Second
chance
Capitolo 1: Not this time
Non credo di essermi mai sentita così distrutta come quel
giorno.
Ero sposata, felicemente sposata aggiungerei. Non abbiamo
mai avuto una lite. Non abbiamo mai avuto un bisticcio…mi fidavo di lui con
tutto il cuore. Non eravamo mate ma mi fidavo di lui e del suo lupo. Lui era un
fighter del mio branco, un bellissimo biondo dagli occhi chiari con un lupo sul
castano miele di nome Stephan. Siamo stati sposati per un anno ma eravamo
insieme da quando avevo dodici anni e lui quindici. Ci siamo sposati quando io
avevo diciannove anni. E mi ha lasciato quando ne ho fatti venti. Otto anni di
relazione buttati nel cesso. A che serve il marchio? Che serve essere sua
moglie se poi quello succede? Era fuori in una missione e quando sarebbe
tornato avremmo iniziato a provare ad avere un figlio. Durante la missione ha
incontrato lei…la sua mate. È tornato a casa cercando di passare il legame
ma…non poteva. Era troppo forte il suo istinto…io non importavo più.
-Iris mi dispiace io… -iniziò a dire di nuovo- non voglio
lasciarti
Ma la mano che mi teneva non aveva più lo stesso affetto.
Che senso ha vivere come tua moglie se non sono io quella
che ami?
-Sei sicura di voler divorziare da lui Iris? –chiese il mio
Alpha- non è nemmeno sicuro di…
-Non ho intenzione di essere la seconda scelta di nessuno
–dissi io chiudendo la conversazione e facendomi rimuovere il marchio di
quell’uomo. Era doloroso ma era meglio così. Non voglio essere sua se lui
penserà solo a lei.
-Stephan non è nemmeno in città- disse l’Alpha guardandomi-
hai già rimosso il marchio senza dirgli nulla. Quando tornerà vorrà delle
risposte e…
-Ieri sera mi sono sentita male e ho visto dove si trova
grazie al marchio –dissi io- è a letto con lei…non gli mancherò.
Il marchio che lega due werewolf, che permette di sapere
sempre cosa l’altro prova, permette di vedere quando il partner tradisce
provocandoti un enorme dolore fisico. Ero disposta a provarci…ma quando ho
visto la facilità con cui è corso tra le sue braccia cosa potevo credere? Ho
rotto il marchio e sapevo che sarebbe venuto a chiedermi spiegazioni ma non ne
dovevo dare. Quello che ha tradito il patto era lui.
-Iris…- iniziò l’Alpha- perché mi stai dando questa lettera?
-Lascio il branco- dissi io sincera- non voglio essere
vicino a quell’uomo e non voglio essere più parte di questo branco.
-Iris non stai esagerando? –chiese lui sospirando come se
avesse a che fare con una bambina. Ho sempre odiato questo branco e ho sempre
odiato questo luogo, il mio matrimonio era l’unica ragione per cui ero ancora
qui, ora posso scappare via…
-O mi togli dal branco o commetto un crimine e mi faccio
rimuovere forzatamente- dissi io
Lui sospirò dandomela vinta- saremo nei guai senza il nostro
Theta…Stephan me la pagherà questa
Io gli sorrisi quando sentii il legame con il branco venir
tolto- grazie…di tutto
-Sei sempre stata come una sorella per me Iris –disse John
con un sorriso triste, bugiardo. Sono sempre stata utile per voi vero? Non è
mai stato un rapporto alla pari il nostro, mi hai sempre voluta come partner a
letto e sappiamo entrambi che se non fossi stata sposata avresti forzato le
cose per un matrimonio tra noi due. Questo è uno dei motivi per cui odio questo
luogo. Odio anche quella famiglia che mi ha dato alla vita e che l’unica cosa
che sembra interessarle è il potere nel branco. Ho diritto a essere felice e
libera…- non sparire ok? E se ti servisse mai aiuto, io sono qui
-Grazie –dissi piano io ma io e il mio lupo sapevamo già che
sarei sparita e non avrei dato lui modo di scoprire che fine avevo fatto,
questo luogo è una gabbia e se non scappo finirò in trappola.
-Stai pure qui ok? Parla con Stephan, sono sicuro che abbia
una buona spiegazione –disse lui- ci vediamo domani ok? Se cambi idea ti
riprendo subito nel branco…sicura di non voler dormire con me qui? Non è un
problema sai?
-Starò bene…voglio solo dormire a casa mia–dissi io con un
sorriso- ci vediamo domani allora John
Lui sorrise lasciandomi uscire. Non tornai più nel suo
ufficio.
