La cornice d’argento, ora rotta, con dentro la foto della loro
famiglia. La guardò per un paio di minuti prima di posarla sul marmo del
camino, indecisa su cosa farci.
Uscì dallo studio e guardò la madre dormiente sul divano,
era tornata alle cinque quel giorno.
-Si accorgerà dell’assenza di tuo padre? –chiese Raven
“Non si è mai accorta di nulla” rispose mentalmente Demy “se
si accorgerà vorrà dire che sarà solo un biglietto per la sua morte anticipato”
Raven annuì e la guardò prendere una coperta e coprire la
madre prima di prendere una borsa dalla poltrona e allontanarsi verso l’uscita
Il rumore dei tacchi di Demy venne coperto presto dalla
pioggia che scendeva pesante. Demy aprì l’auto, vi entrò con calma, l’accese e
guidò con una strana tranquillità lontano dalle vie principali.
Raven si ritirò nell’anello, conscio che era una cosa che
Demy doveva fare da sola.
Desdemona parcheggiò davanti a un’industria che sembrava
ancora in costruzione. Scese con calma e si mosse verso l’edificio dopo aver
aperto un ombrello nero.
Il rumore di tacchi era l’unico che differenziava dal rumore
costante della pioggia.
Entrata nell’edificio, chiudendo la porta del primo piano e
facendo calare un forte silenzio nell’ambiente. Con estrema calma chiuse
l’ombrello e lo posò al lato della porta. Con incredibile lentezza iniziò a
camminare verso l’ascensore che l’avrebbe portata al sotterraneo dell’edificio,
dal padre di lei costruito.
Si sistemò i guanti in pelle nera e il cappotto nero in
stile lolita. Con estrema calma premette il pulsante per scendere al piano
sotterraneo.
L’ascensore le permise di specchiarsi, aveva rilegato i
capelli in due lunghe code e addolcito il volto con un trucco che le dava meno
anni di ciò che aveva. In quel momento non era Demy, in quel momento era
Angelica.
Aprì una porta metallica e entrò in una stanza bianca dove
qualcuno era legato dietro delle sbarre.
-Chi è? –chiese la voce di Victor
Demy lo guardò, la luce dietro di lei creava un’ombra sul
suo volto e il suo aspetto ma gli occhi di Demy erano illuminati in maniera
innaturale.
-Chi sei?! –chiese lui ancora
Demy accese la luce accecando momentaneamente Victor
-Hello Victor
-Demy…cosa stai…- iniziò l’uomo
-Mi spiace dirti che io non sono tua figlia Desdemona- disse
lei sedendosi su una sedia in ferro e guardandolo senza emozioni
-Non scherzare Demy o…- iniziò l’uomo
Demy chiuse gli occhi e quando li riaprì divennero rossi con
una forma di serpente, quei occhi terrorizzarono Victor che sentì un improvviso
gelo prendergli le ossa a quella vista- che diavolo sei?!
-Diavolo è appropriato per ciò che sono- sorrise Demy
mostrando due canini particolarmente appuntiti
Victor si spinse con i piedi più lontano dalle sbarre
Demy sorrise di più- è inutile provare a scappare Victor e
puoi urlare quanto vuoi…non verrai salvato per tutto ciò che hai fatto
-Posso darti qualsiasi cosa! Vuoi soldi? Li avrai, potere?
Ti posso dare tutto! –provò lui sempre più terrorizzato
Raven che stava controllando l’illusione sugli occhi e aveva
fatto diminuire la temperatura nella stanza intorno a Victor ora lo osservava
molto interessato, cosa era disposto a dare il tipo per salvarsi la pelle?
-Tutto? –chiese Demy guardandolo senza emozioni
-Tutto! –disse l’uomo
-Lei crede nel karma Victor? –chiese Demy con estrema calma
-Si…- ammise lui- sono un uomo superstizioso, per questo non
ho mai lasciato mia figlia giocare con un gatto nero o permesso determinate
cose in casa mia
Raven guardò Demy, lei non era superstiziosa, l’aveva capito
in quei mesi in cui era rimasto al suo fianco, aveva un gusto che a altro
essere umano poteva apparire fuori luogo, sembrava quasi che più una cosa era
considerata anomala più lei ne veniva attratta. Molti dei precedenti concorrenti
avevano trovato ripugnanti e raccapriccianti le sue ali scheletriche e le
orride ferite che aveva sparso in tutto il corpo, Desdemona invece pareva
trovarlo interessante soprattutto per quelle anomalie, trovandole non
ripugnanti ma meravigliose perché uniche. Demy credeva nel karma da ciò che
aveva capito, era convinta che prima o poi tutto ciò che faceva l’avrebbe
condannata, eppure era il tipo di persona che lo stesso faceva ciò che faceva
per raggiungere un obbiettivo ed era pronta a pagarne le conseguenze.
