WitchandAngel : Capitolo 144: Madre di Demos

Capitolo 144: Madre di Demos

Capitolo 144: Madre di Demos

-Erif- disse Elphien
-La madre di Demos giusto? –chiese Neipleh
Lei annuì- occhi ambra e capelli rossi
Lui annuì- ok la posso recuperare io…ma tu dove devi andare?
-Ho delle faccende di cui occuparmi. L’affido a te.
Lui annuì per poi teletrasportarsi davanti alla porta di Erif
-Meglio muoversi…
***
Elphien saltò le macerie e usandole come appoggio saltò sopra la cattedrale
-Manca poco
Non era passato nemmeno un anno da quando aveva ripreso la memoria.
Se ci pensava…
All’inizio si credeva solo una normale umana…che viveva una infelice vita in mezzo a un branco di licantropi
Poi ha cominciato a vedere cose…non sue
Da lì il dubbio stesso se lei fosse o meno umana
Ricordi che bussavano prepotenti per venir ricordati…
Alla fine…
Si era ritrovata madre, moglie, figlia e padrona prima di rendersene conto…
Non le dispiaceva per carità.
Amava i suoi figli
Amava suo marito
Amava la sua vita
Ma…
Era dura fingere che fosse tutto normale
Si poggiò su un albero e guardò oltre la foresta per vedere se tutto era nella norma
-Amore! –chiamò la donna che aveva chiamato madre per anni
-Hey…
-Stai ancora aspettando…? –chiese lei sedendosi
-Abbiamo sbagliato tutto…se avessi prestato più attenzione…- iniziò lui
Lei lo strinse- sta bene…la nostra piccola Pandora è viva, felice e sta bene…
Elphien strinse una mano sul petto quando notò il pancione della donna che l’aveva adottata come Pandora
-Con questo piccolino faremo tutto in modo migliore- sorrise lei
Lui annuì- ma…vorrei poterle dire…che avrà un fratellino
Elphien chiuse gli occhi lasciando che le lacrime cadessero
Voleva andare lì, tornare a vederli…faceva male, faceva male dover andare avanti senza di loro
Li aveva amati come genitori e anche se si era comportata come una stronza l’ultima volta che li aveva visti…
Allungò la mano verso i due e schioccò le dita.
Davanti ai due apparve un pacco d’argento con un fiocco d’oro.
Il licantropo lo guardò sospetto ma appena ne riconobbe l’odore guardò verso il bosco. La vide. Lei gli sorrise solamente prima di rendersi invisibile
Il licantropo non si mosse sperando di rivederla
-Tesoro- disse la donna piangendo, l’aveva vista- guarda…
La donna teneva in braccio un peluche di un lupo nero con occhi d’argento e una lettera dove spiegava loro i suoi veri pensieri. Era un addio per il momento.
Aveva posticipato la loro morte di qualche decennio, voleva dar loro e a loro figlio il miglior futuro possibile
-Grazie per tutto…arrivederci- disse prima di girarsi per andar via
-PANDORA! –urlò il licantropo- DOVUNQUE TU SIA, RICORDA CHE QUESTA RIMANE ANCHE LA TUA DI CASA!
Sentì le lacrime cadere ancora una volta prima di annuire al nulla e sparire



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