Quando tornai a casa mi sedetti sul divano priva di
emozioni. Non avevo pianto nemmeno una volta…qualcosa in me lo sapeva che
sarebbe finita così a dirla tutta. Non ho mai amato essere membro del branco ma
rimasi lì per due motivi: l’Alpha non mi avrebbe permesso di andarmene e mi ero
sposata con un membro. Non sono mai stata legata a questo posto…
Mi alzai piano e guardai la stanza intorno a me. La casa dei
nostri sogni…che presto avrebbe avuto una nuova famiglia dentro. Memorie di
tutto il tempo insieme prima e dopo le nozze avevano iniziato a farsi avanti.
Cose come “qui mi ha baciato la prima volta” o “qui abbiamo fatto l’amore la
prima volta” continuavano a farsi avanti.
Non è giusto…
Crollai in ginocchio davanti alla nostra foto di nozze sopra
il camino del soggiorno.
Non è giusto…anni buttati così…
Mi rialzai piano e andai in magazzino a recuperare le
scatole che avevano aiutato il nostro trasloco anni e anni prima.
“Perché le tieni? Non ci serviranno più amore” mi aveva
detto un giorno…eppure ecco che stanno per trasportarmi via da qui
La nostra casa era piccola. Aveva una cucina, un garage, un
soggiorno, due bagni, due camere da letto e uno studio. Nulla di così grande.
Non avevamo molti soldi all’epoca e per noi era già perfetta così.
Mi chiedo…mi hai sposata solo perché sono la theta? Solo
perché ho un ruolo di potere qui?
Iniziai dal piano terra, recuperando tutte le mie cose e poi
salii al secondo piano. Cose come vestiti, libri, foto, oggetti, peluche…presi
tutto e controllai otto o nove volte di non aver lasciato nulla di mio in casa.
Il dubbio mi venne su cosa fare con cose in comune come le foto di nozze…le
forbici vennero in mano molto velocemente. Mi rimossi da ogni singola foto che
era di sua proprietà e portai via solo le mie foto, c’era anche lui in alcune
ma non erano foto sue e qualcosa mi disse che se avessi trovato un luogo da
chiamare casa avrei potuto usarle per avvertire di tenerlo lontano da me.
Caricai gli scatoloni nella mia auto personale, controllai di non avere
lasciato nulla nella sua tre volte e ricontrollai la casa.
Guardai il quadro sul camino, un ritratto della nostra foto
di nozze che in futuro avremmo voluto cambiare con una foto di noi e dei
bambini…
Attivai gli artigli della mia mano e strappai il quadro in
pezzi prima che me ne rendessi conto.
-Bugiardo…
Mi tolsi la fede nuziale e lasciai sui rimasugli del quadro.
Per noi il marchio era la cerimonia di nozze infondo. Tolto quello ero ora
single…libera.
Me ne andai di notte, guidando come una pazza per
allontanarmi il più possibile da quella città, da quel branco…da quella vita.
Non dissi nulla ai miei, ai miei amici…a nessuno. Nessuno
sapeva che non ero più nel branco poiché ho fatto tutto di nascosto. Perché non
serviva che nessuno sapesse. Perché tutti avrebbero preso la posizione del “è
tuo marito, non importa se ha tradito una volta no?”. Perché in quel branco era
normale. Perché nessuno si interessa a cosa succede fintanto che sei moglie e
marito…
A me importa.
Non mi importa chi o cosa, se mi tradisci io non perdono.
Non ho mai capito o accettato quei partner che picchiavano o ferivano le
proprie mogli, non avrei mai lasciato che mi succedesse. Ad essere onesti fui
fortunata ad essere priva di figli in mezzo, avrei potuto fare l’errore di
restare per loro e fui fortunata anche che erano oltre tre mesi che non lo
avevo nel mio letto, prima per la missione poi per ciò che mi disse e ora
perché non era in città per stare con quella. Che il fatto che io non gli abbia
lasciato farmi sua abbia dato la spinta a tradirmi? Non importa, io non ho
colpe se lui non sa tenerlo nei pantaloni. Visto che conosco il mio corpo so
che non sono incinta, avrei già dato alla luce il bambino a quest’ora infondo
visto che la gravidanza dura tre mesi.
Ho guidato per ore e dopo aver superato il confine un senso
di sollievo si fece vivo. Omega. Ero un omega ora ma…non mi sono mai sentita
così viva in vita mia.
Cambiai auto in una zona che si occupava di aiutare
fuggitivi. Il venditore quando mi vide mi fece una domanda “sei sposata?” al
mio “lo ero ma ho rotto il marchio” lui aveva capito. Non era inusuale che una
licantropa rompesse il marchio quando il partner era abusivo. Il mio non lo era
ma mi conveniva che lui pensasse così. Mi fece un prezzo di favore e mi aiutò a
trasferire le cose nella nuova auto.