-Dunque lei sa che ciò che ha fatto merita una punizione…-
ragionò Demy
-Non ho fatto nulla di male! Ciò che ho fatto è sempre stato
perché andava fatto! –disse Victor
-Quindi se io offrissi la tua libertà in cambio di tua
figlia cosa mi diresti? –chiese Demy
Victor non esitò un secondo a rispondere- certamente! Avrai
mia figlia, puoi prendere qualsiasi cosa!
Demy si alzò lentamente e aprì il cappotto tirando fuori da
esso un bracciale in ferro che si mise con calma. Raven capì il segnale e fece
crollare le barre della cella, facendo saltare per aria Victor dalla paura.
Raven tagliò le corde liberando Victor.
Demy tese la mano con il braccialetto a Victor- stringila e
la tua scelta verrà selezionata
Victor la strinse senza pensarci due volte e vide poi con
orrore la sua mano a terra, distaccata dal corpo. Lo sguardo cadde sulla mano
di Demy dove notò delle lame affilate simili ad artigli uscire dal bracciale e
avevano tagliato la mano dell’uomo- cosa…
Demy sorrise colpendo il petto dell’uomo e tirando fuori
senza difficoltà, con l’aiuto di quelle lame, il cuore dell’uomo- non credo che
tu abbia mai usato quest’organo…ci rivedremo all’inferno
Victor cadde in ginocchio- perché…sono…vivo…
Raven sorrise guardando Demy- posso ora?
-Raven…divertiti- disse lei sedendosi di nuovo sulla sedia per
ripulirsi dal sangue del suo sangue. Quel momento, in cui lei lo aveva ucciso,
Raven aveva usato i suoi poteri per poterlo torturare anche se il suo cuore era
stato rimosso.
Le urla del padre la fecero sorridere mentre sfiorò la mano
che aveva tolto il cuore dal padre che ora le batteva in mano. La sensazione di
avere la vita del padre nelle mani…la sensazione che l’uccidere con le sue mani
le dava era inebriante…non aveva mai visto la sua vita così…viva. Quel controllo,
quel potere…lo voleva…voleva riprovare quella gioia e per sua fortuna…
Il cuore dell’uomo smise di battere e i suoi occhi
incontrarono quelli di Raven che evidentemente percepiva la sua gioia. Sapeva
che lei avrebbe avuto la reazione perfetta per la situazione…
-Demy, è ora di ripulire tutto…ricomporrò il corpo così che
non ci sia traccia di come sia morto…cosa vuoi farne del cuore? –chiese Raven
sorridendole
Lei guardò lo Shinigami e sorrise- lo puoi mettere nel suo
stomaco? Vorrei fargli mangiare il suo stesso cuore…
Raven rise prendendo il cuore con delicatezza dalle mani di
lei- mi piaci sempre di più
Demy sorrise. Per sua fortuna…aveva un partner perfetto per
continuare il suo hobby preferito.
****
Demy era di fronte al camino, dove aveva acceso un caldo
fuoco. Raven la guardava in silenzio, compiaciuto dal pomeriggio che lei gli
aveva regalato. Desdemona sollevò di nuovo la cornice con la foto rotta della
famiglia, un grosso pezzo del vetro aveva tagliato lei distante dai genitori
mentre un altro aveva tagliato una distanza tra i due genitori.
-Demy amore, hai visto papà? –chiese entrando Mimy
Demy guardò la madre con occhi freddi prima di sorriderle
come sempre faceva- no mamma, penso sia in ufficio a lavorare. Prova a chiamare
la sua segretaria
La donna annuì uscendo dallo studio non curante di ciò che
la figlia faceva
Demy guardò di nuovo la fotografia “avremo molto da
uccidere”
Raven la guardò osservare la fotografia per un paio di
minuti
-Demy! –chiamò la madre
-Arrivo…- disse lei per poi gettare la cornice e la foto nel
fuoco per poi osservarla bruciare. Uscì dallo studio rifacendo apparire il
sorriso sul suo volto, completamente intenzionata a crearsi un alibi in casa
per tutto il giorno e aspettare con calma il momento che il suo primo passo
verso il gioco sarebbe stato trovato, il primo morto per mano di Angelica. Il
primo di una lunga serie che lei non vedeva l’ora di iniziare a togliere dalla
sua lista.
