Capitolo 21: Festa in maschera
Jonathan si sistemò la cravatta- Tigrotto sei pronto?
Tyler uscì dal laboratorio sistemandosi una borsa a
tracolla- cosa?
-Sei in un completo elegante, tirato a lucido come poche
volte ti ho visto essere e ti vuoi portare dietro quel borsone? -gli chiese il padre
-Ci sono delle pozioni e delle erbe e i miei amuleti e…-
iniziò Tyler
Jonathan alzò le mani in segno di resa- ok mi arrendo, puoi
portarlo ma non tenerlo sempre con te, stona
Tyler aprì la tasca della giacca e letteralmente vi ci
infilò il borsone- così va meglio?
Jonathan lo guardò e guardò la tasca che non era nemmeno
rigonfia- tu non sei normale...
-L’hai capito solo ora papà? -rise Tyler- su forza che Aphys
mi aspetta con suo padre alla festa.
-Chi ci sarà alla festa? -chiese Jonathan entrando in auto
-I mostri di ogni anno scolastico, i loro genitori, i mostri
che ho conosciuto, i loro genitori, i membri del consiglio, i loro parenti, i
membri della società umana di cacciatori, i loro subordinati, i membri del
consiglio umano che conoscono l’esistenza delle razze dei mostri, il preside,
il re dei vampiri, il re demone, il re dei licantropi, il re...
-Ok ho capito, tanta gente- disse Jonathan- ancora mi chiedo
come fai a ricordarti ogni nome
-Se fai il mediatore e non ti ricordi nemmeno il nome delle
persone che hai davanti non è sconveniente? -gli chiese Tyler controllando il
cellulare- saranno più di ottocento persone credo
-E tutte ti conoscono e vorranno salutare...non invidio
Aphys che ti dovrà stare accanto- disse Jonathan guidando
-Non sfuggire ai doveri soldato, anche tu verrai circondato
essendo il padre del “prodigio”, i genitori dei mostri sono anni che vogliono
conoscerti
Jonathan sospirò- posso evitare?
-Permesso rifiutato, poi ti volevo presentare delle belle
sirene...
-Non mi ipnotizzeranno vero?
-Non oserebbero andare contro di me- disse Tyler
****
Tyler guardò il padre innervosirsi e gli sorrise scendendo
dall’auto- soldato non avere paura ok? Andrà bene, hai un figlio pronto a tutto
a difenderti
Jonathan gli sorrise- come farei senza di te?
-Senza qualche arto probabilmente visto come ti riduci ogni
volta che ti devo curare io- sospirò Tyler
-Ti devo prendere il costume da infermiera? -gli chiese il
padre
-Preferisco giocare al dottore e l’unica con cui ci voglio
giocare è Aphys- gli rispose Tyler guardandolo chiudere l’auto e seguirlo
nell’edificio
-Hai organizzato tu vero? -chiese il padre guardandosi
intorno e notando le decorazioni. Tyler era sempre stato un maniaco dei
dettagli e vista la quantità di mostri e umani che c’erano non c’era dubbio che
aveva fatto in modo che non ci fosse una singola cosa che avrebbe potuto urtare
una razza. Di sicuro aveva anche fatto fare un buffet che accontentasse tutti
quanti, con piatti pressoché perfetti...non si sarebbe stupito se avesse fatto il
solito background-Check e avesse evitato di mettere le cose a cui qualcuno
poteva essere allergico o in caso segnalarlo con un cartellino
-Si- ammise Tyler- perché?
Jonathan sorrise e mise un braccio intorno alle spalle del
figlio- ha il tuo tocco tutto qui
Tyler gli sorrise- sono il mediatore è il mio compito
accertarmi che tutto sia in ordine non credi?
Jonathan sorrise- credo che ho un figlio incredibile
Tyler gli sorrise- andiamo su, che mr incredibile deve
salutare gli ospiti
Jonathan rise e lo seguì nella sala. C’era davvero tanta
gente e suo figlio conosceva tutti? Sorrise piano, era davvero stato fortunato
ad avere un figlio come Tyler e non poteva che andarne fiero. Poco dopo che i
due entrarono vennero notati. La prima a raggiungerli fu Aphys che si lanciò
tra le braccia di Tyler.
-Sei in ritardo- gli disse
-Mi farò perdonare- promise lui
I ragazzi guardarono curiosi Jonathan, rispetto ai normali
umani che avevano visto era decisamente molto più grosso e muscoloso.
-Ragazzi lui è mio padre Jonathan- disse Tyler presentandoli
Il padre di Leif gli tese la mano. Jonathan la strinse con
forza- piacere di conoscervi, grazie per prendervi cura di mio figlio
Tyler sorrise guardando il padre interagire con i mostri e
scherzare con loro tranquillo. Sperava che almeno per quella sera tutto sarebbe
andato come doveva…
Quanto si sbagliava
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