“Ho una figlia della tua età” mi disse “certi lupi
dovrebbero solo morire…non ti ho mai visto né so chi sei. Spero che tu abbia
una buona vita d’ora in poi”
“Grazie” fu tutto quello che riuscii a dire.
Ci misi una settimana ad allontanarmi fino a una zona in cui
mi sentivo sicura e continuai a guidare anche dopo per miglia. Prima che me ne
accorsi avevo fatto ingresso nella zona di un’altra razza. Non ero più nella
zona dei Werewolf, ero ora nella zona dei Werepanther e decisi di fare una
pausa in una città di quella zona. Estranea, di un’altra razza, sola…eppure non
mi sono mai sentita più a casa.
La cittadina che ho scelto si chiama “Silver River” ed è
sotto il controllo di un branco di pantere, non so molto della loro gerarchia
ma so abbastanza del loro corpo da punto di vista medico, ciò ha aiutato a
farmi prendere residenza penso. Al tempo in cui studiavo medicina decisi di
studiare più razze oltre la mia, l’Alpha mi cercò di bloccare, intuendo forse
che avevo intenzione di andarmene in futuro, ma riuscii a continuare gli studi
con la scusa del “se non conosco il corpo come posso aiutare in guerra?” che
lui prese come un mio desiderio di trovare il miglior modo per ucciderli, il
mio intento era di salvarli. Al tempo non pensavo di sposarmi con il mio ex
visto che avevo tredici anni, avevo ancora sogni di scappare da lì.
-Come mai vuoi vivere qui? –mi chiese il capo del branco
guardandomi. Lui era una werepanther dai capelli e occhi castani, aveva un’aria
autoritaria intorno a sé e un volto gentile- è strano per un werewolf voler
vivere in un branco di altra razza
-Preferisco così che venir trovata –dissi io- ero la theta
del mio branco precedente –dissi mostrandogli i miei certificati e la lettera
di presentazione- quindi posso lavorare come medico
Lui annuì- non vedo problemi in ciò ma…perché?
-Perché il mio ex marito mi ha tradito e non ha apprezzato
che io abbia rotto le nozze dopo ciò…- dissi io- era o lasciare il branco o
finire in gabbia
-Da che branco vieni? –chiese lui
Al nome i suoi occhi si assottigliarono. Sapevo già perché.
Quel branco ha una reputazione di essere praticamente insensibile alla
sofferenza dei propri membri, non era un mistero che spesso giovani donne
scappavano da nozze violente o che giovani licantropi cercassero rifugio. Era
noto che il branco avesse “tradizioni” che facevano male a tutti e chi usciva
di lì era visto come un superstite da ogni altra razza. Molti altri branchi di
lupi invece non avevano particolare interesse in ciò. Essere uscita viva da lì
è già un miracolo per gli occhi altrui.
-Posso capire perché hai lasciato la zona dei werewolf
allora…- disse lui sfiorando la mia lettera di introduzione- siamo a corto di
medici quindi capiti a pennello. Il nostro medico ha raggiunto un’età in cui è
difficile per lui lavorare, saresti una mano santa se potessi iniziare. Ti
aiuterò a prendere casa e ti accompagnerò personalmente nella clinica. Puoi iniziare
a lavorare da dopodomani? Ci sono parecchie cose da fare però sei avvisata
-Certo- dissi io subito- non è un problema. Nel mio branco
delle volte mi forzavano a lavorare anche sessantotto ore di fila quindi non è
un problema se c’è molto lavoro
La sua espressione divenne scura- quel branco dovrebbe solo
soccombere…il mio nome è Richard Soler, Rich va bene. Sono a capo di questo
territorio, se succede qualcosa puoi venire da me immediatamente
-Sono Astrid Iridescent Nova…Astrid va bene, sarà un piacere
lavorare per te –dissi io stringendogli la mano. Nova…era il nome che spesso
fantasticavo di prendere da piccola. Era il nome di mia zia, la traditrice che
scappò dal branco e l’unica che aveva a cuore cosa pensavo. Non è un mistero
che si voglia cambiare nome dopo essere scappati quindi lui non fece domande e
scrisse quel nome, presentandomi documenti nuovi da usare.
-Benvenuta a Silver River Astrid –sorrise lui- ti troverai
bene qui
Questa volta non
lascerò a nessuno il potere di ferirmi. Questa volta è per me che vivrò. E
nessuno mi verrà a dire cosa provare…non questa volta.
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