Raven sorrise vedendola così allegra, aveva avuto paura che
la morte del padre l’avrebbe bloccata…invece l’aveva solamente confermata sulla
sua strada.
Guardò la foto e sorrise nel vedere che l’unica parte della
foto che non sembrava voler prendere fuoco era Desdemona, solo quando il resto
era praticamente in cenere la sua parte prese lentamente fuoco. Sorrise prima
di tornare a seguirla, quella ragazza era davvero un difficile boss da uccidere
in quel gioco, semplicemente perché lei era l’unica che in quel gioco non aveva
limiti o tabù che avrebbe avuto problemi a superare.
***
Desdemona si coricò sul letto e guardò Raven
-Tutto bene? –le chiese lui
Lei sorrise- vuoi sapere quando ci siamo incontrati?
Lui si illuminò sedendosi subito al suo fianco- quando?
-Quando io ho ucciso la prima volta…quando io avevo cinque
anni…
***Flashback***
Desdemona guardò il cugino che la teneva ferma priva di
qualsivoglia emozione.
-Ora io e te ci divertiamo…e tuo padre non farà nulla per fermarmi
o punirmi…i soldi della mia famiglia sono più importanti di te- rise il
ventenne guardando con occhi di lussuria la bambina di cinque anni
Desdemona non mostrò emozioni, sinceramente non provava
paura, si stava annoiando a dirla tutta. Aveva un quoziente intellettivo
superiore a molti adulti e sapeva già da quell’età che le cose avrebbero preso
la svolta che voleva lei, infatti…
Il ragazzo sciolse uno dei codini che lei aveva. Le liberò
una mano per cercare di sciogliere il fiocco del vestito. Quello fu un fatale
errore per il ragazzo. La mano di Desdemona scivolò sotto il divano e recuperò
un coltello che aveva nascosto prima dell’arrivo degli ospiti. Mentre lui
cercava di sciogliere il vestito dal suo fiocco lei tirò il coltello
all’altezza del collo di lui, troppo distratto per prestarci attenzione
-Hey…- disse lei guardandolo
-Non pregarmi di fermarmi- rise lui- non lo farò
Lei lo guardò annoiata- avrei una domanda…
Lui si fermò a guardarla- cosa?
-Fa male se faccio così? –chiese lei colpendolo al collo con
il coltello, cosa che lo fece saltare lontano da lei mentre disperatamente
cercava di fermare la ferita.
Demy si spolverò il vestito e rifece la codina- che
seccatura che sei…mi costringi a sporcare il salotto…oh beh…
Demy si avvicinò e lo spinse con una mano a terra per poi
saltargli sopra e iniziare a colpirlo ripetutamente con il coltello nel petto
mentre il ragazzo sembrava aver perso ogni potere nel corpo e non riusciva a
difendersi. Era anche quello calcolato…i sonniferi della madre erano sempre a
portata di mano quindi…perché non metterne un paio nel succo di frutta del
cugino?
Victor entrò in quel momento- Demy…
Lei lo guardò senza emozioni- si?
Lui le sorrise- mi occuperò io delle pulizie, divertiti
pure…cerca di non romperti il vestito…- uscì riprendendo la conversazione al
telefono
-Quello è uno strano rapporto che hai con tuo padre
principessa- disse Raven apparendo per recuperare l’anima
-Oh…- lei lo guardò curiosa- e tu chi sei?
-Mi vedi? –chiese stupito lui notando che gli occhi della
ragazza erano su di lui- questo è assurdo…io sono uno Shinigami, sono qui per
la sua anima…
-Spero per te che non te ne nutra…credo fermamente che sia
indigesta- disse lei alzandosi e lasciando il coltello nel corpo del ragazzo
-L’hai ucciso tu? –chiese Raven dopo aver recuperato l’anima
-Mi voleva stuprare- rispose lei
-Beh direi che hai le tue ragioni- ragionò lui sinceramente
impressionato dalla calma della ragazza
Lei alzò le spalle e gli offrì la mano- vuoi essere mio
amico?
Lui sorrise- sarò il tuo migliore amico piccola
Lei sorrise sincera e aprì le braccia invitandolo ad
abbracciarla- un abbraccio?
Lui le sorrise stringendola- sei un tipetto tutto
particolare eh?
Lei sorrise vedendolo sparire- non ne hai idea…
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